Recensioni per
La regina della torbiera
di Nuel

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/10/18, ore 15:03

Eccomi!
Allora, ho perso gli appunti quindi ho ridato una rilettura veloce per ritrovare quei punti che ricordavo vagamente.
Allora, questo primo capitolo è molto diverso dalla os che ho letto la scorsa volta, ma per certi versi me la ricorda. Il personaggio della strega sembra affascinarti, soprattutto nella concezione in cui questa viene ritratta come molto vicina alla natura e agli elementi. Quindi non ci sono, non per ora almeno, formulette o bacchette magiche da sventolare, ma tratti l'elemento fantastico nel modo più leggero possibile, di fatto per rendere più verosimile la vicenda e plausibile la magia. L'altro elemento che ho riscontrato con piacere è la presenza di dettagli certamente non di poco conto, che usi bene per creare un'ambientazione realistica, ricca e soddisfacente a più livelli: quindi abbiamo la torbiera, le strolaghe che emigrano, i lupi; hai cura di accennare all'abbigliamento di pellicce e alla struttura di castello e portone, con l'immancabile porta ricavata nel legno, per far passare persone e cavalieri. L'ambientazione è un punto di forza nelle tue storie, e sono felice di averla ritrovata anche qui.
Anche la trama che inizi a delineare mi ha affascinato, perché mi ha ricordato vecchi miti e leggere, non solo europee, in cui gli elementi della natura diventano figure divine, abitate da creature immortali e potenti, come i draghi. Qui, soprattutto, è ripresa l'idea della creatura mutaforma, del drago che diventa uomo, in questo caso un cavaliere straniero e senza passato. Una figura che affascina sempre, uno di quei capisaldi del genere che a me piacciono sempre se usati bene.
Scopriamo che Esyllt ne è veramente innamorata, ma mi incuriosisce sapere di più come si sono conosciuti, chi ha cercato chi.
Ci sono alcune cose però che sono superflue, alcune spiegazioni che nell'economia della storia non servono, che rendono l'intreccio meno coinvolgente.
I personaggi mi hanno convinto meno, stavolta. Tra i due, sicuramente i segreti della regina la rendono più interessante, ma nel complesso mi sembrano poco approfonditi, finora non ho potuto immedesimarmi in loro. E' come se mancasse qualcosa.
Esyllt è una donna sicura di sé, desiderosa di potere, pronta a tutto; si dimostra superiore e a tratti intransigente con il figlio, nonostante le cure e le premure che ha verso di lui. La frase in cui dice che i figli devono imparare a farcela senza l'aiuto dei genitori mi ha fatto pensare che il riferimento fosse diretto anche verso il figlio, il quale sembra un "cocco di mamma"; se così non è, allora è una donna contraddittoria, al di sopra della sua stessa morale. Della serie, predica bene e razzola male.
Il figlio sembra privo di carattere, di spina dorsale. Non so quanti anni abbia, ma mi sembra giovane, quasi infantile in alcuni atteggiamenti. Ho trovato invece affascinante il momento in cui si addormenta nello stesso della madre, perché mi ha fatto pensare a un rapporto simbiotico, a tratti morboso, molto viscerale, in cui è lei che detta legge. Il controllo che ha sul figlio potrebbe inquietare, la scena suggerisce questo, ma la narrazione non riesce a farmi inorridire e preoccupare più di tanto.
Ho trovato questo capitolo molto meno curato della os. Se considero che la storia è più vecchia rispetto all'altra, questo mi suggerisce che tu abbia fatto molto progressi nel tempo.
Il problema che spicca di più è la punteggiatura, la quale nei dialoghi è davvero confusionaria: a volte la metti, altre no; le caporali sono staccate dal testo, visivamente è tutto molto dispersivo, e leggendo diventa atono; mancano alcuni punti alla fine delle frasi, altre volte mancano le maiuscole dopo i punti. Chi per la maiuscola e chi per la minuscola, sono errati i verbi dicendi. Ma la punteggiatura, secondo me, ha più carenze lungo la narrazione. Ricordo di averti detto già la scorsa volta che avevi la tendenza ad allungare molto alcune frasi, rendendo difficile seguire il periodo. Qui, questo aspetto si amplifica, è più pesante. La punteggiatura assente rende ingarbugliati i periodi, e in quelli molto lunghi li rende pesanti e piatti. Alcune frasi sono cacofoniche, e nel complesso la lettura si svolge in modo piatto, sempre sulla stessa tonalità. Ci sono molte ripetizioni sia di locuzioni che di soggetti. Le similitudini che usi sono semplici, si sente la mancanza di varietà di figure retoriche, qualcosa che renda il testo più piacevole e digeribile. Anche i dialoghi sono più scontati rispetto l'altra volta, meno coinvolgenti, e ho riscontrato una presenza sensibile di infodump, cose che potevi dire in modo diverso o potevi anche solo lasciare all'intuizione del lettore.
Infine ti segnalo i pochi errori che ho trovato:
la mura di cinta -> le mura
Entra... stai congelato -> "stai congelando" o "sei congelato". Considerato il potere del drago che scorre in lui, opterei per la seconda.
e in dietro per la stanza -> indietro

Non boccio la storia, perché trovo la trama piacevole. Molte delle criticità che ho sottolineato le immagino come cose che col tempo tu abbia aggiustato. Per i personaggi, resto sul "chi va là", aspettando di vederli in azione.
A presto!

