Recensioni per
Los Sanfermines (Shura di Capricorn)
di Deliquium
Leoš, profetico Leoš! |
E chi vuoi che sia se non il Capro espiatorio (preferibilmente di un bel nero pece)? Quello che dovrebbe spiegare la nascita stessa della tragedia (il canto per il Capro). E la tragedia non è forse l'espiazione massima che il mondo greco ha concepito? |
Questo secolo è strano, sì. |
Bell'idea, quella degli Annales! |
Devo confessare che se non avessi letto la tua spiegazione a un commento precedente non avrei MAI capito il riferimento al dio Pan nel rito iniziatico di Shura. Hai avuto un'ottima idea, un riferimento colto e raffinato come tutti gli altri che infarciscono le tue bellissime storie. Di questa mi è piaciuto lo stile ruvido della scrittura che ben si addice al nostro schivo caprone. Un altro bel quadro, come quello (stupendo) che hai dipinto per Deathy in una precedente fic. Brava, come sempre |
Ah, il bosco, vivo, sempre un'immagine rigenerante...eppure qui, a discapito di ciò che dice Shura, non mi pare tranquillo come quello popolato dalle fate del Vento, mi pare un'entitá in agguato, in attesa che il nostro futuro Capricorno risvegli la Costellazaione che ha dentro per confrontarsi con lui - che il bosco/foresta é rispettoso, non agirebbe contro un fanciullo ancora mezzo inconscio. |
Shura che mi passa da una figura a metá tra un San Francesco degli alberi ed un satiro a quella di...bambino? Uhm. Cambio decisamente spiazzante. Decisamente intrigante. Shura é davvero 'nato vecchio' - e come fai quando nasci sotto Saturno?- é una di quelle infanzie che vivono molte umiliazioni perchè continuamente la loro grandezza già matura si deve scontrare con i limiti della fanciullezza -per me non vi é nulla di più grande di un bambino, ma va da sé che nel mondo, quella purezza anche un pò ingenua che poi l'adulto rischia di passare un'esistenza a ricercare, é spesso oggetto di diletto di chi la ruvidezza della Vita ha giá provato. Un contesto come il monastero sarebbe stato forse più...sano. Più...giusto? Più logico. Eppure una delle prove di Shura lo porta a Pamplona, per vedersi sbattere in faccia i limiti, oltre che i pugni degli altri monelli. Certo talvolta le bastonate -date con quell'Amore che hanno solo i Maestri, privo di melensaggini ed anzi, molto duro e che agli occhi di chi non é pronto pare quasi indolenza o crudeltà- aiutano molto più che le blanderie nell'apertura interiore. L'umiliazione può rinforzare, in un certo modo, se gestita ad arte. Ma Leoš. Devo ancora decidere se lui umilii con l'Amore e la lungimiranza del maestro o se sia solo fuori come una tegola XD Lui, più Sole, più Luna - dettaglio di nomi forse banale ma che ho apprezzato moltissimo. Complimenti. Fila tutto in modo tale da rasentare la perfezione. Alla prossima! |
Questa storia, che già dal prologo si preannunciava germoglio di una mente acuta, é incalzante già dal suo primo capitolo. Ammiro molto come riesci a rendere familiare luoghi e personaggi con pochi accenni, come tutto sia verosimile. E l'immensa cura per la storia nascosta dietro poche parole...chapeau! Le infanzie nei monasteri anche io le appioppo spesso a svariati personaggi saintseiyani, Shura é uno di quelli. Non solo perché spagnolo -che comunque può voler dire tutto come niente- ma perché credo si confaccia bene alla sua natura pacata ma che cela qualche cosa di 'oscuro'. Il nome Asura, che tu qui hai inserito in questa forma, mi supporta in tal senso nella mia ottica. Nome di divinità, sì, ma molto spesso, se non sempre, legate al caos - non a caso la dualitá