Sesta classificata e vincitrice del Premio Trama
Specchio riflesso di Gaia Bessie
Grammatica: 9.73/10
Non ho riscontrato alcun errore rilevante, solo qualche piccola svista, qualche errore di distrazione e/o di battitura. Quindi non ti tedio troppo con i miei inutili e noiosissimi discorsi.
• Il corridoio del San Mungo respira in silenzio: è vuoto, il suo spazio […] → Personalmente toglierei la virgola dopo vuoto; risulta superflua. (– 0.01)
• Le hanno versato una pozione allo zucchero bruciato, in gola, e quel retrogusto dolciastro […], di quella volontà divina che è cieca e sorda e anche muta. → Personalmente toglierei la virgola prima di “in gola”, oppure modificherei la frase in questo modo: Le hanno versato, in gola, una pozione […]. Aggiungi una virgola dopo “sorda”. (– 0.01x2)
• È che è entrato un uomo, un giorno che potrebbe essere ieri o un secolo fa, e ha incantato gli specchi: appena se ne vanno tutti, compare la sua immagine, e così Alice non può dire di essere sola. → La virgola dopo “tutti” è superflua. (– 0.01)
• Piò guardarlo e sorridere senza una motivazione, solamente perché le va di farlo. → Può. (– 0.03)
• Suo marito sorride, nello specchio, finché lei non apre gli occhi e vede che non è Frank, ma il suo incubo: ci sono i suoi fiori, sul comodino, incuneati in un vaso stracolmo. → Personalmente toglierei la virgola dopo “sorride” e “fiori”. (– 0.01x2)
• Nel velo lilla, squarci di pugnale, di pensiero, che i cavalieri incidono come poesie da declamare, come odi alla bellezza, e alla fedeltà. → Trovo superflua la virgola dopo “bellezza”. (– 0.01)
• Un tempo, l’ennesima porzione di anni o giorni che potrebbero risalire al giorno prima di adesso o a un secolo prima, Alice era forte, forte abbastanza per tirarsi su a sedere da sola, e guardare lo specchio senza il suo velo. → Un tempo, l’ennesima porzione di anni o giorni, che potrebbero risalire al dì (ripetizione della parola giorno) prima di adesso, o a un secolo prima, Alice era forte; forte abbastanza da tirarsi su a sedere da sola e guardare lo specchio senza il suo velo. (– 0.01x3; – 0.05)
• Forte abbastanza per far suo il sorriso di Rodolphus Lestrange , dietro ogni tortura […] → Hai lasciato uno spazio da Lestrange e la virgola. (– 0.03)
• Canta maledizioni mortali, Rodolphus Lestrange, e le dipinge il viso di belletto rossosangue […] → rosso sangue. (– 0.03)
• Rodolphus Lestrange le ha inciso ferite indelebili, nel petto, dilaniandola di morsi e graffi e ferite aperte dalle sue lunghe dita che affondavano fra le ossa biancastre, sfiorandole, dietro la maschera delle costole sudice di sangue, per mangiare le catene del suo cuore. → […] dilaniandola di morsi, graffi e ferite aperte […] (– 0.01)
• Una cicatrice frastagliata che risplende dell’intensità di una ferita ancora fresca: si apre a ogni rumore, a ogni passo dei signori in camice bianco, ogni volta che Neville – o è Frank o è Lestrange – le prende la mano e quel vermicello di carne cicatrizzata pulsa, di vita propria. → Toglierei la virgola dopo pulsa. (– 0.01)
• «Zitti, zitti tutti!» Alice piange lacrime rossastre, o petali neri, e tutti la guardano senza parole «Mandatelo via. Mandatelo via!». → Aggiungerei una virgola dopo senza parole. (– 0.01)
• A mostrarle che esistono tanti tipi di dolori, indelebili, per sempre. → Al posto della virgola, personalmente, avrei inserito un punto e virgola per rendere meglio l’idea. (– 0.01)
Lessico e Stile: 5/5
Il tuo stile mi ha stregata, sul serio.
Non sono riuscita a staccare gli occhi dal testo per tutta la lettura, con un tumulto di emozioni ad accompagnarmi, sino all’ultima parola. Anzi, anche dopo sono rimasta a fissare il foglio elettronico in attesa di non so bene cosa. Per quanto riguarda il lessico, sei riuscita ad amalgamare alla perfezione dei vocaboli semplici, che apparivano ricercati, con alcuni molto più ricercati, che non si trovano spesso nelle fanfiction. Tutto questo ha portato a creare una storia estremamente scorrevole, fluida e piacevole da leggere, invogliando il lettore a proseguirne la lettura.
Ho apprezzato il tuo non cercare sinonimi per alcune parole, per esempio per il vocabolo forte, che è ripetuto più volte all’interno delle tre flashfic, in questo caso un termine analogo avrebbe stonato un po’ ed avrebbe smorzato l’enfasi che volevi ottenere. Ho particolarmente apprezzato la ripetizione che hai posto in questa frase: O macchiate di sangue, sangue sporco, sangue, sangue, sangue. Premetto che non amo l’Angst e non sono neanche una pazza omicida, però, - non riesco a spiegarmelo nemmeno io -, ho trovato la frase… bella. Mi ha colpita subito per la semplicità, i brividi e la concretizzazione stessa dell’immagine che sei riuscita a creare.