Recensore Veterano
13/07/15, ore 22:56

Recensione per il contest "Cento giorni di introspezione, fantasia e romanticismo"
 
Grammatica e forma: ‒ 0,5
 
La tua storia è generalmente curata e corretta, ma ho trovato alcune piccole sviste.
 
Gavio comprendeva che, per Eoghan lui e quella sua madre plebea erano poco più ch e insetti e che si sarebbe sbarazzato di loro, alla prima occasione → dovresti o mettere una virgola dopo Eoghan, per isolare l'inciso, oppure dovresti rimuovere anche la prima virgola;
rised Esyllt  → rise Esyllt;
le chiese allora, ma questa volta, la regina non rispose → come la prima frase segnalata: o metti una virgola prima di "questa volta" o togli anche quella dopo;
Dovremo raggiungerla prima della metà dell’estate o non riusciremo a tornare in dietro  e lei... → indietro. È un errore che ho visto anche in altri punti della storia;
Esyllt era ancora indispensabile, per la loro missione e gli altri l’avevano protetta → Esyllt era ancora indispensabile, per la loro missione, e gli altri l'avevano protetta (oppure puoi togliere entrambe le virgole, mi sembra anche meglio);
La strega Morwenna, regna sulla Città di Nebbia e io l’ho vista con questi miei occhi → virgola tra soggetto e verbo;
Il mio tempo a Tara è finito, per questo mi servi Esyllt → il complemento di vocazione non è isolato dalla virgola;
Esyllt era certa che il dono gli sarebbe piaciuto. Aveva seguito le istruzioni che, molto tempo prima Ynyr le aveva dato → anche qui l'inciso andava isolato o bisognava togliere tutte le virgole;
i saggi la temevano, gli sciocchi, prima o poi sarebbero sprofondati nella torbiera → anche qui bisognerebbe isolare l'inciso o togliere tutte le virgole; inoltre, in questo caso, una virgola ti capita tra soggetto e verbo;
 
Infine, ho notato che in tutti i dialoghi hai lasciato le virgolette staccate dal testo che segue o che precede, ad esempio: « Aprite, sono il re! »
 
 
 
Stile e lessico: 13/15
 
Il tuo stile mi è piaciuto abbastanza: è molto scorrevole ed è adatto alla storia, nonostante alcuni passaggi siano un po' lenti e il fatto che, soprattutto nel flashback, ci siano dei punti raccontati in modo un po' freddo.
Penso in ogni caso che tu abbia saputo evocare immagini bellissime, come ad esempio la scena in cui Esyllt mostra le ombre a suo figlio, la descrizione del paesaggio di Bean Sidhe, con l'edera che tinge la montagna nelle brevi estati, o ancora la descrizione della battaglia nella città oltre il portale, su cui regna Morwenna.
Mi è piaciuta molto questa tua capacità di descrivere e sarebbe stato bello se l'avessi sfruttata ancora di più, soprattutto per descrivere la storia di Ynyr ed Esyllt, anche se immagino non ne avessi alcuna intenzione.
Nonostante questo, ci sono alcune espressioni che non mi hanno convinta appieno. Faccio degli esempi.
Mentre la madre si coricava, il re che re non era, ma era il figlio del drago, aggiunse altra legna al fuoco, perché non si spegnesse, durante la notte → non condivido le pause; inoltre c'è un po' troppa enfasi nelle espressioni che hai usato;
Spifferi gelidi penetravano senza pietà nella piccola stanza da cui la regina guardava, immobile come una statua, il sentiero che, dalla foresta, attraversava la torbiera e moriva davanti le mura di pietra e fango della sua dimora → il ritmo di questa frase non mi ha convinta, forse è un po' troppo singhiozzante, nonostante le virgole siano posizionate in modo corretto;
« Grazie, Bronia. Posali sulla tavola ». → questa battuta mi è sembrata un po' irrealistica: del resto, Bronia è una servitrice e sa esattamente quello che deve fare. Ovviamente si tratta di una cosa da poco, ma rispetto alle altre battute, che sono pensate benissimo, mi è sembrata meno riuscita;
Nessuno dei suoi compagni era parso turbato dalla morte quanto lo era stata lei, piuttosto, le avevano intimato di non farsi scoprire: nessuno doveva sapere della presenza di un’incantatrice, oltre il valico.  → non mi convince la punteggiatura di questa frase: tra "lei" e "piuttosto" non avrei usato una virgola, ma un segno più forte;
« Mi avete usata! » si era risentita, rendendosi conto di essere solo una pedina nelle mani di quella donna che non sembrava disposta a lasciare la presa su di lei. → come ho detto, in tutta la storia non fai mai precisazioni inutili, ma qui ribadire che Grainne non fosse disposta a lasciare la presa su Esyllt mi sembra un po' ridondante. Assolutamente niente di grave, ma vista la cura posta negli altri passaggi un po' si nota;
La fantesca versò metà del latte in una ciotola e la mise davanti alla regina che aveva preso posto a tavola. Mentre le portava il pane, entrò il re e la fantesca ripeté per il figlio ogni gesto che aveva compiuto per la madre.  → qui penso ci sia un errore narrativo, anche se piccolo. Dire che le azioni vengono ripetute invece di elencarle di nuovo non è evitare una ripetizione fastidiosa, ma costringere il lettore a sostituire il contenuto dell'espressione con quello della frase precedente, quindi provoca un certo fastidio e un effetto di straniamento. Avrei detto "apparecchiò anche per lui" o qualcosa di simile.
 
