Recensioni per
Il mietitore di Barcellona
di Futeki

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/06/15, ore 17:02
Cap. 1:

TERZA CLASSIFICATA (Pari merito) Il mietitore di Barcellona di Futeki 

Grammatica e stile: 9,9/10 
- Non ci sono errori, giusto una virgola più o meno superflua: 
[-0,1] “Non appena varcò la soglia, un uomo sulla cinquantina che stava fumando un sigaro appoggiato al muro,[non necessaria] si alzò di scatto e sorrise.” 
Per il resto, stile pulito, scorrevole, che comunica a meraviglia e fa immergere nella lettura! Fino a questo momento, penso che sia una delle due-tre storie che ho apprezzato di più per stile. 
Originalità: 4,8/5 
- La morte di Barcellona. Il mietitore. Un mietitore che riporta in vita un’umana – solo per un po’, finché il destino non deciderà di portarsela di nuovo via. Le ha solo regalato pochi giorni, ma sono stati abbastanza per consentirle di trovare i soldi per le cure del fratello. La storia mi è parsa originale, ben costruita, fresca, ed è stata soprattutto aiutata dal tuo modo di scrivere. 
Punteggio quasi pieno, complimenti! 
Caratterizzazione: 9,5/10 
- Allora, come sempre, in 5000 parole è difficile dare spessore a determinati personaggi, ma penso che tu ci sia riuscita. Certo, forse l’incontro fra i due o comunque l’attrazione è stata un po’ troppo frettolosa fin dall’inizio, ma imputo questa pecca al limite di parole, come ho fatto con gli altri. Malgrado tutto, i tuoi personaggi mi sono piaciuti, soprattutto il Mietitore, il cui punto di vista è fondamentale e onnipresente. Vediamo Leya dal suo punto di vista e scopriamo che è forte, ma anche molto buona e affezionata al fratello. E appunto per lui si spinge a uccidere, lo fa per dargli le cure che gli servono – si rifiuta di morire per dargliele e addirittura ci riesce. 
Se la storia non avesse avuto questo limite, ho l’impressione che sarebbe stata ancora più bella, meglio approfondita di sicuro! 
Trama: 9,5/10 
- Anche qui, come sopra, il peso del limite delle parole per me ha influito – oppure sono io che ne volevo ancora e volevo capire meglio i due protagonisti. Malgrado ciò, hai costruito una storia bella, interessante e per nulla noiosa. Il tuo modo di scrivere mi ha rapita subito e mi ha fatto amare questo racconto dalla prima all’ultima riga. 
Tu hai scelto il Bangsian Fantasy, un genere che poteva essere interpretato in molti modi. L’hai sfruttato bene col Mietitore, quindi penso che la storia vada più che bene. Ottimo lavoro. 
Giudizio personale: 4,8/5 
- Credo che, fra le storie lette, questa sia la mia preferita. Decisamente! Okay, il romanticismo vince ancora, però l’ho trovata davvero ben curata, scorrevole, con citazioni inserite a meraviglia! Mi duole – come ho già detto ad altri – che il limite di parole abbia costretto molti di voi a trattenermi, ma possiamo considerarla una sfida. Di certo, tu hai svolto un lavoro egregio. 

Totale: 38,5/40 
 

Recensore Veterano
15/05/15, ore 19:13
Cap. 1:

