Recensioni per
Come foglie sospinte dal vento
di Nelith

Questa storia ha ottenuto 33 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
06/12/16, ore 23:31
Cap. 13:

Ciao,
Devo dire che ho trovato questa storia interessante e man mano che si sviluppava sempre più bella. Ho apprezzato il tuo stile e il sapiente utilizzo delle parole.

Mary.

Recensore Master
24/02/16, ore 17:46
Cap. 13:

aaaaaaaaaaah, ok, mi ero sbagliata, grande sbaglio a giudicare Roven e soprattutto Ard... facevano bene a nutrire dubbi su di lui
cmq, bella la trama e carina l'idea del diario
mi spiace per la spadaccina, Ard è stato in gamba ad agire e si è mosso nell'ombra... come ogni cattivo che si rispetti XD

Recensore Master

sì, a quanto pare sono ancora io XD
sono intenzionata a finire questa storia così da potermi concentrare sulla Tigre 2, (sperando che tu la concluda!) soprattutto dopo aver letto lo spin off su Chen,, e poi i capitoli sono così corti che si fa in fretta a finirla, infine, arrivati a questo punto l'ultimo capito è d'obbligo XD
voglio proprio sapere come si conclude quindi... al prossimo :)

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La puntura di un insetto. Tre lunghi giorni di agonia e alla fine è spirata. Xianlee è distrutta, dopo lo scontro con i Lyth loro due hanno iniziato a legare tantissimo,
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una potenziale coppia distrutta? :/
cmq, il brutto di questo capitolo è la considerazione per cui quelli rimasti in vita non hanno potuto commemorare i morti per paura di esporsi a dell'inutile pericolo, si vede che ci tenevano quindi... poveri

ma dai!
dopo il capitolo precedente credevo ne avresti usati almeno due per smorzare (?) la tensione e invece...
la storia sta anche per finire e inizio a dubitare che l'ultimo sia ancora una pagina di diario... a meno che non sia scritta da qualcuno/a in punto di morte XD

mi ero così abituata a leggere questi micro capitoli che questo mi è sembrato lunghissimo XD
ma questa non è l'unica sorpresa, se di sorpresa si può parlare
povero Roven, non so più che pensare, non credevo che i fatti sarebbero evoluti in questo modo, anche se ho dubitato spesso del fatto che arrivassero tutti sani e salvi verso la fine...

Recensore Master

bene, in questo capitolo si capisca come la spadaccina protagonista sia riconosciuta universalmente (?) come la leader del gruppo
bisogna vedere se è anche per Ardniss sarà così, e fino a che misura
mi ha fatto tenerezza Roven che si vergogna di farsi difendere da una ragazza che è anche più giovane di lui, ma la sua abilità compensa tutte queste cose quindi penso anch'io sia la scelta più saggia

Recensore Master

ciao, questo capito l'ho letto ieri, pensavo anche di averlo recensito ma... credo che la stanchezza dia i suoi frutti.... anche quando caxxeggio
va beh...
Ardniss viene descritto come uno da cui non fidarsi, io penso che possa essere il contrario, così come credo che Roven non sia il santarello che sembra, probabilmente ho preso una mega cantonata ma... solo i capitoli seguenti potranno confermarmelo
quindi vado al prossimo

Recensore Master

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sono convinta che anche Roven sia d'accordo con noi, anche se lui, esattamente come la nostra Xianlee, cerca di mantenere la pace nel gruppo. Lo trovo irritante a volte, tutto questo suo buonismo, ma è un chierico, non potrei aspettarmi cose differenti da lui.
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chissà... magari Roven non è come sembra.... o sì, vedremo XD
intanto i nostri eroi (?) proseguono il loro viaggio, mi è piaciuta l'ultimissima parte relativa alla sensazione che l'aumentare dell'intensità del vento sembra volerli sospingere verso la loro meta, quasi poetico, bello.

