Recensioni per
Duty and honor
di _brancamenta

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano

Non sai quanto mi dispiace che sia finita. 
Mi mancherà da morire.


Non smisero di guardarsi nemmeno per un attimo. Zayn salì le scalette e si appostò proprio davanti al suo uomo e gli porse la rosa. Si sorrisero complici e si strinsero la mano, avvolgendo il gambo del fiore saldamente. Non avevano un bouquet, niente da lanciare agli invitati non appena la cerimonia si fosse conclusa, ma avrebbero tenuto quella rosa per lasciare che si essiccasse sopra ad un mobile del loro nuovo appartamento. Zayn non ci avrebbero vissuto a lungo, dopotutto la sua esistenza era destinata all’arma e alla caserma di Fort Bliss, ma nei periodi di congedo si sarebbe rifugiati in quell’appartamento dove Liam viveva ogni giorno, con solo un letto, una cucina e un bagno, il minimo per vivere a pieno i loro pochi mesi di libertà insieme.
Il giudice si presentò, uscendo lentamente da dietro una tenda sottile. Indossava un completo grigio, stringeva la costituzione e nel taschino aveva una genziana. Non aveva più di quarant’anni, ma quando sorrideva alla coppia sembrava quasi averne trentacinque. I capelli brizzolati erano accuratamente pettinati, mentre una barbetta cresceva ispida sul mento. I suoi occhi erano di un blu penetrante, mentre le guance erano arrossate, forse per la tensione dovuta all’onore che gli era stato concesso: unire due militari nel sacro vincolo del matrimonio.
«Siamo qui oggi per unire una coppia di uomini fedeli e responsabili.»
Liam sorrise dolcemente a Zayn, che con il pollice gli accarezzò il dorso della mano. Erano davvero lì, pronti a sposarsi. Dopo quel giorno così importante sarebbero stati ufficialmente una coppia, uniti fino alla morte perchè non avevano intenzione di dividersi prima.
Il giudice aprì la Costituzione e ne estrasse un piccolo foglietto con scritto un breve discorso dedicato interamente a loro. Si schiarì la voce e guardò gli invitati, rivolse loro un'occhiata serena e parlò con la sua voce profonda e roca. «Sappiamo tutti che l’amore è effimero. Ci si innamora, ci si conosce e poi ci si trasforma in ciò che è l’altro, ci si modella. Diventiamo una metà, così da poterci sentire pienamente parte di lui e della sua vita. Poi, però, l’amore scema a poco a poco e ciò che rimane è il senso del dovere, della famiglia e l’affetto sincero per la donna, o l’uomo come in questo caso, che hai amato in passato e che ora è a tutti gli effetti la tua famiglia. Ci saranno periodi di grandi difficoltà, momenti in cui preferireste mollare piuttosto che rimanere in quella casa, con vostro marito.» e poi guardò i due uomini che lo osservavano, le mani ancora strette al gambo della rosa. «Non fatelo.» sentenziò, sorridendo loro gentilmente. «Non mollate mai. Siete uomini che hanno affrontato cose peggiori. Insieme non potete far altro che creare qualcosa di bello. Perciò… Non smettete mai di rispettarvi e volervi bene, nemmeno tra cent’anni.»
Come spinti da una forza involontaria, Liam e Zayn si avvicinarono di un passo, per sentire i loro corpi un po' più vicini. Erano così trascinati da quel discorso da sentire lo stomaco in subbuglio. Liam non avrebbe mai mollato, avrebbe lottato con le unghie e con i denti per Zayn, e quest'ultimo avrebbe fatto lo stesso.
Finchè la morte non avrebbe separati.
«Ora le promesse.» parlò di nuovo e poi strinse con la mano libera la spalla del soldato semplice. «Zayn e Liam hanno scritto qualcosa l’uno per l’altro oggi, perciò… Prego.»
Prima di iniziare, Louis – con Sonne in braccio – si avvicinò. Zayn lanciò una fugace occhiata al cuscinetto in cui erano riposti i due anelli e sorrise all'idea di sentirsi incredibilmente pronto a infilarlo al dito del suo ragazzo.
Il Sottufficiale fece un altro passo verso Liam e gli strinse anche l'altra mano. Voleva baciarlo come mai prima di allora. Non gli importava di essere in un luogo pubblico, con una settantina di persone a guardarli. In quel momento desiderava sfiorare quelle labbra morbide, piegate in un sorriso sincero e felice, e sentire quel sapore inebriante, bello, piacevole come un giorno di sole. «Quando ti ho conosciuto, Liam, ti ho odiato. Giuro che ti odiavo!» disse, facendo ridere gli invitati e lo stesso Liam, che volse lo sguardo al soffitto e morse la sua bocca che in poco tempo si fece rossa. Zayn la trovò ancora più invitante. «Eri così sciocco, disubbidivi ai miei ordini e spesso facevi allusioni poco consone quando venivi nel mio ufficio. Però ho scoperto che la tua era soltanto una maschera, come la gran parte di quelle che ogni giorno indossiamo per non mostrare il dolore. Tu nascondevi la parte migliore di te nell’attesa che qualcuno la tirasse fuori e quel qualcuno sono stato io.» sussurrò. Gli occhi del castano si fecero umidi mentre annuiva. «Ti amo, Liam. Credo ormai di avertelo detto così tante volte che non ne potrai più di me.»
«Non è vero, sciocco.» negò Liam, cercando di trattenere una lacrima che comunque sfuggì al controllo.
«Comunque non posso fare a meno di ripetertelo. E voglio passare la mia vita con te, non c’è nessuno che voglio al mio fianco. Solo te.» proseguì Zayn. «Mentre ero in Iraq ho scritto una proposta di matrimonio con i fiocchi. Louis l’ha sentita, gliel’ho detta, ma quando sono tornato ho deciso di saltare i convenevoli e chiederti di sposarmi perché…la vita è troppo breve per perdere tempo in stronzate.» si animò mentre parlava. Non appena si rese conto della parola, sbarrò gli occhi e si voltò verso il giudice a cui disse «Mi scusi.» prima di continuare. «Il punto è che qualcosa di quella promessa te la devo dire, e cioè che voglio legarmi per sempre con te, Liam. E per sempre non è tre anni, o cinque. È per l’intera vita, in salute e in malattia. Voglio che tu sia il mio uomo, mio e di nessun’altro. Finchè morte non ci separi. Perciò» e per la prima volta distolse lo sguardo da Liam per prendere una delle fedi su quel cuscinetto in velluto. Strinse affettuosamente la mano del suo fidanzato – ormai quasi marito – e infilò molto lentamente l’anello, per gustare con piacere la sensazione di completezza che si stava facendo largo dentro di lui. «io ti dono questo come simbolo del mio amore per te. Prometto di prendermi cura del tuo cuore, del tuo corpo, della tua anima, di ogni parte di te. Se sei ferito, ti prometto che mi prenderò cura delle tue ferite, e quando sarai felice lo saremo insieme. Sempre.»
Un piccolo singhiozzo sfuggì dalle labbra di Liam, che cercava cono forza di trattenere le emozioni tendendo la bocca rigida e mantenendola una linea orizzontale rosea. Voleva rimanere serio e dignitoso, evitare che i suoi sentimenti sfuggissero al suo controllo; non perchè si vergognasse, ma perchè semplicemente si sentiva in imbarazzo a mostrarsi nudo – perchè farsi vedere così innamorato a persone estranee lo faceva proprio sentire così: completamente nudo.
Scosse il capo, quindi, e disse «Ti odio, Malik. Mi hai fatto piangere come una donnicciola.» non riuscendo più a trattenere qualche timida lacrima che scendeva sulle guance. Il giudice stava per porgergli il fazzoletto, ma Liam tolse la mano da quella di Zayn e prese il suo dal taschino. «No, lasci stare, ce l’ho il fazzoletto. Grazie comunque.»
Si asciugò gli zigomi umidi e si schiarì la voce. Era pronto a dire quello che il giorno prima aveva provato, in compagnia di Niall. Era pronto ad aprire il suo cuore, ad ammettere davanti alla Costituzione e ai presenti in sala che era totalmente e quasi scioccamente innamorato di Zayn e che nessun'altro poteva competere con lui e con il loro "Per sempre".
«Mi sono innamorato di te lentamente. Sai, prima di conoscerti non avevo disciplina, non mi importava nulla che non riguardasse me e mi davo alla vita libertina senza pensare alle conseguenze. Mi sono allontanato dalla mia famiglia, dai miei amici, e mi sono allontanato da te quando mi dissi che mi amavi. Sono stato stupido, ma nei mesi che passammo distanti, capii. Mi mancavi, sempre, costantemente. Stavamo così bene, tu ed io, ma io non riuscivo a vedere i miei progressi. Tu mi eri entrato dentro e nemmeno me ne ero accorto. Sei stato un’ancora a cui mi sono aggrappato giorno dopo giorno. Ti guardavo da lontano e tu eri lì, che ti lasciavi guardare, ignaro.» confessò. Sorrise caldamente al moro che si mordeva il labbro inferiore talmente forte da arrossarlo più del normale. Liam avrebbe voluto spostarlo con il pollice e baciarlo dolcemente, ma non poteva. Perciò proseguì il suo discorso, rincuorato dalle iridi castane, lucide come vetri. «Anche io ti amo, Zayn. A differenza tua, il suono di queste parole ancora mi sembra incredibilmente strano, soprattutto se a pronunciarlo sono io, eppure è assolutamente quello che sento. Ti amo e non ti voglio perdere per nulla al mondo. Dopo oggi inizierà un percorso in salita che affronteremo insieme. Due uomini sposati, un soldato e un ex militare, non è una cosa che si vede ogni giorno; la gente parlerà, alcuni ci disprezzeranno, ci prenderanno di mira, ma a noi non importerà perché saremo insieme. E lo saremo per l’eternità, finchè morte non ci separi, in salute o in malattia. Come quando tornasti dalla guerra e ti rimasi accanto. Come quando tu rimasi al mio fianco la settimana che passai malato di morbillo.» e poi, prese la mano di Zayn sulla sua. Strinse tra le dita l'ultima fede d'oro rimasta sul cuscinetto e la fece scivolare sull'anulare. «Quindi, con questo anello io ti sposo, Zayn. Ti voglio ora e sempre, nella mia vita piena di casini e robe complicate. Ti voglio perchè solo tu sai come sistemarmi e ho bisogno di amarti, con tutto me stesso.»
Cadde il silenzio. Si udì un leggero singhiozzo e quando Liam si voltò a osservare gli ospiti, notò che Trisha stava piangendo sommessamente, una mano davanti alla bocca, un fazzoletto ad avvolgerle le dita lunghe e curate. Anche Zayn era commosso; non piangeva, ma sorrideva ampiamente e i suoi occhi sembravano riflettere una quantità di emozioni impossibile da conteggiare.
«E dopo queste promesse incredibilmente toccanti…» riprese la parola il giudice, dolcemente. Si schiarì nuovamente la voce con un leggero suono gutturale e cominciò, con un tono leggermente più formale «Vuoi tu, Liam Payne, prendere in sposo Zayn Malik per amarlo e onorarlo per tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?»
Liam prese un respiro profondo e chiuse gli occhi. «Lo voglio.» sussurrò, riempiendo quelle due parole di un sentimento sincero come l'amore.
Il moro sorrise.
«E vuoi tu, Zayn Malik, prendere in sposo Liam Payne per amarlo e onorarlo per tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?»
Una breve pausa, voluta per creare una leggera tensione nella sala. Zayn voleva sposare Liam con ogni parte di lui. Dopo quel "Sì" sarebbe cambiato tutto e lui non attendeva nient'altro che una svolta, un motivo per cambiare la sua vita, dare un obbiettivo alla sua esistenza, e lo aveva trovato in un soldato semplice che odiava fare il soldato, con una storia misteriosa alle spalle e una personalità meravigliosa da scoprire.
Perciò «Sì, lo voglio.» disse a sua volta, provando il piacere di quella sensazione di completezza che sentì per la prima volta la notte della partenza, quando fece l'amore con Liam donandosi completamente.
«E ufficialmente, io vi dichiaro marito e marito. Potete baciarvi.»
Quasi nemmeno sentirono quella frase, perchè non avevano il bisogno di sentirselo dire. In realtà, loro si sentivano sposati dal momento stesso in cui decisero di unirsi in matrimonio. Quella era una formalità, uno scambio di fedi nuziali, un pezzo di carta da firmare.
Si avvicinarono e le mani che ancora si tenevano strette si sciolsero per potersi abbracciare amorevolmente. Si legarono l’uno all’altro e le loro labbra si incontrarono dolcemente. Non volevano dare spettacolo, nonostante gli invitati non aspettassero altro che quel momento dall’inizio della cerimonia, ma regalarono comunque al loro pubblico un bacio appassionato, sentito e sincero, tanto bello da spingere tutti i presenti ad applaudirli.
Ad applaudire all’amore vero.
 
