Salve Black Artemis,
innanzitutto mi presento: sono Daphne, piacere; ho trovato la tua Flashfic su "In cambio di una recensione in più".
Prima di ogni cosa, ho atteso tre minuti per leggere la tua creazione, impegnandoli per ascoltare (e scoprire) quell'interessante canzone che è "The Lonely"; la consiglierei ad ogni lettore, anche a quelli che la conoscono già, aiuta a creare una particolare atmosfera mentale, permettend di entrare a pieno nel contesto dello scritto.
Giungendo al contenuto:
•Ho trovato il parallelismo fra il mondo che crolla e un'ipotetica demolizione individuale molto interessante, perché spesso -in quella che pare essere la vita reale- si gioca volentieri a scaricare le colpe di determinati insuccessi e/o destabilizzazioni sulle spalle altrui, iniziando un infinito "ping pong" di cause e concause di situazioni spiacevoli, inconsci di quante risposte siano proprio racchiuse in noi stessi.
La scena allegorico-decadente della ragazza che, isolata da tutti, riesce a rimanere sulle punte dei propri piedi in mezzo a un cumulo di mura in fase di demolizione e che, nonostante la polvere soffocante, riesce a cantare, credo che possa essere un buonissimo esempio di auto-sostenimento e di quanto la fiducia in sé stessi possa essere fondamentale, in quanto gli unici autentici conoscitori della propria persona.
La ragazza solitaria che descrivi, da quanto il testo ci permette di captare, era una bambina che -a suo tempo- raccontava sciocchezze innocenti per la quale -tiro a indovinare- potrebbe essere stata potenzialmente derisa, ottenendo come conseguenza un'assoluta chiusura in sé stessa, per paura di essere giudicata per ciò che, nonostante tenti di occultarlo, è ancora. [E qui si riprende anche la frase I'm the shell of a girl that I used to know well.]
Questo repentino isolamento, però, ha come risultato solo un'inconscia ricerca di compagnia -dato che, a volte, la propria presenza non è più abbastanza- e la ragazza ha iniziato a buttarsi nella soluzione più facile e disinteressata: in un sesso sterile senza passione né affetto.
Il successivo discorso della madre è assai complesso: a volte possono essere le migliori consigliere, ma quando si tratta di confutare che qualcuno (o qualcosa) di esterno e a lei irreversibile sta arrecando un danno al figlio, diventano inconsciamente semi-cieche, sperando di trovare una soluzione alla loro portata.
Eppure, nonostante tutto stia andando contro la ballerina-lottatrice, lei non si abbatte e volteggia con calma disarmante fra le macerie di un mondo che, volendola far crollare, è costretto a seguirla.
•Lo stile sfruttato per questa Flashf. è molto pragmatico, ma al contempo diretto. La tua si può definire una "missione compiuta": sei riuscita a trasmettere uno dei pilastri morali che dovrebbe condurre le nostre vite in semplicemente dieci righe, e il che non è roba da niente! Soprattutto, quando si tratta di scritti brevi, il rischio di non centrare il bersaglio è alto. Per quanto riguarda la grammatica non ho nulla da dire, ma dovrei riconoscerti solo un piccolo errore/ svista di punteggiatura (ahimè, sono un po' pignola): alla riga n.8 io scriverei "Come, se quella vedeva il mondo ecc." oppure "Come? Se quella ecc."
Per il resto non ho nulla da appuntare, perché ogni cosa è veramente al proprio posto; ti faccio i miei complimenti.
È stato un piacere aver avuto l'occasione di leggere un capitolo così breve, ma al contempo interessante.
Un abbraccio,
Daphne09 |