Recensioni per
La maga citarista
di Emilia Zep

Questa storia ha ottenuto 25 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/03/15, ore 22:58
Cap. 8:

Oh, commovente l'incontro tra Menandro e Ermione. Lui ha inventato la Passaporta e quando sono rimasti soli, loro azioni e come le hai descritte, l' ho adorato! E Milone e Filo', che simpatici, mi verrebbe da shipparli, sai? Alla fine tutto si e' sistemato, e i Babbani e i maghi hanno iniziato a mescolarsi. Il finale e' stato inaspettato e molto piacevole, ma Hermione ha incontrato Ermione? Ho capito bene? Sia lei che Ron sono caratterizzati in maniera sublime! Una storia che merita, davvero ci potresti trarre un libro, io lo comprerei! Tanti complimenti :-)
(Recensione modificata il 24/03/2015 - 11:03 pm)

Recensore Master
26/02/15, ore 11:39
Cap. 8:

Oh mamma mia! Troppo bella questa storia, Emilia, e questo capitolo finale mi ha commossa tanto.
Menandro è tornato e i due si sono rimessi insieme, anche Milone spero che si sia dichiarato prima o poi. Urania è andata a vivere lì dove ha vissuto sua madre e sicuramente sarà diventata una strega potente proprio come lo era Sofia. Mi ha commosso l'abbraccio tra padre e figlia, ma pantoo ha preso la decisione giusta.
Bello il ritorno dei poteri magici, ma mi rattrista che molti sono morti, o rassegnati alla nuova vita.
E che dire dei nostri beniamini nella scena contemporanea? Bello, anche Hermione che avrà avuto sicuramente un'apparizione della sua antenata.
Emilia, non so se riesco a farti capire che la storia mi è piaciuta tantissimo: una trama avvincente, coinvolgente, descrizioni impeccabili. Mi sono piaciuti tutti i personaggi che hai introdotto senza trascurarne alcun dettaglio, ognuno con un ruolo fondamentale nella trama. Mi hai trasportato in un mondo tutto da scoprire, con usanze, tradizioni, persone da esplorare.
Non so davvero come esprimere il mio entusiasmo.
Secondo me hai un grande talento, davvero, spero che tu lo possa sfruttare per scrivere romanzi di questo genere epico.
La storia ha vinto un premio? Più che meritato, direi.
Grazie per questa storia stupenda, Emilia, alla prossima non mancherò ;)
tua angyp

Recensore Master
20/02/15, ore 11:29
Cap. 8:

Oddio, ma io... Io ho le lacrime agli occhi!
Ti giuro, Emilia, mamma mia...
Che bellissima storia, e che finale!
Povero Pantoo, lo hanno lasciato solo... Avrebbe potuto andarsene anche lui, però! Cosa gli costava? I giovani Maghi avrebbero avuto bisogno di un insegnante come lui! In ogni caso il buon Menandro con tutte le sue invenzioni potrà fargli vedere la figlia tutte le volte che vorrà... A proposito di Menandro, mamma che cretina che sono! Era una Passaporta, quella dello scorso capitolo! Un po' da perfezionare, decisamente.
Oh, che tenerezza che mi ha fatto, l'incontro tra Ermione e Menandro! Anche lui ha vissuto avventure piuttosto rocambolesche, non c'è che dire.
Milone e Filò che litigano sono impagabili, li adoro! Meno male che poi riescono a mettersi d'accordo e Menandro e Ermione non sbagliano mira, altrimenti... Sai il guaio che si poteva combinare!
E il villaggio che torna lentamente a "fiorire" mi ha commossa incredibilmente. La cosa più bella, poi, è la spontanea unione e cooperazione tra Maghi e Coinous: le nostre streghe, private dei loro poteri e costrette a una vita dura e costellata di privazioni, hanno scoperto che, forse, al termine Coinous sarebbe opportuno attribuire ben altro valore, e questo è bellissimo.
Ma la cosa che più mi ha colpita è stato l'epilogo moderno... Tu hai descritto ciò che ho sempre immaginato di Hermione, e che avrei sempre desiderato approfondire: il suo rapporto con le origini Babbane. Penso anche io che, dopo la guerra, il suo attaccamento alle origini sia diventato in qualche modo più forte: Hermione ha provato cosa significa rischiare di essere dimenticata dai propri genitori, ha provato la persecuzione per essere una nata Babbbana. Ora credo senta una sorta di "orgoglio" per il mondo Babbano dal quale proviene, e che non vuole assolutamente dimenticare né, tantomeno, rinnegare.
E qui ho ritrovato una riflessione che ho spesso fatto anch'io: la magia per Hermione è giunta quasi per caso, certamente non richiesta o desiderata. Chissà se Hermione si è mai soffermata a pensare a cos'avrebbe fatto, se fosse stata semplicemente una Babbana come i suoi genitori. Io credo che sì, ci abbia pensato spesso. In definitiva, mi trovi d'accordo su tutta la linea.
Il senso di perdita, di vuoto, di malinconia lasciato dalla guerra poi è qualcosa di palpabile, assolutamente struggente, bellissimo, degna conclusione di questa storia. Anzi no, la vera conclusione è la comparsa della nostra Ermione... Delicatissima e suggestiva, un'altra sferzata di malinconia, per noi che abbiamo letto le sue avventure e le sue peripezie.
Oddio, questa recensione sta diventando un'accozzaglia di parole e di "quanto è bello", "quanto mi piace", non volevo che fosse così. Ma davvero, ti scrivo fresca di lettura e di commozione, di meglio purtroppo non so fare.
Grazie infinite per questa storia, con la quale sei riuscita a catturarmi il cuore.
Un abbraccio
Melianar