HO I FEELS ZIAM MORTI, TI GIURO NON STANNO BENE PER NIENTE. TI RENDI CONTO DI COSA HAI SCRITTO? LIAM IN BIANCO E' UN NO ASSOLUTO. E LE PROMESSE? MI HAI FATTA PIANGERE, DIO LI ADORO.

«Ti stai divertendo?»
Louis si riscosse dai suoi pensieri e guardò dolcemente Harry. Gli posò un leggero bacio sulla punta del naso e si godette le labbra del riccio incresparsi, per poi svelare le fossette profonde su entrambe le guance. «Tu che dici? Secondo te mi sto divertendo?» sussurrò, accarezzando la nuca del minore, passando il polpastrello dell’indice sulla scanalatura.
Divertito, Harry alzò gli occhi al cielo. «Non lo so! Perché avrei dovuto chiedertelo altrimenti?»
A quell’ovvietà, Louis si morse il labbro inferiore e portò entrambe le braccia dietro alla schiena del minore. Lo strinse a sé, forse più gelosamente, o semplicemente perché era smanioso di sentire quel corpo addosso al suo. «Mi sto divertendo, Harry.» rispose sinceramente. «E tu sei bellissimo vestito elegante.»
Harry si imbarazzò, come al solito. «Lo sei anche tu.» disse a sua volta, e lo pensava veramente perché a Louis donava tutto, compreso un abito tutt’altro che raffinato.
Ballarono ancora un po’, la musica si fece lenta, una melodia che non conoscevano. Si avvicinarono l’uno all’altro e si baciarono. Le loro labbra si incrociarono, le lingue si intrecciarono. La bellezza di quel momento stava nella consapevolezza che nonostante la folla di persone attorno a loro che ballavano, che chiacchieravano, che brindavano agli sposi, si sentivano come se fossero completamente soli. Si accarezzavano e baciavano, ciò che stava attorno a loro non contava nulla. Si muovevano grezzamente in quella pista, le bocche incollate, le guance rosse per la gioia di essere lì insieme, a festeggiare il giorno più importante dei loro amici e festeggiando una famiglia pronta a nascere e crescere.
Quando Louis si allontanò, Harry non lasciò passare un altro minuto. «Toccherà anche a noi.» disse con tono deciso, facendo sorridere ingenuamente il maggiore. «Sposarci, intendo. Prima o poi mi inginocchierò davanti a te e ti chiederò se vuoi essere mio marito e tu dovrai dirmi di sì o finirò con l’arrabbiarmi con te per sempre.»
Una leggera risata e il cuore di Louis parve prendere il volo in quella stessa pista.
Non aveva dubbi che ciò che stava dicendo Harry si sarebbe realizzato. Lui era il suo soldato, l’uomo che lo aveva portato in salvo quando stava naufragando in se stesso e nei suoi problemi. Harry era dolce, ma forte come un muro. Non aveva mai ceduto, nemmeno quando Louis era tornato in patria con il rischio di morire, una gamba amputata e la morte sulle labbra bianche. Erano ancora insieme ed erano destinati a rimanere così ancora a lungo. Louis era tornato ad amare grazie a Harry, a sperare e a sognare un futuro più limpido e sereno, come la primavera. Perciò «Sì, un giorno toccherà a noi. E io non ti negherò niente, te lo prometto.»  sussurrò. «Ti amo, Harry. Sei così genuino e semplice. E – Dio! – io ti amo così tanto.»
Ballarono ancora per un po’. Louis osservò il volto del riccio che sereno contraccambiava il suo sguardo. Quegli occhi verdi erano così meravigliosi e sinceri da lasciarlo con il fiato sospeso, mentre quel corpo un po’ goffo e giovane era meraviglioso. Avrebbe voluto spogliarlo e baciarlo caldamente. Lo amava e sentiva il bisogno di sentirsi suo fin dentro le ossa. Era così romantico e nulla era cambiato da prima che partisse. Non c’erano esitazioni, Harry non era mai inorridito mentre facevano l’amore e Louis toglieva la protesi; anzi, la accarezzava affettuosamente, e Louis non si sentiva mai fuori posto in quei momenti di dolcezza. Harry era comprensivo e paziente oltre ogni aspettativa. Louis si chiedeva se fosse un angelo caduto, pronto a proteggerlo e a soccorrerlo ad ogni sua caduta di pancia.
Distrattamente, il maggiore posò il palmo della mano sulla guancia del riccio, che la coprì con la sua. «Sei bello come la primavera.» disse, immaginando un prato in quelle iridi smeraldine.
Si baciarono un’altra volta. In quel momento, Louis avrebbe voluto non essere sposato con Eleanor. Non indossava una fede, non portava anelli al dito se non l’unico d’oro che gli aveva regalato sua nonna prima morire. “È appartenuto a mio marito” aveva detto, sorridendo flebilmente mentre glielo posava sul palmo.
Louis avrebbe voluto non essere sposato in quel momento, perché non ci sarebbe stata cosa migliore se non quella di inginocchiarsi davanti a quell’uomo dall’animo gentile che aveva curato tutte le sue ferite, una a una. Avrebbe voluto abbassarsi, prendergli una mano, baciarla, stringerla e chiedergli dolcemente di sposarlo.
L’unica cosa che lo frenava era la consapevolezza di essere ancora sposato.
Perciò, si tolse semplicemente quel prezioso anello di famiglia, strinse la mano sinistra di Harry e, mentre faceva scivolare quella fedina lungo l’anulare, disse «Non posso chiederti di sposarmi, Harry, perché è evidente che non posso permettermelo ora. Però, posso giurarti che mi impegnerò a prendermi cura di te come tu hai fatto con me. Non posso inginocchiarmi e chiederti di diventare mio marito perché lascio a te questo onore, ma nel frattempo posso prometterti di essere sempre presente, e di amarti davvero incondizionatamente»
Ed Harry non fece altro che scuotere il capo, gli occhi sbarrati per la meraviglia, e provò un piacevole brivido nel sentire il metallo intorno al suo dito.
Abbracciò il suo uomo con trasporto.
Finalmente, sentiva davvero che era primavera

PER NON PARLARE DEI LARRY....VOGLIO PIANGERE TUTTI I FEELS DEL MONDO.
E DICI PURE CHE E' BRUTTA, MA NON OSARE MAI PIU'.
DIO SANTO SCRITTA DA DIO, PIENA DI EMOZIONI E AMORE.
IO STO MALE NON SCHERZO.
E LA MIA PARTE PREFERITA E' LA SECONDA, QUELLA SCENA ZIAM MI RIMARRA' IMPRESSA A VITA.
CAZZO ILA NON VEDO L'ORA DI LEGGERE ALTRE COSE TUE.
BRAVA DICO DAVVERO.
Nora.

ALLORA SI UNA PARTE DI ME TI ADORA PER GLI ZIAM CHE CAZZO SONO DOLCISSIMI E L'ALTRA PARTE DI ME TI ODIA PER QUESTO FINALE COSÌ TRISTE..
Comunque amo Zayn da impazzire in questa ff è davvero dolcissimo (ho quasi pianto ssssh) e la proposta di matrimonio? cazzarola (?)
Però questo finale..no dai non puoi farlo Louis ed Harry devono vivere felici e contenti con Sonne e un altra decina di bimbi ewe
Vabbe' dopo tutti gli scleri.. il prossimo sarà l'ultimo? :(
Sei bravissima davvero e niente aspetto con ansia il prossimo capitolo.
Ciao <3

Ok, appena ho notato il tuo aggiornamento mi sono catapultata a leggere, perchè diamine, era troppo che non leggevo qualcosa di decente!
Questo capitolo è spettacolare, dannatamente perfetto.
Mi ha toccata tantissimo, soprattutto gli Ziam che finalmente riescono a ricongiungersi *istinti omicidi verso di te che hai fatto partire Zayn sul più bello*. Quando hanno fatto l'amore mi sono sentita esplodere, sei stata in grado di raccontare di loro ancora una volta, in un modo diverso, sincero e vivo. (Spero di essermi spiegata haha)
Vogliamo parlare della dichiarazione di Liam nel momento in cui è andato a salutarlo prima di partire?! Non parliamone che è meglio, finisce che mi defenestro..mi stavo disperando perchè avevo paura che non andasse a salutarlo e poi va lì e gli dice che lo ama... mi hai dato il colpo di grazia delle 02.00 :))) Grazie hahaha
Sappi che volevo scomparire dal mondo quando Louis è stato colpito, mi sono sentita .. BOOM.. morta.
Ecco, adesso devo stare con l'ansia fin quando non ti deciderai ad aggiornare e mi crogiolerò nella disperazione.
Non mi dilungo e mi fermo qui dato che sono le 02.17 di mattina e mio padre finirà per decapitarmi se mi trova ancora sveglia hahah
Scusa per lo sclero, in poche parole ti sto ripetendo per l'ennesima volta che sei bravissima, oh!
Bacissimi, a presto, Paolax

Ok..ho pianto..
Sarà che ero dell'umore adatto, sarà x la canzone che ascoltavo in sottofondo , sarà che scrivi alla perfezione..ma ho pianto !
Aspettavo questo capitolo da non so quanto tempo, e cavolo , non puoi scrivere certe cose !! u.u mi sono uccisa da sola oggi xD
Mi è piaciuto tantissimo! e quasi ho "paura" di leggere il prossimo.. sia perchè sarà l'ultimo, sia perchè più tempo ci metti a scriverlo più scriverai cose del genere.. e credo che la indicherò per le scelte, se non l'ho già fatto! ma aspetto che sia finita prima!
comunqueeeeeee..
Ti farei una statua solo solo xk l'hai fatto quasi tutto Ziam, e mi hai fatto annegare nei feels.. u.u Li amo troppo!!! *-* la prima parte, quella con Zayn che si struggeva, era straziante, ed era facile immedesimarsi nel suo personaggio, perchè comunque tutti sappiamo più o meno cosa si provi ad essere rifiutati!
Devo dire che ero abbastanza in ansia per il comportamento che aveva Liam all'inizio!Ma tutto è bene quel che finisce bene no?? xD Li amo troppo.
Ed è stato particolarmente bello quando Liam gli ha detto "ti amo" .. pensavo che dovessi farmi penare fino alla fine u.u
I Larry.. mi è piaciuto il fatto che ne hai parlato tramite i ricordi di Louis (^-^) , che poi sarebbero l'unico luogo felice in cui rifugiarsi!
Ma vogliamo parlare della pova della proposta di matrimonio?!!! Che carino Zayn! è troppo wguhsdsdfhdia xD
comunque, avrei preferito non arrivare alla fine.. avrei dovuto notare che il capitolo era troppo tranquillo!!
Era bruttissimo il fatto che Louis non riuscisse a vedere il volto di Harry, che era l'unico ricordo a cui avrebbe dovuto aggrapparsi, insieme a quello della figlia ovviamente!
Ma poi alla fine hai detto : Louis ricordò...
quindi spero che questo significhi qualcosa.. non puoi farlo morire così.. ç.ç
Quindi aspetto con ansia, questa volta per davvero, il prossimo capitolo!!
Ps. scusa se ci sono degli errori, sono dal telefono!
Baci , Faby ^-^

Finalmente posso recensire e morire facendolo.... 
Tu mi hai uccisa....


