Recensioni per
Clair de Brouillard
di mughetto nella neve

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
28/10/15, ore 15:57

Ciao! Sono capitata nel tuo profilo attraverso delle recensioni da te lasciate alla mia cara Theuncommonreader, e la curiosità ha fatto il resto, spingendomi a leggere qualche tua fanfiction.
Così ho deciso di recensire proprio questa.
Ammetto che non amo affatto l'avvertimento OOC – ma mi fa piacere che tu l'abbia segnalato, perché trovo sia cosa odiosissima trovare, durante l'ignara lettura, personaggi lontani dalle loro originali controparti – e che non riesco nemmeno ad apprezzare troppo la soffusa ironia che pervade il pezzo, forse perché non propriamente consona al genere.
Ho avuto l'impressione che, da appassionata di mitologia greca, tu abbia svolto un discreto lavoro di documentazione e poi ho apprezzato alcune caratteristiche, a livello tecnico, di questo tuo scritto, in primis la quasi perfetta punteggiatura e la giusta lunghezza delle frasi.
Anche la scelta di accoppiare Ade ad Ecate, inoltre, mi ha incuriosito positivamente – anche io come Theuncommonreader sono più propensa a considerare Ecate come un'altra... versione di Persefone.
Non mi ha invece convinto completamente la sua caratterizzazione, come avrò modo di spiegare più giù.
Insomma, la lettura non è stata affatto male, ma ci sono parecchi difettucci che finiscono con lo svilire un poco il testo – soprattutto moltissime ripetizioni.
Se non ti spiace proprio come Theuncommonreader, poiché abbiamo ugual manie da editor, mi permetto di segnalarti alcuni errori da – naturalmente se va a te: sono consigli, non ordini! – correggere o certi punti che potrebbero, a mio avviso, esser migliorati.
Inizio dalla prima riga, dove quel "ed - ehi! - pieni" non credo sia molto corretto: le lineette – che in verità dovrebbero esser più lunghe, come queste da me usate – sono una sorta di parentesi, nel senso che ne svolgono la funziona, e dunque sarebbe stato meglio mettere "e" invece di "ed", perché è quasi come se si trattasse di due frasi, sebbene poste in una sola.
A partire dalla terza riga, poi ci sono troppi "così": potresti sostituire con "un tale ironico commento" o "un commento tanto ironico" e, mentre ci sei, se fossi in te toglierei anche "cosicché", mettendo al suo posto un sinonimo.
Inoltre, metterei una virgola dopo "discreto fascino", per separare meglio i due momenti della frase. E poiché usi "fascino", nella frase seguente potresti cambiare con "incantata" o qualcosa del genere.
"Guadagnarsi da" è più corretto di "guadagnare da".
Siccome le ripetizioni sono davvero molte, mi limito ad incollare di seguito le frasi in questione, magari sfuggite senza volerlo: "Volentieri lasciava che i mortali stendessero per lei veri e propri resoconti sulle loro vite: non trovava la forza per dir loro che lei non aveva intenzione di giudicarli per coloro che avevano ucciso,"; "Ciò che Ecate riusciva a desiderare per loro, nel depositarli sulle sponde dell’Acheronte, era che trovassero ciò che avevano cercato per tutta la vita."; "[...] e di come trovassero la felicità in minuscoli momenti di cui lei proprio non riusciva ad afferrare il senso. Lei non provava nemmeno"; "Si sentiva così misera paragonata ad una così fitta e variegata moltitudine. Così sola."; "Era decisamente più giovane di lei: i suoi capelli erano molto più scuri e tenuti corti, proprio come i giovani mortali erano soliti fare. Era decisamente più alto di lei."; "Questi non sembrava ancora intimorito dal suo atteggiamento, ma più impensierito dal suo improvviso mutismo scosso dai tremori."; " I suoi piedi erano macigni e i suoi capelli sembravano improvvisamente levarsi in aria, come se dotati di vita propria.".
Lascio a te, se desideri, il compito di trovare parole alternative a quelle usate. ^^
Qui, invece, dove leggo "[...] odio, vendetta, desiderio, soffrire per amore e soprattutto comprendere cosa ci fosse di così potente in una freccia scagliata da Eros in persona.", metterei "soprattutto" fra due virgole – però questa frase non mi convince per il suo contenuto a dire il vero, ed è quanto ti accennavo prima circa la caratterizzazione della tua protagonista: le divinità greche sono molto umanizzate, hanno cioè le stesse identiche passioni e debolezze degli esseri umani; amano, soffrono, odiano e via di seguito, e con grande intensità fra l'altro, quindi non capisco perché la tua Ecate paia – o almeno si deduce questo da ciò che pensa! – vivere dentro una asettica teca di vetro. Lo trovo un controsenso, ecco. Perché magari non si è ancora innamorata, o non odia nessuno con tutta se stessa, sì, ma comunque si trova ad invidiare in toto le emozioni dei defunti, quasi che lei fosse un robot, incapace di provare qualunque sentimento: cosa abbastanza impossibile, per l'appunto. Altra cosa che non mi è piaciuta granché è stato l'innamoramento tanto fulmineo quanto aspettato, preannunciato già dalle prime righe: avrei preferito più sorpresa ma, soprattutto, che la cosa non si svolgesse così, dato che non trova nemmeno giustificazione totale la sua rapidità, poiché non si tratta di un colpo di fulmine – intendo dire che appena prima Ecate è seccata e poi annoiata da Ade... quindi è piuttosto contraddittorio questo innamoramento, che per magia avviene dopo una breve frase con richiesta d'aiuto, appena seguente a quanto notato sopra. L'unica giustificazione possibile, nel senso di più logica, allora, sarebbe che l'amore sia stato proprio cagionato da una freccia di Eros: il che renderebbe credibile la passione improvvisa, anche se, logisticamente ragionando, per varie motivazioni mi pare poco probabile.
Tornando alle correzioni, di sicuro presumo che "Certamente, non aspettarsi la sua venuta" sia un errore di distrazione: dovrebbe esser "Certamente, non si aspettava". Inoltre non capisco il senso di "quasi fosse un ladro giunto a vederla.": che significa?
E quando scrivi "respiro propenso" che intendi? Propenso a...?
"«Sai come tornare? Alla Terra, intendo.»": qui metterei piuttosto "sulla" e "Terra" va in maiuscolo solo se intendi nome del nostro pianeta, non nel senso di superficie – giusto per far un esempio: se diciamo "Dopo la cacciata dall'Eden, fummo condannati a vivere su questa terra" va in minuscolo; ma se diciamo "La Terra forse non è l'unico pianeta dove la vita è possibile" va in maiuscolo, perché stiamo riferendoci al nome proprio del globo.
Toglierei "nel corpo" dopo il tremolio delle ossa: se sono quelle di Ecate che tremano, ed è chiaro dall'uso del pronome possessivo, è ovvio che siano dentro il corpo e ricordarlo è inutile e toglie intensità.
"Ade le teneva il braccio, cercando di capire cosa avesse improvvisamente avuto." non suona molto bene, meglio seguire il suggerimento già da dato da Theuncommonreader; e stessa cosa vale per "Ecate aprì gli occhi nel sentirlo così vicino a sé e soprattutto a scoprirsi a pensare sul suo calore." – io, fra l'altro, ti suggerirei di mutare "calore" in "tepore" .
In definitiva, non è stata una lettura affatto spiacevole, ma troppi errori e la non totale convinzione che mi ha trasmesso il personaggio, mi inducono, dopo una dura lotta con me stessa, ad assegnarti una bandierina neutra piuttosto che verde.
Spero che questa mia recensione non risulti troppo sgradevole. Da parte mia spero di rileggerti e, magari, di poterti lasciare senza ombra di dubbio alcuno una recensione assolutamente positiva!
Un saluto ed a presto! ^^

