"Il mio nome.
Suonava ancora più inquietante, perché le voci dei bambini non sono fatte per esprimere tanto dolore."

È una stretta allo stomaco, così come il resto della scena. Interessante, Daisy, e ancora non riesco a capire del tutto cosa le passi per la testa. Idem per l'altro tributo, anche se immagino che dopo il primo scambio, non proprio amichevole, avranno altre occasioni di interagire. 
Segnalo solo un dettaglio (immagino errore di battitura, che scappa sempre) nel colloquio: Non no se ce la fa: era "non so"? Non è proprio una risposta immediata, ma si capisce che si riferisca a un "non so se ce la fa" ad assorbire il colpo, visto che non ce l'ha fatta neppure a essere presente.

Spero che continuerai (suggerimento poco subliminale), perché la storia -mi ripeto- è ben scritta, scorrevole, e merita (e ormai sono curiosa...). Buon lavoro!
 

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Non avrai mica intenzione di farla finita qui, vero? Perché a me la tua storia piace, e molto, anche. Scrivi davvero bene e non vedo l'ora di sapere come andrà a finire. Daisy mi piace moltissimo come personaggio e sono curiosa di leggere come andrà nell'arena.
Ancora complimenti per la storia.
Baci
-Sherzad
P.S.: Se ti va passa a leggere la mia storia. Si chiama "Hunger Games. La ragazza di ghiaccio". È ambientata dopo il terzo libro della saga ed è narrato dala figlia di Katniss e Peeta.

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