Recensore Veterano
16/02/15, ore 18:39
Cap. 8:

GIUDIZIO ALLA STORIA

Grammatica e sintassi:

In generale è tutto abbastanza corretto, soprattutto per essere una long di quaranta pagine.
Ti segnalo solo quest'errore di distrazione, l'unico del quale mi sia accorta: a pagina 11 hai scritto un anima senza l'apostrofo (ma più avanti era scritto corretto, quindi credo sia proprio una svista).
Complimenti!


Stile e lessico:
Direi che lo stile di questa storia è particolare, ma comunque piacevole: risulta naturale, molto simile al parlato, proprio come se Ermione stesse raccontando la sua vita. Devo dire che, personalmente, preferisco uno stile più "artificiale", se mi passi il termine, nel senso di meno immediato e discorsivo; il tuo, invece, ricorda proprio una narrazione orale, con passaggi senza soluzione di continuità da un argomento all'altro, dialoghi inseriti con naturalezza nella narrazione. Il tutto risulta molto piacevole da leggere, comunque, e i miei gusti personali non influiscono sul fatto che, in generale, lo stile è efficace al tipo di racconto scelto e alla decisione di narrare in prima persona.
L'unica pecca, mi sono accorta, è che mancano qua e là un po' di virgole; io sono esagerata, probabilmente, perché ne metto ovunque, ma in alcuni punti del tuo racconto proprio ci andrebbero. Ti faccio qualche esempio: a pagina 13 scrivi "Vergognati Adrasto", ma tra i due elementi ci andrebbe la virgola; così come a pagina 14 (ma anche in altri punti), tra i due "No no" ci va la virgola, altrimenti è una ripetizione. Cosette così, insomma. Sono sciocchezze, per carità, ma credo che renderebbero la lettura più semplice.
Infine, una semplice dimenticanza: a pagina 27, verso la fine, manca il punto di domanda in questa frase: "Perché non proponiamo il tuo episodio su Circe per la revisione delle trascrizioni di Omero che stiamo facendo in questi giorni."


Ambientazione storica:
In questo campo sei stata meravigliosa. Si vede che hai una conoscenza approfondita dell'epoca storica in cui hai ambientato la vicenda, perché tutto risulta naturale e al suo posto. Sfrutti i costumi della Grecia Antica, come quando Ermione entra nel tiaso o viene venduta ad una casa di etere, ma sai inserire con naturalezza anche particolari più specifici, come la distinzione tra primo e secondo attore e tutta la spiegazione di come funzionava il teatro antico. Sono certa che, se anche non ci fosse stato scritto da nessuna parte, si sarebbe capito immediatamente in che epoca siamo. Ti confesso che l'Antica Grecia non è tra le mie epoche preferite (non per niente stava nel gruppo C), ma la tua ambientazione era tanto precisa che ha reso comunque l'epoca molto gradita. Mi è piaciuto in particolar modo il riferimento al peccato di Adrasto come peccato di tracotanza; immagino che tu abbia inserito anche nell'ambiente magico quell'idea così squisitamente greca della hybris. Per non parlare del fatto che il tuo racconto non stonerebbe affatto tra i romanzi greci che ci sono giunti, visto che narri le peripezie di due amanti che alla fine si rincontrano. Potresti essere una scrittrice dell'Antica Grecia (è così, non è vero?).
Posso anche complimentarmi con te per il fatto che la Storia, quella che si legge nei libri, per quanto non abbia un ruolo rilevante, entra comunque, silenziosa, all'interno del racconto. Funge da sfondo e risuona nel racconto in piccoli particolari, come l'accenno alla peste di Atene, a Pericle e Aspasia, o ad Erissimaco, oppure si fa più determinante come nel caso della revisione dei testi omerici. Ho trovato davvero bellissima l'idea che l'aggiunta della scena con Circe nell'Odissea provenga dal canto di Ermione e dalla tradizione delle maghe.
Infine, sei stata molto brava a declinare il mondo magico in questa ambientazione storica greca. Per esempio, i Babbani prendono il nome di Koinous, gente comune, e i Nati Babbani devono essere adottati da una famiglia di maghi a partire dagli otto anni. Trovo sia anche molto conforme alla mentalità greca l'idea che una strega debba sposare un mago (mi riporta in mente il diritto di cittadinanza ad Atene). Stupenda, poi, la frase finale di Ermione: "Se riusciremo a rifondare il nostro villaggio, penso che dovremo tutti riconsiderare di molto il significato che diamo alla parola ‘comune’". Trovo che sia molto innovativo per l'epoca, ma mi piace l'idea di una cooperazione tra maghi e babbani; d'altronde, siamo ancora ben lontani dallo statuto internazionale di segretezza magica.
Davvero un ottimo lavoro!