Il lessico mi è sembrato appropriatissimo: non è banale né troppo semplice, ma nemmeno eccessivamente ricercato. Rappresenta un giusto equilibrio, ecco, ed è perfetto sia per il contesto, sia per il tipo di storia che hai deciso di narrare.
Ho notato soltanto alcune piccole cose che non mi hanno convinta:
 
I dettagli avevano tracciato  il suo destino → forse è meglio "segnato", mi sembra più specifico;
Avevano lasciato Tara e si erano addentrati tra i larici che si innalzavano a sud della città, prima di addentrarsi nella foresta → ripetizione;
La manica dell’abito di lana si era raggrumata  all’altezza del gomito, lasciando esposto al freddo l’esile avambraccio. → arrotolata, sollevata. "Raggrumata" è un termine che mi sembra adatto in altri contesti, sinceramente, come quando si parla di sostanze liquide o cremose, non solide.
Si tratta di piccole cose, però, mentre il resto è perfetto.
 
Trama: 13,5
Penso che tu abbia strutturato questa storia in modo piuttosto interessante, anche se mi sarebbe piaciuto vedere i flashback trattati in modo un po' diverso, meno statico.
Mi è piaciuto molto l'inizio, con la descrizione dell'arrivo dell'inverno e la regina che aspetta suo figlio. Si percepisce proprio la scena, l'idea del freddo, l'odore degli alberi e i versi degli uccelli. Quel passaggio mi è piaciuto moltissimo, insomma: in generale tutta la prima scena è molto ben calibrata e suggestiva e lascia intendere il carattere della protagonista fin dall'inizio, per via delle osservazioni fatte sul comportamento degli animali e per il fatto che sembrino implicare per forza l'imminente ritorno del figlio. Inoltre, è bellissima anche questa atmosfera un po' spettrale che hai creato, con gli uomini che stanno di guardia e i loro timori. La torbiera è d'altra parte un luogo misterioso, certamente insolito per una regina, e mi è piaciuto molto il modo in cui l'hai rappresentata. Dà l'idea di un rifugio segreto, dell'unico luogo dove Esyllt può vivere al sicuro senza mostrare i suoi poteri e l'inspiegabile giovinezza, nonostante il desiderio del figlio di averla accanto.
Ho trovato bellissima anche la scena in cui Esyllt evoca le ombre davanti al figlio: probabilmente si tratta della scena più bella di tutta la storia. È bellissima, misteriosa e affascinante e sottolinea il rapporto di complicità tra madre e figlio, i segreti che condividono… l'ho apprezzata moltissimo. Insieme alla scena delle ombre hai riportato il flashback, di cui abbiamo già parlato, per poter narrare le cose che Esyllt nasconde a Gavio. Anche se avrei preferito vedere scene meno statiche, soprattutto nella prima parte, penso che tu l'abbia inserito in modo molto sapiente. In particolare, ho trovato molto interessante l'ingresso nel portale e il confronto con le due regine.
L'unica cosa che mi ha un po' delusa della trama è questa: chiaramente hai impostato la storia in modo da mostrare la vita di Esyllt e non quello che accade dopo, ma ci sono molte cose nel racconto che lasciano pensare a un seguito, alla descrizione dell'impresa di Gavio o al manifestarsi delle conseguenze del patto tradito, mentre la storia si conclude semplicemente con il flashback e la riflessione che prima o poi bisognerò saldare il conto con Morwenna e Grainne ‒ che in ogni caso crea un bellissimo effetto di suspense ‒ senza che accada nulla dopo. Nonostante l'ultima frase sia stata molto ad effetto, devo ammettere che il mio pensiero è stato "davvero finisce così?". Insomma, mi aspettavo qualche altro avvenimento prima della conclusione, l'ho trovata troppo repentina, per quanto ben pensata. A rifletterci ha perfettamente senso il modo in cui l'hai impostata, ma nella prima lettura sinceramente non mi aveva convinta, mentre nella seconda sono riuscita ad apprezzarlo di più.
L'ennesima cosa, forse secondaria, che ho apprezzato sono i particolari folkloristici, come ad esempio la tradizione di bruciare le case non più abitate nei villaggi, l'usanza di versare birra, il culto del dio della montagna. Anche se soltanto accennati, mi sono piaciuti molto.
Mi è piaciuta anche la descrizione dell'inizio della rivolta e l'atmosfera magica dovuta alla credenza che la montagna si sia spenta perché il drago non vi abita più e che tutto questo sia accaduto perché Gavio non è il vero re. Ho apprezzato molto questa atmosfera quasi di superstizione, mi ha affascinata molto.
 
