Ciao! Eccomi qui a commentare un altro dei tuoi scritti, impeccabile stilisticamente e capace di trasportare il lettore nel mondo nato dalla tua fantasia. Immagini, suoni, odori, emozioni, sensazioni … tutto trapela con sconcertante naturalezza, riuscendo a coinvolgere anche chi, come me, ha una visione diversissima dei personaggi da te trattati e ritiene abbastanza inverosimili le relazioni a cui danno vita nei tuoi spaccati dedicati alla Terra di Mezzo. Ma, come avrai capito, io non mi faccio problemi se altri non seguono il canon, perché l’immaginazione non deve avere freni. Perciò, complimenti!
Ciò che più ho apprezzato in questo tuo racconto sono, ancora una volta, le riflessioni a cui conducono i dialoghi tra i protagonisti. Le parole del re degli elfi ci raccontano di un essere antico, che a sue spese ha imparato che corona e solitudine sono intrecciate e che essere re deve essere una scelta. Il considerarlo un’imposizione non porterà ad essere un buon re, ovviamente nell’ambito del peculiare significato che egli, in quanto Thranduil, attribuisce al termine “buono” e che non è detto corrisponda a quello che gli riconosciamo noi. L’esempio della lince mi ha ricordato un po’ il riferimento ai caprimulgi in un’altra tua fiction, naturalmente solo a livello di sensazione poiché non vi è alcuna analogia tra i due racconti. O forse sì …
Bard, dal canto suo, è l’uomo piegato dal dubbio e dal dolore, che ancora deve capire ed accettare, e per il quale la corona pare non essere stata una scelta. Ma è veramente così o può aver scelto senza essersene reso conto? Il contrasto tra la sua ingenuità nel credere di avere il sire elfico alla sua mercé e il raffinato inganno di quest’ultimo, del cui potere in fondo Bard non sa ancora nulla, è stridente e rende molto bene l’abisso di conoscenze ed esperienze che divide i due. Il Thranduil incantatore mi è piaciuto e forse, a differenza di ciò che risulta evidente con Bard, “quel” potere gli è dato.
Delicata e ben gestita anche l’entrata in scena del “triangolo” amoroso, se così lo si può definire.
In conclusione, davvero un ottimo lavoro! Complimenti ancora! :-) |