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Autore: LouisDePointeDuLac    01/10/2015    3 recensioni
La convivenza, si sa, è una delle prove più ardue che ci si possa trovare ad affrontare.
Sopratutto con certi soggetti. O con i loro amici. O i loro problematici ed ingombranti drammi esistenziali che vanno a sommarsi a quelli personali, dando vita a risvolti imprevisti e non sempre graditi.
Perché la vita è un cubo di Rubik: molteplici facce, combinazioni, conseguenze e frustrazioni derivanti da ogni singola tessera e i suoi movimenti.
Dove non bisogna stare attenti all'introvabile soluzione, ma a ciò che accade nel mezzo della ricerca.
Sopratutto, a quali tiri mancini il dannatissimo cubo tenta di tirarti.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Welcome back, Cubers.
Louis

Wicked Game

 
 
- Ce li hai i documenti? –
- Sì. –
- La tessera sanitaria? –
- Sì.-
- La carta di credito? –
- Sì! -
- Ti sei cambiato le mutande? –
- Che cazzo di domande fai?! –
- Non si può mai sapere cosa può succedere. Ricorda le parole di tua nonna. –
- Ma per…-
- E chiama quando arrivi. –
- Oh per la miseria, Milo! – sbotta Shura infine, sistemandosi lo zaino sulle spalle e stringendo appena le cinghie delle spalline. – Ogni giorno che passa assomigli sempre di più a tua madre! –
- Lo dici solo perché quando mi ha chiamato ieri ha voluto parlare con te e ti ha chiesto le stesse identiche cose! –
- Appunto. Fatti due domande. – ribatte lo spagnolo, probabilmente pregando che il suo volo venga chiamato nei prossimi 5 minuti.
È il giorno della partenza e io, Lili, Elle, i suoi coinquilini, Ioria, DM e Aphrodite abbiamo deciso di accompagnarlo in aeroporto. Più per essere sicuri che non si perda e parta davvero che per premura. No be’, Camus forse l’ha fatto per sincero interesse. Forse.
Ad ogni modo eccoci qui, in attesa che il volo di Shura venga chiamato per salutarlo. Chiamata che lo spagnolo sta invocando mentalmente, con ogni probabilità, se consideriamo l’ansia che gli sta mettendo Milo e i commenti di DM. Infatti, questi non fa altro che scrutare i passeggeri, pardon , le passeggere che varcano il metal detector, facendo ipotesi su quali saranno sul volo dell’amico ed elencando almeno due ragioni per cui dovrebbe farsele nelle toilette dell’aereo.
- Non oso pensare cosa avresti fatto se fosse partito Camus. – osserva Elle in questo istante, rivolgendosi a Milo.
- Lo avrebbe tempestato di messaggi e di chiamate e sarebbe andato a trovarlo ogni week-end. – ipotizzo.
- Probabile. – commenta il francese, intento a controllare qualcosa sul cellulare.
- Macché! Si sarebbe trasferito con lui. – rettifica Lili.
- Decisamente probabile. – conferma Ioria, mentre l’amico sbuffa indispettito.
- Pff! Ecco cosa si guadagna a preoccuparsi per gli amici. Critiche e critiche! - protesta il greco con una smorfia.
- Oh! Queen of the Drama Queens! – esclama Lili.

- A proposito di queens… Lavoisier come ha preso la questione di avere una stanza libera da occupare? – domando, cambiando argomento.
- Esattamente come Elle. – risponde Milo, beccandosi una gomitata dalla mia coinquilina - Sta già prendendo le misure. Stamattina era seduto sulla scrivania. La stava misurando a passi. Pessimo segno, Shura, io ti avviso. –
- Sarà un problema del nuovo inquilino. – dice brevemente lo spagnolo, estraendo i documenti per il controllo al metal detector e successivamente al gate.
- Quando arriva? – mi informo.
- Dopodomani. – risponde Camus.
- Ma non prenderà mai il tuo posto nelle nostre vite, Shura. Questa è una promessa. –
- Piantala, Milo. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Quella ci sta. Anche la sua amica. Allora, una volta a bordo devi solo…-
- Death Mask.- lo interrompe Shura, cercando palesemente di non tirargli un pugno - Sorvolerò sul fatto che tu riesca effettivamente a immaginare un incontro tra me e una di quelle nella toilette dell’aereo e…mierda! –
L’ultima affermazione deriva dal fatto che la carta d’identità gli è scivolata di mano ed è caduta a terra mentre tentava di zittire l’amico, senza ottenere da Aphrodite nessun aiuto. Ovviamente.
La raccolgo e gliela porgo. Tuttavia, nel compiere questo gesto lo sguardo mi cade sulla copertina del documento.

