Ciao! Sono capitata nel tuo profilo attraverso delle recensioni da te lasciate alla mia cara Theuncommonreader, e la curiosità ha fatto il resto, spingendomi a leggere qualche tua fanfiction.
Così ho deciso di recensire proprio questa.
Ammetto che non amo affatto l'avvertimento OOC – ma mi fa piacere che tu l'abbia segnalato, perché trovo sia cosa odiosissima trovare, durante l'ignara lettura, personaggi lontani dalle loro originali controparti – e che non riesco nemmeno ad apprezzare troppo la soffusa ironia che pervade il pezzo, forse perché non propriamente consona al genere.
Ho avuto l'impressione che, da appassionata di mitologia greca, tu abbia svolto un discreto lavoro di documentazione e poi ho apprezzato alcune caratteristiche, a livello tecnico, di questo tuo scritto, in primis la quasi perfetta punteggiatura e la giusta lunghezza delle frasi.
Anche la scelta di accoppiare Ade ad Ecate, inoltre, mi ha incuriosito positivamente – anche io come Theuncommonreader sono più propensa a considerare Ecate come un'altra... versione di Persefone.
Non mi ha invece convinto completamente la sua caratterizzazione, come avrò modo di spiegare più giù.
Insomma, la lettura non è stata affatto male, ma ci sono parecchi difettucci che finiscono con lo svilire un poco il testo – soprattutto moltissime ripetizioni.
Se non ti spiace proprio come Theuncommonreader, poiché abbiamo ugual manie da editor, mi permetto di segnalarti alcuni errori da – naturalmente se va a te: sono consigli, non ordini! – correggere o certi punti che potrebbero, a mio avviso, esser migliorati.
Inizio dalla prima riga, dove quel "ed - ehi! - pieni" non credo sia molto corretto: le lineette – che in verità dovrebbero esser più lunghe, come queste da me usate – sono una sorta di parentesi, nel senso che ne svolgono la funziona, e dunque sarebbe stato meglio mettere "e" invece di "ed", perché è quasi come se si trattasse di due frasi, sebbene poste in una sola.
A partire dalla terza riga, poi ci sono troppi "così": potresti sostituire con "un tale ironico commento" o "un commento tanto ironico" e, mentre ci sei, se fossi in te toglierei anche "cosicché", mettendo al suo posto un sinonimo.
Inoltre, metterei una virgola dopo "discreto fascino", per separare meglio i due momenti della frase. E poiché usi "fascino", nella frase seguente potresti cambiare con "incantata" o qualcosa del genere.
"Guadagnarsi da" è più corretto di "guadagnare da".
Siccome le ripetizioni sono davvero molte, mi limito ad incollare di seguito le frasi in questione, magari sfuggite senza volerlo: "Volentieri lasciava che i mortali stendessero per lei veri e propri resoconti sulle loro vite: non trovava la forza per dir loro che lei non aveva intenzione di giudicarli per coloro che avevano ucciso,"; "Ciò che Ecate riusciva a desiderare per loro, nel depositarli sulle sponde dell’Acheronte, era che trovassero ciò che avevano cercato per tutta la vita."; "[...] e di come trovassero la felicità in minuscoli momenti di cui lei proprio non riusciva ad afferrare il senso. Lei non provava nemmeno"; "Si sentiva così misera paragonata ad una così fitta e variegata moltitudine. Così sola."; "Era decisamente più giovane di lei: i suoi capelli erano molto più scuri e tenuti corti, proprio come i giovani mortali erano soliti fare. Era decisamente più alto di lei."; "Questi non sembrava ancora intimorito dal suo atteggiamento, ma più impensierito dal suo improvviso mutismo scosso dai tremori."; " I suoi piedi erano macigni e i suoi capelli sembravano improvvisamente levarsi in aria, come se dotati di vita propria.".