Recensore Master

ciaooooo, finalmente in fase caxxeggio, anche se ammetto di aver fatto poco oggi :( ma almeno ho pensato ad un metodo e piano di studi quindi, a meno che non cambi idea e tutto ritorni come prima, dovrei aver fatto un minuscolo passetto avanti...
ma passiamo al capitolo:
accidenti, brividi!
hai descritto troppo bene l'incontro della protagonista con le creature, e queste ultime sono originali e spaventose, hai sempre avuto molta creatività a riguardo
complimenti

"Come primo giorno è andato piuttosto bene. Non abbiamo incontrato ostacoli se non l'aria mefitica del luogo. Anche di creature non ne abbiamo viste, nonostante il terreno fosse costellato di impronte poco rassicuranti."
non fatico a crederci XD
cmq credo di aver trovato il mio personaggio preferito
si tratta di *rullo di tamburi * Roven
lo so che è una specie di fifone ma lo trovo cmq adorabile
e poi c'è da capirlo povero u.u

un albero fatto di morti... cavolo!!!
questa storia si fa sempre inquietante
siamo al terzo capitolo e le cose stanno iniziando a prendere una certa piega che definirei oscura (?), ovviamente spero di sapere presto cosa ci sia dietro quel portone quindi credo che mi fionderò presto sul prossimo XD

Ah ma allora sono tutti (?) corti XD
cmq... ho avvertito l'ansia dei viaggiatori rispetto ai posti nuovi che stanno "esplorando", hanno la motivazione dalla loro e questa convinzione di essere nel giusto, vogliono far del bene al prossimo ma i pericoli non mancano e quindi dovranno confrontarsi con situazioni nuove
staremo a vedere come si evolveranno le cose
intanto ero convinta che il protagonista fosse maschio ma... va beh, cambia poco v___v

Recensore Master

bene bene bene... direi che come premio (?) una nuova original è quello che ci vuole,
il capitolo è molto breve e dato che siamo all'inizio non so bene cosa pensare o dire, ma spendo due parole giusto per dire mi piace lo stile da diario e che le descrizioni delle creature e personaggi incuriosiscono u.u
metto la storia tra le seguite e vado a leggere il prossimo :)
a dopo
P.S.
la mia parte preferita:
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Lo confesso, non ne avevo mai sentito parlare prima di quella traversata e ridevo con i miei compagni dei timori dei mercanti. Incolpavamo di quelle sciocche superstizioni il riverbero abbagliante del sole sulla sabbia che, con bizzarri giochi di luce, creava mostri immaginari per le loro "deboli e manipolabili menti". Quando la prima cresta è spuntata dalla sabbia abbiamo smesso di ridere, ma era troppo tardi.
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Recensore Master
04/05/15, ore 15:16
Cap. 13:

[8° classificata al contest La Caduta dell'Inverno Boreale + vincitrice del premio LODE AL FINALE]