Le dita di Zayn strinsero il polso di Liam per spostare la sua mano. «Perché? A te cosa importa?» parlò, e in quel momento lo fece solo per sentirgli dire quello di cui aveva bisogno: “Mi importa perché ti amo”.
Ma Liam si fermò a «Mi importa.» e nonostante la fine ben definita, Zayn percepì che la frase era solo a metà, come un filo tagliato di netto dieci centimetri prima della sua estremità. Aggiunse qualcosa che non sembrava voluta, come per completare qualcosa con il tassello sbagliato. «Voglio vederti tornare. Ho bisogno di qualcuno che mi dia ordini.» e non c’era nulla di sentimentale, o passionale in quello. Non c’era nulla in quella frase che Zayn voleva sentire veramente. Era un'ironia sbagliata al momento sbagliato, un falso tentativo di prendersi in giro entrambi.
«Tu non hai bisogno di me.»
La cosa triste fu che dentro di lui, Zayn lo pensava veramente. Aveva guardato Liam stare per conto proprio in quei mesi, ma non aveva mai occhi colpevoli, vuoti, non lo aveva mai visto a un passo dal precipizio. A differenza di Zayn che pareva crollare ogni notte nel suo letto svegliandosi con gli occhi rimarcati di ombre viola la mattina seguente, lui viveva la sua vita come se fosse tutto normale; solo la solitudine quasi totale poteva sembrare un segno collaterale di quel rapporto finito male.
Con trasporto, Liam gli baciò le labbra, mettendoci però tutta la leggerezza possibile in quel sfioramento morbido, prendendogli il viso con entrambe le mani, respirando il suo odore con gli occhi sempre serrati. Ancora una volta, il cuore di Zayn capitolò e inciampò mille volte per le emozioni più intense. Era così bello, quando quella bocca si accorgeva di lui. «Si, invece.» insistette.
«Te ne sei andato dalla mia stanza, Liam. Mi hai chiuso la porta in faccia dopo aver fatto…» esitò, respirando prima di aggiungere «…l’amore. Insieme.» Liam sbarrò gli occhi e girò il viso per non guardarlo. Le sue dita erano ancora sulle sue guance e le stringevano teneramente. Zayn leggeva il tormento in quello sguardo che faceva di tutto per nascondersi e celarsi a quello del pakistano; l’incomprensibile sensazione di non essere pronto a nulla si rivelò insieme a quella di non sentirsi in gradi di sostenere il peso di un amore così prepotente. Toccò anche a lui prendergli il viso tra le mani, a spingerlo perché si girasse e facesse incontrare le loro iridi afflitte. Gli occhi di Liam erano liquidi e due castani completamente differenti si mischiarono, si fusero in uno solo, mille volte più travolgente e mille volte più intriso d'amore. La pancia di Zayn fece una capriola quando notò un dettaglio sulle guance paffute del minore: erano umide. «No, guardami negli occhi, ti prego, e smettila di voltarmi le spalle, o il viso. Sono stanco di parlare con la tua schiena, o con la tua ombra. Dammi l’illusione che io per te sia importante. Ho bisogno di sapere che conto qualcosa nella tua vita. Ho bisogno di te.»
E fu come tornare a respirare. Si era tenuto dentro ogni cosa dal giorno in cui Liam se n’era andato e finalmente poteva sentire i polmoni aprirsi all’aria, dilatarsi dentro al suo sterno, liberare i fantasmi che li opprimevano, rompendo le catene che li tenevano stretti. Il soldato davanti a lui sembrava sull’orlo della disperazione. Non lo comprendeva, aveva passato mesi a ignorarlo e ora era lì, vulnerabile, davanti ai suoi occhi stanchi e spossati per lo stress dei pensieri e dei sentimenti. Non lo comprendeva, ma l’unica cosa di cui Zayn necessitava era poterlo sentire suo ancora una volta. Voleva le sue mani, voleva il suo corpo, voleva quegli occhi puntati sulla propria pelle, e le labbra pressate sui suoi fianchi morbidi, sulla sua schiena, sul suo collo. Voleva lasciarsi andare a lui con totalità, dimostrargli quanto potesse essere facile donarsi a una persona senza esitazioni. Zayn era pronto a fare l’amore con Liam un’altra volta, a cedersi alle cure di mani splendide come le sue, a farsi possedere come nessuno mai aveva potuto prima di quel momento, perché solo colui di cui era innamorato aveva il diritto di avere quella parte che non aveva mai ceduto, che non aveva mia permesso ad anima viva di toccare.
Lasciò che il cuore prendesse in mano la situazione e con gli occhi ancora impressi sul volto del bel soldato, parlò con sincerità, non esitando più; non ce n'era motivo, non avrebbe più avuto altre occasioni. «Ho bisogno di te ora, soldato. Ti amo.» e il maggiore giurò di vedere il castano sbarrare nuovamente gli occhi a quelle due parole, sempre più sconvolto. «Ed è azzardato dirlo, ma se non lo confesso ora, potrei non farlo mai più. Sembra tragico, esagerato, ma è così e lo sai anche tu.» disse Zayn, accarezzando il volto di Liam con la punta delle dita. Tracciò dolcemente il profilo del collo, accarezzando la voglia scura e fermandosi sulle spalle piene, stringendole con le mani aperte. «Ti amo a tal punto da non respirare quando non ci sei, ma devo partire. Devo andare perché l’etica militare è consacrata da questo Stato e noi dobbiamo batterci per lui.» sussurrò, avvicinandosi alle labbra umide di Liam, bagnate delle lacrime che presero a scendere copiosamente sul suo viso morbido. «Ma ti amo. Giuro che ti amo. E ti amo talmente tanto da non sentirmi più lo stesso quando non ci sei. Ti amo perché anche se tutto sembra sbagliato, per me non ha importanza. Ti amo perché la mia esistenza si distrugge in tua assenza e tornerò, solo per te. Anche se forse non mi vorrai. Ma te lo giuro: io tornerò. Però tu promettimi invece che ci sei per me adesso, Liam.» Zayn lo bacio teneramente, modellando la sua bocca morbida a quella del castano, che con occhi serrati cercava di fermare quel pianto silenzioso. «Amami davvero perché ho bisogno di te ora, soldato.»
Un attimo di silenzio.
Un gemito affranto a riempire il vuoto. «Tu…tu non puoi amarmi veramente.» sussurrò Liam, spostando le mani e attorcigliando le sue dita a quelle del maggiore, posate sulle sue stesse spalle. «Non merito l’amore di nessuno.»
Zayn scosse il capo. Era un momento così travolgente da lasciarlo senza fiato. «Tu meriti di essere amato. Amato da me e da nessun’altro. E io merito di essere amato.» sussurrò. Fece un passo e si trovò vicino alla bocca di Liam, schiusa. Il suo respiro era buono, aveva l’odore di menta e dentifricio che amava, un retrogusto di vodka, la stessa che probabilmente aveva bevuto prima di accorrere nella stanza del Sottufficiale. «E voglio essere amato da te. Quindi dammi l’illusione e fingi di amarmi stanotte.»
Un altro silenzio.
L’intensità di quel momento era palpabile nell’aria.
La paura di osare, di lasciarsi andare. La paura di abbandonarsi con totalità a un’altra persona, la paura di sbagliare, di fare l’amore e pentirsene. Era così che si sentiva Liam: impaurito. Mentre si avvicinava alle labbra del maggiore si sentiva caricare di un peso che lo destabilizzava e lo lasciava senza fiato.
Il bacio fu denso di emozioni contrastanti. Se il primo dopo tre mesi li aveva lasciati senza il respiro, quello da loro l’impressione potersi baciare all’infinto senza mai fermarsi a prendere fiato, travolti com’erano da loro stessi, avvolti dal bisogno e dalla sensazione di completezza, che li sorprese entrambi.
Che sorprese Liam.
Succhiarono le loro bocche con ardore, serrarono le palpebre e si toccarono come sempre, ma con più affetto e cura, con più delicatezza, con più rispetto. Le mani di Zayn furono le prime a muoversi. Mentre con la lingua tracciava i contorni delle labbra di Liam, con le dita corse lungo tutto il suo busto fino alla cinta dei jeans e sollevò i lembi della camicia che accuratamente aveva messo sotto i calzoni. Toccò i fianchi morbidi e spogli del castano sentendosi subito elettrizzato da quel contatto, li accarezzò con affetto e li pizzicò come non avrebbe mai fatto con nessun’altro. Provò piacere nello sfiorare quella pelle che conosceva a memoria, profumata, afrodisiaca e dolce, una mappa di punti che amava percorrere con i polpastrelli e con i palmi aperti, godendo della sua delicatezza.
Zayn gemette «Dio, quanto mi sei mancato.» e giurò a se stesso di aver percepito Liam ansimare sommessamente a quelle parole. L’espressione del suo volto era rilassata, sembrava finalmente sereno nel potersi lasciare andare.
Con le labbra morbide e arrossate, il maggiore scese a baciargli teneramente il mento sbarbato, lo lappò adagio, prima di percorrere l’intero collo e soffermandosi sul neo a forma di chicco di caffè, quello che adorava, che sapeva di Liam, il quale mugugnò di piacere. Fu un momento carico di parole silenziose che sembravano intenzionati a tacere, ma che si scambiavano con i movimenti dei loro bacini, dei loro fianchi ondeggianti, delle loro gambe che si avvicinavano e allontanavano. Tutto quello era un misto di sincera attrazione, di bisogno, di nostalgia. Non potevano mentire a loro stessi, i loro membri duri che si sfregavano da sopra la stoffa ruvida dei pantaloni sembravano parlare per loro. Si erano mancati, a Zayn era mancato Liam come a Liam era mancato Zayn, nonostante si fosse rifiutato di ammetterlo, nonostante si fosse nascoso per paura dei propri sentimenti. Ma si stava per mettere a nudo, Liam; si stava spogliando dei suoi vestiti e con essi sarebbe caduto a terra parte del suo orgoglio, della sua corazza ruvida che per troppo tempo era stata una seconda pelle. Poteva tornare a credere nell’amore, nonostante i trascorsi. Aveva solo bisogno di una scossa, e Zayn gliel’aveva data.
Il pakistano sbottonò la camicia di Liam con fretta, quasi sfilacciando e rompendo ciascun bottone per l’ansia di toglierli dalle asole. Rise sommessamente. Quando ci riuscì – con un aiuto dal castano – gli osservò il petto nudo mentre faceva scivolare la camicia lungo le braccia toniche, che accarezzo con i palmi aperti e caldi, soffermandosi sulle frecce tatuate là dove sotto la cute giacevano tibia e perone. Liam era pietrificato, sospirava con gli occhi socchiusi e osservava la testa mora del pakistano che si chinava per potergli baciare una clavicola, mentre con una mano accarezzava l’altra, tracciandone dolcemente il profilo. Era sorpreso: adorava tutto di lui, persino le sue ossa che spiccavano sotto la carne bianca del suo corpo. «Ti amo.» sussurrò su quella pelle, evidentemente arrossata nelle parti in cui l’aveva baciata con più intensità, mentre a poco a poco si avvicinava allo sterno. «Ti amo, ti amo, ti amo.»

Sto male non sai quanto  mi hai uccisa,proprio profondamente .....

