Recensioni per
Come il canto del caprimulgo
di Miele_e_Cianuro

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/04/15, ore 23:27

Ciao!
Inizio facendo una piccola premessa. Per una serie di ragioni che non sto qui ad elencare non riesco quasi mai a farmi coinvolgere da racconti in cui i personaggi vengono presi e collocati fuori contesto, e una fiction incentrata su un ipotetico rapporto amoroso tra Thorin e Thranduil ricade appieno nella categoria. Lo slash, in sé, c’entra poco. Semplicemente, nell’universo tolkeniano, una relazione simile è impensabile e già questo è un grosso problema quando si vuole mantenere un minimo di verosimiglianza con i personaggi originali. E io non sono una fan di personaggi OOC.
Detto questo, capirai che non è stato il pairing a farmi aprire la tua fiction. E’ stato, a dire il vero, il titolo. Appena l’ho visto mi sono domandata: come può l’amore essere paragonato al canto dei caprimulgi? Così ho iniziato a leggere e devo dire che, alla fine, ho riformulato la mia domanda: come può l’amore di una creatura antica ed immortale quale Thranduil non essere paragonato al canto dei caprimulgi?
Un bel cambiamento, non trovi?
Mi sono sempre interrogata su come gli elfi possano percepire il fluire del tempo, poiché sono esseri immortali ma presentano molte similitudini con gli uomini e quindi, in un certo senso, si trovano nella condizione di dover bilanciare due opposte nature: caducità ed immortalità. L’idea che essi perdano una parte di sé ad ogni mutare di stagione e che mutino loro stessi, lentamente, impercettibilmente, quasi in un ciclo temporale continuo in cui tutto a lungo andare assume il sapore del già vissuto, è molto simile a quella che mi sono fatta io stessa e devo dire che ho trovato splendido il modo in cui l’hai espressa. La riflessione di Thranduil è da un lato una delle dichiarazioni d’amore più toccanti che abbia mai letto e, dall’altro, una considerazione pertinente e di ampio respiro sulla condizione dei primi nati.
Davvero un ottimo lavoro.
Non cito frasi o passaggi di rilievo, poiché tutta la fiction lo è. E in quanto al brutto italiano immagino fosse una battuta. L’italiano in cui è scritto questo racconto è un ottimo italiano, semplice, fluente, poetico quel tanto che serve, piacevolissimo da leggere.
Di nuovo complimenti e grazie per la lettura!
PS: Manca la risposta di Thorin! XD

Recensore Veterano
12/04/15, ore 21:54

Tu sei un maledetto, e te lo spiego in tre punti salienti in ordine sparso:

1) devo capitare per caso sulla tua pagina per scoprire che hai scritto qualcosa su Thorin e Thranduil quando parliamo tutti i giorni su Facebook;
2) mi dedichi qualcosa senza neppure dirmelo (grazie, ma sei comunque un maledetto, anche se con affetto <3! Mi ha fatto tanto piacere.);
3) NON hai scritto la risposta di Thorin e mi hai lasciata appesa come un'idiota!
Tutto questo non si fa! E' crudele, non puoi darmi il fluff, farmelo anche piacere e lasciarlo a metà. I balrog sono molto scontenti e stanotte ti attaccheranno e ti bruceranno i piedi senza farsi vedere, come solo loro sono in grado di fare!)
In realtà è il bello di questa storia, ma è comunque una porta secca sul naso e mi è piaciuta.

Ok, tolta la parte deficiente della recensione (non so fare belle recensioni, non t'illudere. Salomè è molto più brava di me. E infatti sono qui che balzello tra Facebook e EFP alla ricerca di parole), ammetto di non essere una da fluff. In genere in lettura mi annoia e in scrittura cerco di evitarlo, ma devo dire che questa tua piccola storia mi ha affascinata e conquistata.

Thorin e Thranduil sono molto dolci fra loro, più il secondo del primo per dovere di cose, ma senza andare a toccare quei picchi di smielatezza che sono soliti farmi storcere il naso.
Mi è piaciuta, in particolar modo, la malinconia nelle spiegazioni dell'elfo. E' una creatura antica che ha vissuto molti orrori e che ha il presentimento che siano stati solo l'inizio. Infatti, tolkenianamente parlando, Thranduil è uno dei pochi ad aver sempre pensato che Sauron non fosse stato sconfitto e che, prima o poi, sarebbe tornato.
Hai toccato punti molto importanti delle caratteristiche di questo personaggio e senza sentire il bisogno di esplicitarli con spiegoni iperbolici. Stanno lì, fra le righe, leggeri eppure ben percepibili. Di questo ti faccio i miei complimenti più sinceri.

Domanda: siccome la vita degli elfi è tendenzialmente infinita, hai mica lasciato intendere, senza palesarlo, che i ricordi per loro possano affastellarsi l'uno sull'altro senza immediata chiarezza? O è solo un mio film mentale?
Se la risposta è sì, wow! Mi sono spesso domandata come funzioni la memoria di una creatura immortale, ma non ho mai cercato una reale spiegazione, dal momento che, per quel che riguarda gli elfi di Tolkien, vi è il compromesso del fantasy e quindi tale spiegazione non serve. Ma il fatto che la loro memoria possa essere non lineare era la mia ipotesi.

Affascinante anche la sua sensazione di perdere un minuscolo frammento di sé con la fine di ogni estate. Hai ragione, Thranduil è eterno, ma non immutabile ed ogni cosa lo scalfisce, sebbene magari cerchi di non darlo a vedere. Eppure sente il bisogno molto profondo di allontanarsi da se stesso alla ricerca di qualcosa di sconosciuto persino a lui stesso.
Il fatto, poi, che ami Thorin come questo suo preciso stato d'animo conferisce a tutta la storia un'aura di triste, quasi ineluttabile malinconia che ho apprezzato davvero moltissimo.

In conclusione: hai parlato di autoreferenzialità quando scrivi, mi domando quanto tutto questo c'entri con te, ma mi terrò la curiosità. Non è nella mia indole essere invadente.
Dovresti scrivere più spesso, o, quanto meno, pubblicare più spesso. Non ho idea di quanto tu scriva, in realtà.
Spero di non averti annoiato e di non aver detto castronerie irripetibili.
Un abbraccio,
Ros.