Un momento.
- Shura. – faccio, notando la scritta sulla prima di copertina -  Ma tu… –
- TU TI CHIAMI ESTEBAN??! – salta su Elle nel notare cosa mi ha fatto esitare, afferrando poi la carta d’identità per poter costatare con i suoi occhi.
- COSA?! – le fa eco Lili – Fa’ vedere! -
Esteban Alejandro Felipe Gallego Pérez – recita a memoria Aphrodite – Per essere più precisi. –
Lo spagnolo alza gli occhi al cielo, prima di esclamare:
- Pensavate davvero che mi chiamassi solamente Shura???! –
- E che ne so io! Le madri sanno avere uno strano senso dell’umorismo. – dice Elle.
- E un pessimo gusto in fatto di nomi. – sospira Camus, probabilmente riferendosi alla propria condizione.
- Tua madre ti ama. – gli ricorda Milo, ma l’altro si limita a scuotere la testa rassegnato.
- Sì sì – taglia corto Elle – Ma come siamo passati da Esteban Alejandro…e.. –
- Felipe.- le ricorda Lili – Ahahahah! Felipe! –
- Cos’è che ti fa ridere così tanto? – domando.
- Nulla. Solo il fatto che Shura non ha la faccia da Felipe! –
- Neanche da Esteban, se è per quello. – commenta Ioria.
- No, infatti. – si intromette DM – Ha sempre e solo avuto una faccia da…-
- Volete smetterla?! – esclama lo spagnolo.
- Abbassa le penne, Alejandro! Ho appena scoperto che ti chiami Esteban. Tutta la mia vita è una menzogna. – lo riprende Lili.
- Vola basso, quel primato spetta a Ioria. – la riprende DM, che viene prontamente fulminato con lo sguardo dal ragazzo in questione. Non che all’altro gliene freghi qualcosa, sia chiaro.
- Comunque, come siamo arrivati da ben tre nomi a Shura? – indago, cercando di riportare la conversazione su un tema normale. Il ragazzo lancia un’occhiata al tabellone, come per controllare di NON avere tempo a disposizione per raccontarci questa storia, ma purtroppo per lui è ancora troppo presto. Rendendosene conto, scuote la testa e si lascia scappare un:
- Tutta colpa di Death Mask –
- Non avevo dubbi in merito. – dico.
- In realtà è stata colpa tua, sfigato. – ribatte il tatuatore, pronto a partire all’attacco. Shura guarda Aphrodite per un istante, ma com’era prevedibile lo svedese non lascia trasparire nessun segnale che faccia presagire un qualsivoglia appoggio alla causa.
- Ci risiamo. – sbuffa Shura.
- Non avresti dovuto presentarti il primo giorno di medie conciato in quel modo. – prosegue DM imperterrito, sghignazzando al ricordo: - Con quel maglione fatto da tua nonna. Sembravi proprio una vecchia sciura. –
- Ma sciura non si scrive…- provo a protestare.
- Lì è stata colpa di Esteban ­– specifica Aphrodite, un sorrisetto sulle labbra nell’usare il vero nome dell’amico.
- Sì! Credeva che la parola sciura[1] avesse a che fare con qualche diavoleria spirituale…-
- Buddhismo, DM. Buddhismo! – rivendica lo spagnolo, seccato.
- E ha cominciato a firmarsi scrivendolo come Buddha diceva. – completa Aphrodite.- Mi ricordo quando me lo raccontava. Pensava di essere epico. –
- Un epic fail! – lancia DM, e sia lui che l’altro scoppiano a ridere senza ritegno, attirandosi addosso gli sguardi di parecchie persone presenti nello spazio dei metal detector, stranieri inclusi.
- E dopo essere stato definitivamente sputtanato, me ne vado. – decide Shura, raccogliendo le sue cose e accingendosi a salutarci definitivamente, prima di salpare per tre mesi di libertà da questo manicomio.
- Sparisci, cabron. – lo congeda DM sbrigativamente – E scopa. –
- Faccio finta di non aver sentito. – taglia corto l’altro – Aphro…-
- Brucia tutti i maglioni che ti regalerà tua nonna.  Fa’ buon viaggio e per il tuo bene non tornare. – dice lo svedese, alzando appena lo sguardo dal suo smartphone. Candice si sarà anche ripresa Puzzetta, ma Aphrodite è pur sempre il suo assistente.
Shura annuisce, poi saluta Ioria con una pacca sulla spalla, prima di ritrovarsi davanti Milo.
- Ciao. Ti farò sapere chi la spunterà tra me e il gatto. Tu chiama. – ribadisce il greco – E scopa. –
Il coinquilino alza brevemente gli occhi al cielo, prima di rivolgersi al francese:
- Camus. Buona fortuna. Temo che ne avrai bisogno. –
- Più di te di sicuro. – conferma lui – Buon viaggio e buon lavoro. –

