Recensioni per
Il ragionar ch'è meco
di Takke

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/09/12, ore 17:44

C'è frustrazione nelle tue parole, una forte frustrazione che trapela da ogni parola, per quanto musicale e ipnotico sia l'andamento della poesia.
Ha quasi consistenza, si riesce a percepirla tra le dita, se ne può assaporare ogni rima e sentire un gusto amaro come del cioccolato fondente.
E' bella nella sua cupezza, davvero bella. Mi ricorda una giornata nuvolosa, in cui la tempesta non si è ancora manifestata ma se ne avverte l'arrivo.
Complimenti davvero, quindi; spero proprio che, per quanto bella sia, riuscirai a scrivere con colori più gioiosi (che alla fine è quello che auguro anche a me stessa).
Alla prossima!
Francesca

Recensore Veterano
29/08/12, ore 00:40

Ciao Takke

lasciami dire che questa serie mi mancherá sebbene sia sicuro che la tua poetica non cesserá di stupirmi gratamente, un poco mi addolora constatare che il pessimismo cosmico che ne contraddistingue la chiusa ne abbia probabilmente affrettato il termine e tuttavia, poiché rispetto la tua amarezza, da me non sentirai alcuna frase di circostanza, farisaicamente consolatoria, solo sappi che per il meglio o per il peggio la mia stima ti accompagna.

a presto

CC


Recensore Junior
24/07/12, ore 21:53

Hei ciao! M'è piaciuto molto questo componimento: l' ho trovato piacevole e piano; benché l'argomento che affronti sia tutt'altro che semplice, tu sei riuscito a rendere il tutto come una tenera conversazione, una sorta di conversazione che ha qualcosa di piacevolmente epicureo; m'è molto piaciuto quell' inizio "infine" che di inizio ha ben poco: ci mette subito in media res nel discorso e ci trasfigura tutto quello che dovrebbe esserci attorno, perché questo presuppone ragionamenti che non ci sono, si possono immaginare, e sembrano però infissi nella tua mente, mentre tu hai considerato quello che di fatto ti interessava, di tutto. Bello inoltre quel "ma" che pur non smontando del tutto la consolazione, comunque la mette su ben altro piano. Mi è piaciuta la seconda quartina: se piangi, è inutile, perché non rimarrà nemmeno il pianto; è molto forte e colpisce. Poi è splendido l' ultimo verso, un po' petrarchesco nella sua antitesi, e senecano nella brevità e profondità della sentenza... L' unica cosa è il "fasullo", come parola, perché tende ad attenuare e a rarefarre quanto dici, ma comunque mi sembra che il tono che tu voglia usare sia questo, della semplicità, per questo te lo perdono :) . Mi fa pensare un po' il verso "e univoco parrebbe il giudizio", ma perché dà la possibilità di riflettere su più punti e smembrare la sentenza successiva in più significati, se si deve seguire l' "univoco", o il condizionale del "parrebbe": però l'ambiguità in sé è bella, perché ti impedisce di chiudere quanto detto e lasciar lì la cosa.
Bravo! Ciao!:)

Recensore Junior
28/06/12, ore 10:47

Ciao! Dopo un periodo estenuante finalmente posso prendere un attimo di respiro; e colgo l' occasione per seguire il tuo invito. Ho letto un po' delle tue poesie, soprattutto quelle di cui il titolo mi suggestionava di più: ho trovato veramente interessante il senso di alcune di queste e mi piace come uno stile tendente al tradizionale risponda a un messaggio che vuole sganciarsi dal presente (e forse per questo è tale), ma tu non ti limiti a far sonetti od altro, ma anzi rielabori il tutto in maniera molto coinvolgente, a volte... come il suono che ne deriva da questa: i versi della prima strofa sono novenari che non risuonano, difficili e impervi, mentre poi torni ad una posizione d'accenti molto più musicale e viva. Sembra che i versi allora si sgancino insieme al ragionamento, che si fa libero ed efficace, mentre prima doveva lottare con qualcosa per farsi tale, quello che si voleva proprio negare in quei versi stessi!...  Mi sembra che tu, all' immagine pura, preferisca in generale quello che ne viene o il concetto non macchiato da troppa "immaginosità", ne deriva qualcosa di essenziale in quello che vuole dire, ed ermetico.
Mi piace, infine, quello che dici, innanzitutto, prima ancora del come: qua in particolare difendi l' Io dalle pretese di rendere tutti un tutto uguale, se non sbaglio, dici che non può esistere un' intelaiatura perfetta (i.e la società), che, come tante volte si vede nella storia, non regge l'idea di pretendere l' uomo come un percorso giusto verso qualcosa, perché tutto alla fine tende a cadere nel disordine ... (se sbaglio per favore perdonami, ma è tipo un mese che sono su Hegel e compagnia varia, e questo tipo di suggestione fa un po' male-.-)  In sintesi: bravo, interessante :)

