Ciao MegWH!
Ricambio molto spesso qundo qulcuno recensisce una mia storia. Mi sembra una cosa carina e così, dato che ho tempo, sono entrata nel tuo account, ho dato un'occhiata alle tue storie e sono arrivata a questa, che mi è sembrata la più interessante ed intrigante.
Mi ha colpita fin dalla trama, che sapeva di antico, di mistero, di mondi lontani che non esistono più, di un'altra epoca; e la cosa mi affascinava parecchio. Quindi ho deciso di cominciare a leggerla.
Il primo capitolo mi è piaciuto tantissimo. Il vecchio mercante che scrive questa storia è una persona molto abile con le parole. Ha una proprietà di linguaggio e di lessico incredibile! Mi dispiace che lì, in Occidente, nemmeno la sua famiglia si ricordi il suo nome (come egli stesso dice) e che sia considerato un pazzo. Dev'essere incredibilmente dura, per lui, rendersi conto di questa situazione, e soprattotto viverla giorno dopo giorno. Sono sicura che si sente molto solo; e la cosa mi trasmette una grandissima e profonda tristezza. Devi sapere che sono molto empatica con i personaggi delle storie, quindi mi sono affezionata parecchio al mercante di cui hai parlato.
D'altra parte, il fatto che in Oriente sia così conosciuto è per lui motivo di orgoglio, di felicità; e credo che aggrapparsi al passato, ricordare quel che ha fatto e anche scrivere questa storia sia l'unico modo che ha per andare avanti.
La storia di quei monaci è veramente interessante. E' vera? Nel senso, ti sei documentata per scriverla o l'hai inventata? Comunque, si vede che questa parte di storia ti interessa, o che comunque hai fatto ricerche molto approfondite e accurate: tutte le descrizioni mi hanno fatta entrare completamente nei luoghi da te menzionati. E' stato come se mi trovassi con il mercante in tutti i posti dov'è stato e se ammirassi con lui la bellezza travolgente del giardino del Gran Khan.
Quest'ultimo gli ha affidato una missione molto importante, che, come tu stessa hai scritto, tuttavia lo preoccupa e lo mette in agitazione. E' stato molto abile con le parole durante il loro dialogo, per non ferirlo, o piuttosto per non farlo arrabbiare. Ha avuto rispetto di lui e il Khan ha fatto lo stesso. Sa che di quel mercante si può fidare e lo fa completamente e ciecamente. Questo si percepisce dalle sue parole. Tuttavia... beh, questo personaggio ha qualcosa che mi lascia un po', come dire, in sospeso, nel senso che secondo me dietro ciò che vuole mostrare, ela qualcosa di oscuro, ma non saprei spiegare meglio di così questa mia sensazione. In ogni caso, potrei anche sbagliarmi.
Il fatto che l'Imperatrice non abbia degnato di attenzione il mercante non mi sorprende. Sicuramente a quel tempo la donna non era molto considerata e quando il marito parlava doveva abbassare la testa e tacere (almeno credo. NOn sono esperta di quella cultura, quindi davvero, correggimi se sbaglio). In ogni caso, anche questo uo atteggiamento mi ha messo addosso una forte
tristeza.
Baithu sembra simpatico e molto sicuro di se, oltretutto. E' incredibilmente ottimista! Inoltre, ho trovato interessantissimo il fatto che tu abbia parlato della cultura di quel popolo, raccontando come viene inteso il concetto di "famiglia". E' sempre interessante scoprire cose nuove su diverse culture.
Infine, scrivi davvero molto bene. Non ho notato nessun errore di battitura, né di grammatica. Hai uno stile leggero e molto fluido che mi piace tantissimo! Hai saputo unire sapientemente descrizioni di ambienti, pensieri del protagonista e dialoghi, in modo da non stancare il lettore con troppi dettagli sull'ambiente, ma dando, invece, quelli necessari perché potesse immergersi nel contesto.
Vado al prossimo capitolo!
Giulia |