Buongiorno.
Sono diversi giorni che pondero al pensiero di lasciarti un commento, ma mi sono sempre trattenuta. Non ho quasi mai lasciato recensioni critiche fin da quando sono sul sito perché, credimi, non mi piace farne. Sono stata spesso criticata a mia volta e non mi ritengo così esperta da poter giudicare gli altri perché di errori ne commetto anch’io, spesso e volentieri. Ma se c’è una cosa che proprio non sopporto e a cui proprio non riesco a passare sopra è l’ispirazione non accreditata. Perché le somiglianze possono esistere fino a un certo punto, dopodiché smettono di essere somiglianze. Anche perché mi sembra veramente assurdo che guarda a caso ti vengano le idee sempre uno o due giorni dopo aver letto le mie storie.
Dici nelle note che l’idea di scrivere sui due coniugi Hawthorne da ragazzi ti sia venuta per caso, e che non sai come sia potuto succedere visto che sono due personaggi bistrattati, quando ho pubblicato una storia su di loro meno di due giorni fa. E oltretutto mi assicuri pure di averla letta, grazie alla frecciatina che mi hai fatto sulle quattro lettere nelle note, visto che la mia storia è interamente incentrata su quel dettaglio. Per non parlare della caratterizzazione che hai dato a Ian che è sputata a quella di Joel. Il modo scanzonato con cui si presenta a Hazelle è lo stesso con cui si presenta a Ivan nella mia storia, l’indole ribelle esasperata e il modo in cui si mette nei guai con le autorità è tale e quale a quello di Joel nel “Ribelle” - che tu hai letto e recensito, per inciso. Perfino la frase di chiusura ricorda quella della mia storia, con la riflessione in corsivo da parte di Hazelle in cui si riferisce al ragazzo con il nome per intero. E anche nelle note hai accennato al signor Hawthorne nello stesso identico modo in cui ne ho parlato io. Tutte queste cose prese singolarmente non significherebbero nulla, ma se unite in una storia pubblicata due giorni scarsi dopo la mia e, soprattutto, visti i tuoi precedenti, scocciano.
E parlo di precedenti perché hai già fatto la stessa cosa con i fratelli Gale e onestamente incomincio a sentirmi un po’ stanca di tutto questo. Perché degli Hawthorne si sa pochissimo, quindi si potrebbero inventare mille sfumature e caratteri diversi per loro mentre tu, guarda a caso, li rendi proprio l’ombra di come li rendo io. Rory, il più scherzoso fra i fratelli, con la cottarella per Prim, Vick che è quello volenteroso dal saluto timido, Posy dispettosa che definisce i suoi fratelli “tre principi” (e io questa l’ho già sentita da qualche parte). L’unica differenza fra le due versioni è che la tua Posy ha tre anni e si esprime, si muove e ragiona come una ragazzina di almeno sette/otto. E non mi stupisce il fatto che questi dettagli nei tuoi racconti spuntino fuori sempre dopo aver letto le mie storie.
Credo non fosse passata nemmeno una settimana dalla pubblicazione di “Hai mai baciato un principe?” – dove vengono menzionati tutti gli elementi sopra citati – quando hai pubblicato la tua storia sull’anno nuovo, in cui sono improvvisamente spuntati molti di questi elementi e non solo. Ci sono un sacco di dettagli che sembrano estrapolati da "How to catch a comet", dove, come nella tua storia, le due famiglie si uniscono per celebrare qualcosa. Anche nella mia storia Gale ha un momento di irritazione che va a sfogare fuori nella neve con Katniss che lo raggiunge e c’è quel passaggio dell’abbraccio che hai inserito anche tu. Dove tra l’altro la cosa dei respiri mi ha fatto pensare veramente tanto alla scena della telefonata in Goodbye My Lover. Nel racconto è presente spesso quell’ uno a zero nelle riflessioni che fa pensare tanto al Rory di “Goodnight my Lady” e addirittura c’è un passaggio in cui Mr. Mellark si riferisce a Katniss come “bambina dei boschi” proprio come fa Mr. Everdeen con Gale ne “Il Ribelle”. E ovviamente anche nella tua storia la gente calca sull’idea che Gale sia proprio il figlio di suo padre, esattamente come nel Ribelle. E ho lasciato correre, perché comunque le somiglianze non erano evidenti a punto tale da consentirmi di segnalartele ma dopo questa cosa di Hazelle e Mr. Hawthorne non sono proprio più riuscita a trattenermi. A te farebbe piacere avere una persona che prende degli aspetti dai tuoi personaggi e li ricicla per farsi i suoi? Magari pubblicando qualcosa di simile un giorno o due dopo di te? Sarò sincera, tengo veramente tanto al personaggio di Joel, perché è un OC a tutti gli effetti siccome nella saga non è mai comparso e vederlo scopiazzato a questo modo mi infastidisce davvero tanto.
