Recensioni per
Non mangiarci
di emmevic

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
18/08/14, ore 22:11

Questa drabble è unica nel suo genere: non avrei mai pensato a qualcosa di simile, sono sincera. Hai scelto di analizzare un momento estremamente particolare - un sentiero inesplorato, a quanto ne so - e ne è venuta fuori una riflessione cruda, una verità che definireiautoevidente.
Già il titolo è un ossimoro perfetto, rende alla meraviglia la scissione interiore di Annie; lei è il gigante che mangia - il lupo - ma fa anche parte di quella piccola particella "ci" che la rende vittima di se stessa - il gregge. Hai portato avanti questa metafora - con grande sapienza narrativa, ovviamente - questo contrasto d'immagini per tutta la drabble, per poi arrivare a concluderla in un cerchio perfetto:

E quando il recinto si apre, entrano i lupi.
Addio, pecore. Addio, per la seconda volta.


Ecco, ho letto queste frasi finali col groppo in gola: è possibile che io ci abbia letto dentro rimpianto, sofferenza, rancore? E' davvero possibile che tu sia riuscita a rendere l'IC di Annie così alla perfezione da farmi venire i brividi? Ci ho visto le spalle curve di chi sopporta un destino ineluttabile, gli occhi che vorrebbero chiudersi davanti a uno scenario così bestiale.
Altra chicca che ho adorato del tuo lavoro - come dicevo nell'attacco -  è la prospettiva inusuale che hai scelto: inutile dirlo, ma l'immagine di una Annie che si ferma a riflettere alla vista delle mura di Trost è affascinante e inusuale. Ho scorto la sua mente analitica e precisa che registra le informazioni e i dati, fino ad assimilarli: sa quanto siano alte quelle mura, sa di quanto la superino - in entrambe le sue forme -, sa che bastano dieci centimetri in più per infrangere ogni speranza del genere umano. Ma, nonostante questa cura quasi maniacali per quei dettagli, Annie sembra spaventata - ancora non ho deciso se questo è il termine giusto - : è sopraffatta da tutte quelle cifre, s'inganna di dominare la ferrea logica numerica, ma il suo cuore è ancora umano. Non so se questa considerazione è del tutto fuori luogo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensi in proposito! Stai a vedere che ho toppato alla grande.
Perdona le frasi sconnesse di questa recensione - ho perso un po' il filo mentre la scrivevo - ma questa storia mi ha lasciato tanto e ancora stento a crederci.
Un bacio,

Ayumu

Recensore Master
17/07/14, ore 18:07

Sono così contenta che tu abbia scritto questa fiction pensando ad Annie (quanto mi piace! ♥︎); è la prima volta, poi, che trovo una storia dove ci sia lei, in questo fandom, e notare che è la tua ad avermi in qualche modo "introdotta" al suo personaggio - nel mondo di EFP - mi rende ancora più felice!
Hai ribadito con efficacia tutta l'impotenza che si nasconde all'interno di quelle mura - che si protendono verso Dio, l'Onnipotenza; quasi un delirio umano di superiorità, di fronte alla snaturata voglia di distruggere che caratterizza i giganti.
Gli uomini, come hai ben scritto, non sono altro che un gregge spaurito che si sente al sicuro, fintanto che i cinquanta metri reggono; quando dieci di troppo sovrastano anche quella barriera che sembrava inviolabile, allora, le pecore capiscono che è la fine, che il loro destino non è tanto dissimile da quello di un banchetto.
Annie, poi, fra la massa scioccamente sicura di poter scampare al peggio, è l'unica a capire quanto quelle recinzioni siano inutili. Sono sicura che quando le ha scalate per la prima volta, le vertigini non siano state dovute solo all'altezza fisica, ma anche a quella "interiore": guardando dentro se stessa, probabilmente, deve aver provato un terrore persino maggiore di quello causato da un muro alto trentatré (o tre) volte più di lei.
Meravigliosa riflessione, questa drabble! Semplice, precisa, scorrevole e nitida, eppure capace di far pensare tantissimo! Beh, questo è uno dei tuoi tanti poteri, in fondo ;)
Un bacione ♥︎

Ophelia