Seconda classificata ex aequo: Danny di Melian
Grammatica: 9/10
A livello grammaticale la tua storia è quasi perfetta, non ho riscontrato nessun tipo di errore che si possa considerare grave, qualche virgola fuori posto, e soprattutto parecchi errori di battitura, ma suppongo siano dovuti alla distrazione.
Ci sono anche alcune frasi che andrebbero riformulate, non perché sbagliate, ma perché durante la lettura risultano un pochino ingarbugliate e pesanti.
Gli errori dovuti alla punteggiatura, mi sono accorta, sono dovuti ad alcuni periodi molto lunghi; ma per il resto ne fai veramente buon uso. Ho letto la storia senza nessun tipo di problema.
Con una rilettura accurata ti saresti resa conto anche tu di alcuni refusi, ma sicuramente, sono dovute al breve tempo in cui hai scritto il racconto, e soprattutto al fatto che la dovessi consegnare anche per altri contest, alcuni scadevano molto prima di questo.
Per il resto ti faccio veramente tutti i miei complimenti.
Di seguito ti riporto alcune delle frasi che andrebbero riformulate e ti segno gli errori di battitura, per quanto riguarda la punteggiatura è veramente poca cosa.
Daniel Monroe aveva quarantadue anni e, da quando era nato, era sempre vissuto nella stessa fattoria di periferia ai margini di quella campagna degradata da vecchie fabbriche che sputavano fumo nero dalle lunghe ciminiere senza sosta. ß questa parte di frase la riformulerei, per renderla meno ridondante.
Es: …degradata da vecchie fabbriche che, sputavano senza sosta, da ciminiere lunghe strisce di fumo nero.
pick up (ho fatto un po’ di ricerche per il web, alla fine sono andata a prendere il vocabolario d’inglese e lì pickup lo scrive tutto attaccato.)
Non credo ci stia tanto con la testa,», (qui, ho l’impressione ci siano troppe virgole, o dentro o fuori le caporali ^^.)
…prima che la cirrosi epatica gli spappolasse definitiva… (definitivamente – errore di battitura)
…ogni sera prima di coricarsi, costringengolo… (costringendolo - errore di battitura)
Dobbiamo pregare, perché solo così le nostre anime peccatrici potranno scampare il (al) fuoco dell'Inferno.
…gli ripeteva anche questo come una litania se lo sorprendeva a spiare le ragazze nella piazzetta giù in città quando andavano a fare la spesa da quando Daniel le aveva raccontato che, a scuola, aveva chiesto ad una ragazza di uscire e quella aveva rifiutato ridendo. ß toglierei il secondo quando, almeno eviti la ripetizione che rende pesante la lettura.
Es: …gli ripeteva anche questo come una litania se lo sorprendeva a spiare le ragazze nella piazzetta giù in città quando andavano a fare la spesa dal giorno in cui, Daniel le aveva raccontato che, a scuola, aveva chiesto ad una ragazza di uscire e quella aveva rifiutato ridendo.
…La sua decisione fu rapida: si appropriò il (del) corpo, lo caricò sul cassone…
…con impegno, e ottene (ottenne errore di battitura)
… Annabel fosse ancora vita (qui non so se volevi scrivere viva o in vita)
…C'era una pioggerella fine e insistente e una nebbia umida che spirava (innalzava - la nebbia si innalza, non spira)
…Quello splendido vestito di pelle umana lo aveva lo aveva ricongiunto… (credo che il secondo lo aveva sia di troppo.)
Lessico, stile, espressività:10/10
Io devo farti tutti i miei complimenti, scrivi veramente benissimo e la tua storia è volata via in un soffio, mentre la leggevo.
Il tuo stile mi ha catturato sin dalle prime battute, è incisivo e scorrevole, al tempo stesso sei in grado di descrivere l’ambientazione e quanto avviene senza risultare prolissa o ripetitiva.
Anche le frasi sono ben costruite, eppure mi sono accorta di una cosa, se tutta la storia è scritta molto bene, ogni tanto però, capita di imbattersi in periodi molto lunghi: la maggior parte sono perfetti, sia a livello di scrittura che di punteggiatura, ma anche alle migliori capita di perdersi.
Le ho segnate sopra, ma un paio di frasi andrebbero riviste, nella loro costruzione e leggendole mi sono sembrate un pochino ridondanti, troppo pesanti e stonavano con l’intera storia, che leggendola scorreva benissimo.
Ti muovi bene, usi le parole e le frasi in maniera appropriata, e sei riuscita a farmi immergere completamente in questa piccola città di campagna: l’ho immaginata come quei posti semi industriali, abbandonati e dimenticati da Dio, che si vedono in alcuni film americani. Luoghi grigi nel degrado più totale. E più leggevo, più questa campagna abbandonata e sterile appariva davanti a me. Hai uno stile veramente espressivo, in grado di catturare il lettore, affascinarlo e fargli venire i brividi. Ho adorato le descrizioni, come ogni singola frase della storia. Persino nella parte più macabra, che un pochino mi ha fatto venire i brividi non sono riuscita a staccare gli occhi da quanto avevi scritto. Guarda, non sono un’amante dello splatter, tanto o poco che sia, eppure sei riuscita a non farmi rivoltare lo stomaco, la storia mi ha messo i brividi, mi ha lasciato un pochino shockata, ma niente rivoltamenti di stomaco per colpa del sangue o di quanto faceva il protagonista, e questo è veramente un punto a tuo favore. Con maestria, posso definirla delicatezza sei riuscita a descrivere degli atti poco delicati.