Recensore Veterano
27/05/12, ore 20:16

Ah! Le Norne, la trama e l'ordito ed alfine l'umana sorta, tema affascinante, non c'è dubbio, da affrontare.
Ciò che resta da decidere è se affrontarlo da un punto di vista fatalista (se del fato si ammette l'esistenza) o col più bieco determinismo, in ogni caso presto o tardi tutti noi ne sapremo di più.
Godibile questa tua, come sempre del resto.

a rileggerti presto CC

Recensore Junior
25/01/12, ore 12:07

Mi piace, è una riflessione molto interessante e riguarda caratteri che abbiamo tutti incontrati. Impeccabilmente elegante, come al solito :). Bravo Takkùz.

Recensore Veterano
16/05/11, ore 20:53

Che dirti, se non che le tue parole, perse in quella patina di antico, sanno far uscire con prepotente vivacità i drammi e le brutture del presente?
Tutto è pervaso da un'aura delicata, come di sapiente distacco; un ideale da saggio epicureo, si direbbe, che dall'alto della sua...sapienza? cultura? capacità di analisi? Non saprei...osserva il mondo e i suoi abitanti affannosi ed affannati.
Insomma, c'è un pò tutto in questa poesia: l'eleganza della forma, la capacità di esprimere concetti complessi, la profondità stessa dei contenuti e delle immagini.
Che dirti, dunque, se non complimenti? Sai sempre toccare qualche corda sensibile.
willHole, sorrisoni :)
(Recensione modificata il 16/05/2011 - 08:53 pm)

Recensore Veterano
16/05/11, ore 20:05

La vacuità del soppravvivere odierno in effetti è disarmante, credo si sia ormai raggiunto l'asintoto dell'elettroencefalogramma sociale e mi duole assai.
La tua è un'opera amara e disincantata molto ben scritta che lascia un segno, soprattutto per il garbo con cui hai al trattato il tema mentre sarebbe stato facile scatenare una feroce filippica od una lamentazione degna di Giobbe, complimenti Takke è sempre un piacere.

CC

Recensore Master
27/04/11, ore 19:28

I tipici incroci che avvengono su EFP mi hanno riportata al tuo nome. E, permettimi di dirlo, è stata una fortuna.
Questa poesia non mi ha fatto impazzire nel vero senso della parola, perchè non giunge alle corde più sensibili del mio essere, non è diretta, non colpisce alla prima lettura, ma è bella comunque. E' bella anche per quello. Perchè, frasi come: E pur mi sembra folle che il ragionar ch'è meco sollevi una tal eco che il respirar m'è duro, non sono frasi da tutti e non sono frasi semplici da leggere. E' bellissima, veramente bellissima. E credo che quella sola frase potrebbe costituire una poesia unica.
Complimenti, davvero complimenti. Continuerò nella lettura delle tue poesie.
Alla prossima.

Recensore Veterano
01/04/11, ore 19:45

E' come sempre un piacere leggere qualcosa di tuo, non spreco lodi, non ne hai bisogno, solo, è un vero peccato che come te ve ne siano ben pochi, chissà se in un lontano futuro potremo clonarti.

alla prossima CC

Recensore Veterano
20/11/10, ore 21:06

Ehilà ottimo Takke, è sempre un piacere e un privilegio leggere i tuoi lavori, che dire ...

spero che il ragionar ch'è Teco
t'ispiri a continuar l'opera tua
chè vita nostra allieta, bontà sua
pur'essa schiava sia d'un fato cieco

con rispetto CC

Recensore Junior
17/06/10, ore 15:17

Il lamento dell'artista che di fronte alle calamità del nefasto cosmo "indolente" si rifugia nel suo cantuccio "in disparte" a ragionar su parole effimere, ma non effimere per lui... :)

Recensore Veterano
30/05/10, ore 23:49

Grande Takke, disperso in Euskadi per ragioni di lavoro trovo conforto nel leggere si mirabili versi, tecnica e talento, raro connubio che ci allieta annoverando in se medesimo tutte le virtu' a cui chi scrive ambisce, possa
la musa continuare ad ispirarti ed a farci godere della tua opera, se cio'
ti aggrada hai il mio rispetto.
Saluti CC

Recensore Master
13/05/10, ore 13:38

No words... Non ho parole... Complimenti è dir poco.

Recensore Master
25/04/10, ore 12:33

è da tanto che non recensisco nulla di questa composizione, ma quest'ultima non può proprio essere ignorata! E' bellissima, i miei complimenti, anche se la metrica è un po' altalenante (non chiedermi da dove abbia tirato fuori quest'aggettivo 0_0) mi è molto piaciuta... ^^

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