Inginocchiato davanti ai pantaloni del castano, che caddero poco dopo, Zayn sussurrò «Ti amo.» e morse uno degli ilei che spiccavano sotto la pelle chiara. Con le dita strinse i lembi dei boxer bianchi di Liam e piano li fece scendere lungo le gambe tornite. Ansimò nel vedere il membro duro ed eretto che svettava sotto la sua pancia piatta, ma lo ignorò, avvicinandosi all’inguine e respirando su esso, sfiorandolo appena sul naso. Zayn amava il suo odore mascolino. Zayn amava tutto di lui. E amava lui. «Te dua. Je t’aime. Te quiero.»
Liam, con gli occhi serrati per l’eccitazione, scosse il capo e sussurrò «Idiota.» mentre con la mano prese ad accarezzare i capelli scuri di Zayn, disordinati, ma belli come sempre. Li strinse quando sentì la lingua percorrere l’intera lunghezza del suo membro, con calma e senza fretta, tracciando quel percorso con accuratezza e attenzione. Voleva farlo impazzire, quando Liam tornò a guardarlo lo lesse nei suoi occhi castani che gli sorrisero sornioni, e non aveva dubbi sul fatto che sarebbe impazzito di piacere in compagnia di quell’uomo dall’aria furba ed esperta, così meraviglioso da dare un nuovo valore alla bellezza. Quando le labbra di Zayn avvolsero delicatamente il suo glande, gemette senza più trattenersi; non ne aveva motivo: l’attesa lo stava logorando. Non faceva sesso con nessuno da quando aveva lasciato il suo superiore solo in quella stessa stanza; aveva provato a tornare alla sua solita vita, a buttarsi via come se non valesse niente, a focalizzare l’attenzione sulle labbra di altri uomini, ma l’amore sincero che Zayn gli aveva confessato era diventato un freno per lui e per la sua mente, stravolta. Non era mai stato amato da nessuno, era tutto completamente nuovo.
Quando Zayn portò le mani sulle sue natiche e prese l’intero membro tra le labbra, Liam sentì distintamente i sensi espandersi nella sua mente. Potè sentire con la punta del suo pene la gola calda e accogliente del Sottufficiale. La percezione divenne amplificata, quella bocca si muoveva sinuosamente, come le mani che spingevano il suo bacino verso il viso di Zayn, che non distoglieva gli occhi da lui nemmeno per un attimo; non voleva perdersi un momento, un’espressione, un ansito. Succhiava avido, le guance incavate, le iridi liquide, le dita sempre più possessive e smaniose, le unghie quasi si a conficcarsi sulla pelle chiara. Liam, a un passo dall’orgasmo, avrebbe voluto quello per sempre, come anche Zayn.
Dentro di loro, in silenzio, sognavano qualcosa che non sapevano ancora di volere: un’unione, un per sempre, dei “ti amo” sussurrati ogni notte, i brividi insaziabili nelle loro pelli. Ed era opera loro tutto quel ben di Dio – desideri, sogni, immagini, prospettive di vita – che si stagliava di fronte agli occhi di entrambi. Era una dolce illusione che sembrava farli sentire bene nonostante il terrore e la paura di rimanere completamente soli. Ingraziavano la loro mente con prospettive di una vita insieme, un apparente destino intrecciato come capelli biondi color grano, un tavolo apparecchiato per due nei loro desideri più profondi e una candela alla vaniglia nel centro. Ne avevano bisogno, necessitavano di qualcosa a cui aggrapparsi per non cadere nell’oblio e nel limbo dei loro stessi sentimenti che prendevano il controllo. La vita di Zayn in quel momento sembrava definita e programmata come una linea tracciata a penna; di lì a poco avrebbe fatto l’amore con Liam, guardando i suoi occhi castani liquidi dal piacere e si sarebbe sentito completo, come se non fosse mai stato abbandonato.
Poco prima dell’orgasmo, Zayn si fermò. Non si era mai sentito più deciso e sicuro.
Accarezzò teneramente le cosce di Liam, la pelle arrossata dove aveva stretto con più forza, e si rialzò, ignorando l’imprecazione sconcertata del castano che l’unica cosa a cui stava pensando era a quanto gli piaceva quella bocca sulla sua erezione. Gli prese la mano intrecciando le dita e lo guidò sul letto, spingendolo a sdraiarsi. Si spogliò da solo per puro esibizionismo, si tolse la maglietta con fluidità, scoprendo i suoi tatuaggi e i suoi segni, le cicatrici, i marchi, le tracce che rendevano quel corpo unico e completamente suo, ma soprattutto che faceva impazzire il più piccolo. Sorrise quando vide le sue iridi fisse sul proprio corpo e in fine si denudò anche dei pantaloni, delle scarpe e dei calzini. Aveva preso una decisione e non era intenzionato a tornare indietro. Sapeva ciò che voleva fare e non ne aveva paura.
Era la sua prima volta. Non se ne sarebbe pentito.
Non con Liam.
Era strano dirlo per lui, che aveva fatto sesso molte volte con uomini diversi, ma quella, per lui, era una prima volta.
Si tolse i boxer neri con un gesto veloce, abbassandoli con i pollici e lasciando poi che scivolassero sulla sue gambe magre. Era nudo, completamente, l’erezione svettante e dura, il glande rosso completamente scoperto e umido. Istintivamente, Liam – con gli occhi lucidi a quella vista – aprì le ginocchia e gli lasciò lo spazio per infilarvisi in mezzo. Fu una vista eccitante, una delle più belle: Liam che gli apriva le porte dei suoi tesori, che si esponeva e piegava vulnerabilmente. Zayn, però, sorrise dolcemente cercando di non mostrarsi agitato, e con i palmi appoggiati a quei nodi d’ossa le richiuse e vi si sedette sopra. «No.» sussurrò, spostando le mani sulle sue spalle, sfiorando le clavicole con i pollici. Quelle di Liam si spostarono nei fianchi del pakistano, toccandone la consistenza.
Non ci fu bisogno di specificare. «Ne sei sicuro?»
Scosse il capo, Zayn, e sorrise rassicurante. «Come mai prima d’ora.»
Fu sincero e non se ne pentì. Non si sentì idiota ad ammettere che era pronto a Liam come non lo era stato per nessuno. Aveva confessato tutto, compreso il suo amore, e aveva perso la vergogna, l’aveva accantonata perché era un sentimento stupido e senza senso per loro, che si erano guardati nudi e si erano piaciuti.
Quello era solo l’ultimo passo per sentirsi completamente parte di quell’uomo.
E allora fecero l’amore come si erano promessi poco prima, con passione e ardore. Senza più perdere il contatto visivo, Liam portò due dita alle labbra e le inumidì, prima di preparare Zayn che fremeva sopra di lui. Fu lento, molto, e attento come non lo era mai stato prima di allora; il tempo sembrava scandito dai loro ansiti eccitati e desiderosi, pieni di una necessità palpabile nell’aria. Era Liam ad essere minuzioso, succhiava l’indice e il medio con attenzione, avvolgeva le falangi con la lingua, le lambiva sotto agli occhi del maggiore, che di tanto in tanto contraeva le dita e piantava le unghie nelle scapole del castano ancora sotto di lui. Quando si avvicinò al suo orifizio, fece ogni movimento con accuratezza e allentò l’anello di muscoli infilando molto lentamente il primo dito; fu allora che il pakistano strinse con ancor più forza le dita sulla pelle del castano, digrignando i denti. I suoi respiri si fecero più corti per il male. Si sentiva diviso in due, un fastidio e un dolore forte e prepotente che pulsava nella sua zona sacrale. Avrebbe voluto urlare, ma non lo fece; mantenne la sua dignità ed evitò di spaventare Liam, che iniziò a muovere il medio per cercare di stimolarlo, mentre con l’altra mano gli accarezzava la gamba per cercare di rassicurarlo. Infilò l’indice quando Zayn meno se lo aspettava. Gemette di dolore, più forte della prima volta, e senza trattenersi. Liam si preoccupò, fermando la mano e attendendo che gli occhi del moro si riaprissero e tornassero a guardarlo. Ci volle tempo, secondi interminabili dove i respiri corti del maggiore si regolarizzarono lentamente, ma quando lo fecero, Liam arricciò le dita e cercò di stimolarlo, e studiò le mutevoli espressioni di Zayn, che variavano dall’eccitato al dolente.
Continuarono così per un po’, Zayn sopra di lui che di tanto in tanto si muoveva in cerca di qualcosa di più, finalmente abituato all’intrusione che inizialmente non riusciva a sopportare. Faceva leva sulle gambe, Liam lo osservava attentamente muoversi, strusciarsi sulla sua pancia di tanto in tanto, gettare indietro la testa, spostare le mani lungo il suo busto per non perdere mai quel contatto corpo a corpo, per non interrompere mai le carezze. Quando però Liam ritenne che Zayn fosse pronto lo fermò. Si guardarono con intensità, collegando le loro iridi con un’intesa soltanto loro, poi gli strinse amorevolmente la schiena e lo fece stendere sotto di lui. Gli aprì meglio le gambe, infilandosi nel mezzo, lasciandosi abbracciare dietro al collo.
«Sei sicuro?» gli chiese un’altra volta in un sussurro, abbassandosi a baciarlo dolcemente sulle labbra, perdendosi in quella bocca che sapeva di lui, poi spostandosi sulla mandibola e in fine sul collo nudo e liscio, bello da farlo impazzire. Il reticolo di vene bluastre spiccava sotto al velo ambrato di pelle, come anche i nervi e i tendini che lo eccitavano.
Zayn annuì e sorrise timidamente, due occhi stremati, ma sereni. Non aveva ripensamenti, lui era l’uomo giusto.
Era così bello, Liam, mentre lo penetrava dolcemente. Una miriade di emozioni diverse avvolse il corpo del pakistano, che si tese come una corda di violino per il dolore lancinante. Si sentì spaccare in due, per la seconda volta, e avrebbe voluto mandare tutto a quel paese, maledire, imprecare, ma quando Liam si mosse dentro di lui con dimestichezza abbandonò le cattive intenzioni per stringere con le mani le braccia di Liam e gemere sommessamente. Sentiva l’odore del suo corpo, del piacere, dell’eccitazione; sentiva i movimenti cadenzati e quel contatto intimo mai provato, la testa inebriata, i sensi all’erta, piacevolmente estasiati. Voleva toccarsi, ma allo stesso tempo godere di quella sensazione che lo stava appagando a poco a poco sempre di più, sconvolgendolo, sorprendendolo oltre ogni aspettativa. Aveva sentito parlare del senso di attorcigliamento allo stomaco, dell’indecifrabile sensazione che si provava nell’altra prospettiva del sesso, ma non si era mai lasciato andare a nessuno, prima di Liam. Quel pulsare forte nella sua zona sacrale, il formicolio lungo la spina dorsale, i brividi, la bramosia quasi incontenibile erano aspetti nuovi che lo sconvolgevano e lo facevano vibrare.
Fu Liam a dargli l’ordine «Toccati, Zayn. Voglio che ti tocchi.», quasi leggendo i dubbi nella sua mente, indecisa se permettersi di toccarsi o meno. E allora Zayn portò una mano sul suo membro come Liam gli aveva chiesto; lo strinse forte, davanti agli occhi del castano che lo osservava mentre spingeva sempre più a fondo, e toccò l’apice del suo piacere. Era tutto mille volte più intenso. Zayn si sentiva succube all’eccitazione che cresceva e lo invadeva lentamente, era come se non sentisse altro che se stesso in quel momento, concentrato com’era sulla miriade di emozioni che attutivano i suoi sensi in quel momento. Si sentiva svuotato di tutto, a poco a poco percepì l’orgasmo crescere dentro di lui, la sensazione di essere a un passo dal precipizio e non avere paura di cadere e farsi male.
Venne sul suo ventre mentre ancora Liam spingeva dentro di lui, la bocca dischiusa per trarre respiri sempre più profondi. La sensazione totalizzante di essere amato si impossessò di lui; nonostante avesse chiesto un’illusione e nient’altro che quella, si sentiva amato da Liam, che a sua volta riversò i suoi umori dentro a Zayn, il quale avvolse stretto le braccia attorno al collo del minore; lo accarezzò, baciandogli il collo e ringraziandolo di esistere con sussurri brevi e appena udibili.
Si accarezzarono a lungo durante e si raccontarono ogni cosa. Videro l’alba nascere, insieme a loro due. Si promisero silenziosamente che non ci sarebbero stati più segreti, avvolti com’erano dalla pace e tranquillità, dall’amore consumato, dall’emozione. L’uno si lasciò andare all’altro, dimenticando da una parte la paura di non ritrovarsi il mattino seguente e concentrandosi sulla sensazione di essersi ricongiunti a una metà che era sempre mancata nella loro vita.

Non sai quanto mi sto uccidendo a rileggerlo.... i miei feels sono fottuti...fottuti di brutto. Cazzo gli ziam mi uccidono e poi scritti cosi,dio aiuto.
Le loro bocche si cercarono e morsero. Si succhiarono avidamente in cerca di un nuovo ricordo, che li travolse completamente. Memorizzarono i loro sapori, i loro odori mischiati insieme che impregnavano a poco a poco i loro vestiti. Liam sarebbe tornato a casa e avrebbe premuto la maglietta che indossava sulle labbra, Zayn sarebbe arrivato nel campo e avrebbe annusato quella camicia prima di presentarsi al Generale con gli ordini ufficiale. Si abbracciarono come se non ci fosse un domani, e forse veramente non ci sarebbe mai stato, ma in quel momento non pensavano a nient’altro che a loro, che si accarezzavano la schiena e le labbra, fondendole insieme e ansimando piano, condividendo gli ultimi istanti.
Zayn si allontanò appena, soltanto per poter sussurrare «Sei qui. Sei venuto.» e guardare Liam annuire e posare il capo sulla sua spalla. «Tu sei un pazzo, soldato.»
Pianse. Le sue spalle si muovevano e tremavano. Pianse in silenzio sulla spalla dell’uomo che aveva respinto stupidamente per paura di lasciarsi andare. Pianse e pregò che tornasse a casa presto, lui, che non chiedeva a Dio niente da anni, da quando se ne era andato da casa e dalla sua famiglia, così credente e all’antica. Le sue braccia avvolsero i fianchi di Zayn con possessività e pianse ancora, cullato solamente dai palmi del ragazzo che si era innamorato di lui e che gli aveva donato tutto, anche se stesso, come se Liam fosse la cosa più importante, come se potesse essere l’unico al mondo a riportarlo in superficie.
«Non piangere.» sussurrò Zayn, cercando di essere forte per entrambi. «Ti prego, non piangere per me.»
Liam scosse il capo, alzandolo dalla spalla del maggiore; si strofinò la guancia con un pugno e al pakistano parve un bambino spaurito. Prese un respiro profondo, valutando se ciò che voleva dire fosse esagerata, eccessiva, stupida e incosciente. Ma cosa importava? Quello poteva essere l’ultimo loro momento, per mesi o per sempre. «Non posso perdere l’uomo che amo. Ricordati di questo mentre ti batti là fuori.»
Preso alla sprovvista, Zayn strabuzzò gli occhi. «Mi ami?» chiese, con la voce strozzata. Non ci poteva credere.
«Ti amo, Zayn.» ripetè, dandogli modo di credergli. Sapeva che fosse scettico, dopotutto lo aveva abbandonato, era fuggito per una stupida paura. I fantasmi del suo passato lo inseguivano; lui, che aveva vissuto di sesso occasionale e persone stupide al seguito, per la prima volta era amato sinceramente. Gli ci era voluta una settimana di distanza per convincerlo; aveva passato quattro mesi a osservare Zayn da lontano, a crogiolarsi nella sensazione di vuoto che lo inondava, al disagio e alla rabbia per se stesso. Si era inconsapevolmente innamorato di Zayn a poco a poco, quando nel letto di lui si baciavano prima di addormentarsi, svegliandosi alle quattro del mattino seguente per darsi il buongiorno. Così, Liam si sentì in dovere di aggiungere «E mi dispiace essere scappato quella notte. Non ho smesso di pensare a te nemmeno per un momento.»
«Sei un coglione.» sussurrò Zayn avvicinandosi al suo orecchio, un sorriso che riempiva la sua bocca e una felicità senza eguali.
Liam annuì, allontanandosi dal corpo di quello che ormai poteva definire il suo ragazzo, guardandosi i piedi e ridacchiando sommessamente, mordendosi vergognosamente le labbra. «Sono un coglione, te lo concedo.»
«E io sono un fesso romanticone.» scherzò il Sottufficiale, sistemandosi il berretto, anche lui con un leggero imbarazzo a colorargli le guance lisce.
Con le dita curiose, cercando di temporeggiare, Liam strinse il colletto della camicia di Zayn prima di lisciarla sulle spalle con i palmi aperti. «Sei sexy con la divisa. Non vedo l’ora di vederti tornare per potertela togliere di dosso.»
Zayn alzò gli occhi al cielo, divertito. Come avrebbe fatto senza il suo uomo per i sei mesi successivi? Chi lo avrebbe amato? Chi gli avrebbe dato tutto? Strinse le mani di Liam che giacevano sulle sue clavicole, intrecciò le loro dita e disse «Mi mancherai.»
Il castano si morse con più forza le labbra. «Ti amo.» gemette, gli occhi umidi e la voce strozzata.
«Ti amo.» ripetè Zayn, accorciando le distanze e dandogli un ultimo caldo bacio. Un ultimo ricordo, prima di partire oltreoceano.