Ho apprezzato anche l’uso di parole poco comuni come belletto, che hai saputo gestire magistralmente. E nella fluidità del tuo stile ho adorato come sei riuscita ad incastrare alla perfezione gli specchi, lo zucchero ed il sangue, senza perdere il filo del discorso.
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Dunque, dato che Rodolphus Lestrange è presente nel brano e ha una parte abbastanza rilevante all’interno della vicenda, non ho potuto fare a meno di prenderlo in considerazione per la valutazione di questo parametro.
Con entrambi i personaggi ti sei destreggiata benissimo. E chissà che Alice non abbia veramente vissuto una situazione del genere, ma non voglio pensarci perché mi vengono i brividi.
Sebbene Rodolphus non sia il vero protagonista della vicenda, e non compaia che per pochissimi istanti - facendomi rabbrividire -, l’ho trovato ben caratterizzato, in linea con quel poco che sappiamo di lui.
Ed Alice, posso inchinarmi dinnanzi a te? In questo contesto l’ho trovata IC, ovviamente facendo riferimento a quel poco che si sa di lei. Sei riuscita a gestire magistralmente la situazione in cui, suo malgrado, si è venuta a trovare. Dato che la protagonista è ricoverata presso l’Ospedale San Mungo e noi sappiamo solo che è stata torturata, insieme al marito, con la Maledizione Cruciatus, nulla ci vieta di pensare a cosa sia potuto accadere dopo, o prima, tutto ciò. Una Alice provata, che non riesce più a riconoscere il volto del marito da quello di Rodolphus, il suo incubo, colui che l’ha privata di un momento vissuto con Frank, un momento in cui dovrebbe prevalere l’amore, mi sembra perfettamente IC. Ho rivisto lei nel momento in cui scambia i fiori posti sul comodino, con quelli macchiati di sangue che le ricordano Lestrange, ho rivisto lei quando chiede a tutti i presenti nella stanza di mandare via quel mago, ho rivisto l’Alice della Rowling in ogni sfumatura che lei dato, e che ci hai mostrato. Insomma: ottimo lavoro!
Titolo: 5/5
Suppongo che non potessi trovare un titolo migliore.
Adoro Elisa, sia come persona che come cantante, e ho trovato che “Specchio riflesso” riflettesse – perdonami per il gioco di parole – chiaramente, non solo il contenuto, ma anche le sensazioni che si hanno leggendolo.
Specchio perché la signora Augusta lo ha stregato, sperando in questo modo di rinfrancare la nuora, che ogni tanto si guarda nel vetro. Riflesso perché Alice non riesce a riconoscere chi sia l’uomo che le appare davanti, immagina che si tratti di suo marito, ma subito al suo volto viene sovrapposto quello di colui che le ha rovinato la vita ed allora, Alice, ha persino paura di riflettersi in quella superficie.
Originalità: 10/10
Non ho mai letto una fanfiction che spiegasse in questa maniera la malattia di Alice e devo dire che ne sono rimasta affascinata. L’originalità sta proprio nella causa che l’ha condotta alla permanenza presso il San Mungo, quindi non solo l’essere stata sottoposta a lungo termine alla Maledizione Cruciatus, ma anche per ciò che le ha fatto Rodolphus abusando di lei. Ho trovato veramente originale l’uso che hai fatto del sapore dolciastro delle medicine, della superficie riflettente e dell’incanto che vi è stato applicato.
Gradimento personale: 10/10
Mi hai fatta rabbrividire.
Questa è la prima affermazione che mi viene in mente, mentre mi accingo a valutare quest’ultimo criterio di valutazione. Tuttavia, l’hai fatto in positivo, facendomi amare l’Angst – genere con cui non vado molto d’accordo. Diciamo che ho uno strano rapporto simbiotico con il Fluff, ma non è il caso di divagare troppo.
I brividi hanno continuato a percorrermi tutto il corpo, durante tutta la lettura, e sei riuscita a farmi immergere totalmente all’interno dello spaccato di vita che ci hai raccontato. Ho adorato l’utilizzo che hai fatto delle medicine dal sapore dolciastro e di quello specchio, che è stato incantato per cercare di tranquillizzarla un po’, ma che, come era prevedibile, solo le pozioni hanno il potere di calmarla un poco, prima che l’incubo inizi nuovamente. Ho trovato bellissimo e d’impatto l’utilizzo che hai fatto dei fiori posati sul comodino: le rose bianche che le ricordano il suo Frank, che pian piano vengono colorate di nero e di rosso, non un rosso qualsiasi, il naturale colorito delle rose, bensì un rosso sangue, capace di rimembrarle le ferite indelebili che ha riportato nel profondo dell’anima. Ecco, mettendola in questa maniera, le rose rispecchiano un po’ ciò che è stato della vita di Alice, anche lei è stata macchiata di sangue, tutto ad opera di un Rodolphus Lestrange ubriaco ed inebriato dai suoi ideali.
Sì, le tue tre flashfic mi sono piaciute veramente tanto.
Totale: 49.73/50 |