Caratterizzazione dei personaggi:  14,5/15
 
Ho apprezzato moltissimo la caratterizzazione dei personaggi e credo sia il vero punto forte della storia, perché li hai rappresentati tutti come figure uniche, sfaccettate, e questo vale anche per i personaggi tutto sommato poco importanti.
Esyllt viene mostrata subito come una donna intuitiva, intelligente e molto attenta all'ambiente che la circonda; si vede dalle sue congetture, dal suo osservare attentamente il figlio per sapere cosa provi. Inoltre, ha un'aria molto misteriosa dovuta ai suoi poteri, al suo nascondere al figlio le ombre che non vuole che veda e al fatto che si ingegni a inventare un piano basato sull'inganno e la magia, ricordando così gli da un lato insegnamenti appresi dal padre e dall'altro il potere ereditato dalla madre. È inoltre una donna libera, che non sta agli ordini di nessuno e che vive la sua vita come vuole, anche venendo meno a un patto importante come quello fatto con le due streghe Grainne e Morwenna. Sembra una donna che non ha paura di nulla e nel complesso è un personaggio davvero affascinante, credo che non mi stancherei mai di leggere di qualcuno come lei e l'ho trovata unica.
Gavio è un personaggio un po' meno interessante della madre, ma si fa comunque apprezzare per il suo essere coraggioso, premuroso e di buon cuore, anche nei confronti dei suoi servitori. È un ragazzo forte, ma presenta nel corso della storia delle insicurezze, soprattutto riguardo il suo diritto al trono, nonostante sia parte della stirpe di Ynyr. Anche se soltanto per brevi passaggi, sei riuscita a rappresentare molto bene i genitori di Esyllt e la tenerezza che lei prova nel pensare a loro: ne è venuto fuori il ritratto di un famiglia unita, anche nelle sue differenze, e credibile.
Un'altra descrizione che ho apprezzato è quella di Ynyr, che viene lasciato comunque un po' in ombra per renderlo più misterioso. Mi sarebbe piaciuto vedere il rapporto tra lui ed Esyllt trattato in modo più approfondito, ma capisco la scelta alla luce della trama. Questo non significa che non sia curiosissima di leggere qualcosa su di loro, però.
Tighe mi è sembrato un personaggio molto meschino e anche crudele, nonostante abbia insegnato molto a Esyllt: mi dà proprio l'idea di averlo fatto per poterne trarre vantaggio e non per il suo bene e questo spiegherebbe anche come mai tali insegnamenti siano stati così mirati ‒ voleva palesemente approfittare di lei e del suo potere, insomma, anche se non metto in dubbio che l'abbia trattata in modo molto dolce, almeno i primi tempi.
Mi è piaciuto che tu abbia mostrato l'umanità e la semplicità di Gavio ed Esyllt attraverso il rapporto che hanno con i servi, ad esempio Bronia, che è molto rispettoso e quasi familiare. Forse, ai fini della trama, quella scena non era molto utile, ma mi è piaciuta per la sfumatura che ha dato ai personaggi, rendendoli ancora più apprezzabili. In ogni caso, ho apprezzato anche che tu abbia fatto trasparire delle sfumature del carattere dei servitori, nonostante non si trattasse di personaggi importanti.
Sinceramente, mi sarebbe piaciuto sapere un po' di più sulle due streghe Grainne e Morwenna: mi sono sembrate anche loro due personaggi molto affascinanti, due donne forti e carismatiche, e sarebbe stato bello vederle in azione un po' di più, ma comprendo che la lunghezza della storia non l'abbia permesso.
 
