''Osservo quel sorriso dipinto che mi dà un’aria perennemente gaia.
È rosso e scarlatto, come una ferita slabbrata.
Esattamente come i tagli profondi che mi dilaniano dall’interno.''
 Se potessi ti darei una tripla bandierina verde. 

Questo racconto mi ha colpito sin dall'inizio,tutto è ben fatto.
Hai un non so cosa di poetico,forse deriva dalla descrizione dettagliata delle tue emozioni. Fatto sta che hai fatto centro,mi sento anche io così. Adesso non so quanti anni tu abbia,ma hai una profondità d'animo tale da lasciarmi stupita.
I miei migliori complimenti.

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Eh bella.
Molto profonda.
La figura del clown in questo racconto è geniale.
Tutti noi lo associamo sempre a gioia, allegria, quando non è detto che sia così, perchè anche loro possono avere momenti bui che devono sotterrare per far ridere gli altri.
La contraddizione tra quella che è apparenza, quello che è il suo costume e quello che c'è dentro il protagonista è scritta davvero bene.
Complimenti!
Alla prossima! :)

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Ridi pagliaccio... mai lirica fu più azzeccata per questa storia. In effetti, a pensarci bene, il lavoro del clown dev'essere uno dei più difficili del mondo: innanzi tutto far ridere non è affatto facile, ed oltretutto lo devi fare anche se dentro stai passando un inferno. Bella introspezione, davvero! Non dico più nulla sullo stile, tanto lo sai che lo adoro!
Bacioni! Eve

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