Mia dolce mordicchia! Come la Ukki aveva saggiamente vaticinato, anch'io sto finalmente recensendo questa storia ;3
Ti avverto, questo sarà la recensione più lunga che tutto EFP abbia mai visto. Non sto scherzando.
E premetto che, non essendo questo il mio fandom, la mia risposta emotiva non è stata quella di una fan del pairing o perlomeno dei One Direction.
Ma, nonostante ciò, la storia, specialmente nel finale, mi ha presa a tal punto da avermi strappato le famose Incontrollabili Reazioni Fisiche da Storia Appassionante (I.R.F.S.A.): sbracciamenti, pugni sul petto alla King Kong e - ah ah ah - grida soffocate di dolore e incredulità, con conseguente sconcerto dei parents. Ebbene sì, mordicchia, il mio cuore ha fatto CRACK!
Ma continuiamo! In conseguenza di quello che stavo dicendo, da brava profana delle Larry in questa recensione non mi esprimo sul pairing, sui personaggi e sulla qualità della caratterizzazione. Mi limito a notare che, come ti ho già detto e continuo a dire, sai dipingere magistralmente l'intimità tra questi due. Infondo non importa di chi si sta parlando, tu sai rappresentare l'amore. Non è un'abilità scontata. Non tutti lo sanno fare; almeno, non con questa grazia.
Essendo in territorio straniero mi trovo più a mio agio nell'esprimermi sulla trama, sulla tua scrittura e sul tuo stile - insomma, su come hai dato forma a un AU che, catapultando i personaggi in una situazione estrema, ti ha dato la possibilità di cogliere le loro personalità e il loro rapporto in una forma più pura, più intensa rispetto al loro contesto canonico. E con questa mossa, a mio avviso, hai elevato un intero filone.
GENIACCIO.
Ed è in effetti un peccato che un'idea talmente buona sia stata costretta nelle dimensioni di una oneshot, un po' riduttive per le sue potenzialità.
La brevità ha avuto come effetto quello di costringerti a un climax della storia amorosa troppo rapido, un po' alla Romeo e Giulietta, che poteva rischiare di irritare il lettore più accorto... fino alla brusca interruzione della sospensione dell'incredulità.
Eppure secondo me la storia, così concentrata, rende meglio. Ammetto che i racconti brevi sono la mia forma preferita di narrativa, ma ribadisco: è questo il suo formato.
Penso anche che questa storia la si apprezzi a pieno solo alla seconda rilettura. La prima serve ad ambientarsi in un contesto a noi estraneo (e essendo un AU, ancor più straniante), e soprattutto a digerire il finale.
Alla seconda rilettura si notano le vere qualità di questa storia. Mi soffermo su una in particolare che ho apprezzato moltissimo: hai disseminato il testo di tanti tocchi di realismo, come bricioline di pane, per farci orientare in un ambiente e in un'epoca storica di cui almeno io conosco ancora poco, ma in cui ci siamo addentrati rassicurati, appunto, dalle tue bricioline. Parlo della nomenclatura delle armi, della storia dell'estrazione di Louis, intrisa di amaro umorismo, dei morsi pruriginosi dei ragni, del fango e della paura e del dolore e molto, molto altro. Hai conquistato la mia fiducia soprattutto grazie a questo: perché a nessuno piace leggere una storia ambientata nel passato che sia priva di coordinate; ci fa sentire persi e, lo posso dire, presi per il culetto.
Ed è sempre alla seconda rilettura che si apprezza, ebbene sì, il testo in sé. Le frasi: ce ne sono di meravigliose. Potrei citarne a decine, di meravigliose.
Nella prima parte del racconto (pre-Harry) prevale la descrizione del conflitto nella sua cruda violenza e insensatezza: Louis che, camminando, deve far attenzione a non calpestare i cadaveri disseminati a terra; i rantoli dei vietnamiti morenti trasportati nelle lettighe dai connazionali, i loro ultimi movimenti prima di spegnersi. La tua critica alla guerra non è espressa esplicitamente (in tal caso sarebbe stata ridondante e puallosa), ma nella mera descrizione dei fatti. Geniogeniogeniogenio.
Oppure quando Louis perde di vista i Vietcong: ci fai raggelare, totalmente immedesimati in lui, non tramite svisceramenti di stati d'animo melensi e pseudo-psicologici (non avrebbe funzionato PER NULLA), ma di nuovo semplicemente tramite la descrizione dei fatti - e accidenti se la situazione non è così drammatica da farci stare in pena per lui!
E poi entra in scena Harry. Un momento molto intenso ma che, per qualche ragione cavillosa che purtroppo mi sfugge, non ho apprezzato quanto la prima parte. Eppure anche qui la tensione, il coinvolgimento e l'abilità con cui è reso il tutto sono grandiose.
La volontà di Louis di aiutare il nemico, anche se evidentemente originata da semplice empatia e fraternità umane, potrebbe essere meglio motivata, magari da ragioni prettamente personali - ma forse mi sfugge qualcosa di sottinteso in quanto non esperta del fandom. Così, a me che sono il massimo del cinismo, mi sa un po' di buonismo, mi stucca. Lo so, sono proprio una stronzolina. Ma secondo me ogni nostra azione, per quanto buona, ha motivazioni individualiste.
La scena erotica, che dà quel bel colore rosso al rating, è molto ben fatta. Mi stona un po' col resto della storia, devo dire, ma non starmi a sentire, sono scema. Secondo me dovevi enfatizzare la portata simbolica di un amplesso tanto appassionato, che si consuma per meraviglioso contrasto in un magazzino fatiscente: l'amore che nasce da, e nonostante, le macerie della guerra. Ma anche qui c’ho torto io, a ben vedere: descrivendo Harry come "il bocciolo di rosa" scovato da Louis nella disperazione del conflitto, racchiudi in poche, risonanti parole, in quella bellissima immagine del bocciolo di rosa, questo concetto molto potente, e con sobrietà e grazia.
E poi, ehm ehm, vogliamo parlare del finale? Ho quasi trovato la morte in un attacco particolarmente violento di I.R.F.S.A.! XD
Il mio sesto senso femminile me lo aveva suggerito fin dall'inizio che prima o poi uno dei due sarebbe morto, e Harry aveva ancora troppe cose da imparare per uscire di scena. Per cui non è stato questo ciò che mi ha sorpreso.
La vera maestria sta nel dare alla storia un finale circolare, all'insegna del tanto famoso adagio: nessuna buona azione rimane impunita.
Per il lettore l'identità dell’assassino ha un impatto emotivo e dei risvolti etici talmente intensi che ridefiniscono l'intera storia proprio nel finale, quando il colpo di scena sembrava esserci già stato, quando avresti detto che il racconto aveva ormai dato tutto quel che aveva da dare :')
Come hai potuto vedere, non stavo scherzando, all'inizio: questa recensione è un poema. Se fossi così prolifica anche nella scrittura metà delle mie crisi creative avrebbe già trovato una felice risoluzione. Eppure provo ancora l'irritante sensazione di non aver detto tutto. Inquietante, eh?
La tua bravura è... è... insomma, mordicchia, si è ormai capito che penso che tu sia GRANDE.
Perciò honey... KEEP CALM AND CARRY ON WRITING ;-*
Con tanto affetto, biscotti, e panda coccolosi,
dinosauri_snodabili, ovvero
la Marti <3
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