QUESTA CREDO SIA LA MIA PARTE PREFERITA... AIUTO NON CE LA POSSO FARE COSI,MI VIENE DA PIANGERE.

Nuovamente addolorato dal ricordo del suo uomo, Louis scosse il capo, bevve ancora un po’ di vodka – iniziava a sentirsi alticcio – e chiese, incuriosito «Ti va di dirmi la proposta che hai scritto per Liam?»
Sorpreso, Zayn annuì. Prese la bottiglia d’alcol e anche lui tracannò, probabilmente per evitare di sentirsi in imbarazzo davanti al suo superiore, anche se in quel momento e in quel particolare contesto si stavano comportando come due vecchi amici in un bar. La verità è che in guerra non hai bisogno di un superiore che ti comandi a bacchetta, ma di un amico o di qualcuno con cui parlare e dimenticare il disastro che lo accerchia. «Okay, ma non mi guardare o divento rosso.» gli disse, coprendosi il viso. Louis scoppiò a ridere, tenendosi la pancia e prendendolo in giro. «Perché cazzo ridi, coglione? È roba seria questa. Piuttosto, cuciti la bocca e fingi di essere Liam, okay?» gli disse, puntandogli un indice addosso. Bevve ancora, poi gli ridiede l’intera bottiglia, il cui liquido trasparente era ormai dimezzato. Chiuse gli occhi e sospirò. «Okay. Ehm… L-Liam, fino a questo momento abbiamo avuto un sacco di problemi ed è inutile nasconderci che questi ci hanno portati soltanto a stare male. Tu sei stato un coglione, ma io lo sono stato uguale, quindi è inutile darci colpe che non servono. Ti ci sono voluti quattro mesi prima di capire che ero quello giusto per te e mi sento fortunato ora che so quanto teniamo l’uno all’altro. Nel nostro passato l’amore non ha mai avuto un vero ruolo. È stato sinonimo di famiglia, su questo siamo d’accordo, ma non abbiamo mai davvero amato qualcuno fino a quando ci siamo conosciuti. E, bhe, credo che il nostro incontro voglia dire qualcosa. Credo che i giorni che abbiamo passato distanti ci siano serviti per pensare, per giungere a una conclusione, e la mia è stata che…si, cioè…io voglio legarmi a te, Liam. Per sempre. Finchè morte non ci separi e tutte quelle stronzate romantiche e sentimentali che adoro e che anche tu, sotto sotto, ami. Quindi, sposami, Liam, e sii il mio uomo, “in salute e malattia”. Sii l’uomo che mi rimprovera perché ascolto musica anni ’60 quando in circolo c’è di meglio, e sii l’uomo che si ricorda per me che giorno è perché io sono troppo sbadato per ricordarmelo. Sii l’uomo che mi schiaffeggia se sto facendo la cosa più stupida del mondo, o che non ha paura di ammettere che esagero con il profumo o con le cattive maniere. Insomma, sii la metà che mi manca, e io sarò la tua. “Finchè morte – fottuta – non ci separi”.»

A parte che amo gli zouis,ma cazzo voglio una proposta di matrimonio cosi....mi sono sciolta dico davvero. Cazzo Zayn mi uccide.....
E ti prego,salva i larry...
Adoro questa os ,ziam mi fanno esplodere...
Scrivi da dio,sembrava un libro davvero,sei troppo brava,troppo.
Nora.

 

Sappi subito che leggendo i capitoli della tua storia ho versato qualche lacrimuccia!E ora non so se sono io ad essere incredibilmente sensibile o sei tu ad essere una fantastica autrice,in grado di farmi immedesimare nella storia!Ovviamente propendo per la seconda ipotesi!!
Già ti apprezzavo prima come autrice perchè seguo sempre le tue storie,ma ora,sarò onesta,mi hai lasciata senza parole!!Davvero!!!
Trovo che tu sia migliorata tantissimo e oramai sei una scrittrice con i fiocchi!!!
Un bacio a prestissimo!!!

te mi vuoi male anche se non mi conosciiiii
vuoi uccidermi piano piano aiuto
non ce la posso fare!
questa ff mi fa male, tantissimo, non lo so,ci piango sempre!
complimentoni ♡

Recensore Junior

D: D: eccomi qui xD sono sconvolta... !
Prima di tutto devo dire ke la seconda parte è davvero stupenda! Mi piace da mprire come si stà sviluppando la trama!
Hai ragione x quanto riguarda Eleonor...sinceramente a me piace come persone, ed è davvero strano e brutto immaginarsela così!Cmq i Larry....sono dolcissimiiii!!! ed Harry è il mio punto debole ,devo dirlo..! Mi è piaciuta tantissimo la scena della pioggia, e a dire il vero mi ha colpito molto l'anziana signora...!
L'abbraccio sotto la pioggia è stupendo e mi piace il fatto ke Lou si lasci andare alle cose melensi! *-*
Li amo.
Gli Ziam...
..cioè vogliamo parlarne??! Ahah li amo da matti..!!! Odio un pò il fatto ke Zayn sia così grande..preferisco sempre quando hanno quasi la stessa età! Ma non importa più di tanto! Praticamente sti due emanano sesso da tutti i pori xD Complimenti x la scena!
Solo ci sono rimasta un pò male alla fine x il fatto che Liam sia andato via..pensavo ke sarebbe stato Liam il primo a dichiararsi non appena se ne fosse reso conto,e invece cn questo capitolo e cn la dichiarazione di Zayn mi hai spiazzata xD Davvero xD
Cmq stupendi lo stesso!!! *-*
L'unico xsonaggio ke nn ho sopportato in qst capitolo è stato Nick! Ahahah...nn l'ho mai sopportato...xk viene fuori sempre nei momenti meno opportuni x rovinare i Larry xD ahahah sarà che me l'hanno fatto odiare! xD
Cmq aggiorna presto ;D e scusa se ci sono degli errori..sn dal telefono !! Alla prossima .. Faby :)

Recensore Master

Allora, ho preso una decisione molto impegnativa. Recensirò entrambi i capitoli qui, perché staccare le due recensioni mi richiederebbe troppo lavoro e sinceramente penso sia meglio farti sapere tutto ciò che ho da dirti in un'unico scritto.

Parto dai Larry.
Devo dire che sono la coppia che mi ha entusiasmato meno, soprattutto all'inizio. Forse perché li ho trovati inizialmente lenti, le descrizioni fin troppo attente ai particolari. Poi però è subentrato quasi subito la trama Louis-Harry, e ha risollevato di parecchio la coppia. Uno dei motivi per cui amo come scrivi è l'originalità e la veridicità. Non è raro che un uomo sposato abbia un amante e tu sei riuscita a descriverne i dettagli senza lasciare nulla al caso, mostrando i punti di vista di Louis e di Eleanor.
Louis poi non è un personaggio comune, è un soldato, un maggiore, che presto partirà per una missione (se provi anche solo a ferirlo in qualche modo, giuro che ti prendo a sprangate sui denti. Ho una orrenda sensazione sui larry, se lasci morire Louis e fai soffire quella povera bambina ed Harry ed El ti ammazzo!).
Harry, come nella realtà a mio parare, si accontenta di quegli attimi che Louis gli regala, accetta la sua vita così come è e questo per me mostra quanto lo ami sul serio. Vedere l'amore della tua vita raramente quando sai che ha una figlia e una moglie che lo aspettano. Non è facile, sul serio. Mi piacerebbe leggere molti più pensieri sul suo personaggio.
L'arrivo di Nick mi ha steso, io amo Nick. E' il mio cucciolo e in questa storia non riesco ad odiarlo anche se so che si metterà sicuramente in mezzo tra i Larry. Nick è il mio patatino, il mio ciccicicci, ma deve tenere la sua faccia da cavallo lontana dal cazzo di Harry *scusa il linguaggio* o rischia anche lui la morte!

Passo dunque agli Ziam, che mi stanno piacendo decisamente di più!
Tu hai una dote naturale a narrare le vicende di Zayn e Liam, ogni volta mi chiedo come questo sia possibile. Sai perfettamente che io tendo molto di più al Liam!tops, anche se in questa ff ovviamente preferisco Lee come il passivo della situazione.
Hai descritto Zayn come il sesso personificato. Nel primo capitolo mi avevi lasciato quell'amaro in bocca perché mi avevi accennato questa sua personalità autoritaria e rude e lo avevi solo fatto giocare al ''prof e alunno'' con Liam, senza darci nulla di concreto. Con mia grande gioia -e anche del castano- Zayn in questo capitolo si dà da fare, e devo dire che mi hai stesa con quella parte. Zayn è un fottuto dominatore, per quasi tutto l'amplesso rimane sotto le vesti dell'ufficiale, pretende che Liam non si tocchi ''perché non abbiamo ancora finito''. Ti giuro, è una delle migliori parti che hai scritto rosse, è così studiata e perfezionata che l'ho adorato sul serio. Liam, d'altro canto, è rimasto talmente affascinato dalla figura del pakistano -come me- che ha detto ''al diavolo, mi faccio sbattere come vuole lui'' e non se ne è per nulla pentito.
Io pretendo che tu scriva una OS Ziam tra dominatore e sottomesso. Lo pretendo, sappilo.
Ah, comunque, poi, la fine. Io penso che ti ammazzerò. Sì, ok, sono masochista e mi cerco l'angst. Ma tu non puoi lasciarmi Zayn così, dopo che gli ci è voluta tutta la volontà del mondo per fargli dire quelle due paroline (innamorato significa vagamente ti amo, okayy???). E Liam, brutto idiota che non sei altro, cazzo fai?
Tanto lo sappiamo tutte che tu ricambi perfettamente. Ma no, ci devi fare soffrire. Anche perché io ho capito cosa significa l'ultima frase.
Quello non era il posto per lui.
Giuro che se parte anche Zayn insieme a Louis io piangerò fino alla fine dei miei giorni.