Veramente molto brava.
Sviluppo della trama:10/10
Hai scritto una storia originale, cupa, tanto da mettermi i brividi. Sin dalle prima battute mi ha incuriosito, e mi chiedevo cosa fossi riuscita a creare, soprattutto perché, essendoti iscritta al posto di un’altra partecipante, e quindi avendo molto tempo in meno e non avendo potuto scegliere l’immagini con calma, ti sei dovuta accontentare di quella che c’era e a volte scrivere in questo modo è difficile. Invece sono felicissima che, sia l’immagini che la citazione ti abbiano ispirato, in maniera decisamente macabra, però lo hanno fatto.
Ho apprezzato molto il modo in cui è impostata la storia, la sua originalità, la trama in generale e come la portata avanti, e soprattutto come descrivi questo paesino, questa campagna così degradata. Mi ha fatto pensare ad un luogo fuori dal mondo, dove il tempo sembra essersi fermato. Come ho scritto, quelle campagne americane rimaste ferme nel tempo, dove la terra è sterile come la mente e il cuore delle persone.
La trama è avvincente, incuriosisce e si snoda in maniera lineare, ma con l’andare avanti sembra infittirsi e farsi più complessa con l’aumentare della follia del protagonista.
Anche se è una storia non troppo lunga, ho apprezzato il modo in cui hai affrontato i vari punti, la follia di Daniel, i suoi ricordi, il legame con la madre e da quello poi, quella follia dilagante che lo porta prima a diventare un profanatore di tombe e in seguito un vero e proprio serial killer.
Sono felicissima, perché hai compreso appieno quanto chiedevo nel bando del contest, una trama oscura, dove la follia dilaga, ma al tempo stesso una storia classica, un uomo folle che man mano si spinge sempre oltre, probabilmente del tutto inconsapevole che quanto sta facendo sia sbagliato.
Mi è piaciuto anche, e molto, il modo in cui Daniel ricorda sua madre, quella donna severa e distaccata, maggiore causa del suo stato mentale: attraverso i ricordi, nel modo in cui gli si rivolgeva, e alcuni avvenimenti che lo hanno segnato molto, ma soprattutto attraverso i pensieri della donna.
Il finale anche è perfetto, in altre circostanze forse avrei scritto che mi sarebbe piaciuto leggere i pensieri degli abitanti della città su chi pensavano profanasse le tombe; avvertire la paura fra la gente di questa campagna in degrado; magari anche qualche appunto sulle indagini per le sparizioni di diverse donne e quelli che poi sono risultati essere omicidi. Ma in una storia come questa, basata sull’introspezione, sui pensieri e sul rapporto che Daniel aveva con la madre, posso benissimo passare in secondo piano; essere accennati solo alla fine proprio come hai fatto.
Veramente un’ottima trama, e un’ottima storia, non fra le più originali, lo ammetto, ma stupenda per come sei riuscita a gestirla. Per come sei riuscita a entrare nella mente dell’assassino, e forse anche della vittima, perché Daniel è entrambe le cose, vittima di una madre possessiva che non lo amava.
Caratterizzazione dei personaggi:10/10
Daniel Monroe evolve nella tua storia.
All’inizio è un guscio vuoto, privo di anima, modellato da sua madre, guidato da lei, manipolato da questa donna fredda e distaccata che sembra incapace di provare amore e affetto per questo figlio silenzioso, timido e anche un po’ tonto, ma al tempo stesso è in grado ogni volta di sgridarlo e punirlo. Ed è proprio per colpa di questa donna, del suo comportamento, del suo essere arida, che si forma Daniel.
Hai creato un personaggio molto complesso, da ragazzo è succube della madre, incapace di opporsi a lei, al suo pensiero e al tempo stesso costantemente alla ricerca di un briciolo di affetto, di una parola gentile, di approvazione e amore.
In cuor suo fa di tutto per compiacerla, ma dentro di lui al tempo stesso sta nascendo il tarlo dell’odio.
Amore e odio, ecco cosa prova Daniel, e nel tuo racconto si comprende alla perfezione, ogni suo gesto, ogni suo pensiero, ogni sua decisione sono in funzione di sua madre, del suo ricordo, di quella costante ricerca di compiacerla e di ricevere in cambio una parole gentile, forse anche solo un sorriso.
Mi piace come personaggio Daniel, il modo in cui lo hai caratterizzato, silenzioso, distaccato, in un primo momento sembra anche innocuo. Leggendo la prima parte della tua storia si potrebbe pensare di tutto tranne che man mano si trasformi in un serial killer. Ammetto che in alcuni frangenti mi ha fatto un po’ pena, soprattutto quando hai inserito le parole di Annabel, mi saliva una rabbia solo a sentirla parlare, mentre lui ne era travolto, come fossero tanti schiaffi. Al contrario Daniel non era in grado di affrontarla, di contrastare questa donna dal volere di ferro.