È interessante e insolito il cambio di prospettiva che operi periodicamente, credo che sia uno degli elementi di maggiore originalità, sicuramente quello che ho trovato più interessante in tutta quanta la storia.
È una cosa cui non siamo molto abituati, e per certi versi mi fa un po' strano, perché questo diario che viene continuamente passato di mano è sicuramente un aspetto che ci risulta estraneo in un primo momento, distante dal nostro modo di vedere le cose. Un diario personale è per definizione anti-corale, espone uno e un solo punto di vista interno, e di certo non è fatto per essere letto da altri, se non dopo la morte di chi vi scrive. Qui è curioso che la scribana che ci ha accompagnato fino al sesto capitolo, attraverso i cui occhi abbiamo guardato, fino a quel punto, lo svolgersi delle vicende, dia in mano il suo diario a un altro componente del gruppo, e gli offra addirittura di scrivervi sopra qualcosa. In questo modo il diario diventa una sorta di raccolta di firme, diventa un incontro di più punti di vista, diventa uno spazio collettivo. E allo stesso tempo è un ottimo stratagemma per spostare il fuoco su Xianlee: in questo modo conosciamo anche la persona con cui abbiamo avuto a che fare fino a questo momento, poiché per forza di cose, vedendo prima le vicende attraverso i suoi occhi, non vedevamo lei.
Per queste ragioni, e per il modo originale con il quale hai deciso di narrare questa storia, io quasi quasi avrei scelto "narratore" o "cronista" come classe, al posto di guerriero, o addirittura ritengo che “eroe” si adattasse ancora meglio a descrivere la figura di Xianlee, poiché, come scopriremo nel finale, è lei il vero eroe che arriva a sacrificarsi per proteggere le genti di Mysal, mentre invece eroe viene eletto qualcun altro, colui che invece è un vero e proprio usurpatore. Ma del finale parleremo dopo, perché merita che gli dedichiamo qualche riga in più. Si parlava di come hai reso la classe che hai scelto, “guerriero”. Xianlee è infatti un guerriero, un guerriero con una spada che non manchi di descrivere, un guerriero che appartiene a un ordine, questo cosiddetto Ordine di Shè, è un guerriero abile a combattere, che usa la spada al momento giusto. Ma Xianlee è molto più di questo, è una figura di riferimento, è una ragazza che scrive su un diario, che prova affetto per i propri compagni nei confronti dei quali nutre una fiducia sconfinata, è una ragazza che continua a camminare fino alla fine, nonostante il dolore delle perdite e nonostante la missione si faccia, passo dopo passo, sempre più disperata. È un eroe che, infine, sacrifica anima e corpo alla causa cui si è votata, e che infine viene dimenticata sotto uno strato di fango. “Guerriero” non è esattamente la parola che userei per riassumerla. Il suo ruolo di guerriero non è nemmeno trattato in modo nuovo o originale: è semplicemente brava con la spada, nulla di più, ma ripeto non è questa la caratteristica che più la rappresenta, non è questa la caratteristica che più le fa onore. E, sul finale, la sua abilità con la spada diviene quasi irrilevante, viene accantonata, e passa invece in primo piano la sua determinazione ad andare avanti, il suo spirito di sacrificio e, anche, (e qui passiamo a parlare della sua caratterizzazione in quanto personaggio) della sua ingenuità.
Non si può negare che, nel caso di Xianlee, la sua fiducia e la sua bontà d’animo siano state le sue debolezze. Questo è un aspetto del suo carattere che non esiterei a definire originale: non è un guerriero freddo e diffidente, è una guerriera con un cuore enorme e con la vista annebbiata da un eccesso di fiducia.
Quindi, ricapitolando, ho trovato molto buona la caratterizzazione di Xianlee. Per quanto invece riguarda la caratterizzazione degli altri personaggi, ti ho un po' penalizzata. Forse anche per colpa della prospettiva interna, i personaggi tendono a fondersi in uno solo, o comunque tendono a scomparire dietro i loro ruoli. Sono un po' trasparenti, sbiaditi. E inoltre, a mio parere, avevi una buona occasione per distanziarli e distinguerli più radicalmente, ovvero quando il diario passa di volta in volta nelle loro mani. Ma che stia scrivendo Xianlee, Yska, Roven o Nyr'de, la voce narrante sembra parlare con lo stesso tono (solo quando è Yska a prendere la penna in mano il testo diventa meno pacato e più incalzante, si percepisce tra le righe la sua frustrazione e il suo nervosismo). Peccato, perché sarebbe stata un'ottima manovra, anche originale, per mettere in gioco le loro diversità. Io avrei usato uno stile radicalmente diverso, per cominciare, a seconda di chi scriveva su questo quaderno collettivo.