Recensore Junior
30/09/15, ore 12:47

Oggi ho un po’ buttato al vento lo studio (non c’ho voglia) e ho pensato, come promesso, di venire un po’ a stalkerarti. Questa storia mi ha attirata subito, perché non avevo mai pensato ad Ade e Ecate insieme (o almeno, solo nella misura in cui Ecate è solo un’altra faccia di Persefone).
 
Invece, mi hai stupita positivamente, soprattutto per la caratterizzazione di Ecate (che non capisco perché tu abbia segnalato come OOC ù.ù). Adoro quando gli dei, messi a contatto con gli esseri umani, prendono a farsi domande sulle differenze tra sé e loro, in termini di sentimenti e di stili di vita. Penso che sia anche normale, nelle evenienze in cui il rapporto coi mortali esula dal semplice “rendo una grazia in cambio di un sacrificio adeguato”.
 
Ecate mi è parsa molto comprensibile, in questo, e mi è piaciuta la circolarità del testo, perché mentre Ecate si domanda di queste emozioni, proprio allora finisce per provarle a sua volta. Per la serie, attento a quello che desideri: Ade non mi pare troppo preso da lei, e alla fine del racconto permea un certo presentimento di one sided che mi ha fatto “sentire” per Ecate, per dirla all’inglese. E mi è parso un finale abbastanza tragico nel senso di tragico teatrale: l’inizio di una vicenda sfortunata.
 
