Ehilà :) mi sono già accinta a leggere il primo capitolo di "Rome", ma questa sera sono troppo stanca e storta per poter dare un giudizio oculato sul capitolo. Peraltro, abbisognerei di leggere anche qualcosa di successivo, cosa che sono troppo affaticata per fare.
Pertanto, recensirò una tua poesia - la quale ho comunque scoperto, beninteso, richiede ugualmente molta, molta attenzione.
Ho apprezzato molto i riferimenti al mito classico, in quanto in un certo senso, tu ci fai intendere, sono oggetto di questo stesso amore, miele traboccante che tu prevalentemente rivolgi al consorte. Il lessico non è banale, né i concetti immediati, ma la poesia mi trasmette, nonostante il conflitto e le fiamme da te ritratte, affetto, calore e conforto, ben stigmatizzati nella terzina finale. La parte più efficace è sicuramente la similitudine, già da me citata in questa recensione proprio per la sua bellezza: è creativa e attrae, pur contenendo l'inflazionata figura del miele. Ho invece un rapporto conflittuale con i puntini da te adoperati: se da un lato contribuiscono a trasmettermi quel sentimento di cui ti parlavo, dall'altro mi paiono un po' "pigri".
Tuttavia, il tema dell'odio generato da amore è trattato con coerenza narrativa: presentato all'inizio e ripreso alla fine, intervallato come da un lunghissimo intercalare, un'invocazione, un lamento, un capriccio.
Spero tu possa perdonare l'inconcludenza di questa recensione, ma davvero in questi giorni mi reggo a malapena sui piedi. (Recensione modificata il 30/01/2015 - 12:00 am) |