Come ho già detto, la scelta di sviluppare la trama su pagine di diario è, oltre che azzeccatissima, funzionale anche al finale che avevi in mente. Dunque non è una scelta arbitraria, casuale, ma ha anche un suo preciso scopo all’interno della trama.
Una cosa, però, mi lascia perplessa. Dal sesto capitolo in poi il diario è diventato pubblico, perché già vi hanno scritto due soggetti quindi entrambi possono leggerlo. Quindi mi sembra un po' strano che Yska parli con tale disinvoltura di Xianlee ("Non importa quello che dice Xianlee, lei è sempre fin troppo buona"), dato che il diario è originariamente suo, e credo sia lecito che possa chiedere di riaverlo indietro in qualsiasi momento. E lo stesso discorso lo faccio anche per come i narratori successivi parlano in modo così disinvolto dei loro compagni, che a loro volta leggeranno e/o scriveranno sul diario. Da una parte mi sento di elogiare, ancora una volta, questa insolita scelta narrativa. Dall’altra, questo parlare alle spalle degli altri (seppur non in modo spregevole, a parte quanto si tratta di Ardniss) pur essendo consapevoli che il diario passerà nelle mani di tutti mi provoca uno strano effetto: nutro alcuni dubbi persino per la realisticità di questo innaturale e silenzioso rapporto tra i personaggi che si snoda e si sviluppa tra le pagine del diario di Xianlee. Non è una cronaca di viaggio, è quasi una conversazione sottobanco che non può avvenire alla luce del sole. Ma, più di tutto questo, è la verità. La verità che, infine, viene data in pasto alle fiamme.

Un'altra cosa che ho apprezzato molto è il modo in cui non spieghi. Il punto di vista è interno, quindi molte cose vengono date per scontate, in primis l'assetto geografico-politico del mondo nel quale ci troviamo così bruscamente proiettati. Ovviamente sono aspetti che il lettore non può sapere, e questo provoca un affascinante senso di smarrimento. È proprio come se, rovistando tra le scartoffie di una biblioteca, ci trovassimo per caso tra le mani questo diario polifonico, e dovessimo dedurre, estrapolare, assemblare le caratteristiche di questo mondo che ci è tanto lontano, almeno quanto è vicino e familiare ai narratori.
Ad esempio, dall'incipit di ogni "lettera" possiamo cercare di dedurne il calendario. E già dalle primissime righe ci sorge un fiume di domande: chi sono gli Eitiem? Cos'è l'alto consiglio di Shè? Chi è Maliga? Parrebbe un dio ma... Chissà.
Trovo quindi che anche questa sia una scelta coerente con la modalità di narrazione che hai adottato: infatti non sarebbe stato credibile, a mio avviso, che i personaggi sprecassero righe preziose a illustrare (per esempio) in quale paese ci troviamo, o a fornire dettagli in più sul deserto di Anzorg, su Crommeal, o sul maestro Lygoth (perché ovviamente la voce narrante sa benissimo di chi sta parlando): non c’è nessun dettaglio superfluo tra queste pagine, solo lo stretto necessario viene nominato perché deve essere nominato, ma non a scopo di illustrare e descrivere.
Il rovescio della medaglia è che, ovviamente, il lettore tende un po' a perdersi tra i nomi, ma è una conseguenza necessaria, perché è proprio questo smarrimento a farti rendere conto che ti trovi davanti a qualcosa di antico, di perduto, di obliato, di altro, e a farti approcciare alla storia con uno spirito quasi filologico, o comunque indagatore, per cui occorre fare attenzione ai particolari e metterli assieme, per poter ricostruire. Tuttavia, i particolari contestuali rimangono comunque ridotti all’osso. Che questo sia coerente o meno con questa sorta di formato epistolare, se devo esprimere un punteggio in termini numerici non posso darti più di ciò che ti ho dato. Non posso darti di più ma neanche di meno, perché ho comunque apprezzato, ad esempio, descrizioni come quella delle Driadi. Oppure mi piace a volte come descrivi sommariamente (scelta opportuna, trattandosi questa di una narrazione retrospettiva) il percorso che il gruppo si è lasciato alle spalle, o la via che lo attende. E a proposito di queste descrizioni sommarie, mi viene in mente che un po’ tutti i capitoli del diario sono quasi ridotti all’essenziale, o comunque non si entra mai troppo nel dettaglio, piuttosto si fa un breve riassunto di quel che è successo, magari ci si sofferma su particolari che paiono insignificanti, ma che vengono comunque citati perché toccano il narratore in prima persona. È sempre una scrittura scarna, frettolosa, urgente quasi. E credo che sia perfettamente credibile, visto che si sta parlando di capitoletti scritti presumibilmente in una sera durante dei tempi morti – che credo non abbondassero, in una missione di questo genere.