Caratterizzazione personaggi:
Anche in questo campo hai tutti i miei complimenti. Le vicende ruotano tutte intorno al personaggio di Ermione che, tuttavia, si discosta abbastanza dalla sua omonima britannica, alla quale assomiglia solo per alcune caratteristiche (il nome, ovviamente, il patronus, la bacchetta e una certa incapacità per la divinazione). Questa Ermione greca ha tutta una sua profondità che fa invidia a tanti personaggi della Rowling: se ne può seguire l'evoluzione da ragazzetta a donna, si ammira la sua complessità, ci si può immedesimare in lei senza difficoltà. Si condividono i suoi sentimenti e le sue angosce, le sue paure come le sue gioie. È un personaggio vivo e molto umano: non ha grandi slanci eroici, anzi, si lascia quasi schiaccare dalla situazione disperata in cui si trova, ma proprio questa caratteristica la rende vicina al lettore.
Tuttavia, credo che il vero punto di forza dei personaggi sia la loro proliferazione: in sostanza, attorno alla protagonista, ruotano una miriade di personaggi secondari, tutti bellissimi e tutti con una loro caratterizzazione specifica. Da quelli che sono poco più che nomi, come le maestre del tiaso, a quelli che appaiono quasi come co-protagonisti, insomma, tutti sono davvero ben riusciti. Ho adorato la profondità di Sofia, la spontaneità di Filò e la sua complicità con Milone, la curiosità della piccola Urania, l'umanità di Pantoo, il dolore di Aglaia, la passione di Ferecide, la dolcezza di Melisso. Ecco, avrai notato che non ho nominato Menandro. Perché Menandro è in assoluto il mio personaggio preferito. Mi sono innamorata di lui, della sua voglia di ricercare e innovare, del suo essere fuori dagli schemi, del suo dover essere schiantato perché obbedisca. Mi sono innamorata della sua caparbietà nel voler spezzare la maledizione, del suo viaggiare alla ricerca della formula in Oriente, del suo desiderio infinito che lo riporta tra le braccia dell'amata Ermione. Un personaggio davvero stupendo, che affiancato alla protagonista dà più sapore a tutta la storia.