Interpretazione mia. ù.ù
 
Quindi sì, mi è piaciuta molto la storia, per trama e caratterizzazioni. Per quanto riguarda lo stile, ne ho apprezzato la poeticità ma ho qualche appunto, perché quando qualcosa mi piace finisco per analizzarla in modo puntiglioso. Ti lascio qualche impressione (prendili come suggerimenti rispettosi e costruttivi da parte mia, che pure non sono nessuno XD).
 
Dunque, dunque:
 
Sarcastico commento”
  • Il termine “sarcastico” indica un’ironia con una punta di acidità che qui stona un po’ con la frase che di fatto Ecate pronuncia. Forse potresti appunto sostituirlo con “ironia”, che esprime lo stesso concetto ma in modo più neutro.


  •  
 
“per guadagnare da mangiare
  • Non ha nulla di scorretto, ma un’espressione più precisa potrebbe essere “guadagnarsi il pane”, che suona in modo più “grecheggiante” (sì, ho appena inventato l’espressione XD).


  •  
 
Ciò che Ecate riusciva a desiderare per loro, nel depositarli sulle sponde dell’Acheronte, era che trovassero ciò che hanno cercato per tutta la vita.
  • La consecutio temporum è imprecisa: correttamente sarebbe “era che trovassero ciò che avevano cercato per tutta la vita”.


  •  
 
“La notò quasi subito e credette invano che fosse uno spirito che aveva smarrito la strada nella discesa sull’Acheronte.”
  • “Invano” esprime un significato un po’ diverso da quello che fa intendere la frase. Forse più preciso è l’avverbio “erroneamente”.


  •  
 
“Certamente, non si attendeva la sua venuta”
  • Il verbo “attendere” al riflessivo viene più comunemente usato per esprimere l’impersonalità. Certo ha un suono più poetico, ma più preciso sarebbe usare “aspettarsi”.


  •  
 
“« Chi sei? » borbottò con voce cupa e minacciosa”
  • “Borbottare” indica un parlare confuso, che non può essere minaccioso quanto la poca comprensibilità renderebbe difficile esprimere una minaccia. Magari potresti sostituire con “sbottare”, che invece è una chiara espressione di un qualche tipo di ostilità.


  •  
 
“che i suoi capelli scuri viaggiassero disordinati qua e là”
  • Ho capito l’immagine che vuoi dare, ma viaggiare da l’idea di qualcosa che si stacca dalla testa più che fluttuare attorno ad essa. Fluttuare sarebbe più preciso.


  •  
 
probabilmente il suo intento voleva essere quello di sembrare quanto più aggressiva possibile, ma il giovane non reagì ancora alle sue parole.”
  • “Probabilmente” indica un’incertezza che Ecate non può provare, essendo lei stessa a scegliere il tono con cui si rivolge ad Ade. Se invece vuoi esprimere l’idea che neppure lei è certa del perché del proprio atteggiamento, forse dovresti rendere la frase più complessa e sostituirla all’avverbio: così come è sistemata ora, si passa da un narratore interno la personaggio (che resta coerente per tutto il pezzo) a uno esterno che fa capolino solo in questo punto e poi sparisce senza lasciare traccia.


  •  
 
“Si limitò a trarre un respiro propenso
  • A “propenso” sostituirei “rassegnato”, che ha più senso con la frase a seguire.


  •  
 
“Non possedeva gioielli o manufatti di alcun tipo, quindi non giungeva a lei con intenzioni ostili.”  
  • Questa frase è poco chiara nel contesto creato da quelle precedenti. Forse dovresti elaborare di più per far capire il senso - che suppongo sia che Ecate, non possedendo gioielli, non sente che Ade sia venuto da lei per derubarla. Per come è messa, pare che sia Ade a non possedere gioielli, e che QUINDI non giunga da Ecate per derubarla.


  •  
 
“« Mi chiamo Ade della progenie di Crono e Rea » si presentò con tono fermo e sicuro.”
  • Una virgolina tra “Ade” e “della” renderebbe il periodo più preciso. #fanatica della punteggiatura


  •  
 
“Aveva parlato di fratelli quindi era ragionevole pensare che fossero loro ad occuparsene; sospirò, già vagamente annoiata da quella situazione.”
  • Ecco, non l’ho trovato molto ragionevole, in realtà. XD Potresti semplicemente cambiare il fatto (“era ragionevole pensare”) in ipotesi (“magari, i fratelli erano più simili al padre”), perché Ecate, non conoscendoli, non può sapere che personalità abbiano, o che siano diversi dallo stesso Ade; può solo basarsi su quello che sa, e ha già menzionato di conoscere Crono, famoso per la sua voracità sessuale.


  •  
 
“Avvertì le sue stesse ossa tremare nel suo corpo”
  • I pronomi possessivi sono un po’ ridondanti, qui. Paradossalmente, togliendoli si percepisce una maggiore intensità.


