Ciao! Sono qui per l’ABC delle recensioni indetto dal Giardino.
Premessa: amo Ranma. Non ne leggo spesso, ma mi fa sempre piacere fare un tuffo nella mia infanzia.
Cosa che la tua fic ha reso possibile.
Recensisco il secondo capitolo perché sul prologo non c’era molto da dire.
Parto da lì, però: situazione interessante, riesco ad immaginarmi fin troppo bene la famiglia Tendo e Genma intorno al tavolo con aria funebre. La pomposità con cui consegnano la lettera ad Akane, anche.
Povera Akane, che colpo. Spero proprio che ritrovi il suo Ranma.
Si merita una lezione; capisco la sua decisione di andarsene via, ma farlo in questo modo è un’infamata. Soprattutto verso Akane.
Molto carino il parallelo che hai costruito sulla pioggia, piove quando arriva Ranma… e piove anche quando se ne va.
Ma passiamo al protagonista, e quindi al primo capitolo:
con me parte subito bene, visto che si è trasferito nella mia amata Roma xD
Per di più all’eur, un quartiere che conosco. Dietro casa mia, praticamente; certo non lo vedevo a Roma Nord, effettivamente e stereotipicamente parlando.
E sì, un ragazzo che salta fra i palazzi di Roma non passerebbe proprio inosservato.
Il lavoro che gli hai dato, non serve neanche dirlo, è perfetto per lui: non me l’immagino fare nient’altro.
Ranma vive di arti marziali. Vive del suo potere; immagino che doverlo nascondere, o comunque ridurre, gli secchi ben più di quanto sia disposto ad ammettere. Chissà quanto riuscirà a resistere.
L’apparizione della ragazza con il codino mi intriga, vediamo un po’ che succederà. Chi sarà?
Una cosa è certa, il passato che Ranma ha tanto cercato di evitare sta tornando insistentemente.
A proposito, è difficile immaginare Ranma senza treccia :c Spero i capelli gli ricrescano. u.u
Carina Sharon, mi ha un po’ stupita (positivamente) il paragone con Shampu: soprattutto il fatto che ipotizzi che “le cose sarebbero potute andare diversamente”. Avrebbero potuto davvero? Entrambi guerrieri, d’accordo, ma a parte questo non li ho mai visti troppo compatibili. Però è una possibilità interessante.
Tra l’altro, anche se Sharon come nome ricorda Shampu, avrei pensato più ad un paragone con Ukyo, visto il suo lavoro. Lei invece non se la fila nessuno ç.ç
Passando al finale; appena ho letto di una voce femminile in pericolo, ho capito che il nostro caro Ranma stava per rivedere la ragazza che l’ha tormentato tutto il giorno, povero :’)
Meglio così: non vedo l’ora di sapere chi sia esattamente, se abbia o meno un collegamente con Ranma, se tra i due nascerà qualcosa… Zan, zan.
Scusa se faccio previsioni facilmente risolvibili, visto che hai pubblicato molti altri capitoli, ma non so quando troverò il tempo di leggerli, intanto teorizzo.
Passiamo ad un’altra caratteristica eccellente di questa storia: lo stile. Mi piace molto, è semplice e diretto, dà qualche dettaglio ma lascia spazio all’immaginazione.
E soprattutto, e non sempre si può dire su EFP: è curato, ho trovato pochissimi errori/refusi. Questo ovviamente rende più gradita la lettura, incoraggia a continuare. Bravo!
L’unico “rimprovero” che ti posso fare è che usi spesso la virgola prima della “e”, cosa che secondo me si può evitare perché spezza eccessivamente la lettura (ma è una questione di gusti personali, non un errore).
Ti segnalo qualche svista:
-“Abbiamo preso lo stesso autobus, non [si] significa niente... assolutamente niente!”
-“Le arti marziali era[no] ciò in cui riusciva”
-“R anma lo ignor[ò], e fece un passo in avanti.”
Inoltre, mi ha dato un po’ fastidio il font troppo piccolo, ma ho ovviato ingrandendo.
Be’, alla prossima!
Mari |