Forse mi sono dilungata un po' troppo, ma voglio dirti che questa è una delle mie storie preferite, ti sei davvero superata e non vedo l'ora che tu aggiorni **
E ti scongiuro, falla finire bene con l'happy ending, almeno ad una coppia :c (già leiden mi aveva ammazzato nei feels!)
Un bacione grande grande :3

Recensore Veterano

Oh mio Dio! Beh, intanto ciao bella. Avevo lasciato questa storia in sospeso, ma ora sono riuscita a finirla. Ti giuro che voglio morire. Cristo santo, i Larry sono meravigliosi ma temo che non staranno assieme molto a lungo.... A parte Eleanor; la partenza di Louos li distruggerà sigh. Passiamo agl Ziam che nella prima parte sono la cosa più eccitante del mondo e wow! Patteggio per il Liam tops ma qui ci sta Zayn tops. Comunque, spero che Liam si svegli. Non voglio un brutto finale per questi due amorini :( si amano uffa! Comunque, tu sei molto brava. Mi piace tanro il tuo modo di scrivere. Volevo fartelo sapere, ci tenevo. Ormai non lascio più molto spesso delle recensioni, ma questa volta dovevo proprio. Poi seguo anche Close to each other e impazzisco! Spero aggiornerai presto, anche se sarà pesante aiuto! Un grosso bacio, Federica.

Recensore Junior

io ti amo. davvero. le tue storie mi fanno piangere ad ogni riga e, mi spiace se non recensisco tutto, capitolo per capitolo. sono senza parole, che scrivo?! hai una capacità di capire i dettagli importanti e di edscriverli minuziosamente per dare al lettore quello che vuole. niente è mai scontato e questa ff con questa trama è una meraviglia. potresti essere la mia migliore amica, perchè sai sempre in tutte le storie capire cio' che vorrei accadesse e lo fai succedere mille volte meglio. hai i miei stessi gusti (si nota anche da facebook :))e non so, adoro cio' che scrivi. grazie di tutto.

Recensore Junior

io so che piangerò tanto,parecchio anzi,con questa mini long (?)
MA (c'è sempre un ma),sono autolesionista perché la leggerò lo stesso!
sono pronta a soffrire come già sto facendo,se non di più.
amo il modo in cui scrivi,trasmetti un sacco di cose diverse tra loro.
complimentoni c:
al prossimo capitolo ♡

Nuovo recensore

Soltanto leggendo l'inizio del capitolo uno ho capito che so trattava di una storia abbastanza drammatica e che finirà male (anche se sto cercando di autoconvincermi del contrario)
Louis sposato e con una bambina: fine triste.

Ma visto che é da quando mi sono iscritta al sito che cerco una BELLA fan fiction Larry e questa é la prima che trovo che mi piace davvero...Sono obbligata a leggerla :3

In più anche il modo in cui é scritta mi fa pensare ad un finale triste (ti prego almeno il finale alternativo felice fallo ahah)

"Quando Des partiva per l’esercito, sua madre faceva sempre allo stesso modo: quando suo padre provava a dirle “Se morirò, sappi che ti amo”, lei glielo impediva bloccandogli con le dita quelle labbra morbide e fresche, per poi baciarlo dolcemente a fior di labbra, mostrandosi forte davanti al viso del suo uomo, pronto alla guerra e con gli occhi innamorati. «Shh. Non lo dire, Louis… Non succederà nulla.»"

In questa parte ho pianto oddio, e se piango solo per questo, lo farò sicuramente alla fine (ma TU la farai finire bene vero??)


Ora passiamo a Liam, come personaggio forse, é il mio preferito :3
Mi incurioisce molto, e la sua storia é quella più oscura e complicata, quindi é ovvio che mi piaccia.

E gli Ziam che ""parlano"" nell'ufficio? Oddio troppo udneienismi

(Non centra niente ma voglio chiedertelo, sei una Larry believer o almeno credi nei Larry? Non uccidermi non ti sto etichettando -cito- hahaahha)

(Anche questo non c'entra niente ma mi chiedevo l'hai fatto te il banner? Perché DIO é divinoooo)

Questa domanda invece centra con la storia u_u in che anno é ambientata?
Perché mi sembra dai tempi che hai citato ambientata nel 2014, ma non so le tue descrizioni e le narrazioni mi fanno pensare all'antichità (in senso 1900 eh)

E quando Louis parla di Harry come il suo eroe? Ma mi vuoi uccidere o cosa?
Invece Eleanor oddio, secondo me finirà che Eleanor uccide Louis (okay) per quanto é gelosa.
Dio mio mi fa impazzire, ma perché non si leva dalle palle?
Nick invece, non lo voglio, fuori, (anche al di fuori della ff mi sta sul cavolo)

Ed ora ritorniano agli Ziam, la loro storia mi piace un po' di più visto che io mio sesto senso non prevede niente di drammatico ahah

Ovviamente considero Liam che non ricambia solo un passaggio, anche se vedere Zayn così oddio :(


Vado a prepararmi psicologicamemte per il nuovo capitolo salutandoti xx

Nuovo recensore

Sono sbalordita , non so che dirti ..... questo capitolo mi ha ucciso !!! Ho pianto tantissimo per l'ultima parte ziam , è meravigliosa ! Amo il tuo modo di scrivere !
P.s non so se amarti o odiarti hahahah
Alla prossima , un bacio ;)

Recensore Veterano

Io non so da dove iniziare...ti dico che sono frustrata sessualmente ora.

Aveva cominciato a mancargli appena dentro il treno, quando si era seduto sul primo posto che gli era capitato. Lo aveva accompagnato fino al binario giusto, era stato di fianco lui fino a quando non chiamarono la sua destinazione, lo aveva baciato con passione proprio come una moglie bacia il marito prima di un lungo viaggio – come Eleanor non aveva mai fatto con lui – e poi lo aveva fissato tristemente mentre saliva e sedeva vicino alla finestra, per raccogliere gli ultimi pezzi di sé e non sentirsi troppo solo. Salutare l’uomo che amava più di ogni altra cosa al mondo era stato straziante e aveva sentito il petto bruciare di una solitudine opprimente. Non aveva nessuno, se non Harry; non si sentiva pronto a subire le angherie di sua moglie, i suoi continui attacchi d’ira, le sue parole taglienti e sprezzanti, i suoi cambi d’umore improvviso. Non era un luogo sano per lui, e non era sano per la bambina vederli insieme. Ringraziava la tecnologia – Louis – e la possibilità di poter chiamare il riccio ogni volta che ne sentiva il bisogno. “Mi troverai sempre ad aspettarti” gli aveva detto la sera prima di partire, mentre ancora si baciavano sulle labbra e facevano sfregare i loro corpi, “Aspetterò sempre una tua chiamata, anche durante la notte”. Era stato emozionante per il Maggiore, che nuovamente lo aveva accarezzato e gli aveva chiesto di fare l’amore un’ultima volta, prima che giungesse l’alba.

Credo di amarli da morire..io con larry cosi non reggo. Louis mi fa piangere e la disperazione di El mi fa stare male.

Quando Louis lascia El mi sono commossa...sembrava un film.
Harry l'adoro e Nick mi è piaciuto,ma Harry è di Louis e infatti "ho un ragazzo" ho fangirlato **


Quando le loro labbra si incontrarono, ci fu una scossa e fu come la prima volta; per loro era sempre come la prima volta. Quello stringersi l’uno all’altro dava loro la sensazione – e regalava la consapevolezza – di essere lì perché si amavano veramente, perché erano predestinati a stare insieme nonostante tutto, come il cielo limpido e la terra calda, uniti in un unico orizzonti, una linea retta a pieno contatto, inseparabili. I loro sapori si mischiarono, facendo ricordare a entrambi quant’era buono il loro profumo confuso insieme e il gusto dolce delle loro bocche unite in una sola. Come al solito, all’inizio fu soltanto uno strusciarsi di pelle umida e calda, nostalgica e piena di un amore inespresso, racchiuso dentro e celato per tutto quel tempo. Un intreccio di lingue coronò quel bacio perfetto e impeccabile, rendendolo uno splendido saluto e un “Bentornato” degno di essere ricordato. Due piccole lacrime scesero dagli occhi di Harry, che chino su Louis, teneva le palpebre ben aperte per poter vedere la meraviglia che aveva di fronte. Era commosso e gli era mancato, intensamente; giorno dopo giorno sentiva di avere bisogno di lui con un’insistenza non indifferente e si chiese come poteva stare per altri lunghi mesi senza di lui, che lontano dall’America vagava da campo a campo in Iraq, le armi cariche in caso di attacchi terroristici e a stringere patti con il rischio.
Appena si allontanarono, fu terribile, ma splendido al tempo stesso. Poterono osservarsi, e la prima cosa che notò Harry furono le tremende occhiaie che solcavano la sua pelle sotto le ciglia, il viso più scavato e bianco, i capelli più lunghi del solito e la barba incolta di qualche giorno. Era bello – bellissimo avrebbe osato dire –, ma provato, e Harry fu felice di poter passare il tempo in sua compagnia: si sarebbe fatto bastare quelle due misere settimane e si sarebbe preso cura di lui in tutti i modi che conosceva.
«Ehi…» sussurrò Louis dolcemente, baciandogli affettuosamente la mandibola e appoggiando le labbra sul collo del riccio, solleticandogli la pelle con la barba. Questo tremò leggermente, forse per il freddo, o forse per i brividi che gli corsero su tutta la schiena bagnata fradicia. La voce del Maggiore era roca, un po’ nasale, ma calda e piena di sentimento. «Mi sei mancato da impazzire.»
Una mano del minore gli accarezzò piano i capelli, soffermandosi sulla sua nuca morbida, mentre Louis affondava di più sull’incavo tra il collo e la spalla. «Anche tu a me, amore.» gli sussurrò dolcemente all’orecchio, e a quella frasi, sentì Louis sorridere sulla sua pelle, ne sentì la piega delle labbra.
I passanti che li adocchiavano talvolta rivolgevano loro sguardi storti, di disapprovazione, ma questo non importò a loro, che stretti l’uno all’altro si accarezzavano amorevolmente per colmare i loro vuoti dovuti all’assenza. Il castano mugugnò «Mh, ti prego», strofinando affettuosamente il naso sul collo di Harry e annusandone il profumo dolce che in quei giorni lontano da lui non aveva mai dimenticato. «dillo di nuovo.»
Harry ridacchiò, sorpreso. «Cosa? Amore

Sto piangendo nuovamente sappilo...Harry che lo chiama "amore" è il male dei mali ila...io non ce la faccio.

«Amore mio, vita e dolcezza, mi sento un gran coglione melenso a ripeterti quanto tu sia importante per me.»
Louis rise piano e rialzò il capo, mostrando i suo occhi lucidi e brillanti. La pioggia si era calmata, trasformandosi in una pioggerellina leggera, ma comunque a loro non importava niente, erano stati troppo occupati a darsi attenzioni per rendersene veramente conto. «E io mi sento scemo a volerle sentire. Ma sono stato male fino ad oggi, e…bhe…volevo sentirti dire quelle cose.» confessò il Maggiore, mordendosi il labbro inferiore e abbassando gli occhi, imbarazzato per la sua ammissione
Harry si avvicinò e gli prese il viso tra le mani fredde. Gli baciò la punta del naso e poi scese alle labbra morbide di Louis, baciandole a fior di labbra e succhiandogli teneramente il labbro inferiore, facendolo sorridere. «Te le dirò tutta la notte se vorrai, mentre facciamo l’amore o prima di dormire» e a questa parole, il cuore di Louis perse un battito. «ma ora dobbiamo tornare a casa a cambiarci per il ristorante.»
E tutto quello suonava come una promessa sincera, carica di amore e voglia; una promessa che Harry non avrebbe esitato a mantenere, perché se c’era una cosa che Louis adorava ardentemente di lui era la sua capacità di tenere fede alla parola data con una serenità che non conosceva termini di paragone.
Tornarono a casa insieme, vicinissimi, camminando l’uno affianco all’altro, l’ombrello chiuso che dondolava sul fianco del riccio, che lo aveva definito inutile viste le loro condizioni discutibili. Il borsone di Louis era completamente bagnato e sporco di fanghiglia, come i vestiti al suo interno e quelli che stava indossando, ma questo non gli importò perché era certo che Harry avesse dei vestiti puliti da dargli, impregnati del suo odore agrodolce e speziato. Camminarono mano nella mano per meno di dieci minuti, la stazione era vicinissima alla casa di Harry e spesso sentivano il rumore dei treni che frenavano con dei fischi sordi fino alla camera da letto quando le finestre erano aperte. In estate soprattutto, Harry sentiva gli ingranaggi stridere, assordandolo ogni mattina e costringendolo a svegliarsi di malumore.
Appena varcata la soglia del suo appartamentino al terzo piano, il riccio rise, appoggiandosi alla porta chiusa appena dentro. Osservò e studiò Louis togliersi le scarpe e i calzini, per poi guardarsi in giro, come se quella fosse casa sua e avesse scordato dove tenesse i mobili, nonostante la conoscesse a memoria in ogni suo angolo. Era così bello da togliere il fiato, con i suoi occhi chiari, le mani sicure a spettinarsi i capelli, un sorriso sincero e ampio come pochi. Harry lo amava e lo voleva, lo sognava quasi tutte le notti e desiderava vedere di nuovo i loro corpi sfregarsi con passione in quella dimora che era diventata il loro nido d’amore
«Tirati giù i pantaloni, scemo, e fai l’amore con me.» gli ordinò quindi Harry, esplicitamente, senza muoversi dalla sua posizione e squadrandolo da capo a piedi, immaginandolo già nudo e pronto per lui. Lo voleva; voleva le sue natiche chiare tra le dita e baciargli la schiena spoglia e morbida con le labbra piene e rosse.
Louis si girò. La sua risata fresca e sincera riempì la stanza che era stata vuota per troppo tempo. «Faremo tardi al ristorante.»
Quando la maglietta bianca del riccio cadde a terra, insieme ai pantaloni, in poche mosse fluide e abitudinarie, era un chiaro invito al maggiore di fare lo stesso. Louis non ci pensò a lungo, fece scivolare la t-shirt lungo il suo busto. «E chi se ne frega.» concluse Harry

I sono stata male e sto male rileggendo,tu non sai in che stato pietoso sono.