Mi piace come Fas non venga dimenticato nel corso della storia. È un personaggio uscito di scena ancor prima dell’inizio del racconto, come lettori non sappiamo nulla di lui, e dato che è fuorigioco dal principio non ci interessa sapere nulla di più. Ma ciò non vale assolutamente per chi sta narrando, che eventualmente nutriva anche affetto o simpatia nei suoi confronti. Trovo che questa sia un’altra scelta coerente: il fatto di non gettarlo nel dimenticatoio, ma di continuare a renderlo presente nella mente dei personaggi, e ovviamente nel loro diario, che riflette i loro pensieri. Insomma, mi sento in dovere di farti una nota di merito per l'attenzione che dedichi a particolari come questo.

So che, purtroppo, lo stile è un giudizio ampiamente soggettivo. Ho pensato di toglierti un mezzo punto perché in alcuni punti (scusa il gioco di parole) non mi fa impazzire il modo in cui scrivi i dialoghi, o i pensieri. È colloquiale, ma un colloquiale forse un po’ forzato, alcune volte. Tutto il resto, soprattutto le descrizioni, è scritto benissimo, e non ci sono problemi di chiarezza. Oltre a questo, rimane il problema che secondo me non sei stata molto abile a far risaltare la personalità dei narratori man mano che questi prendono in mano la penna: le loro parole, pur foriere di pensieri e punti di vista contrastanti, sembrano pronunciate con lo stesso tono.

Ma ora abbandoniamo questa piccola, antipatica nota tecnica per passare al pezzo forte.
Non smetterò mai di lodare il finale. Il finale e il modo assolutamente discreto e raffinato con cui periodicamente il titolo "risbuca" tra le righe. Vorrei dirti brava all'infinito, e forse renderebbe meglio l'idea piuttosto che i paroloni che sto per dire ora.
L'effetto sorpresa è riuscito magnificamente. Quando la folla inizia a inveire contro Xianlee, la nostra tranquillità, con la quale ci eravamo preparati a leggere un classico finale trionfale, viene di colpo spezzata, e ci si inizia a chiedere il perché. Come possa essere successo. E subito la verità degli eventi ci viene svelata come una cascata, riga dopo riga capiamo la visione falsata cui inneggiano i "crommealiani", mentre noi, impotenti, abbiamo in mano la retta chiave di lettura. Noi che abbiamo potuto leggere il fatidico diario, prima che Ardniss lo bruciasse. A maggior ragione dopo aver letto il finale, non posso che lodare ancora una volta l'espediente narrativo del diario. Non è una scelta accessoria o slegata dalla trama, come si potrebbe pensare a un primo approccio, ma contribuisce in modo significativo allo svolgimento del finale.
Con questa conclusione più che inaspettata sei davvero riuscita a stupirmi come nessun’altra storia in gara ha fatto. Sei riuscita a stupirmi e, allo stesso tempo, mi hai fatto riflettere. Ardniss non è un mostro, è un uomo vigliacco che siede su un trono edificato su menzogne. Ma potrebbe addirittura divenire un personaggio carismatico, un personaggio carismatico dal passato oscuro. Quanti ne abbiamo visti di così, quanti ne abbiamo amati di personaggi simili, e in quante storie? So che sembra strano da dire, ma questa è un’altra delle cose che, secondo me, ha contribuito all’assoluta bellezza di questa conclusione: il sentore che, dopo tutto questo, la storia continui con Ardniss, che diventi lui il protagonista, lo scrittore, il re (re lo è già diventato), e che tu ci abbia messo sotto agli occhi solo il prezzo che Ardniss ha dovuto pagare per la sua ascesa. Un prezzo di menzogne e, sì, in quelle ultime righe io vedo anche un prezzo fatto di sensi di colpa.
Per questo immagino che la corona che graverà sul suo capo sarà piuttosto pesante ma, in fondo, quale corona non lo è?

Silvar

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