A parte il fatto che già lo so di essere la persona peggiore del mondo (perché sono sparita e non mi sono più fatta sentire, perché mi sono scordata di rifare la recensione, perché quando sto male non puoi dirmi niente che divento più acida di un limone), ma questo capitolo mi ha lasciata un po' senza parole, per via di una serie di cose.
Non ti nascondo il fatto che mi sono sentita un po' in colpa per aver detto che Letizia era stata crudele nei confronti di Luke. Voglio dire, non che non lo sia stata, anzi ha fatto una scelta davvero pessima, ma forse avrei dovuto cercare di sforzarmi un pochino di più per capire il suo punto di vista.
Invece non l'ho fatto.
Forse avrei dovuto ricordarmi che lei ne ha davvero passate tante, ma a dire la verità mi sono direttamente fiondata nell'ottica di Luke, perché quel povero biondino stava soffrendo e io non ho potuto fare altro che raccogliere quel dolore, comprenderlo e schierarmi alla sua. Ho quasi del tutto messo in secondo piano il dolore di Letizia invece. Ecco perché adesso mi sento così in colpa.
Adesso che ho letto quanto sta male mi sento davvero cattiva per averla "accusata" di essersi accontentata di non aver niente piuttosto che averlo anche se a distanza. La sua era paura di soffrire, paura che magari quella sua assenza potesse pesare troppo, che l'essere giovani e innamorati a volte potrebbe non bastare, anche se in fondo, se ami qualcuno con tutto te stesso, una soluzione la trovi per quanto strana e stravagante, impensabile, stupida o insensata.
E sai quel è la cosa che mi rattrista di più?? Il fatto che comunque lei c'era arrivata ad una soluzione, che prima di tornare a casa e sbattere la porta chiudendolo fuori dalla sua vita per sempre, le sia accesa una lampadina. Aveva capito come tenerselo stretto, lo aveva capito davvero, solo con un pochino di ritardo. Ritardo che le è davvero costato e che le costerà molto nel loro rapporto.
Quando ho letto la scena di quei cinque in ospedale, che si tenevano per mano, che si consolavano a vicenda, per darsi forza l'un l'altro asciugarsi le lacrime, quando ho letto di Cal che si è messo a singhiozzare come un bimbo (che tenero cucciolo che è lui) e di come Mikey l'abbia aiutato, di Ash e della sua Keli, quel suo sole immenso, e soprattutto di Leti, che nonostante tutto non ha mia smesso di amare Luke nemmeno per un secondo ... non lo so, era un'immagine talmente belle e triste allo stesse tempo che quasi mi veniva da piangere. Mi fa pensare che, qualsiasi cosa accada, certe cose non cambieranno mai e ovviamente la loro amicizia è una di quelle. Tu non puoi capire quanto possa essere bella l'immagine di quei cinque che sono riuniti a pregare che Luke, il collante di tutta quell'immensa storia, non scivoli via e lontano da loro. E non puoi capire nemmeno che sollievo che m'è venuto quando il dottore è uscito è ha detto che fosse tutto okay e che stava solo dormendo (e si lo so che già sapevo che Luke non si sarebbe fatto nulla di grave, però ho per un attimo ho trattenuto il fiato anche io).
Poi la parte finale, che stenderebbe anche un pachiderma. Leti che entra in camera sua, che lo prende per mano e che gli parla mentre le lacrime bagnano il suo visino ... non so che dire. Vorrei dire che andrà tutto meglio, ma so che per lei non sarà così, che la sua strada sarà in salita. Però spero solo che Luke rimanga ancora Luke. Che nulla cambi, perché lo so, ne sono sicurissima che, in fondo al cuore, lui ancora la ami. Anche se sta dormendo e, ora come ora, non sa nemmeno dov'è. Loro rimangono la coppia più bella del mondo (ovviamente dopo io e Ash, sia chiaro).
E io lo che questa recensione non basterà mai a farmi perdonare, ma ti prometto che la prossima volta sarò puntuale e che i questi giorni mi farò sentire, perché non sono morta, così potrò ancora sclerare con te, che di scleri ne devo ancora fare.
Ti voglio bene
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