  •  
 
“Ade le teneva il braccio, cercando di capire cosa avesse improvvisamente avuto.
  • Che ne pensi di “Cosa le fosse preso”?


  •  
 
”scoprirsi a ragionare sul suo calore.”
  • “Ragionare” implica un’azione lunga e continuativa. Forse “pensare” è più adatto


  •  
 
“con forzala schiena facendola tremare in preda ai dolori”
  • Piccolo errore di battitura.


  •  
 
E nulla, dopo questa parte pizzosa, ti lascio con una valutazione positiva e cerco di combinare qualcosa ti saluto! Alla prossima!
 
 

Recensore Master
25/09/15, ore 18:55

Ho trovato per caso questa storia e <i>afjsshkoih</i> sono davvero felice di averla aperta, mi è piaciuta moltissimo.
Non avevo mai preso in considerazione la coppia Ecate/Ade e hai ragione, sono adorabili (inoltre il tuo headcanon della cotta di Ecate che la porta a tradire i titani per gli dei è bellissimo!). Ho amato il modo in cui hai ritratto Ade, è stupendo ed è anch un po' un patatino: un sovrano dell'oltre tomba ancora alle prime armi e un po' impacciato. Mi è piaciuta molto anche Ecate e la sua vicinanza agli umani. Trattandosi di mitologia, è un po' difficile parlare di IC come si fa negli altri fandom: i miti sono molti, le versioni a volte si contraddicono, le divinità hanno molte sfacettature. Hai fatto bene a mettere l'avvertimento OOC, però devo dire che alla fine la tua versione di Ecate è sensata e bella e, soprattutto, ben gestita. Inoltre Ecate è triplice e nella tua storia mi è sembrato di leggere della sua forma più giovane. Non ho idea se sia chiaro ciò che sto cercando di dirti, probabilmente no, però sì ecco, volevo farti sapere che mi sembra meno OOC di quanto potresti pensare. 

Recensore Master
29/07/15, ore 09:53

Non ci posso credere, non ci posso credere!
Non sono l'unica. C'è un'altra persona che shippa questa coppia oltre me (senza nulla toglie alla Ade/Persefone, eh!).
Ti propongo una fuga negli Inferi sulla barca di Caronte! Sono certa che troveremo un angolino nell'Erebo dove poter fangirlare in santa pace!

E dopo questo incipit nonsense che probabilmente ti avrà almeno sconcertata, passo alla recensione vera e propria.
Ciao Mughetto! ^^
Come avrai intuito, hai trovato un'altra folle che adora questa coppia e che - come se non bastasse l'aver reso nella sua storia Ecate molto OOC - ha sempre immaginato che la dea fosse addirittura la madre di Macaria (una dei tre pargoli attribuiti al caro Ade e che a sua volta io shippo con Thanatos). Che dire? Appena ho letto l'introduzione di questa storia mi sono presa alcuni istanti per accertarmi di non aver letto fischi per fiaschi.
Ho trovato una Ade/Ecate. Non ancora riesco a crederci!
Anch'io la penso come te, sai? Secondo me, infatti, Ecate ha spudoratamente aiutato gli dèi Olimpici nella loro ascesa al potere.
E poi, diciamocelo chiaramente: è possibile che non abbia mai incontrato Ade? Eppure lei, nonostante la presenza di Ermes, non solo è rimasta una divinità Psicopompa, ma pare che abbia scelto di vivere proprio negli Inferi! Eh sì, secondo me Ecate e Ade non ce la raccontano giusta! u.u
Passando alla tua bellissima shot, l'ho adorata dall'inizio alla fine. La dea è OOC, ma ti confesso che preferisco leggere storie simili e non le solite solfe in cui le divinità sono quanto di più lontano possa esserci dagli uomini (che poi... gli dèi greci non sono altro che un'estremizzazione delle passioni umane, dimmi tu se possono essere considerati così "trascendentali" come vengono spesso descritti).
Ho apprezzato il modo in cui hai rapportato Ecate con la vita degli uomini, ponendo l'accento sulla gelosia che prova per un qualcosa che lei non ha ancora conosciuto. L'ho trovata realistica, nonostante l'OOC.
Probabilmente all'epoca non conoscevano ancora la legge di Murphy e, infatti, ecco che Eros centra la dea in pieno con una delle sue frecce dorate! Ma come non giustificare l'innamoramento a prima vista? Insomma, il fanciullo in questione è Ade! Di lui ci si innamora anche senza l'aiuto di Eros! u.u
Ti faccio i miei complimenti per il tuo stile e la tua proprietà di linguaggio, scrivi davvero molto molto bene!


Alla prossima,
Elly