Volevo scriverti una recensione intelligente, ma sono regredita a uno stadio larvale - Quanto detesto la fine dell'anno: è il momento in cui mi rendo conto che l'anno che si sta concludendo non ha portato a nulla!
Tornando a noi!
Povero Esteban Alejandro Felipe Gallego Pérez.
Povero, povero Esteban Alejandro Felipe Gallego Pérez.
Oh, Esteban Alejand... ok! La smetto!
Comunque, come si fa a chiamarsi Esteban Ale ...
Che gli spagnoli ce l'hanno un po' sta cosa dei nomi multipli. Secondo me perché vengono bene quando li sciorini per intero con tanto di colpo di tacco e olé finale.
Comunque, siamo passati da un passo di flamenco al maglioncino della sciura di periferia.
Forse era meglio chiamarsi Esteban che essere paragonato a una vecchietta di quartiere.
Ma il nostro caro Esty era convintissimo che si trattasse di ben altro; come lo capisco. Quasi quanto me, quando ho scoperto che il mio nome non aveva nessun significato biblico tipo "Che Dio possa colpire tutti con la sua furia!" o "Colui che massacra in nome di Dio!"
In ogni caso, sei consapevole che tutte le volte che leggerò di Shura mi partirà istantaneamente in testa la voce di Lady Gaga che canta: "Don't call my name, don't call my name ... Alejandro! Alejandro!"
Io però fossi in Micky mi farei due o tre domande.
Com'è possibile che una persona ribatta a un'affermazione con: "Sì certo che ho portato il coltello!"?
Ma lei ha tutta l'aria di aver abbandonato ogni speranza.
E a proposito di Micky, la sua conversazione con Polifemo si è stranamente tenuta lontana dal tempo. Mi aspettavo un bel "Ciao." "Ciao." "Bella giornata, eh!?" "Eh, già. Piove!"
Già già, si vede proprio da questa conversazione che quei due sono fatti l'uno per l'altra e che i complementi sono un optional che costa caro.
E Micky dimostra un'intraprendenza da "o la va o la spacca" che forse forse smuoverà un po' le acque, che se si aspetta Polifemo stiamo a posto! |