Storia partecipante al The Zeppo Contest:
Sviluppo della trama:
Sembra un’ovvietà, ma la difficoltà principale di una storia d’azione è scrivere le scene d’azione. Con la paura di non essere all’altezza o l’impazienza di arrivare alle parti che ci interessano maggiormente, può accadere che si finisca col concludere tutto in modo frettoloso. Nel tuo racconto, c’è un’introduzione sostanziosa, molte scene dedicate all’introspezione e alle confidenze dei personaggi, ma quando il gioco si fa duro… A mio parere, il vero corpo della storia doveva essere la lotta contro i cattivi, che tu invece hai liquidato velocemente.
Originalità della trama:
Il racconto non brilla per originalità: un’avventura di Sin, ambientata durante l’ultimo episodio della seconda stagione, che coinvolge il mirakuru. Nulla di nuovo. Però hai riguadagnato terreno con la scelta del personaggio.
Stile narrativo:
Hai uno stile semplice e lineare, che rende il testo molto scorrevole. Niente giri di parole, adegui il lessico alle caratterizzazioni dei personaggi e non ti perdi in periodi arzigogolati. Il lettore può quindi procedere tranquillo fino alla fine del racconto.
Vorrei soffermarmi, però, sulla scelta del prima persona singolare per narrare le vicende. La prima persona singolare è un’arma a doppio taglio. Da un lato permette all’autore di immedesimarsi meglio col personaggio, dall’altro rende più difficoltoso narrare i fatti senza far apparire il tutto come una telecronaca sportiva. Il lettore deve sapere cosa sta succedendo, ma al tempo stesso deve avere la possibilità di sentire, vedere, toccare come se fosse il protagonista della storia. Ti faccio qualche esempio:
Mi lancia un pugnale che mi colpisce dritta nella spalla. Ah! Reprimo il dolore, ormai ci sono quasi.
L’uomo, con uno scatto imprevisto, mi raggiunge e blocca la mia fuga con una spranga facendomi volare a terra. Maledizione!
Mettiti nei panni di Sin: cosa avresti detto/provato/sentito/pensato, come avresti reagito, se fossi stata colpita alla spalla da un pugnale o sbalzata a terra da una spranga di ferro? In questo momento il lettore si trova nella testa di Sin e non vi è nessuna traccia di dolore: non basta dire “reprimo il dolore”, devi far sentire a chi legge la lama che si conficca nella carne, il bruciore lancinante che rende i pensieri confusi e offusca la vista.
Sto per terminare quando qualcuno mi afferra per la vita e mi fa volare in aria. Ah! La spalla!
L’uomo incappucciato mi ruota su me stessa e mi agguanta per il collo. L’ossigeno. Le sue dite premono sempre di più sulla carotide. Non respiro!
Idem, come sopra. Sin sembra raccontare quello che le accade senza alcun coinvolgimento emotivo e fisico. Il tizio la sta strangolando, dovrebbe annaspare, agitarsi, sentire le forze che a poco a poco la abbandonano…
L’esplosione è violenta.
“Violenta” vuol dire tutto e niente. Violenta quanto? Ha spazzato via l’edificio o l’intero isolato? E dopo? È scoppiato un incendio? Sono rimaste delle macerie? L’onda d’urto dell’esplosione ha avuto conseguenze? Ci sono feriti?
IC (intenso come In Character e In Canon) dei personaggi:
Sia Roy che Sin sono IC, anche se forse Sin ti è riuscita leggermente più sdolcinata dell’originale. Nota di merito per Luke, mi è piaciuto molto come personaggio!
Resa dello Zeppo:
La tua storia ha soddisfatto in pieno le mie aspettative e gli obblighi imposti dal regolamento del contest. Sin ha avuto il suo momento di gloria, proprio come meritava!
Livello di intreccio tra la trama principale dell’episodio e l’avventura parallela dello Zeppo:
“Cappuccetto Rosso” si amalgama alla perfezione con il canon del telefilm. Sembra un episodio mancante o una serie di scene tagliate dell’episodio 23 della seconda stagione di Arrow. Inoltre, hai saputo inserire qua e là tanti riferimenti ad altre puntate della serie, dettagli che aiutano il lettore a calarsi meglio nell’atmosfera “da telefilm”. Non c’è niente che stona, tutti i pezzi del puzzle combaciano.
Grammatica e sintassi:
Qualche imperfezione qua e là.
quando l’ho incontrato per la prima volta che sarei diventata la sua socia, partner, amica, o quello che sono… di Roy Harper.
Avrei scritto “sarei diventata la socia, partner, amica, o quello che sono… di Roy Harper".
Ammettilo, Sin, ci piace troppo incasinarci la vita, tu ed io.
“Ci piace troppo incasinarci la vita, a te e a me”
Dì al tuo amico di stare attento
“Dì” vuol dire “giorno”. La seconda persona singolare dell’imperativo si scrive “di’” (con l’apostrofo).
non ci sarei mai riuscita a tenere Roy fuori dagli affari miei
“Non sarei mai riuscita…”
perché cerchi così ossessionatamene chi è che produce il mirakuru?
Vuoi sapere chi è che è tornata in città
È più elegante scrivere “chi produce” e “chi è tornata”.
Trasforma le persone le fa diventare irriconoscibili e pericolose
Andrebbe inserita una virgola dopo “persone”.
Cappuccetto rosso non preoccuparti per me, io me la cavo benissimo da sola.
Andrebbe inserita una virgola dopo “Cappuccetto rosso”.
L’uomo incappucciato mi ruota su me stessa
“Mi fa ruotare”.
Tutto quello che è successo, ci ha cambiato.
La virgola separa il soggetto dal predicato. (Recensione modificata il 01/07/2014 - 01:21 pm) |