é giocata sullo scontro tra Devas ed Asuras...dunque perché Asura, che é destinato ad essere un Saint e dunque a proteggere un'ordine, ha il peso di un tale appellativo? Il nome porta con sé un certo peso 'karmico', regola che non sempre viene rispettata ma che a mio parere é fondamentale in qualche cosa come Saint Seiya (e nella Vita). Io non chiamerei mai mio figlio Asura, come non lo chiamerei Titano o Giuda, dunque credo la madre di questa creatura abbia voluto indicare qualche cosa che aveva compreso sul figlio con l'intuito viscerale che solo una madre può avere, una ferita da epurare - il caos, io credo occupi uno spazio decisivo nella vita del Capricorno dell'ormai scorso secolo. Ciarle a parte, ora che mi son rimessa a bazzicare il fandom spero di recuperare con le tue storie. Un abbraccio, al prossimo capitolo! |
Io sono gnorantaaaaa! Ma voglio sapereeeeeeeeee! Educimiiiiiiiiiiiiiiiiii! (ehm, che lingua è? XD) |
Bellissimo capitolo. Mi piace la tua idea di ribaltare la prospettiva. Mi spiego: l'investura di un Saint è sempre un momento di crescita, un'evoluzione. Nel tuo universo invece è un risveglio, un ricordare ciò che si è e ciò che si è nati per essere. Un recupero di identità, non un'acquisizione di identità. Trapela nei ricordi di Shura, sintesi del se stesso di ogni tempo. Una lettura affascinante e molto evocativa. Complimenti! |
L'armatura, finalmenteee !Congratulazioni Shuraa! *stappa bottiglia* |
Sono d'accordo con te sulla predestinazione. E' il concetto di Ananke. E visto che di antica grecia si parla, tanto vale fare leva sulla necessitas. Però - e qui mi parte un delirio - se accettiamo questo aspetto allora va giù la faccenda dei cento ragazzini buttati sui campi di addestramento da parte di Nonno Pervert Kido nella speranza che qualcuno di loro si guadagnasse un'armatura. Il 10% ce l'ha fatta. Mica male come return rate. Se poi ci aggiungiamo il fatto che erano tutti figli suoi... Megalomane! |
In questo capitolo affiorano con prepotenza parecchi dei tuoi temi: il sincretismo prima di tutto, ma anche il tema della metempsicosi. Anche a me affascina molto l'idea che i saint siano dei predestinati che ritornano di epoca in epoca a proteggere (servire?) la loro Dea. Un privilegio (condanna?) eterno come il ciclo della vita e della morte. A proposito di Saint: trovo geniale la tua idea di aver attribuito il conio di questo termine, che di arcaico non ha nulla, a una reincarnazione inglese della Dea Atena. In effetti "stirpi" sarebbe stato molto più appropriato. Anche in questo caso Kurumada non si è posto il problema di spiegare come mai un gruppo di guerrieri che affonda le radici nel passato più remoto della civiltà greca usi nomi inglesi anche per i propri colpi segreti che, si suppone, sono stati tramandati da maestro a allievo fin dalla notte dei tempi. Quindi grazie per aver rimesso in ordine un altro tassello traballante dell'impianto kurumadiano. |
Cielo povero Shura, che provaaa T___T *dice quella che tortura psicologicamente i personaggi fino a renderli dei guscietti quasi vuoti, salvo poi farli riprendere, ma con caaaaalma, e non solo nelle AU ... ehhhm* |
Non so se mi fa più tenerezza Shura con la sua fretta di diventare quello per cui è predestinato e che quindi diventerà comunque, nel bene o nel male (e di nuovo non riesco a non pensare a Aiolos e alla faccia di Shura nella fototessera del capitolo scorso) o Leos, che mi sa che ormai col piccoletto ce lo siamo giocato. Non ce lo vuole mandare al santuario, eh? >< Arghhhh sono una drogata e ne voglio ancoraH T_T |