Mi viene quasi da sorridere, sai, nel leggere di una Sharon così turbata dal pensiero di dover sposare un uomo che non ama, o che comunque non è Xerxes, perché mi viene automatico pensare al finale del manga e a quanto diverse le cose fossero lì, per poi tornare con gli occhi qui dentro e sentirmi sollevata. Beh, sollevata a metà, dopo quelle ultime righe, ma confido che a Sharon in questa storia sarà resa molta più giustizia che in canon, dove non la si può neanche definire donna-oggetto, ma più che altro bambolina-oggetto... Ma sto divagando.
Il punto è che per l'intera durata del capitolo l'infelicità di Sharon è palpabile, il suo sguardo su quella figura dormiente così affilato da fare male. Ammetto che anche io ho desiderato tutto il tempo che Xerxes si svegliasse, sai?
In particolare, di questo capitolo mi è piaciuto il modo in cui s'accennava allo scorrere del tempo, con quegli stralci di passato che s'alternavano nella memoria, lasciando intuire tutta la vita che questi due hanno passato in compagnia l'uno dell'altra. A volte me ne dimentico, persino, che si sono conosciuti così a lungo. Quanto lunga deve apparire la propria vita, al cavaliere, che ha superato tutte quelle ere senza mai poter dire chiaramente quel "sì" con voce forte e cristallina, senza doversi nascondere allo sguardo altrui? Certo, è triste pensare al matrimonio dall'ottica di lei, eterna ragazzina anche agli occhi della società che in lei non vede altro che un mero titolo nobiliare da sfruttare, eterna "signorina" persino all'occhio di se stessa - quanto mi intristisce, a volte, il modo in cui censura se stessa... Ma è realismo anche questo dopotutto. Ma ancora più triste trovo quella stessa irrequietezza dal punto di vista di lui, che da sempre non ha fatto altro che desiderare la pace dell'appartenere a un luogo e un luogo solo, a una sola persona, la propria altra metà... Ragazzi, che tristezza! E tu che avevi dubbi sulla riuscita del capitolo :P Kudos to you, a me è piaciuto!
Un bacione, alla prossima,
thyandra |