 
Giudizio personale: 17/20
Nonostante tutte le piccole cose che ti ho elencato, penso che questa sia una storia molto piacevole e ben scritta. Sei riuscita ad affascinarmi con la tua ambientazione molto suggestiva e i tuoi personaggi così ben caratterizzati e interessanti da arrivare al punto di voler leggere di più su di loro.
Come ti ho già detto, ho amato il personaggio di Esyllt: è davvero unica, particolare e indimenticabile, non ho mai visto personaggi con le sue stesse caratteristiche e mi sembra un bene.
Ho apprezzato molto la centralità che hai dato alle donne in questa storia e la scelta ‒ che personalmente ho visto un po' come una metafora, ma può darsi che non lo sia ‒ di descrivere il timore che provavano alcuni uomini sapendole al potere, che ne erano tanto spaventati da volerle uccidere. Mi è sembrata davvero una bella analisi. Mi è sembrato molto affascinante anche il personaggio di Ynyr e sinceramente mi sarebbe piaciuto sapere di più dei momenti che Esyllt ha passato con lui, perché sono due figure interessantissime.
Il capitolo che ho preferito è stato il primo: è molto movimentato e vivace, mentre negli altri prevalgono i flashback, che come ho detto mi sono sembrati scritti in modo molto più statico, anche se sono comunque molto belli.
Non so se sia stato il limite di un contest o qualcosa di simile a costringerti a contenerti: in ogni caso avrei apprezzato un finale leggermente più ampio, ma la storia secondo me vale molto anche così. Mi è piaciuta moltissimo l'atmosfera che hai saputo creare: si vede che dietro il tuo mondo c'è un lavoro adeguato e non si tratta di qualcosa di creato esclusivamente per scrivere questo racconto, visto che aggiungi molti dettagli che ai fini della storia possono sembrare superflui, ma sono molto interessanti e danno spessore all'ambientazione. Davvero una bella storia, complimenti.
 
Totale: 57,50/65

Recensore Master
18/05/15, ore 12:25

[recensione premio]
stavo rimandando da un po' anche perché mi pare che oltre a questa non ne ho molte da recensire (anzi, penso nessuna) quindi ti toccherà aspettare ogni lunedì (ahahaah) 
In realtà questo capitolo l'avevo letto quando lo postasti, ma avevo pensato di tenermelo in caldo per una recensione premio (nel caso) e quindi eccomi qui (dopo averla riletta tutta perchè ammetto che non la ricordavo proprio benissimo) 
allora come sai questa storia mi ha incuriosita moltissimo e mi è piaciuta, mi è dispiaciuto che fosse soltanto una mini-long di soli tre capitoli e spero davvero che svilupperai la trama ;) ci conto. 
Quello che mi piace di te, credo di avertelo sempre detto,  è il fatto che riesci a descrivere qualcosa usando poche parole, credo che le descrizioni siano il tuo punto forte. Tra l'altro si vede che tu ami le donne (in realtà io penso che tu, come me, sia letterariamente maschilista (?)) invece le donne - forti- ti piacciono. Non so se ho ben capito ma a te piacciono le donne forti e gli uomini umani, quindi ricchi di complessità e sfumature.
Esyllt (tra l'altro sto nome non mi piace, ma come si pronuncia? Ma alla gente non si arrotola la lingua?) è davvero un personaggio interessante, mi è piaciuta perchè è un po' serpeverde ma non troppo ;) (azz non troppo, lei è LA serpeverde per eccellenza - senza scrupoli per il bene del figlio, interessantissima). Lei fa molto GoT, un po' alla cercei ma meno istintiva e più sibillina, mi piace e trovo azzeccatissimo nell'insieme il titolo. 
Però devo ammettere una cosa... chi la vince, qui dentro è il figlio XD Nel caso publicassi davvero metti quel suo disegno in copertina (ahahah) 
bella davvero. Ti auguro un bel futuro per questa storia ;)

Recensore Master
01/05/15, ore 03:20

[5° classificata al contest La Caduta dell'Inverno Boreale + vincitrice del PREMIO GIURIA]

Mi è davvero difficile trovare qualcosa di negativo da dire.
Il tuo stile non mi ha entusiasmato, forse per colpa della punteggiatura, o forse anche perché a volte inserisci dei particolari contestuali che, pur essendo bellissimi e assolutamente piacevoli da leggere, vanno però a spezzare un po' la continuità dell’azione. Forse a volte dovresti separare maggiormente la parte descrittiva dalle parti di azione e dialogo, anche per valorizzare le descrizioni stesse. Quindi, mi correggo, il tuo stile mi è piaciuto moltissimo per le espressioni, le parole e il lessico che usi, per le immagini che descrivi e che evochi, ma va impostato un po’ meglio, a mio parere. Scandito un po' meglio.

