Salve cara! Sono qui per lo scambio di recensioni!
Dunque, amando alla follia la poesia, non posso non esser rimasta colpita dalla tua, che con una semplicità maestrale e con parole mirate, riesce a descrivere l'amore puro ed eterno che un ragazzo, uomo, riesce a provare verso la sua dolce metà, colei che riesce a scatenare in lui emozioni contrastanti e bellissime nella loro pacata complicata essenzialità.
Vorrei analizzare pari passo con te questo splendido scritto, che hai pubblicato! Iniziamo dalla prima strofa:
"Alle tue lunghe ciglia blu
ho parlato,
soffiando via la polvere
e le rughe sugli occhi
per gli anni passati a nasconderti."
Il tuo stile, come già detto su è essenziale e molto semplice, ma allo stesso tempo riesci a dare una grande e complessa profondità a tutto ciò che scrivi. Qui il tuo innamorato cerca di risolvere la questione del tempo- passato a giocare e non ad amare veramente, soffiando la polvere di una clessidra rotta, dalle splendide ciglia blu di questa donna. Ho notato che il colore ricorre, e in un certo senso è qualsi simbolico, per 'amore di questi due e per rappresentare la figura evanescente di questa donna.
"Non ho potuto sciogliere
i nodi delle tue membra stanche,
portare via il dolore dal tuo viso
non ho potuto."
Qui è presente un forte senso di perdita e dolore, che in qualche modo modifica l'amore eterno che prova questo ragazzo per la donna, e che nonostante lotti per riaverla indietro, non riesce ad afferrare la sua figura e a fermare lo scorrere del tempo.
"Spero che tu sia stata felice
nel tempo che mi hai regalato
nel tempo che ti ho rubato."
L'invocazione per la felicità della persona amata, s'incastra perfettamente con l'inesorabile malinconia, e il dolore nel perdere questo vorace sentimento. Sembra quasi che l'innamorato si scusi per ciò che le ha rubato e che cerchi di rimediare augurandole una felicità pretermessa ma mai vissuta appieno.
"Ti vedo sempre,
dietro le mie palpebre le tue palpebre diafane.
Ti rivedo nei rettili a sangue freddo
che strisciano nei buchi,
con le loro lingue rosse e saettanti,
inequivocabilmente belle."
Qui vi è l'associazione di animali a sangue freddo, e in un certo senso ho quasi captato una sorta di accusa contro l'amate che, proprio come un animale a sangue freddo, alla percezione del calore si è ritirato fino a quasi scomparire, in luoghi gelidi e ricchi di insidie. E lui la rivede lì, fra ombre ed oscurità, pronta a fuggire e a farsi lambire dalla paura.
L'ultima strofa è sicuramente la più straziante e quella che conclude in bellezza l'intero testo poetico: ha lottato per il suo amore, per il loro, cercando di salvarla con unghie e denti, dal dolore che viveva, cercando di riportarla in superficie e di farla vivere per sempre, un'ombra costante del suo ricordo!
Questa poesia è davvero ben scritta e rappresenta in modo a dir poco realistico ciò che si compie per il leggero ed insidioso odore del'amore.
Complimenti!
Ireide |