Trama:
Ecco, questo credo sia il punto di forza di tutta la storia. La trama è perfetta dall'inizio alla fine, coerente, complessa ma non contorta né artificiosa. Ogni tassello è inserito nel punto giusto, per creare una fitta rete che si dirama intorno alla protagonista Ermione ma che, insieme, coinvolge mille altri luogi, personaggi e avvenimenti. In particolare nell'ultima parte, in cui tutti i fili della trama, che prima sembrano messi lì per caso, si riallacciano per formare un unico intreccio... be', trovo che il tutto sia davvero geniale! Urania che risulta essere la figlia di Sofia, la storia di Menandro che incontra l'aedo di Chio e riconosce i versi insegnati da Ermione, perché è andato in Oriente per cercare di scoprire le magie di Adrasto, Sofia e Pantoo che si incontrano e si innamorano, ma non possono stare insieme per via di quella legge che avevi citato solo all'inizio della storia: questi sono solo alcuni degli esempi di fili della trama che si riallacciano alla fine. Davvero un lavoro maestrale!
Per non parlare del fatto che tutto nella storia risulta inaspettato: nessun aspetto è banale o così evidente che, nel leggerlo, si sa già dove andrà a finire. Va bene, ammetto di non essere una lettrice così intuitiva, di solito, ma qualche volta ci sono dei cliché così grossi che è impossibile non notarli; nella tua storia, invece, tutto è ricco di suspance, di quella sana suspance che ti fa andare avanti nella lettura perché vuoi scoprire cosa accadrà. La visione di Ermione ne è un bellissimo esempio: la introduci all'inizio, ma finché non la spieghi, non si capisce a cosa si riferisca. Le visioni sono un modo abbastanza classico di introdurre elementi futuri che creano suspance, eppure la tua risulta perfetta, perché crea aspettativa ma non spiega troppo. Io ero convinta che la maga in questione fosse Sofia, pensa te! Invece la visione si rivela di tutt'altro tipo. Credo che arricchisca molto la trama senza scadere nel banale.
Un altro punto di forza è l'apparizione finale di Menandro; ti ho già scritto che questo personaggio mi piace molto e non ho che parole di lode per lui. In particolare, ti rifai ad un tema abbastanza inflazionato, quello dei due giovani che sopravvivono ad un disastro e sono gli unici che possono far tornare tutto come prima; per cui, era abbsatanza ovvio che Menandro si fosse salvato e che sarebbe ricomparso alla fine. Eppure, non riuscivo proprio a capire come avresti fatto a farlo incontrare ad Ermione. Continuavo a chiedermelo finché... ops, non mi appare in salotto! E con una Passaporta! Credo che questo, ai fini della trama, sia proprio un colpo di scena. Certo, tu avevi già detto che lui stava studiando il modo di riapparire in posti diversi, ma mai avrei pensato che ci sarebbe riuscito. Soprattutto, che avrebbe incontrato Melisso e sarebbe da lì riuscito a ritrovare Ermione. Davvero un colpo di scena ben architettato.
Infine, l'epilogo "moderno" non è strettamente funzionale alla trama ma ci sta proprio bene. Prima di tutto, perché ci permette di avere a che fare con qualche personaggio che ci è più familiare, anche se per poco tempo; e fa sempre piacere leggere di una Hermione perfettamente IC, che riflette in modo profondo e personale su ciò che la guerra ha lasciato negli animi dei sopravvissuti. In secondo luogo, perché lega la protagonista Ermione in un filo diretto con la sua omonima britannica. Infine, perché ci racconta ancora qualcosa, attarverso gli occhi dell'archeologia, sui personaggi che abbiamo amato: sto parlando dei tentativi di creare Passaporte (tra l'altro, chissà quanto si sono interrogati gli storici sul motivo per cui in contemporanea ci sono tracce di Passaporte nella valle di Tempe, a Chio e ad Atene! Questa cosa mi ha proprio fatto sorridere!), dei poemi messi per iscritto, dei primi rudimentali incantesimi di materializzzazione. Insomma, proprio un epilogo piacevole!
In sostanza, ho deciso di premiare proprio la trama della tua storia, perché ti sei mostrata di una bravura magistrale nel creare una fitta rete di intrecci che si dirama per quaranta pagine senza una contraddizione, una scena di troppo, o una di meno. Insomma, perfetta!


Originalità:
Come dicevo anche prima, ti sei rifatta ad alcuni temi "caldi", come le visioni, i giovani sopravvissuti ad un disastro che sono gli unici a poter sistemare tale disastro, oppure anche il mago attirato dalle arti oscure che viene allontanato dalla sua comunità e torna in cerca di vendetta. Tuttavia, nessuno degli espedienti che usi risulta banale. Anzi, c'è una freschezza e un'originalità nella storia che mi presenti da lasciare stupiti. Il modo in cui intrecci la storia, il vissuto della Grecia Antica, i loro usi e costumi, con il mondo creato dalla Rowling è condito da tantissima inventiva e innovazione. Hai saputo riciclare elementi classici (nel senso più proprio di "greci", come le etere o il tiaso) ed elementi potteriani, per farli interagire con la tua personalissima originalità. Così il tiaso diventa una scuola di magia per giovani fanciulle dedicate ad Ecate, il sapere magico viene custodito oralmente in lunghi poemi che cantano le gesta di maghi e streghe, le pozioni si trasformano in farmaci fatti con le erbe. Hai saputo rileggere molte cose date per assodate in campo classico e potteriano con la tua personale visione. Trovo che sia stata una scelta molto azzeccata.
Oltre a questo, ti sei lanciata in innovazioni personali e davvero apprezzabili. Sto parlando della maledizione usata da Adrasto, un incantesimo che immagino tu abbia inventato di sana pianta, pur rendendolo perfettamente credibile. Ancora più bella, a mio parere, è la contromaledizione che ci associ, con la ricerca della stella perduta che rappresenta la magia rubata. Mai letto di nulla del genere. Oltretutto, la soluzione del mistero è molto originale, con questa stella che non si trova e il lettore che si scelvella per capire il perché, finché non si scopre che era nascosta davanti a Merope. Tra l'altro, ho trovato molto bello il fatto che tu abbia scelto proprio questa costellazione, così da creare un altro legame con la saga originale, attraverso il semplice nome di una stella.
Anche per questo campo, tutti i miei complimenti.