La descrizione iniziale è qualcosa che mi ha lasciato a bocca aperta. E non è l'unica: tutta la storia è "ad alta definizione", intrisa di particolari gelidi e colorati che insieme contribuiscono a creare un'atmosfera che non so nemmeno dirti quanto abbia apprezzato. Una cosa che per me sei riuscita a rendere benissimo, è il calore del focolare, del rifugio. Hai contrapposto con assoluta efficacia l’esterno con l’interno: la torbiera gelida, inospitale e selvaggia, e la fortezza dove abita Esyllt, il focolare caldo, accogliente, familiare (benché questa sicurezza simile a quella di un nido vacilli, quando i fantasmi si palesano sottoforma di ombre. Fantasmi che si palesano al comando di Esyllt, ma che in realtà sono sempre presenti, anche dentro una stanza rischiarata dalla luce di un camino. Non sono dunque una familiarità e una sicurezza assolute, esenti da minacce, perché gli spettri sono presenti tanto fuori quanto dentro). Perfetta anche la scelta di soffermarsi a descrivere la cena, i cibi che vengono serviti al re: la birra calda, lo stufato di renna, il pane abbrustolito… sono altre fonti di calore – e di sapore – che si oppongono al gelo della torbiera, quello stesso gelo che Esyllt guarda da dietro le sue finestre, ma nel quale Gavio ha cavalcato a lungo.
Ma non è questo l’unico punto in cui metti sapientemente in contrapposizione i due binomi calore-familiarità / gelo-minaccia. Per fare un altro esempio eclatante, sempre preso dalla parte iniziale: quando descrivi gli uomini di guardia che bivaccano attorno al fuoco, che cercano di tenere lontane le tenebre, coi loro fantasmi e le paure che accompagnavano gli uomini dalla notte dei tempi.
(E di nuovo, mi verrebbe da dire che i fantasmi abitano la fredda torbiera così come abitano una rassicurante camera da letto rischiarata da un focolare accogliente. Il fuoco non tiene lontane le ombre ma, anzi, le alimenta).

Il tuo modo di raccontare è assolutamente maturo e consapevole. Non lasci pezzi per strada, sai quello che stai scrivendo. A questo proposito prendo in esame un estratto della descrizione iniziale, nel primo capitolo:

Infine, quella mattina, gli uomini avevano inseguito un topo muschiato fin dentro la sua tana e lì l'avevano ucciso: Gavio sarebbe giunto quella notte […]

Inizialmente avevo lasciato da parte questo particolare come l'ennesima affascinante nota di ambientazione ed ero passata oltre, anche se non avevo compreso a fondo quale legame ci fosse tra l'uccisione del topo muschiato e il ritorno di Gavio (perché ci si aspetta che un legame di tipo consequenziale ci sia, dato che hai optato per i due punti). Ora, a una seconda lettura, leggo questo pezzo sotto una luce diversa: anche se era più Edana ad avere la capacità di vedere oltre i particolari (come se i dettagli del mondo fossero tanti piccoli puntini, ma solo lei avesse la capacità di unirli e formare un disegno), Esyllt è pur sempre sua figlia, e si presume che abbia ereditato un po' di questa capacità, un po' per sangue, un po' per il tempo passato assieme alla madre. Dunque tra un topo muschiato braccato nella sua tana e il ritorno imminente di Gavio può sussistere un filo, un collegamento trasparente che noi non vediamo, ma che Esyllt riesce a decifrare, che quasi dà per scontato. Spero che tutto ciò non sia solo una mia elucubrazione mentale, ma mi sembrava la spiegazione più plausibile di quei "due punti". E sperando di non aver del tutto travisato ciò che volevi farci intendere, inizio con il farti i miei complimenti, perché sai essere attenta ai particolari (proprio come Esyllt), e hai dimostrato di saper riacchiappare tutti i fili che lasci in giro.

In poche altre storie tra quelle in gara ho trovato personaggi con una tale indipendenza e dignità, personaggi che esistono per proprio conto, senza essere appianati dall'ombra del loro creatore, personaggi "poco educati", che non hanno paura di prendere loro decisioni, e di imporsi sulla scena. Esyllt mi affascina nella sua maturità. Ho apprezzato tantissimo la tua decisione di inquadrarla già formata, già adulta, con un figlio già adulto. Non è stata una scelta convenzionale. Tuttavia non ti ho dato di più nella caratterizzazione, perché la Esyllt bambina è l’unico personaggio ad avere un po’ di movimento, e tuttavia la Esyllt che hai rievocato nei flashback non mi è parsa molto originale nel suo modo di reagire, di comportarsi. Preferisco di più la Esyllt adulta, anche se quest’ultima, appunto rimanendo chiusa nel suo guscio di dignità e compostezza, rimane un personaggio un po’ statico, addirittura un po’ apatico, in trance, appunto, anche quando non è intenta ad incantare spade. Nonostante questo, mi ha affascinato molto come, senza scrupoli, Esyllt proponga al figlio di testimoniare la sua legittimità al trono con l’inganno, fingendo che sia stato Ynir, il dio della Montagna, ad infondere il fuoco nella lama. Proprio come, tempo addietro, Grainne aveva proposto ad Esyllt di diventare una salvatrice agli occhi del re, e di ascendere al trono.
Trovo che questa sia una caratteristica davvero ben pensata per la natura di Esyllt, che rimane pur sempre una strega: non è la regina “dura e pura” che ci aspetteremmo, è una regina che non si fa scrupoli ad aggirare i problemi e colpirli alle spalle, piuttosto che affrontarli di petto.

