Recensioni per
La chiamavano tutti Sheldon
di WhiteWitch

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
02/08/15, ore 02:03

Ho letto questa storia per via di un consiglio, siccome non fruisco molto della sezione "drammatiche" e ammetto di essere felice di averlo seguito. In genere non amo molto le storie di droga, perché sono stata segnata durante l'adolescenza da "Noi, ragazzi dello zoo di Berlino", unico libro che mi ha fatto venir voglia di buttar via il libro. per l'angoscia che mi aveva messo.
Anche la tua storia mi ha trasmesso una certa angoscia, impossibile da non sentire, per via dell'argomento, ma c'è molto di più.
Il rapporto tra i due personaggi è qualcosa che mi ha sconvolto, la maniera in cui hai descritto l'amore che Oliver prova verso Sheldon è così bello e pulito, che segna proprio l'antitesi con lo sporco del mondo della droga.
Mi è piaciuta molto e, nella prima parte, quasi speravo di non aver letto la parte iniziale, perché non volevo che questo momento così puro finisse.
Ho apprezzato il fatto che Oliver non si sia ucciso, che abbia scelto la vita come punizione e devo dire che l'ho trovato poco scontato, perché da una parte, sarebbe stato più facile, a livello stilistico, affrontare un suicidio, giustificandolo con il troppo dolore. Quindi posso solo farti tanti complimenti.

Termino con una cosa stupidissima, anzi due, concedimelo:
- la prima è che, avendo anche io come prototipo di drogato Mark Renton, ma non avendo mai visto Trainspotting (ce l'ho presente solo per immagini trovate in rete), ho iniziato a immaginare Oliver come Zerocalcare (non so se hai presente) ma questa cosa mi ha fatto ridere perché lo conobbi a una fiera, quindi immaginavo proprio la sua voce e movenze.
- la seconda, molto più stupida, è che mi hai fatto riscoprire i Civil Wars, quindi grazie, non li ascoltavo da una vita!

Recensore Junior
01/08/15, ore 15:25

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Un agglomerato di emozione: tristezza, euforia, angoscia, dolore, che lo stile familiare, diretto e crudo ti sbatte in faccia come un sonoro ceffone; spiazza lasciandoti in lacrime già dalle prime dieci righe. Una storia dall'intenso realismo, che non si perde in stucchevoli romanticismi atti ad ammorbidire le cose, no, è crudele come la condizione disperata dei personaggi, dolorosa come la voce di chi racconta.
Merita di stare tra le storie scelte per la veridicità e l'accuratezza con cui è stato trattato un tema così delicato, l'incubo della droga capace di sporcare e distruggere anche il sentimento più puro di tutti.
Nient'altro da dire, l'amarezza che la storia lascia in bocca alla fine - e dall'inizio - parla da sé. Complimenti!