Arrivo qui alla “rovescia”, dopo aver letto gustato e recensito “Trio”. Colte le informazioni sul fatto che è stata preceduta da “Aforismi”, allora…eccomi. “…Sherlock sbatte le palpebre un paio di volte…Speravo in una tazza di tè…John scuote la testa…Sherlock sorride…”: la musica è l’atmosfera e il duetto è l’alternarsi di cenni e brevi frasi tra i due, con un denso sottointeso che scorre tra le parole apparentemente banali. E’ l’inizio quasi “pizzicato” di questa tua storia, leggero ed elegante. Poi il quadro cambia ed è dominato dallo scambio teso, ma elegantemente ridotto a cenni, tra Sh e Mycroft. Se tu suoni così bene come scrivi, Clockwise, decisamente il piacere di leggerti è triplicato nell’immaginare anche come tu possa costruire gli sfondi musicali alle tue parole… ”…Dondola il piede a tempo, preciso e puntuale come un metronomo…Gli occhi di Sherlock guizzano sul pentagramma…impetuoso e inflessibile e fatalmente elegante…”: potrei aggiungerne altri di esempi come questi per confermare l’accuratezza della scelta lessicale, l’efficacia nel ritrarre, con pochi tocchi, i personaggi. Perfettamente IC, e anche questa è efficacia, almeno per me che non amo molto gli sconfinamenti in altre caratterizzazioni rispetto al modello di partenza. “…impetuoso e inflessibile e fatalmente elegante…”: l’ultima descrizione, poi, già citata, è una delle più calzanti che si possa attribuire sì ad un violino ma, e sicuramente è quello che intendevi, soprattutto al consulting. E non ti sei limitata solo a quella pennellata:”… superbo, elegante e malinconico e struggente e orgoglioso e superbo e infinitamente distante…”. Qui chi vuol bene alla lingua italiana ti fa decisamente un applauso a scena aperta…Oltre a questo, ovviamente, si va via via delineando la disperata caduta di Sh verso una pesante sconfitta umana, Myc lo sa, che potrebbe costargli la vita. Scena seguente: l’animo di Holmes junior è devastato ma, di fronte a John, sempre così “in superficie” e leggero, tenta di assumere un tono indifferente, ironicamente amichevole (“…Non dirmi che stai scappando dalla tua dolce consorte…”). Ma il risultato è stridente e patetico, anche se, per un attimo la chiamata di Greg lo distrae dall’abisso che ha di fronte (“…Sherlock nasconde un sorriso…”). Consolante, però, la conclusione di questo capitolo: John è sempre la mèta, nulla sembra perduto. |
Mi piace come inizio. Insomma, lo Scerlock è quello della terza stagione (giustamente visto che è ambientata durante quella), e forse io preferisco lo Sherlock dell'inizio, con un' emotività ancora meno "risolta" e più sotterrata ma... Hai scritto bene del violino, John è adorabile Mycroft... Ce lo mostri molto giovane XD un filo meno freddo. Be' vediamo, vediamo che ne viene fuori. |
Oh. Oh. Ohhhh. Io a "bequadro" ho uggiolato di gioia e comprensione. Quei dannati bequadri, io ti capisco, Sherlock, anche se non ho tredici anni e il mio strumento è appena appena meno capriccioso di un violino, ma come li conosco il dolore dei calli e la frustrazione di quella stessa nota sempre sbagliata! Sempre nello stesso punto! (E' un dannato do diesis, l'anulare proprio non ce la fa a spostarsi in tempo dalla seconda alla prima corda, dannazione!) |
Ciao! |
Ciaaao, pensavi di esserti liberata di me? |
triste! |
I will go doooown with this shiiip *non sa se sta parlando del Johnlock o della Violinlock* |
Aw, che cosa cariiiina. Oltre al fatto che la mia ignoranza in fatto di musica classica sta acquistando dimensioni spaventosamente gargatuesche, è tutto scritto benissimo. Davvero. |