Tyel!
Temo di non averti detto abbastanza volte quanto sono felice di leggere qualcosa di tuo (finalmente!), perciò te lo ripeto ancora una volta: che bello leggere una tua storia! Temevo non avresti mai condiviso i tuoi scritti, ma per fortuna mi hai smentita e non posso che fare i salti di gioia per questo
Andiamo con ordine, che è meglio e non ci perdiamo :P
Il momento che hai scelto di raccontare è assolutamente inaspettato! Non avevo fatto ipotesi su cosa stessi scrivendo, perché non sono capace a fare pronostici, ma se ne avessi fatte, avrei sbagliato.
Penso erroneamente che non ci sia nulla di interessante sulla "separazione" tra Vanyar e Noldor, ma mi hai dimostrato che non è così e nel mentre hai sottolineato la sostanziale differenza tra le due stirpi. La stessa intro della storia sembra descrivere alla perfezione come devono sentirsi i Vanya nei confronti della luce e cosa li ha spinti ad andare sotto le gonne di Manwe e Varda, e ancora durante la storia vediamo i motivi particolari di Calandil, in cui si sente l'eco dello "spirito Vanyarin", in opposizione a quelli di Ondorwe che sono così Noldorin che, bon, non c'è proprio niente da discutere. L'assenza dei Teleri in tutto questo mi sembra abbastanza esemplificativo di come si sentano riguardo tutta questa storia della luce, dei "prodotti" della terra e cose varie. Loro vogliono stare al mare :P
(e mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo sui Teleri, visto che ormai li associo a te XD sarà anche colpa del tuo nick!)
Quante volte, mi chiedo, si sono confrontati Calandil e Ondorwe sulla decisione del primo di partire per Valmar? Sembra una di quelle discussioni che non si stancheranno mai di fare e su cui non troveranno mai un accordo perché sono così diversi, in quanto propensioni, interessi e modo di sentire, che per quanto accettino l’uno la scelta dell’altro, forse penseranno sempre (sotto sotto e non consciamente) di aver fatto la scelta migliore e vorranno sempre che l’altro avesse compiuto la loro stessa decisione.
Dall’esterno, capisco le ragioni di entrambi e non me la sento di biasimare nessuno dei due. Calandil si sente vivo e al sicuro solo alla luce di Laurelin, Ondorwe cercando pietre preziose nelle montagne, ognuno ha compiuto la scelta più giusta per sé. Mi stringe il cuore sentire i ricordi di Calandil dei tempi al Cuivienen, il suo desiderio di dimenticare del tutto che esista altro al di fuori di Valinor, mi mette addirittura tristezza questo suo desiderio ma si sente la sofferenza che gli porta la semplice consapevolezza di un mondo di buio al di fuori di Aman.
E trovo adorabile il modo in cui Ondorwe percepisce la “fuga” di Calandil da Tirion e come cerca di mostrargli le meraviglie al di fuori della luce da cui Calandil gli sembra tanto ossessionato. Adoro tutte quelle battute che fanno capire come la pensi a riguardo (Laurelin non si spegne, se smetti un momento di guardarla. / Non potete vivere solo di questa luce, o finirà per offuscare tutto, persino voi stessi.) e la sua genuina incomprensione per i motivi di Calandil.
Quello che mi ha fatto più tenerezza sono i ricordi che condividono Calandil e Ondorwe e mi è sembrato quasi di vederli giocare insieme da bambini e poi da ragazzini (e mi entusiasma in generale trovare una buona corrispondenza con quello che immagino anch'io dovesse essere il periodo al Cuivienen, awwwww!).
È interessante come per Ondorwe i ricordi dei periodi bui siano una piccolezza rispetto a tutti i momenti divertenti passati col suo amico, mentre per Calandil... se fosse per lui, estrapolerebbe quei ricordi dal contesto in cui sono capitati, qualsiasi cosa pur di dimenticare il buio e la paura, ma non so, secondo me perderebbero la loro magia senza l'oscurità che regava quando li hanno vissuti.
Senza dubbio, le paure di Calandil sono così umane, così comprensibili, che mi viene difficile essere troppo dura con lui, anche se mi fa tenerezza come Ondorwe si senta un po' tradito da questa partenza e dal modo di Calandil di affrontare il passato. Vuole che lui sia felice, ma allo stesso tempo non crede che la felicità sia nell'accecarsi alla luce degli alberi.
Se non altro, questo incontro si conclude con una promessa di rivedersi e questo mi rincuora un po' :°) Magari in un loro secondo incontro si sentiranno più vicini di quanto si sentano ora.
Oppure... Ondorwe seguirà i Noldor nella Terra di Mezzo? D: Visto che sai tutto di lui, mi aspetto che tu sappia anche il suo futuro :P (/joking)
Devo dirti che quando Calandil si è distratto e ha smesso di ascoltare Ondorwe avrei voluto tirargli una testata da parte di Ondorwe XD Voglio dire, che diavolo, ti sta parlando il tuo amico e tu non lo ascolti! Ma pazienza, sappiamo che questi Vanyar sono tanto belli e sbrillucc e hanno la testa vuota (joking :°D) e, vabbè, poi non è che tutti sono perfetti ed è una cosa piuttosto realistica per quanto umanamente sgradevole, ma i personaggi perfetti sono la noia fatta parole e quindi ben venga Calandil che si perde dietro gli sbrillucc, nessuno è bello, perfetto e nobile d'animo e tutti abbiamo difetti!
Ciò non toglie che una testata da amica gliela tirerei ❤️
Una cosa interessante che ho notato in una seconda lettura è, nella frase iniziale, come Calandil pensi che sia Laurelin a "trarre" riflessi dal marmo, quando sono convinta che un Noldor avrebbe detto che la luce li valorizzava, sottintendendo che i riflessi erano lì con o senza luce di Laurelin. Non so, questa scelta mi sembra sottolineare molto bene il modo in cui i Vanya (nella persona di Calandil in questa storia) vedano la luce: come qualcosa che tira fuori il meglio da quello che tocca, così come ha tirato fuori di Vanya dal terrore della notte che li tormentava al Cuivinenen.
Riflessione così, lol, ma rileggendo mi sono fermata alla prima frase colpita da questa cosa e ho dovuto condividerti questo pensiero, perché so che apprezzi :D
Spero di non aver dimenticato nulla, è decisamente una storia che fa riflettere sui motivi dei Vanyar (alleluia!) e dei Noldor, ma soprattutto dei Vanyar. Era una storia che non sapevo di voler leggere, ma che ora mi ha dato di sicuro la possibilità di guardare alle motivazioni dei Vanyar senza farmi distrarre dallo sbrillucc dei Noldor e da quell’aria appena civilizzata dei Sindar.
Ne sono davvero contenta, perché sui Vanyar sono curiosa e vorrei fermarmi più spesso a pensare a loro, perciò grazie di questo racconto :*
Ti consiglio di riguardarti l'impaginazione, più che altro perché ci sono maiuscole e a capo dove non dovrebbero esserci. Non che questo influisca troppo sulla lettura, ma sono pignola e grafica e ci tengo a queste cose, quindi dovevo proprio segnalartelo ^^"
Bon, mi son fatta desiderare, ma finalmente ce l’ho fatta! Dovevo assolutamente spendere due paroline su questa storia ❤️
A risentirci,
Kan
P.S.: suggerimento per il genere: Introspettivo potrebbe starci? I pensieri e le emozioni di Calandil e Ondorwe fanno da padrone e Generale è davvero troppo… generico per questo racconto, ci vorrebbe quasi un genere apposito :P |