Detto questo, vorrei sprecare due parole su Bronia, perché fa parte di quel contesto casereccio che mi ha fatto innamorare di questa storia: mi piace tantissimo come la descrivi, mi piace come hai reso i suoi dialoghi più coloriti, più “terra-terra”, meno eleganti rispetto a quelli che si scambiano Esyllt e Gavio. È un personaggio di contorno ma lo ritengo una presenza fondamentale che contribuisce moltissimo ad accrescere il fascino rustico di questa prima parte. Ho molto apprezzato anche il modo in cui re e regina trattano i loro servi, senza disprezzarli, come fossero parte della loro famiglia. E questo anche perché quella che ci presenti è una corte familiare, umile, affatto opulenta. Non so dirti quanto ho amato questo aspetto, che dal mio punto di vista va ad accrescere l'originalità della tua storia. Ogni volta i re vengono descritti circondati da immensi poteri e ricchezze, mentre invece in un luogo che già di per sé è povero e inospitale, re può essere chi semplicemente ha qualcosa in più degli altri, ma non per questo vive nella ricchezza. D'altronde Esyllt di cosa è regina? Della torbiera. Tu stessa ce lo ricordi.

Per quanto riguarda la classe che hai scelto, l’incantatrice, ho trovato bellissima e molto evocativa l'idea delle ombre sul soffitto, inoltre l'hai descritta bene, non ho fatto fatica ad immaginarmi queste figure nere che si snodano sul soffitto e formano immagini, raccontano storie. Questa è sicuramente la caratteristica che più mi ha affascinato dell'incantatrice, e l’ho apprezzata moltissimo anche per il fatto che cerchi di dare una spiegazione a questo fenomeno: laddove altri meno desiderosi di entrare nei particolari (sto parlando in generale, ovviamente) l’avrebbero semplicemente definito “magico”, tu approfondisci la natura dell’incantesimo:

[…] erano fantasmi, anime erranti, intrappolate tra due mondi, senza pace, che obbedivano a sua madre.

Di nuovo, userei la parola affascinante all’infinito, affiancata a inquietante: capisco benissimo i timori di Gavio, di fronte a questi fantasmi che si vedono alla luce - e forse anche per questo risultano meno spaventosi ma più inquietanti. Eppure, Gavio non può fare a meno di guardare, come messo di fronte a qualcosa di terribile e allo stesso tempo di stupefacente.
Più rileggo questa parte degli spettri che si rivelano alla luce (e non al buio, proprio perché sono ombre), più mi convinco che quel 5/5 in originalità è più che meritato.

Ho trovato parecchio erotico (in una storia non erotica) quel momento di intimità tra Esyllt e il cavaliere nero. Il cavaliere nero, il drago, è un personaggio intrigante nella sua solitudine, nel suo ribadire con estrema malinconia la sua unicità:

non ci sono altri draghi… non c’è un altro drago…

Peccato che sia poco approfondito, perché aveva tutte le carte in regola per essere addirittura il personaggio più originale e interessante di tutta la storia, soprattutto nel suo relazionarsi con Esyllt. In ogni caso, seppur sia presente poco e niente nella storia, compare però in uno dei momenti più cruciali di tutto il racconto: il finale. E il finale è quasi la chiave dell’intero racconto: il debito che Esyllt non ha mai pagato alle streghe, e la paternità di Gavio, della quale in realtà eravamo già al corrente, ma questo ribadirla un’ultima volta in questo preciso contesto la pone sotto una luce diversa: la pone come un problema, perché Gavio doveva avere il sangue di due streghe, di Esyllt e Grainne (secondo il patto delle tre regine), e invece ha il sangue di Esyllt e del cavaliere nero, ha sangue di drago e di strega.

Silvar

Recensore Junior
21/03/15, ore 16:59

Bella questa piccola mini-long. Mi ha incuriosito molto il titolo, 'molto d'impatto' e l'ho letta subito - complice il fatto che non fosse particolarmente lunga. Per caso hai letto Terry Books? Mi ha ricordato, come atmosfera quella del 'fantasy lassico' e allo stesso tempo molto lineale.
I primi due capitoli mi sono piaciuti di più (complice l'atomosfera 'da pantofole', la mia preferita > inteso come neve e gelido fuori e caldo e rilassante 'dentro' HO VOGLIA DI CIOBAR!
No, scherzo, mi piace. Ho avuto l'impressione che non fosse finita, avevi per caso un'altra idea? O è una storia intermedia, in sintesi c'è un prequel o un sequel?
Mi piace comunque, anche se i capitoli sono un po' picciò, stile puffo. Allunga, allunga... alla gente piace il minestrone pieno d'acqua (no, a me no, ma amo leggere di più, specie quando qualcosa m'interessa)
Ah, prima che dimentichi, amo quando nelle stoire di questo genere si dia importanza al mondo femminile, non è una cosa molto usuale, complimenti