Geniale è il modo in cui lo hai fatto evolvere, da ragazzo/uomo un po’ tonto, man mano si trasforma in un uomo vero e proprio, e come ogni uomo inizia ad avere delle pulsioni che non può tenere a freno o meglio che non riesce a tenere a freno; per anni lo ha fatto, sotto lo sguardo vigile di sua madre, ma ora che lei non c’è più non ha nemmeno più freni, e al tempo stesso non è in grado di distinguere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
Scopre di provare piacere disseppellendo le salme delle donne, soprattutto di mezza età, e in ognuna trova qualcosa che lo fa pensare alla madre, poi con il tempo questo non gli basta più. In cuor suo, inconsciamente è alla ricerca di contatto umano, di una donna, simile a Annabel, ma che al contrario di questa, gli dia la sua approvazione e un po’ di amore.
Inizia a rapirle, ma qualcosa scatta nella sua mente, desidera dei materiali più pregiati per le sue opere, e al tempo stesso inizia a provare piacere nell’ucciderle, ma soprattutto nel creare oggetti con ogni parte dei loro corpi.
Hai creato un personaggio complesso, dalle mille sfaccettature, un uomo che, forse in altre circostanze, vivendo con una madre differente: più affettuosa, più madre, e soprattutto meno religiosa e impaurita di rimanere da sola, sarebbe potuto essere felice e normale.
Voglio spendere due parole anche su Annabel, anche se non compare direttamente è una figura presente costantemente all’interno della storia e soprattutto nella mente di Daniel.
La odio! Credo di non aver provato tanta antipatia per un personaggio d’inchiostro. Mi è del tutto inconcepibile che una madre possa essere, come tu hai descritto lei.
Eppure, anche se la detesto, devo ammettere che è un personaggio decisamente ben caratterizzato, leggevo e l’avevo davanti, con il suo sguardo freddo e gli occhi carichi di disapprovazione.
Uno dei migliori personaggi di cui abbia mai letto.
Sviluppo della follia: 10/10
Hai scelto un argomento alquanto complesso da affrontare, questo rapporto malato madre/figlio, questa freddezza da parte di Annabel e la ricerca di affetto di Daniel, a pensarci è una cosa che si ritrova in molte letture e non solo a livello amatoriale, ma anche nell’editoria, basta pensare a Norma Bates e a sua madre; Norman Bates è il protagonista di Psycho.
Comunque, è un argomento complesso quello scelto da te, ma al tempo stesso non fra i più originali, però mi è piaciuto tantissimo il modo in cui lo hai trattato.
Come ho scritto nella caratterizzazione dei personaggi, Daniel evolve, cresce e assieme a lui anche questo tarlo che lo sta facendo impazzire. Il rapporto con sua madre, la ricerca di amore e approvazione sono divenuti un’ossessione e nel momento in cui lei è venuta a mancare qualcosa dentro di lui si è spezzato. Per la prima volta è finalmente libero, libero dalla sua presenza, dalle sue parole e dal perenne disappunto, eppure rimane aggrappato al suo ricordo e a quel desiderio di approvazione.
Daniel era precipitato in un circolo vizioso, in questa sorta di amore e odio, dal quale non riesce a fuggire, e sfoga tutta la sua frustrazione prima su dei corpi inermi e in seguito su donne indifese, fino a quando, raggiunto il punto di non ritorno, dove non è più in grado di pensare, pone fine alla sua stessa vita, ma anche in quel caso il suo ultimo pensiero vola ad Annabel.
La follia in questo racconto è palpabile, si avverte in ogni riga, come l’ansia che sei riuscita a far trapelare da ogni riga, man mano andando avanti mi hai veramente messo i brividi, mentre Daniel perdeva cognizione di sé, di quel che faceva e di cosa era giusto e sbagliato.
È folle, eppure in ogni suo movimento, in ogni decisione è completamente freddo, consapevole di quello che deve fare, come muoversi e anche le donne che desidera rapire, basta vedere su chi è ricaduta la sua prima scelta: Margareth, così simile di aspetto ad Annabel, e al tempo stesso terrorizzata da Daniel.
***
Ed eccomi alla fine di questo lungo commento, spero di non essere stata troppo confusionaria, ma di solito accade quando apprezzo una storia, e la tua l’ho apprezzata in particolar modo.
Mi è piaciuto come ti sei lasciata ispirare dall’immagine, e soprattutto mi è piaciuto come ti sei lasciata ispirare anche dalla citazione di Erasmo da Rotterdam.
Mi hai inviato un ottimo lavoro, un unico consiglio, non lasciarti prendere troppo dalla fretta, ho notato che per consegnarla in tempo anche ad altri contest ti sono sfuggiti un sacco di piccoli errori di distrazione che con un’attenta rilettura si sarebbero potuto evitare.
Ovviamente non tolgono nulla alla storia, che è un piccolo gioiello, veramente bravissima.
Totale: 49/50
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