Finse anche quando la bocca di Zayn si avvicinò al suo orecchio. Fremette impercettibilmente quando parlò, e il suo respiro eccitante gli solleticò il collo, ma rimase immobile quanto bastava per sembrare risoluto. «E i soldati indisciplinati vanno puniti.»
Un piccolo morso e Liam cedette parte della sua compostezza gemendo e serrando le palpebre, il cuore a palpitargli come un pazzo. La sua erezione pulsò nei suoi pantaloni ed era certo che il rigonfiamento fosse ben visibile nonostante la stoffa rigida e spessa. Non si era mai sentito così duro, avrebbe potuto giurarlo, e Zayn aveva soltanto parlato con la sua voce suadente, e non lo aveva ancora realmente toccato.
Liam si maledisse quando pronunciò «Mi vuole sospendere, signore?» con la voce strozzata, tremula, dimostrando il tumulto di emozioni che sembravano volerlo soffocare. Era in preda a mille sensazioni diverse e questo era meraviglioso, ma orribile allo stesso tempo perché sentiva di avere mille e più nervi scoperti, ed era certo che Zayn avrebbe potuto vederli, ferirli e colpirli, tutto con una semplice stoccata decisa sul suo corpo. Avrebbe potuto fargli vivere i minuti e le ore più belle della sua vita, o le peggiori, e tutto questo era nelle sue mani che erano ancora bellamente appoggiate sulla pelle di quella poltrona.
Le labbra del sottufficiale scesero sul collo di Liam, annusandone il profumo. La pelle del castano profumava di bagnoschiuma alla mirra e acqua di colonia, forse anche un po’ di dopobarba e tabacco miscelato alla marijuana che tutti i soldati fumavano occasionalmente. Odorava di uomo, oltre a tutto quello, ed era un aroma naturale, impregnato nella sua carne fresca e insaziabile. Con la punta della lingua ne saggiò il gusto, rimanendone incantato, e sentendo il ragazzo irrigidirsi inaspettatamente sul suo posto. Liam sembrava sgretolarsi sotto a lui, e Zayn se ne sorprese. Azzardò un bacio più prolungato, posando la bocca schiusa nell’incavo tra il collo e la spalla e nuovamente la sua lingua stuzzicò, accarezzò e arrossò quella porzione di pelle scoperta, sfiorando con il mento il colletto della camicia che in quel momento era decisamente superflua e d’impiccio.
«No, Liam. Non ti sospenderò.» bisbigliò Zayn. Sorrise sornione, alzando il busto e portando le mani sulla sua cintura. Il rumore metallico della fibbia era ben udibile, come il frusciare del cuoio e la zip che si abbassava lentamente. In un gesto automatico, Liam si succhiò le labbra mentre intravvedeva i boxer neri del suo sottoufficiale e il ciuffo di peli pubici che spuntavano da dietro l’elastico, sul bassoventre. «Voglio scoparti fino a sentirti urlare il mio nome.»
E Liam glielo avrebbe lasciato fare, perché era soggiogato da quel corpo dalle movenze aggraziate e da quelle mani che si abbassavano appena i pantaloni sotto le natiche e pian piano arricciavano i boxer sopra ad essi, rendendo evidente la sua erezione. Il glande era rosso ed esposto, il pene di Zayn era duro tanto quanto quello di Liam, che fremette impaziente alla vista paradisiaca di quelle cosce magre e di quei fianchi nudi, di quella pelle perfetta e tatuata, e del suo sesso grande ed eretto solo per lui.
Le dita del soldato esitarono sul bacino del maggiore per poi risalire sul colletto di quella camicia troppo larga e troppo inutile in quel momento. Cercò di alzarsi, bramando la vicinanza dei loro corpi e necessitando di sentire i loro petti a contatto, ma Zayn glielo impedì, spingendolo di nuovo a sedersi sulla poltrona. Quello fu il primo contatto che Zayn gli donò: una mano sul suo corpo a taccare la sua pelle.
Con occhi languidi, Zayn gli ordinò «Ti dico io quando alzarti.», strusciando il palmo della sua mano sulla clavicola di Liam, per poi risalire e accarezzargli il collo e giungere alla nuca morbida e un po’ sudata, forse per la tensione. Strinse i suoi capelli tra le dita callose, magre e piene di graffi per la terra e l’esercizio fisico, e spinse il suo capo verso la sua erezione scoperta, che svettava fremente nella direzione del soldato.
Con la punta del naso, Liam percorse un tragitto morbido dai testicoli alla punta del pene di Zayn, annusandone l’odore mascolino, e sospirando raggiunse il glande arrossato e bagnato, lucido per il liquido preseminale che faceva capire quanto fosse drastica la sua eccitazione. A Zayn era bastato vedere quella bocca rossa e fina protesa verso di lui per eccitarsi, immaginando quelle labbra splendide schiudersi e accogliere il suo membro, avvolgerlo in quel calore nuovo, ma allo stesso tempo familiare. Stava per accadere, sentiva la lingua di Liam asciugargli il liquido bianco sulla fessura della sua erezione.
«Voglio toccarti.»
A quella confessione, Zayn aprì gli occhi, che aveva serrato appena aveva sentito il suo membro a contatto con la lingua bagnata del minore. Si sentì stringere le natiche, mentre Liam affondava il viso sul suo costato – la camicia sollevata quanto bastava per scoprire quella parte del suo corpo – e annusava il suo profumo a pieni polmoni.
Impercettibilmente, Zayn sentì il cuore battere alla velocità di un cavallo impazzito. «Chiedimelo di nuovo.» sussurrò, mordendosi le labbra e stringendo maggiormente la presa sui capelli del castano.
Questo baciò e succhiò la pelle del maggiore, avvicinandosi impercettibilmente alla base del membro, lasciandovi una lappata veloce – che fece gemere il pakistano – prima di salire. Mordicchiò la pancia piatta e tonica, sfregò quella pelle ambrata, di un colore simile alla resina degli abeti, o al miele delle api. «Voglio toccarti, Zayn.» ripetè, sollevando il viso e incontrando le iridi liquide del sottufficiale, i palmi ancora stretti ai fianchi scoperti del suo sottufficiale come una seconda pelle.
Questo scosse il capo, prendendo con la mano libera il mento del castano tra le dita. «No, Liam.» gli sussurrò, le labbra a poca distanza da quelle del minore, che le fissava con insistenza, attratto dal loro movimento fluido e perfetto. «Dirai il mio nome soltanto quando avrai l’orgasmo più sconvolgente della tua vita. Fino ad allora, io sono il tuo sottufficiale.» un sorriso increspò quella bocca perfetta, e un brivido percorse la schiena di Liam, eccitato e con il suo membro ancora costretto e schiacciato dentro ai pantaloni di tela spessa. «Ora, chiedimelo di nuovo.»
«Io…» Liam esitò. Sapeva che chiedendogli quello, sottostando anche il quella situazione al ruolo di superiore che investiva Zayn, avrebbe perso parte della sua dignità. Durante il sesso nessuno gli aveva mia chiesto di dargli lo stesso rispetto che si doveva a un soldato durante un’esercitazione; l’intimità della camera da letto – o del rapporto pelle a pelle – non chiedeva regole, ne rispetto se non per il piacere. Zayn stava chiedendo un rispetto diverso, e quello lo destabilizzava ed eccitava allo stesso tempo. Attese pochi secondi, valutando quanto fosse disposto a perdere. Ma Liam non aveva dignità, l’aveva persa con Andy anni prima, e non aveva nemmeno pudore. Perciò sussurrò «…voglio toccarla, signore.» facendo scorrere le dita sopra alla camicia del moro, raggiungendo i bottoni sotto il colletto.
Li sbottonò uno ad uno, con una lentezza che sembrava quasi una rivincita alla concessione che gli aveva appena fatto. Gli indici e i pollici scorrevano sulla stoffa celando la stessa impazienza che invece Zayn non nascondeva. Si torturava le labbra con i denti bianchi mentre di tanto in tanto accarezzava i capelli castani di Liam, che non smetteva di osservare il viso perfetto del suo sottufficiale. Quando slacciò l’ultimo bottone, con i palmi bene aperti, Liam sfiorò la pelle del petto di Zayn, che si tese nel sentire quello sfioramento morbido, lascivo, caldo. Il pakistano era pieno di tatuaggi e questo incuriosì maggiormente il soldato, che aveva sempre amato i segni sui corpi nudi degli uomini. Una pistola spiccava di un nero pece sul fianco, mentre più i alto, sui pettorali due ali di un grigio sbiadito ornavano la sua carne, e due labbra rose al centro.
Le dita di Liam si fecero più curiose e presero ad accarezzargli la schiena, toccando e sfregando lentamente la scanalatura della spina dorsale, scendendo con cautela verso la zona lombare, cercando di memorizzare ogni sua curva. Accarezzò le fossette di venere, ne tracciò i contorni, e poi scese ancora stringendo le natiche di Zayn tra le mani piene e spingendogli il bacino in direzione della sua bocca. Le labbra di Liam sfiorarono l’erezione del maggiore sotto il grande, che ansimò senza trattenersi.
«Sii la mia puttana oggi, Liam.» disse in un sussurro. «Sii solo mio.»
In quell’esatto momento, Liam avvolse l’intera erezione di Zayn, mozzandogli il fiato. Inizialmente affondò solamente, succhiando ogni lembo di pelle scoperta, lambendo quel membro fino ai suoi tre quarti, non andando fino in fondo. Poi iniziò a muovere la lingua con lentezza, curandosi della vena bluastra esposta che spiccava sotto quel manto ambrato. Una mano di Liam frizionò il sesso di Zayn, mentre ogni tanto si fermava ad accarezzare i testicoli e a stimolarli con i polpastrelli e le falangi.
La testa del maggiore era piena di un’eccitazione che non aveva mai provato. Gli era capitato tante volte di fare sesso in quell’ufficio, ma non con uomini belli come Liam, e soprattutto misteriosi, rudi e talvolta incomprensibili. Per la prima volta, avrebbe voluto conoscere meglio l’uomo che sotto di lui gli stava dando piacere senza riceverne, perché lo aveva bramato così tanto da sentirne il bisogno.
Le mani di Zayn si spostarono dal viso di Liam allo schienale della poltrona, preso da un desiderio che gli annebbiò la mente. Cominciò a spingere sulla bocca del castano, affondando con colpi decisi su quella bocca rossa fino a farlo stare male. Liam non lo fermò; anzi, lo aiutò a spingere, dandogli un ritmo con le mani, lasciando che si facesse largo dentro di lui, nonostante sentisse dei forti conati. Sentirlo così dentro alla sua bocca era travolgente e dopo tutte quelle notte passate a immaginarlo, stava succedendo davvero. Quando un fiotto caldo invase la sua gola si sentì pieno e vuoto allo stesso tempo, perché era stato meraviglioso, ma tutto era già finito nonostante volesse di più. Zayn, invece, dopo aver riversato tutti i suoi umori dentro a quel corpo caldo e accogliente, uscì di malavoglia da quella bocca e guardò Liam con interesse: aveva gli occhi socchiusi, lucidi per delle lacrime dovute agli sforzi e al membro del maggiore che aveva affondato fino a toccargli l’ugola, mentre le labbra erano bagnate e ancora schiuse, di un colore così forte che fece morire Zayn dal desiderio di sfiorarle con le proprie.
Quando vide Liam armeggiare con la sua cintura, Zayn sorrise. Sapeva cosa stava per fare, e ne ebbe la conferma quando la sua mani si intrufolò dentro ai suoi stessi boxer e il viso del castano si contrasse, ancora più eccitato. Si stava toccando, davanti ai suoi occhi attenti che scrutavano ogni lineamento teso. Avrebbe voluto vederlo steso nel suo letto, intento a darsi piacere, senza quei pantaloni ad occludergli la vista; ma il pakistano aveva altri programmi per lui in quel momento.
«Togli la mano, soldato.»
Liam alzò uno sguardo supplichevole verso Zayn, ma non tolse la mano dalla biancheria. Era sorpreso: non gli era concesso un fottuto orgasmo? «Ma signore…»