Nuovo recensore
04/03/15, ore 11:28

Dopo aver letto il terzo ed ultimo capitolo ho deciso di lasciare la mia opinione su quella che ho trovato come una storia molto interessante, coinvolgente, innovativa e, per certi versi, inaspettata: infatti da come iniziava si sarebbe potuto pensare che il protagonista fosse il principe Gavio e non la regina Esyllt come invece si capisce nel secondo e terzo capitolo.
La storia ha tinte spiccatamente femministe dove gli uomini non fanno proprio una bellissima figura, ma comunque nulla di offensivo.
Al di là di questo ciò che ho maggiormente apprezzato e che mi ha maggiormente colpito è la descrizione degli ambienti. Scenari molto grigi, tipicamente invernali che pure non sono opprimenti e non sembrano causare disagio ai personaggi ma, al contrario, sono avvolgenti e danno un senso di serenità e di pace.
Insomma, una buona storia, scritta bene, che fa venire voglia di leggere anche il seguito.

Recensore Master
23/02/15, ore 19:07

ciao
ho come l'impressione che qui tutti abbiano tradito tutti :)
ed ora? senza la discendenza femminile le streghe si estinguono?
come supponevo il rubino ha un qualche potere speciale ( sangue di drago? di Ynyr? )
una curiosità: la magia scorre solo attraverso la donna ... allora Gavio a che serve? ... brutto presentimento ... oppure lieto fine per tutti?
io aspetto il seguito ...
brava storia ricca ed interessante, piacevole da leggere. ti lascia con quel giusto languorino per cui aneli il prossimo capitolo.
un abbraccio kiss kiss

Recensore Master
20/02/15, ore 12:14

Mi sto mettendo in pari con le recensioni XD
eccomi qui, devo ammettere che mi son dovuta rileggere il primo capitolo che non ricordavo tanto bene la storia, mea culpa (e colpa tua che non vuoi l'aggiornamento bisettimanale XD)
sai che mi piace di più di questa storia? l'atmosfera che è tra il sospeso e il realistico, non so, sembra vero ma uno si accorge che c'è qualcosa di favolistico. Mi piace tantissimo questa tua abilità.
Ps Voglio una foto di Gavio uu

Nuovo recensore
16/02/15, ore 19:56

Ciao.
Molto bello questo primo capitolo, mi ha messo molta curiosità quindi legerò anche gli altri per vedere come sviluppa.
Trovo che hai creato un bel intreccio nella trama, tra misteri e legami famigliari dei personaggi.

Recensore Master
08/02/15, ore 20:22

ciao
che storia originale. mi piace come descrivi gli ambienti limitandoti a dire l'essenziale ma descrivendo perfettamente. quasi sentivo il sibilare del vento e nella gola il tanfo della palude :)
come sempre non riveli mai abbastanza. una cosa: perchè si fida più di Grainne che del suo mentore? è istintivo, come l'aver scoperto di essere tornata a casa, oppure è stata circuita dalla strega? le solite domande a cui mai risponderai :) forse è l'erede perduta? ... ok basta supporre tanto rivelerai tutto al prossimo capitolo ... vero??????
ahah è più che un invito quello dato al figlio Gavio sull'innamorarsi della strega? ... ok ... ok ... basta ... smetto ... ahah
un abbraccio kiss kiss

Recensore Master
12/01/15, ore 22:17

eccomi, scusa, ho letto questo primo capitolo già molte ore fa, essendo dal tablet però mi scocciavo di recensire col touch >< odio il Touch!
ero molto curiosa di leggere questo primo capitolo e la storia in generale, me ne avevi già parlato e sì, ero piena di aspettative. Ho trovato uno stile un po' diverso dal tuo solito, forse perchè non è il mondo di HP, oppure perchè ci sono più dialoghi e ci presenti i pg proprio dal modo in cui parlano. Mi è piaciuta molto e sì, sono curiosa :)
belli i nomi
kiss

Recensore Master
12/01/15, ore 22:08

ciao
mi hanno sempre affascinato le leggende e i miti. qui sembra di cavalcare in uno di essi.
la regina madre è proprio misteriosa. e credo che parte del mistero sia racchiuso nel ciondolo che porta al collo.
mancano troppi elementi per avere un'idea precisa della storia ma la narrazione è perfetta.
ho immaginato il torrione sperduto nella desolata landa, soffocato dalla neve e dal freddo. un manipolo di uomini nerboruti a bivaccare ai margini della foresta con, come unica compania, della birra fumante per riscaldare le ossa intirizzite.
mi piace e quindi continuerò a leggerla ... dunque al prosimo capitolo
un abbraccio kiss kiss