Ciao!
Parto con un mea culpa iniziale: non conosco il fandom di cui stiamo parlando, se non a grandi – grandissime! – linee. Però sono voluta passare lo stesso, sperando che gli OC mi aiutassero a comprendere meglio e ad immergermi di più nella tua storia. Che dire? Devi sapere che io sono la fan n.1 delle storie in prima persona, quindi non potevo che essere felicissima di scoprire che avevi deciso di declinare così la flash. E lo sono perché – riprendendo le tue note finali – secondo me è quella che permette meglio di addentrarsi nei miasmi dell’angst più bieco, dei pensieri più indicibili e nascosti. Così hai fatto tu, in questa storia. Non c’è bisogno di scusarsi, in ogni caso: l’angst è cosa buona e giusta, il nostro pane quotidiano e non ne abbiamo mai abbastanza. Mi è piaciuto molto come hai descritto il dolore della tua protagonista, in una specie di immedesimazione, in questo dialogo con l’ultima persona che ha ucciso, quella che la separava dalla vittoria e quella con cui probabilmente, prima dei Giochi, ha condiviso un po’ di vita, provenendo dallo stesso distretto. Mi è piaciuta moltissimo la sovrapposizione dei piani: il sangue di una che si trasforma in quello dell’altra; le ombre che girano intorno, le ombre di tutte le persone che ha ucciso mossa dalla furia della vita e della rabbia, che finivano per essere la stessa cosa. Fino alla morte finale, fino a quel “mi dispiace” che non riesce ad essere assoluzione, anzi, è ancora di più un tormento. Perché come dici tu stessa, c’è la pace della morte e l’inferno della vita. Anche se si riesce a restare in vita, a quale costo? Con le mani macchiate di quanto sangue, con quante ombre alle calcagna, con quanto dolore che ronza in testa e ghiaccia tutto? Alla fine, la tua protagonista resta in vita ma, paradossalmente, dentro muore. E ce lo dici chiaramente con quel coltello macchiato del suo stesso sangue, che mi ha fatto pensare che, alla fine, si sarebbe tolta la vita lei stessa, che avrebbe preteso anche lei la pace della morte e dei vinti, che avrebbe preteso di non essere più sola, raggiungendo nella morte la sua ultima “vittima”, che l’avrebbe tormentata per sempre nei pensieri della vita.
Insomma, questa flash è molto ben scritta e molto potente. Uno spaccato davvero interessante (per me che sono profana!), una retrospettiva sui pensieri di un Vincitore che davvero vincitore non è.
Alla prossima!
Ti abbraccio |