Recensioni per
Medaglione di Meteora
di Xebfwalrk

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
27/11/15, ore 20:47

Recensione premio dal contest “Neo Superheroes vs Badass Villains”

Mi ripeto. Come abbiamo già sostenuto nei responsi del contest, secondo noi sei uno sceneggiatore, più che uno scrittore.
Senza offesa, ma la quantità di refusi e ripetizioni della tua scrittura rende il tuo stile cacofonico, anche se potrebbe essere scorrevole – basterebbe limitare gli errori e prestare attenzione a strutture di frasi più lineari, e a dividere le subordinate in vari periodi quando riguardano argomenti diversi. Siccome non sono in grado di leggere una storia senza fare editing, se sei interessato ti inoltro una mail con alcune segnalazioni di refusi, che evito di mettere qui per non intasare troppo la recensione.
Restano, quindi, i problemi di stile già segnalati, su cui non mi dilungherò.

A causa della scrittura cacofonica, non mi sento di darti la bandierina verde, ma grazie alla quantità di idee, la storia non è neanche da cassare del tutto.
Ho apprezzato, in particolare, Ikrimah. È un ifrit che fa l'ifrit: è cattivo, anche senza un motivo apparente, e questo sembra essere riflesso della sua natura soprannaturale. Si arricchisce, in alcuni punti, grazie alla compagnia di Daiden, la cui vicinanza riesce a dargli qualche tratto più “emotivo”, più “umano”. Questi passaggi sono molto belli, ma spesso e volentieri li sorvoli senza approfondirli: è un peccato, perché sarebbe stato interessante leggere non solo del viaggio, ma anche del percorso di cambiamento di Ikrimah.
Daiden è un personaggio per certi versi più disorganico nella caratterizzazione. Freddo e calcolatore, spesso disinteressato al male compiuto dal suo compagno/schiavo ifrit, ma talvolta capace di fare del bene e non perseguire soltanto i propri scopi. Se il tuo obiettivo era dipingerlo come capriccioso e distaccato, ci sei riuscito bene, anche se il suo carattere resta più sfumato e meno chiaro di quello di Ikrimah – e questo non va molto bene, perché hai solo due protagonisti e avresti dovuto riuscire a tirare fuori il massimo da entrambi.
Il duo, comunque, funziona bene – anche se mi aspettavo che arrivasse prima il concretizzarsi della loro amicizia.
Per quanto riguarda Edimathis, è l'antagonista assoluto, ma non emerge. Cioè, emerge il tanto sufficiente a reggere l'ultimo scontro, ma non ha altro ruolo nella storia. È l'antagonista, ma non è l'avversario, nel senso che non ostacola attivamente i protagonisti: se ne resta a casa sua, a fare quello che vuole fare, senza prepararsi a eventuali rappresaglie da parte di quelli cui ha rubato oggetti. Eppure ha sottratto l'Occhio di Argo: perché lo ha fatto? E perché ha rubato il medaglione di Daiden? Riguardo all'intreccio della trama restano aperti alcuni interrogativi. Questi, ma anche cosa è successo esattamente fra Ikrimah e il bambino che lo ha evocato: l'ifrit ha adempiuto al motivo del richiamo? Ha conosciuto il suo evocatore? L'evocatore che fine ha fatto? Oppure Ikrimah è restato sordo alle richieste di chi lo ha richiamato? Niente di tutto questo viene chiarito. È blanda anche la spiegazione di come Daiden si è legato a Ikrimah, mentre è dipinto meglio il senso di impotenza dell'ifrit, soggiogato dal suo padrone.

Molto curata è invece l'ambientazione. Si vede che sai di cosa stai parlando, che hai le idee chiare... ed è chiaro anche che queste idee vengono ampliate man mano che le cose ti vengono in mente. Non abbiamo trovato paradossi di ambientazione, ma per noi – che abbiamo una certa esperienza – è risultato chiaro che in alcuni casi sei andato ad “accumulo progressivo di idee”. Ottimo, ma presta attenzione a mantenere coerenza intrinseca, o l'ambientazione arriverà a un punto in cui potrebbe crollare! Per ora ci sembra che quel punto sia lontano.
L'idea del far viaggiare i personaggi di terra in terra è stato un buon espediente per presentarci i vari settori dell'ambientazione, ma al contempo è risultato sterile e fine a se stesso, in quanto nel loro percorso non hanno raccolto niente di utile alla loro missione. Forse, se in ogni luogo avessero raccolto qualcosa di utile, sarebbe stato più interessante, anche se più classico nella struttura. Nel fantasy ormai è già tutto visto per quanto riguarda le dinamiche, la novità è impossibile. Resta soltanto da suscitare meraviglia ed “eroismo”, rievocare la difficoltà della missione, il sudore per compierla, la fatica di mettere insieme vari “pezzi” (in senso lato) per concludere il compito prefissato. Quindi, se da un lato nella tua storia troviamo una ambientazione interessante, dall'altro le situazioni non sempre risultano brillanti e interessanti.

Eccezionale a mio parere è la fine, con il risveglio dell'altro ifrit causato proprio da Ikrimah. È un'idea splendida... ma la storia finisce quando dovrebbe iniziare! >___<
Sei l'uomo dei finali aperti, questo lo abbiamo capito, ma se dai una scodata finale al racconto, e non la concretizzi in niente, devi essere consapevole che non sempre il finale aperto è vincente, soprattutto nel fantasy. È un escamotage più usato nella fantascienza, ma le dinamiche di scrittura di un fantasy e di uno sci-fi sono completamente diverse e alcuni topos dovrebbero essere rispettati. Uno dei topos da rispettare nel caso del fantasy è la storia epica che si capisce in modo chiaro dove sta andando a finire. Questo vuol dire che non la devi raccontare per forza fino all'ultimo, ma dare indicazioni precise sul percorso che seguiranno gli eventi che non narrerai.

Complessivamente, comunque, ho trovato l'idea gradevole – e ti ringrazio per averci segnalato questa storia: abbiamo potuto capire qualcosa di più di EcA!