Shakespearian quotations contest - II Edizione

8° classificato


Il mietitore di Barcellona” – fefe.7/Futeki

Grammatica: 9,8/10
Con mia grande insoddisfazione non ho trovato errori di grammatica puri. Mi piace trovare il pelo nell'uovo, quindi se non ho niente su cui rompere le scatole mi sento... triste.
“sentii per la prima volta che perfino tra le strade di El Ravalil gelo si stava placando, lasciando spazio alla primavera” = quella virgola non mi suona. Preferirei che non ci fosse o che, al limite, chiudesse un inciso iniziato dopo il che: “sentii per la prima volta che, perfino tra le strade di El Raval, il gelo si stava placando”. (-0,1)
“Istintivamente, mi nascosi nell’ombra temendo che potesse vedermi, anche se ovviamente non poteva essere così. I vivi non erano in grado di vedere quelli come me” = in questa frase, avrei preferito l'uso dei due punti, piuttosto che il punto fermo, perché vai a dare una spiegazione. (-0,1)
In alcuni casi, avrei gestito in modo diverso l'andare a capo/continuare di seguito, ma ammetto che si tratta di una questione puramente soggettiva.
Stile e lessico: 10,2/12 (7/7 + 3,2/5)
Sullo stile non ho niente da dire: è fluido e piacevole da leggere, semplice – senza essere banale – e chiaro.
Il problema, dal punto di vista lessicale, sono le molte ripetizioni.
“Si guardò intorno spaventata, con lo sguardo di una bambina in preda al terrore, mostrando una fragilità che non mi sarei aspettato guardandola impugnare quel fucile.
«Ti prego», mi disse guardandomi dritto negli occhi. […] La guardai sbiadire” = cerco sempre di non essere troppo fiscale sulle ripetizioni, ma capisci bene che qui ce ne sono troppe in uno spazio troppo breve, tanto più che si potevano evitare. (-0,2; -0,2; -0,2; -0,2)
“Infine, tornò verso di me e aprì la finestra.
«Entra», disse. Obbedii e lei richiuse la finestra alle mie spalle, tirando anche le tende. Spostò la sedia che stava di fronte alla scrivania e la avvicinò al letto. Mi fece cenno disedermi e poi si sedette a sua volta sul bordo del letto.
«Chi sei?», ripeté mentre io decidevo se sedermi o meno.” = anche in questo caso penso che avresti potuto usare dei sinonimi per evitare di ripeterti. (-0,2; -0,2; -0,2; -0,2; -0,2)

Caratterizzazione dei personaggi: 8/10
Anche se non l'ho ritenuto particolarmente originale, mi è piaciuto il personaggio di Leya, con le sue motivazioni e il suo coraggio. Non mi è dispiaciuto neanche che non sembrasse minimamente spaventata dall'apparizione del Mietitore.
È proprio sul Mietitore che mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più. C'è un principio di cambiamento in lui: si affeziona, senza rendersene conto, a un essere umano e non capisce la natura di ciò che gli sta accadendo, ma è tutto appena accennato. Ovviamente mi sta bene che permanga un po' di mistero, ma avrei preferito più introspezione, avrei voluto vedere più struggle con i nuovi sentimenti e sensazioni che scopre di poter provare (ma è forse è solo il mio animo angst a parlare).

Uso della quotation: 3,5/5
Il modo in cui hai scelto di usare questa citazione non è originale, ma riconosco che non si possa fare granché al riguardo xD
Se non altro, hai il merito di aver evitato di descrivere un'ennesima scena di morte, lacrime e disperazione. Ho apprezzato molto la “normalità” del trapasso di Leya.

Gradimento personale: 12/15
La storia mi è piaciuta, ma devo ammettere che le mie aspettative sono state deluse. Poiché hai dato molta importanza alla città e, in particolare, al quartiere di El Raval, mi aspettavo qualcosa di più dall'ambientazione. Durante la lettura mi aspettavo di sentire, percepire la città. Invece trovo che la descrizione sia un po' anonima: non fai altro che ripetere il nome di El Raval e dire che è una zona caratterizzata dalla presenza di gruppi criminali, ma lì ti fermi. Poiché la storia è ambientata in una città che esiste davvero, sarebbe stato bello avere qualche riferimento in più. Sarebbe bastato poco: cercare su una cartina qualche via, nominare qualche edificio... ti faccio un esempio stupido: avresti potuto nominare l'ospedale in cui è ricoverato il fratello di Leya invece di limitarti a dire “un ospedale”.

Per un totale di: 43,5/52