Hysterical Weapon, lo so, sono in ritardo maledetto anche se tu non lo sai, nel lasciare questa recensione che mi faceva diventare bollenti le punte delle dita ogni volta che provavo solo a pensare a quali parole mettere in fila per commentare questa storia.
Perché come faccio a dire qualcosa di sensato su questo? Su loro? Sui cieli grigi che ogni tanto sfumano anche su Huntington Beach, e lo schifo di starsene in un letto vuoto sentendosi soli, irreparabilmente soli?
Diciamo che mi hai dato un buon motivo per tornare a leggere fanfictions - anche se è un motivo doloroso, lentamente e inevitabilmente doloroso come il coltello che Matt vorrebbe piantarsi fra le costole. Il coltello che tu hai reso parole ( e chiamiamolo pure guilty pleasure, ma fa un male cane, sappilo).
"Glielo domandava sempre quando si sentiva un po' giù, quando era bisognoso di conforto, e Matt pronunciava un certo sussurrato tutte le volte, mentre il fiume di parole che gli galleggiava all'altezza della gola non poteva fare altro che prosciugarsi col tempo."
Ho letto questa frase e mi è sembrato di annegarci dentro. Hai reso perfettamente una condizione in cui qualsiasi persona si ritroverà quasi costantemente nel corso della sua esistenza: preso a schiaffi in faccia dalla contemplazione di qualcosa di inesplicabile, impenetrabile, e tutta una serie di altre parole che non spiegano un emerito cazzo e complicano ancora di più quello che in un altro universo è forse facile da comunicare, e cioè che qui c'è un anima che non saprà mai fondersi con un'altra, per quanto lo desideri disperatamente, anche solo sul piano della comunicazione verbale, e
... e mi distrugge, questa cosa. Non riesco ad afferrarla neanche se mi sporgo dall'ultimo piano, eppure anche solo scorgerla attraverso le tue parole è terribilmente doloroso, inaccettabile. Però vero.
Bravissima, e grazie.
Gatto |