Ciao! Eccomi qui a recensire questa tua bellissima storia!
Allora, vediamo un po'...
Inizio facendoti i complimenti per l'impeccabile risultato, non solo per le emozioni che sei riuscita a trasmettermi (e su questo punto tornerò più avanti, tranquilla!), ma anche per la cura con cui hai selezionato le parole da inserire e per l'ottima correttezza dal punto di vista meramente ortografico e/o grammaticale - personalmente non ho notato nemmeno un errore, quindi complimenti vivissimi: si nota chiaramente la passione (e il talento, davvero!) che ti spinge a scrivere e ad inventare racconti che riescono a catturare il lettore fin dall'inizio. Ho apprezzato molto l'uso - accorto - delle ripetizioni di alcune parole o di gruppi di parole: normalmente, un numero eccessivo di ripetizioni può far storcere il naso (soprattutto se alcune identiche locuzioni e/o parole vengono riproposte molte vicine l'una dalle altre) tanto da essere spesso aborrite. Non è questo il caso, anzi: trovo che inserire più volte espressioni quali "Perderai" e coniugazioni varie del verbo amare aiuti il lettore a immedesimarsi sempre di più nei pensieri della - ormai prossima alla morte - Clove, tanto che ho davvero avuto quasi l'impressione di trovarmi io stesso accanto a lei, spettatore silente di quanto stava accadendo!
Devo dire che, personalmente, mi piacciono molto le FanFiction incentrate su personaggi controversi della saga. Mi spiego meglio: è facile etichettare i Favoriti come i cattivi della storia, complice anche l'arroganza, la boria e - perchè no? - anche la più marcata vena sadica che li caratterizza; si tratta spesso di personaggi che bramano di partecipare agli Hunger Games pur di ottenere fama e notorietà, relegando in secondo (o terzo, o centesimo) piano il mero atto di porre fine ad altre vite pur di trionfare ed essere acclamati come delle celebrità. E' naturale, quindi, che leggendo il primo romanzo (faccio riferimento in particolare a questo perchè Cato e Clove compaiono nel primo volume della saga, ma questo mio pensiero può essere esteso anche ad altri personaggi quali Enobaria e Brutus, giusto per citare qualche esempio) e rapportandosi con un personaggio positivo quale Katniss sorga spontaneo - nei/ai più - prendere le distanze dai temibili tributi dei distretti più ricchi. Eppure, io condivido pienamente quanto asserito più volte da Haymitch: il vero nemico non è colui che incontri nell'arena!
Non importa se Cato, Clove, Glimmer, Enobaria e gli altri Favoriti palesino una chiara propensione ad uccidere: alla base di tutto vi è, latente o meno, il desiderio di non essere a propria volta uccisi! Alla luce di ciò, amo leggere storie come la tua, perchè si soffermano ad indagare i pensieri e gli animi di personaggi che non sono solo delle mere "macchine di morte", ma che sono in primis persone - giovani ragazzi, in questo caso; persone che provano sentimenti, che hanno comunque delle paure e che, ovviamente, non vogliono morire. Trovo particolarmente commovente il passo in cui Cato chiede a Clove di non lasciarlo - e ti faccio ulteriormente i complimenti, perchè (seppur non proprio esplicitamente detto) nei romanzi emerge un accenno dell'affetto e del sincero interessamento che i due ragazzi provano l'uno per l'altra (Katniss stessa dice che la voce di Cato suona addolorata nel momento in cui scopre che Clove è stata uccisa e la implora - inutilmente - di restare con lui), particolare che nei film non viene ripreso - e non mi dispiace assolutamente veder rappresentata una versione più umana del ragazzo; altrettanto intensi sono i pensieri di Clove, che hai ritratto mantenendo fede a quella vena di orgoglio e di sadismo, interessata sì alla vittoria ma, allo stesso tempo, innamorata del compagno di distretto e restia (per orgoglio, forse) a condividere con lui i suoi sentimenti.
Mi ha colpito il punto in cui Clove pensa che Cato sia uno stupido, in quanto sta usando parte del suo tempo per stare lì con lei (ormai gravemente ferita) quando dovrebbe invece porre fine lui stesso a quelle ultime sofferenze con la propria lancia, quando dovrebbe invece andarsene e continuare ad inseguire la vittoria; eppure, subito dopo questi rudi e crudi pensieri, la ragazza non desidera altro che dare voce ad altri e più veritieri (e intimi) pensieri, cercando con difficoltà di parlare pur di dirgli che lei, dopotutto, è rimasta con lui per tutta la sua vita (compreso il momento in cui tale vita troverà una conclusione)
I due passi che, però, mi hanno colpito di più sono:
[ Amore è una lama che recide la carne. Morte è baciare Cato e sussurrargli minacce nel buio della notte. Amarlo è morire fra le sue braccia, e non conoscere altra via d’uscita. È il tuo mondo, l’unico mondo distorto e violento e vero che conosci. Amarsi è guardarsi morire l’un l’altra, e lui ti guarderà mentre te ne vai, ora ] - sono delle parole davvero intense, in particolare la contrapposizione fra il concetto di amore e il contemporaneo "minacciare Cato nel buio della notte" e l'uso di aggettivi forti per descrivere il mondo e la quotidianità che Clove ha conosciuto nella sua breve vita - ulteriore indice del fatto che non è lei il nemico della storia, ma è la realtà che la circonda che ha plasmato una sua versione decisamente negativa!
[ La consapevolezza con cui Clove capisce di essere prossima alla morte: all'inizio è quasi sorpresa, in quanto non riesce a far conciliare quanto ella sta provando (dolore, senso di sconfitta e desiderio di avere Cato accanto a sè) e vivendo con l'immagine della morte che, probabilmente, ha idealizzato nella sua mente; quando però finalmente Cato la raggiunge e la implora di non lasciarlo, allora tutto cambia: quando il vento parla voce di Cato (altra bellissima metafora, complimenti!), quando il ragazzo che Clove ama è inginocchiato accanto a lei e quando ormai il mondo sta lentamente svanendo, allora sì che la ragazzina del distretto 2 capisce che quella è davvero la fine... Sublime, non riesco ad esprimermi con altre parole!
Ovviamente bandierina verda super meritata!!
A presto!
Matteo |