Layout:
Va bene, sono una rompiballe pignola, ma stai attenta perché a volte usi il trattino lungo per i dialoghi, a volte quello breve. Probabilmente sono affetta da qualche tipo di disturbo ossessivo compulsivo, perché la cosa mi turba. È una stupidata, mi rendo conto, ma dà una maggiore idea di ordine usare sempre lo stesso segno grafico.


Rispetto del mondo della Rowling:
In questo campo sei stata davvero eccellente: non semplicemente hai rispettato tutto quello che sappiamo sui maghi grazie alla Rowling, ma hai saputo inserirti con originalità nel concetto di "magia" in due modi differenti. Da un lato, grecizzi gli incantesimi e il mondo potteriano: i patronus diventano demoni protettori, le maghe sacerdotesse di Ecate, la divinazione mantica, le pozioni farmaci. Dall'altro, inserisci un concetto di "evoluzione della magia" che ho apprezzato molto: visto che siamo nel V sec. a.C., giustamente, proponi che le conoscenze magiche fossero meno raffinate. E questa idea, credo, sarebbe potuta venire dalla Rowling stessa. Complimenti!


Evantuali punti bonus:
Questo campo non ha molto senso, visto che non sto dando i punti, ma sappi che il tuo punto bonus per aver scelto un'epoca del gruppo C te lo saresti meritata in pieno!


Gradimento personale:
Va be', è inutile dire che la storia mi è piaciuta davvero tanto. L'inizio, con la parte sul tiaso, non mi aveva convinta del tutto, perché mi pareva mancasse di adrenalina, ma poi... caspita! È un susseguirsi infinito di colpi di scena, di stravolgimenti, di personaggi nuovi e vecchie conoscenze. L'ho adorato! L'ultima parte me la sono letta in un baleno, letteralmente divorata, e io sono una lettrice davvero pigra. Eppure sei riuscita a catturarmi, a farmi palpitare per il destino di Tempe, a farmi sentire le emozioni dei personaggi, le loro angosce e i loro entusiasmi. Ti confesso che alla fine, quando si ricompone il tiaso e tutto sembra riprendere nuova vita, avevo gli occhi umidi. È stato un finale per il quale ho atteso tanto, proprio come Ermione, e alla fine mi sono sentita realizzata come se avessi preso parte anche io alla storia. È proprio bello poter dire di aver letto un racconto che ha saputo catapultarti in un'altra dimensione, coinvolgerti a tal punto da vivere a fianco dei protagonisti e arrivare alla fine con la sensazione di aver appena terminato una bella avventura. Mi hai davvero catturata e ti ringrazio!
Oltre ad aver apprezzato la storia in sé, mi sono piaciute anche alcune tue trovate davvero geniali. Molte te le ho già segnalate, come l'idea di un progresso della magia, per cui Menandro stava studiando le Passaporte e la Materializzazione che all'epoca non esistevano, oppure tutta la questione della maledizione di Adrasto e della ricerca della stella. Qui, in particolare, ti segnalo un'altra cosa che ho apprezzato molto: è l'idea racchiusa in questo pensiero di Ermione: "Riflettei sul fatto che noi maghi eravamo in grado di far accadere molte cose ma difficilmente ritenevamo importante indagarne il perché." Veramente, ho adorato questa riflessione! Anche io non ho mai capito il motivo per cui i maghi fanno magie ma non si domandano che cosa ci stia dietro; in sostanza, non esiste una filosofia magica, una scienza della magia. Mi sembra una cosa davvero assurda: possibile che in tremila e più anni di storia della magia nessuno si sia mai chiesto il perché? Mi fa piacere che in un ambiente come quello della Grecia Antica, così sensibile alla filosofia e alla scienza, ci sia stata una maga che si sia posta questa domanda e che, immagino, abbia anche cercato di darsi una risposta.