Recensioni per
Amanti fra i banchi di scuola
di MartinaKurata94

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
18/09/14, ore 12:46

Ciao! Purtroppo per motivi lavorativi e scolastici non ho molto tempo per seguire le nuove storie della mia sezione preferita, ma appena mi è possibile cerco di dare un'occhiata, infatti eccomi qui.
Per ora ho letto solo il primo capitolo, quindi mi limiterò a commentare questo. Innanzitutto ti consiglio di inserire la nota AU, in quanto la tua storia è un universo alternativo, slegato dalla storia reale, e anche "What if".
Poi, personalmente, migliorerei anche la descrizione della storia, che è priva di segni di punteggiatura e presenta anche degli errori (un amore va senza apostrofo! E si è alle prese con qualcosa e non di qualcosa).  Sono piccole accortezze che però giocano a tuo svantaggio perché il lettore non è attirato a leggerti, se già vede gli errori.
Ho preso degli appunti tratti proprio da questo primo capitolo che spero tu non prenda a male, sono cose che un lettore (io) nota ed essendo "colleghe" in questo sito mi sembra giusto darti qualche dritta per migliorare.
In primis vorrei farti notare i nomi dei personaggi. Ecco, Kodocha/Rossana ha questa duplice possibilità di utilizzare i nomi giapponesi del manga o i nomi modificati per la versione televisiva, l'importante però è .. Scriverli giusti! Ad esempio nel primo capitolo Heric ha cambiato cognome due volte, e nessuna delle due era corretta. Se hai qualche dubbio, nella sezione di Rossana nella barra di ricerca puoi selezionare "Personaggi". Rileggili ed imparali, perché anche questo ti fa perdere punti! Inoltre, i nomi propri vanno sempre con la lettera maiuscola, sia per quanto riguarda le persone che, ad esempio, i nomi delle due scuole superiori che hai citato nel primo capitolo.
C'è anche un uso pressoché minimo di punteggiatura che rende la tua storia difficile da leggere. Sei anche molto sbrigativa nella descrizione, ti faccio un esempio.
"La sveglia suonò alle sei e cinquanta, mi alzai, andai a fare una doccia, mi infilai una maglietta grigia, dei jeans e le blazer e corsi a scuola".
"Mi rigirai un paio di volte nel letto, cercando a tentoni la sveglia sul comodino -- quell'aggeggio infernale mi stava facendo impazzire -- e ci misi qualche minuto buono prima di trovarla e spegnerla, come confermò il display che segnava già le sei e cinquanta. Mi liberai svogliatamente delle coperte e realizzai che l'unica soluzione per non sembrare un idiota addormentato già il primo giorno di scuola era concedermi una bella doccia fredda. Dopo che il getto d'acqua mi sciolse i muscoli e riattivò i pensieri mi asciugai sommariamente e, con ancora i capelli gocciolanti, mi infilai la prima maglia che mi capitò e un paio di jeans, così almeno non avrei dovuto perder tempo a pensare agli abbinamenti cromatici. Le mie fedeli blazer mi attendevano nella scarpiera, così, dopo un veloce controllo allo specchio dell'ingresso, decisi che ero pronto per andare a lezione."
Purtroppo il primo sembra un elenco. La scrittura è scarna, robotica e priva di personalità/stile. Nel secondo caso hai le stesse informazioni, ma la differenza è abissale. La tua storia è scritta in prima persona, quindi a maggior ragione non puoi fare elenchi di azioni prive di commenti, perché mentre il tuo protagonista compie quelle azioni pensa delle cose, commenta e definisce ciò che gli capita intorno. E' tutta questione d'esercizio, basta solo impegnarsi un po'.
Quando scrivi, se hai dei dubbi, è sempre meglio consultare un dizionario. Ce ne sono decine e decine che puoi consultare comodamente online e gratuitamente; te lo dico perché ho visto che hai problemi con alcune doppie (mi viene in mente perfezione, che nel testo avevi scritto sbagliato) e coi plurali. Controllali, perché ci perdi un secondo ma migliorano la tua storia. Discorso analogo per l'apostrofo, sia per gli articoli determinativi che indeterminativi. In particolare penso non ti sia chiara la regola per apostrofare un: "un" vuole l'apostrofo solo e soltanto quando il sostantivo che segue è femminile. Quindi se è maschile non ci va mai e poi mai. "Un alunno" "Un anno" "Un altro". "Un'alunna" "Un'annata" "Un'altra". Se hai dubbi per il genere di un sostantivo, anche in questo caso, consulta il dizionario, ti dirà se è maschile o femminile. Dopodiché applica questa regola ed il gioco è fatto.
Un altro errore ricorrente è il passare dal passato remoto al presente. Ti riporto una tua frase: "OOh finalmente fumo una sigaretta pensai tra me e me, esco dall'edificio e mi accendo la mia bella camel blu" (Grammaticamente parlando, l'avrei scritta così: "- Oh, finalmente posso fumare una sigaretta - pensai (tra me e me è ridondante, io lo toglierei). Uscii dall'edificio ed accesi la mia bella Camel blu.") il tempo dell'azione non è cambiato, ma la tua frase inizia col passato remoto e termina addirittura col presente. Tieni a mente: se inizi con un tempo verbale, cerca di mantenerlo.
Un piccolo appunto anche per quanto riguarda i dialoghi: qui ti dico che è meglio sistemare l'html, altrimenti è tutto molto confuso. Inoltre sono sempre e solo botta e risposta molto secchi, il che può andare per dialoghi brevi, se sono un po' più lunghi potresti interromperli con un po' di narrazione. Ad esempio:
- Scusa, hai da accendere? - mi chiese la ragazza.
Non appena la vidi scordai l'accendino, le sigarette, il mondo intero. Dovetti tastarmi la tasca posteriore dei jeans, fortunatamente c'era. 
- Certo - le sorrisi, allungandoglielo.


