Ciao!
Il tema che tratti in questo prologo è molto interessante e attuale (ricordo a proposito un articolo su un giornale di qualche mese fa riguardo una possibile risoluzione del test di Turing), ma la forma in cui l’hai elaborato, mi dispiace dirlo, non è all’altezza.
Innanzitutto, volevo segnalarti che il carattere è troppo piccolo, l’introduzione presenta degli errori (la frase iniziale non ha molto senso) e anche la citazione di Einstein è di un colore terribile che stona con tutto il resto. Potresti gentilmente rimediarvi, soprattutto alla prima?
Poi, ciò che mi ha lasciato più perplessa, è il fatto che non vi sia coerenza fra tempi e persone, anche all’interno dello stesso periodo. Un momento il giudice (che poi, di cosa? Che tipo di concorso è quello? Qualche informazione in più sarebbe stata gradita con piacere) dà a Daniel del lei, quello dopo gli si rivolge usando la seconda persona singolare. Un’evidente contraddizione.
Inoltre, spesso non usi le maiuscole dove dovresti e questo è un grande limite.
Comunque, a dispetto di questi problemi nella forma, il soggetto promette molto bene. L’intelligenza artificiale, la definizione di essere pensante e di essere umano è in continua evoluzione e da anni – decenni, forse – libri e cinema ci hanno abituato alle teorie più svariate, più futuristiche. Hai fatto sicuramente una scelta coraggiosa e spero che troverai anche un modo altrettanto valido per sviscerare nel modo corretto una questione tanto complessa.
Viviana