Volevo passare poi a delle cose più oggettive, che quindi non hanno nulla a che vedere con il motivo che mi ha spinta a lasciarti la recensione neutra, ma che ti segnalo nella speranza che tu non le prenda come un attacco ma come semplici consigli.
Mi pare di aver notato, anche in alte tue storie, che cerchi spesso di inserire molto dramma nei tuoi racconti andando però, così, a penalizzare il realismo di ciò che descrivi. In questo caso temo che tu abbia davvero esagerato per quanto riguarda il modo in cui vengono trattate le persone che sgarrano al Distretto 12. L’idea che una ragazza si becchi una frustrata solo perché fa cadere un bicchiere mi sembra un tantino esagerata… Sì, in CatchingFire viene raccontato che nel periodo in cui Mrs. Everdeen era ragazzina i Pacificatori erano più tosti e c’erano spesso esecuzioni in piazza, ma ci sono misure e misure. Tolto l’episodio del bicchiere, parliamo del ragazzino. Pensi davvero che avrebbero ammazzato un bambino? Non avrei ritenuto credibile nemmeno una fustigazione pesante come quella che ha subito Gale rivolta a un ragazzino così giovane, ma lì per lì avrei anche lasciato correre. Tuttavia, l’idea che un bambino di dodici anni venga ammazzato per aver cacciato mi sembra veramente esagerata. Magari avrebbero potuto fustigare i genitori o truccare le Mietiture per farlo estrarre. Ucciderlo così alla luce del sole è veramente qualcosa di poco credibile. Forse avrei potuto accettarlo se la scena si fosse verificata nel Distretto 11, dove i Pacificatori sono ancora più temibili, come è stato raccontato anche da Rue quando ha accennatoall’episodio di Martin. Mentre per quanto riguarda il Distretto 12 l’ho ritenuto un po’ esagerato, ecco. A livello di realismo ho anche storto un po’ il naso nel vedere due ragazzi che si presentano tranquilli durante una situazione simile e Hazelle che addirittura ci rimane male perché l’altro – che sta per beccarsi 55 frustate – non l’ha ringraziata. La cosa in sé delle 55 frustrate mi è un po’ eccessiva; Gale già è quasi morto con una quarantina e se penso che il pacificatore volesse darne 40 a un ragazzino la cosa mi lascia un po’ perplessa . Non penso che un bambino avrebbe molte possibilità di sopravvivere a 40 frustate.
Ci sono anche un paio di cose che volevo segnalarti a livello grammaticale che ho riscontrato durante la lettura. Anzitutto, ho notato che scrivi “Qual è” con l’apostrofo, mentre andrebbe scritto senza. Il problema dell’apostrofo si pone anche in “Aveva un ala rotta” e qui è un attimino più grave, perché non hai messo l’apostrofo dopo “un.” Ma siccome in altre occasioni l’hai scritto correttamente, immagino questo sia solamente un errore di battitura, quindi te lo faccio solo presente perché tu possa correggerlo. Sempre per quanto riguarda gli apostrofi, ho notato molte “è” apostrofate invece che accentate. Inoltre, in questa frase: “Se voglio fare qualcosa, devo farlo subito” manca il punto di chiusura. Anche in questa frase manca la punteggiatura: “Io sono una Hale pensava Hazelle ogni volta che avrebbe voluto rispondere al suo capo o urlare o ribellarsi Le Hale soffrono in silenzio e tirano avanti.”
Un altro dettaglio che mi ha fatto un po’ storcere il naso a livello di stile è invece nella frase seguente: “Nel vedere il viso incazzato e preoccupato del ragazzo, i piedi di Hazelle si mossero in automatico.” La parola ‘incazzato’ durante la narrazione stona veramente tanto. Anzitutto perché scrivi in terza persona e quindi sei tu a dare quella connotazione al volto del ragazzo e il linguaggio che adotti in questa circostanza è molto informale rispetto al resto del testo. Tra l’altro, anche se questo è forse solo un parere soggettivo, non ce la vedo molto Hazelle a utilizzare la parola “incazzato”, nelle sue riflessioni. La conosciamo poco, è vero, ma dal poco che ci è reso noto non sembra il genere di persona che adotta un linguaggio simile nella quotidianità. Oltretutto la parola cozza proprio se accostata con “viso” che appartiene a un registro più alto come termine, a differenza magari di “faccia” che avrebbe stonato meno se accostata a una parolaccia.
Concludo questa recensione ribadendo che non ho deciso di scriverti per criticare la tua storia in sé , perché spesso non mi oso nemmeno a farlo; sono la prima a ricevere e ad aver bisogno di critiche per migliorare Mi ha spinto a lasciarti il commento questo tuo continuo sfruttare e prendere spunto da quello che scrivo per crearti le tue storie. La cosa si nota veramente molto, visto che ci sono pochissime storie sulla famiglia Hawthorne, e mi sono un po’ stancata di far finta di niente, perché incomincia a essere fastidioso, soprattutto perché tengo molto alla caratterizzazione che ho dato a questi personaggi. |