Mi sono poi imbattuta nel verbo cipollare che, te lo dico sinceramente, non avevo la più pallida idea di che volesse dire. Quindi ho fatto una piccola ricerca. Non ho potuto fare a meno di notare che il nome dei due istituti superiori in cui si svolge la storia mi sembrano molto reali, quindi li ho cercati su Google e ho scoperto che esistono davvero e sono di Bologna. Perciò ho tentato la sorte e googlato anche "cipollare verbo bolognese" e ho scoperto che il verbo è una forma dialettale di Bologna (per cui presumo tu sia della zona) che significa "toccare, armeggiare". Attenta quindi a non usare termini dialettali. Anche questo problema lo puoi risolvere cercando i termini nel vocabolario, altrimenti non riusciamo a capirci (nemmeno io che son di Venezia, quindi relativamente vicine!)
Ultimo ma non meno importante, all'inizio ho pensato si trattasse di una svista, poi mi sono resa conto che è un'altra cosa su cui hai dei dubbi: quando usare "a" e quando "ha", "o" oppure "ho". Che è un errore abbastanza grave.
Allora. "Ha" e "ho" sono forme del presente del verbo avere, quindi possono avere solo la funzione di verbo.
"A" è una preposizione semplice. Vado a scuola, penso a studiare.
"O" è invece una congiunzione disgiuntiva. Non so se andare al cinema o studiare.
Non è difficile decidere quale usare: pensa alla funzione che ha nella tua frase. E' il verbo avere? L'acca è d'obbligo.
Ok, ho esaurito tutti i punti che avevo stilato nei miei appunti.
Spero che questa recensione non ti scoraggi, l'intento con cui è scritta è quello di farti prestare maggior attenzione a ciò che scrivi in modo da scriverlo meglio perché piaccia di più a te, in primis, e poi magari anche agli altri.
Se mi è possibile continuerò a leggere anche i capitoli seguenti, per vedere se la situazione migliora o ti sei trascinata ancora questi errori.
Se hai dei dubbi sulle mie parole non esitare a contattarmi.

C.