Zayn gli serrò la bocca con l’indice e il medio. «Non abbiamo ancora finito.» lo ammonì semplicemente, e quando il castano capì a cosa si riferisse, i suoi occhi si fecero ancora più liquidi mentre schiudeva le labbra per leccare con la lingua quelle dita ambrate; le succhiò per poi morderle e lambirle con le labbra ancora sporche del suo piacere umido, del suo sapore più naturale. Liam sapeva ciò che stava per succedere e nuovamente il suo membro insoddisfatto fremette ancora nella stoffa ruvida dei jeans con un’intensità maggiore. Incantato, Zayn non smise un secondo di fissarlo avvolgere le sue falangi, mordicchiarle di tanto in tanto e l’unica cosa a cui stava pensando era che non aveva intenzione di prepararlo al sesso in quel modo.
Voleva sentire il suo sapore.
«Alzati.» ordinò, e Liam si mise dritto sulle gambe che in quel momento sembravano fuscelli davanti al maggiore, il quale gli strinse il mento tra le dita fine e fece combaciare le loro labbra con impazienza. All’inizio fu uno sfioramento lascivo, le loro bocche erano bagnate di umori e saliva, calde e rosse per i morsi, anche un po’ spaccate. Un tumulto di emozioni colpì entrambi, che inconsapevolmente avevano desiderato quel momento con ardore da forse due mesi, prima di ottenerlo. Le mani di Zayn strinsero i fianchi leggermente torniti di Liam, che invece avvolse le sue braccia attorno al collo del moro, accarezzandogli con le dita i capelli corti e morbidi. Quando la lingua di Zayn sfiorò i denti del soldato, questo non esitò a lungo prima di decidere di compiere il passo successivo, consentendogli di sfiorare il suo palato, di sfiorare e stuzzicare la sua – di lingua. Era una danza languida e lasciva, dove i sospiri si scontravano senza timori o vergogna, e dove i gemiti diventavano  invadenti, ostinati, ripetitivi. Quel bacio fece sentire Zayn nuovamente bisognoso; ma bisognoso di Liam, non del sesso. In quel momento, era lui ad avere bisogno di sentire Liam addosso al suo corpo, di sentirlo aderire perfettamente al suo petto, e di sentirlo urlare il suo nome in preda a uno degli orgasmi più forti. Voleva sentirlo vicino, abbastanza da percepire il suo calore risalire le sue gambe fino al suo ventre e infine al suo cuore, e incanalarlo per riscaldare quella pietra fredda che aveva creduto di avere al posto del cuore.
Che aveva creduto di avere fino a quel momento.
Quel bacio si fece più passionale a mano a mano che i loro bacini si scontravano con insistenza; il membro scoperto di Zayn contro quello coperto dai boxer di Liam, anche se il primo poteva sentire bene la protuberanza che fino a quel momento aveva solo intravisto.
Quando si allontanarono, brucianti di desiderio, Zayn sussurrò rude «Ti voglio piegato sulla mia scrivania, con i pantaloni abbassati e senza la camicia. Ora.» Un ordine chiaro, pulito, semplice. «Non ce la faccio a resisterti ancora.»
Liam potè sentire le sue gambe farsi improvvisamente più molli mentre camminava verso l’enorme tavolo di legno. Ricordava ancora quando su quel tavolo spesso si stendeva il sottufficiale O’Connor, il petto ad aderire perfettamente al ripiano, le mani strette agli spigoli. Liam, si tolse la camicia lentamente, senza distogliere lo sguardo da Zayn che lo studiava e studiava il suo corpo tonico e allenato, la V sul pube, i peli che facevano capolino dalla biancheria e gli addominali delineati. Quando quella stoffa inutile toccò il pavimento, fu il turno dei pantaloni già allentati che caddero a terra con soltanto un fluido movimento delle dita. Si tolse le scarpe – Liam – e i suoi piedi toccarono il marmo freddo e sporco, e poco dopo anche i suoi boxer raggiunsero il resto dei suoi vestiti, ammassati in quella stanza impregnata di loro. Zayn osservava la sua nudità con interesse, rimanendone terribilmente affascinato e incantato, come se fosse una statua o un quadro esposto in un museo di belle arti. Quando Liam si avvicinò al tavolo, si mise nella stessa posizione in cui O’Connor si metteva sempre quando facevano l’amore in quel ripiano caldo e appannato per il suo respiro, e ascoltò Zayn frugare tra i cassetti. Non lo guardò, sapeva perfettamente cosa stesse cercando tra le scartoffie e le cartelle, e ne sentì il rumore leggero; probabilmente lo stava riponendo in una tasca.
Due mani calde e un po’ secche si posarono sui suoi fianchi, si adattarono perfettamente alla sua carne calda e pronta alle sue dita dal momento stesso in cui i loro occhi si incrociarono in quel campo militare. La vicinanza fu travolgente e li spingeva a farsi più vicini come calamite. Per Liam, sentire il membro di Zayn premere un po’ sulla sua apertura fu qualcosa che lo fece rabbrividire per la paura e l’eccitazione. Non era ancora preparato, aveva intenzione di penetrarlo così?
Una risposta silenziosa arrivò poco dopo, quando le labbra del maggiore si posarono tra le sue scapole e il suo petto aderì perfettamente alla schiena nuda di Liam, china e ricurva su quel legno bollente per il suo corpo. Tanti baci e morsi, ecco cosa sentiva; baci e morsi percorrevano la sua schiena, accompagnati da carezze ai lati del suo busto che partivano dalle costole e giungevano fino agli ilei scoperti. La bocca di Zayn baciò il solco della colonna vertebrale, e scese leccando lascivo i lembi di belle bianca fino a giungere alle fossette di Venere, spaiate sulla spina dorsale. Le toccò, le baciò, si dedicò a loro con attenzione, affascinato, trovandole terribilmente sensuali, attraenti e meravigliose in quel corpo armonioso, elegante, terribilmente eccitante e che esprimeva un savoir faire che scuoteva le fantasie del pakistano.
Con i palmi aperti, scese sulle natiche e le allargò leggermente. Liam si sentì esposto in quel momento, mentre Zayn gli baciava la carne debole e sensibile attorno al suo orifizio; ansimò, l’erezione dura come non lo era mai stata e ancora insoddisfatta. Era certo che se Zayn non lo avesse toccato, sarebbe esploso. In un morso senza denti, le labbra del maggiore si strinsero sulla sua cosca, per poi salire nuovamente, a penetrare Liam con la sua lingua, allentando l’anello di muscoli e lubrificandolo con attenzione. Ogni nervo del castano era teso, pronto ed esitante; gemeva senza pudore su quel tavolo, muovendosi verso il viso di Zayn, troppo eccitato per restare fermo. La sua lingua roteava dentro Liam, che fu costretto ad arpionare maggiormente gli spigoli del lagno duro, ansimando e supplicandolo di andare più in profondità. Era così abile con quella bocca, il pakistano, che Liam sarebbe potuto venire anche così, con solo quella lingua che entrava lui e succhiava la sua carne senza pudore, in un contatto promiscuo e destabilizzante
Il corpo del soldato prese a tremare, vicino all’orgasmo. Gemette, e lo fece forte, e a quel punto il maggiore rallentò i suoi movimenti, esasperandolo. «La prego…» sussurrò di nuovo, la voce spezzata dal piacere più intenso, portando una mano sulla sua erezione e sfregandola con impazienza. Sentiva che sarebbe potuto venire da un momento all’altro soltanto immaginando Zayn penetrarlo con il suo membro.
La lingua del sottufficiale venne sostituita da un dito, che entrò dentro Liam con estrema facilità. Era lubrificato, pronto ormai. Aggiunse un altro dito e lo arricciò, facendo gemere l’uomo che sotto di lui sembrava accartocciarsi su quel ripiano in legno scuro, ormai logorato dal desiderio e dalla voglia di avere quello che gli spettava. «Cosa, Liam?» gli chiese, volendo sentire da quelle labbra cosa doveva fare, nonostante lo sapesse fin troppo bene. «“La prego” cosa? Dimmi con chiarezza cosa vuoi da me.»
«La prego…» ripetè, gemendo un’ultima volta quando anche il terzo dito iniziò a penetrarlo e a colpire il suo punto più sensibile. Non riusciva a controllare più il suo corpo, annebbiato com’era da quella situazione che sembrava quasi surreale; si sentiva ubriaco – forse dell’odore di Zayn, o del suo sapore che sentiva ancora sulle labbra –, ormai spingeva automaticamente in cerca di sollievo al suo bisogno incessante di un orgasmo. Si masturbava e si muoveva, andando in contro alla mano di Zayn che aveva smesso di spingere per lasciare che facesse Liam, che fosse lui stesso a procurarsi piacere, percuotendosi sotto di lui con frenesia. Un attimo di esitazione, il soldato cercò di incanalare abbastanza aria per poter parlare, e in fine quasi urlò. «…mi fotta. Qui. Ora. Su questo cazzo di tavolo.» la sua voce era roca, carica di necessità. «Scopami adesso.»
Zayn lo lasciò vuoto giusto il tempo di prendere dalla tasca il preservativo che aveva cercato nel cassetto. Liam ascoltò il rumore della carta che si strappava, un suono elastico e poi più nulla. A coprire il silenzio ci furono i gemiti sorpresi, le urla di poco dopo, quando Zayn iniziò a spingere dentro di lui senza perdere altro tempo, senza aspettare. Inizialmente si era posizionato nella sua entrata, allargandogli le natiche per avere un accesso più facilitato, e poi aveva spinto, non curandosi del dolore perché Liam avrebbe goduto subito dopo, la mano su quell’erezione decisamente troppo pronunciata e ancora insoddisfatta. Era fottutamente stretto e questo faceva impazzire Zayn, che ansimò e pronunciò il suo nome talmente tante volte da diventare una nenia che per lo stesso Liam sembrava poesia. Una mano si spostò dalla natica al fianco morbido del soldato, mentre l’altra percorse il tratto inverso della sua schiena, fino al collo e spinse il viso del castano ancor più contro il tavolo. Le stoccate di Zayn inizialmente erano lente, precise e miravano a far godere se stesso, ma soprattutto Liam, che mordeva le sue labbra ossessivamente, gemendo sommessamente contro la sua stessa spalla.
Quando i movimenti di Zayn si fecero più celeri, incalzanti e incontrollabili, non vi era altro che lui e la schiena perfetta di Liam che stava lascivamente accarezzando, lasciandogli il collo libero. Il castano si era alzato sul braccio e aveva inarcato la spina dorsale, mentre i movimenti della mano sul suo membro si fecero fulminei, repentini e non più esitanti. Era ad un passo dall’orgasmo, mentre Zayn arpionò entrambi i suoi fianchi, spingendo il suo bacino contro quello di Liam. Il rumore dei testicoli sulle natiche chiare del soldato si fece più sonoro, simile a schicchi con pochi secondi a distanziare l’uno dall’altro.
Era così intenso e travolgente. I loro cuori battevano alla medesima velocità di un battito d’ali per una farfalla, ma soprattutto palpitavano in sincrono.
Vennero quasi insieme, e Liam potè finalmente urlare «Z-Zayn», sfogando tutto il piacere inespresso e riversando i suoi umori nel pavimento di quella stanza, non sentendosi vuoto o sporco, e aggrappandosi a quel nome con tutto se stesso.
 
NON CE LA FACCIO ILA DICO DAVVERO... MI HAI UCCISA COSI,NON SO QUANDO E SE MI RIPRENDERO' MAI...MA SAPPI CHE SONO STATA IN APNEA,ECCITATA DA FAR SCHIFO TUTTO IL TEMPO...LIAM E ZAYN COSI SONO LA MIA MORTE,IL MIO COMA ETERNO...NON SAI LE BESTEMMIE...
Liam che scappa via da Zayn mi ha spezzato il cuore però...ma li adoro,sono porno da far schifo *-*
Oddio non so come uscirne ora ahahahah 
Bellissimo,bravissima e io lo dico che meriti da morire *_*
Ora cerco di darmi un contegno e continuo in chat ahahha 
Nora.