Lascio a te, se desideri, il compito di trovare parole alternative a quelle usate. ^^
Qui, invece, dove leggo "[...] odio, vendetta, desiderio, soffrire per amore e soprattutto comprendere cosa ci fosse di così potente in una freccia scagliata da Eros in persona.", metterei "soprattutto" fra due virgole – però questa frase non mi convince per il suo contenuto a dire il vero, ed è quanto ti accennavo prima circa la caratterizzazione della tua protagonista: le divinità greche sono molto umanizzate, hanno cioè le stesse identiche passioni e debolezze degli esseri umani; amano, soffrono, odiano e via di seguito, e con grande intensità fra l'altro, quindi non capisco perché la tua Ecate paia – o almeno si deduce questo da ciò che pensa! – vivere dentro una asettica teca di vetro. Lo trovo un controsenso, ecco. Perché magari non si è ancora innamorata, o non odia nessuno con tutta se stessa, sì, ma comunque si trova ad invidiare in toto le emozioni dei defunti, quasi che lei fosse un robot, incapace di provare qualunque sentimento: cosa abbastanza impossibile, per l'appunto. Altra cosa che non mi è piaciuta granché è stato l'innamoramento tanto fulmineo quanto aspettato, preannunciato già dalle prime righe: avrei preferito più sorpresa ma, soprattutto, che la cosa non si svolgesse così, dato che non trova nemmeno giustificazione totale la sua rapidità, poiché non si tratta di un colpo di fulmine – intendo dire che appena prima Ecate è seccata e poi annoiata da Ade... quindi è piuttosto contraddittorio questo innamoramento, che per magia avviene dopo una breve frase con richiesta d'aiuto, appena seguente a quanto notato sopra. L'unica giustificazione possibile, nel senso di più logica, allora, sarebbe che l'amore sia stato proprio cagionato da una freccia di Eros: il che renderebbe credibile la passione improvvisa, anche se, logisticamente ragionando, per varie motivazioni mi pare poco probabile.
Tornando alle correzioni, di sicuro presumo che "Certamente, non aspettarsi la sua venuta" sia un errore di distrazione: dovrebbe esser "Certamente, non si aspettava". Inoltre non capisco il senso di "quasi fosse un ladro giunto a vederla.": che significa?
E quando scrivi "respiro propenso" che intendi? Propenso a...?
"«Sai come tornare? Alla Terra, intendo.»": qui metterei piuttosto "sulla" e "Terra" va in maiuscolo solo se intendi nome del nostro pianeta, non nel senso di superficie – giusto per far un esempio: se diciamo "Dopo la cacciata dall'Eden, fummo condannati a vivere su questa terra" va in minuscolo; ma se diciamo "La Terra forse non è l'unico pianeta dove la vita è possibile" va in maiuscolo, perché stiamo riferendoci al nome proprio del globo.
Toglierei "nel corpo" dopo il tremolio delle ossa: se sono quelle di Ecate che tremano, ed è chiaro dall'uso del pronome possessivo, è ovvio che siano dentro il corpo e ricordarlo è inutile e toglie intensità.
"Ade le teneva il braccio, cercando di capire cosa avesse improvvisamente avuto." non suona molto bene, meglio seguire il suggerimento già da dato da Theuncommonreader; e stessa cosa vale per "Ecate aprì gli occhi nel sentirlo così vicino a sé e soprattutto a scoprirsi a pensare sul suo calore." – io, fra l'altro, ti suggerirei di mutare "calore" in "tepore" .
In definitiva, non è stata una lettura affatto spiacevole, ma troppi errori e la non totale convinzione che mi ha trasmesso il personaggio, mi inducono, dopo una dura lotta con me stessa, ad assegnarti una bandierina neutra piuttosto che verde.
Spero che questa mia recensione non risulti troppo sgradevole. Da parte mia spero di rileggerti e, magari, di poterti lasciare senza ombra di dubbio alcuno una recensione assolutamente positiva!
Un saluto ed a presto! ^^ |