- Elle. Al mio ritorno i miei scaffali dovranno essere esattamente come li ho lasciati. – è il saluto rivolto alla mia coinquilina.
- Assolutamente. –
- Fa’ almeno finta di darmi retta. – sospira lo spagnolo, di fronte all’ovvia incapacità della ragazza di mantenere la promessa.
- Okay. Ti manderò foto di libri in vacanza sulla mia scrivania e del loro felice rientro a casa, in balia degli artigli di Lavoisier. – afferma allora lei, ottenendo da parte del ragazzo un’occhiata rassegnata. Decidendo di soprassedere, passa a salutare Lili e poi me.
- Ciao Shura. – dico brevemente – Fa’ il bravo. Ci vediamo quando torni. –
Lo spagnolo si sistema lo zaino, ci rivolge un ultimo cenno col capo e si avvia verso il metal detector, probabilmente pregando che nessuno associ alla sua persona le figure di  Elle e Lili, che si stanno sbracciando come due mulini a vento, urlandogli dietro:
- Ciao Alejandro! Addio, Felipe! –
- Ciao Esteban! Non tornare!-
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Ripetimi perché lo stiamo facendo. –
- Perché ci interessa il nostro benessere. –
- Provane un’altra. –

- Perché vogliamo conoscere altre persone…? –
- Sei sempre meno convincente. –

- Perché vogliamo un culo d’acciaio! –
- Brava Lili! – esclama Elle di fronte alla giustificazione data dall’altra – Micky, per la miseria, più sostanza nelle cose e meno ideali! Conoscere altra gente! Ma sentitela! –
- Comunque non giustifica la nostra presenza qui, vero? – ribatto.
- Assolutamente no! – conferma lei – Maledizione! –
Quattro giorni dalla partenza di Shura, eccoci qui tutte e tre. Qui dove, vi chiederete. Be’, attenzione attenzione, siamo niente poco di meno che in palestra, impegnate in una sessione di step selvaggio.
Perché?
Bella domanda.
Forse per far finta che Settembre, in quanto mese di rientro che inevitabilmente giunge ogni anno, abbia portato dei propositi di vita che vadano oltre il “devo sopravvivere agli esami”. Qualcosa tipo “mi rimetto in gioco e ridivento padrona della mia vita”, o giù di lì.

Sì, ci stavamo annoiando.
Però dai, provare non costa nulla. Anche perché ci è stata concessa una prova gratuita e…
- COSA DIAVOLO STATE FACENDO?! –
- Be’, Shaina…lo step. – cerco di spiegare, colta alla sprovvista dall’attacco dell’istruttrice, sbucata da chissà dove per rimproverarci per non so quale crimine.
- E ti sembra FARE LO STEP, quello?! –

Uhm. Forse non è stata una grande idea.
- Forse a te no, ma ai miei polpacci sì, fidati. – commenta Elle, sfidando follemente la pazienza di Tisifone.
- Perché, tu ce li hai ancora, dei polpacci? – è invece l’osservazione di Lili.
- Si potrà dire che avete fatto lo step solo quando non vi sentirete più il corpo! – ci minaccia l’altra.
- Sono già a metà strada, allora. – la informo, beccandomi un’occhiataccia.
Per fortuna, una sua possibile sfuriata in stile sergente maggiore Hartman[2] nei nostri confronti viene evitata grazie al sopraggiungere di una figura nota e mai tanto apprezzata come in questo momento, almeno da parte nostra.
- Shaina – esordisce con zelo - Sono arrivati i tappeti nuovi. Li scarico e li metto in magazzino? –
- Oh sì, Cassios, grazie. – per un istante, l’attenzione omicida della ragazza si dissolve, mentre si concentra sul suo aiutante - Domani mattina li montiamo. Ti hanno lasciato la fattura? –
- Sì. La  porto in amministrazione. –
- Grazie. –
- A proposito, mi è stato chiesto se occorre confermare l’iscrizione a quella gara del mese prossimo per…-
- GEKI! CHE STAI FACENDO?! – sbotta Shaina all’improvviso in direzione di uno dei ragazzi, intento ad affannarsi su un macchinario che non voglio sapere a cosa diamine serva. Solo perché sta seguendo una conversazione non significa che Tisifone non abbia occhi OVUNQUE e non riesca a controllare tutto ciò che le accade attorno.
Meglio che faccia finta di impegnarmi un po’ di più con lo step.
- Ma io…- fa per difendersi Geki, un armadio a quattro ante che pare seriamente intimorito dalla sua istruttrice.
- MUOVI QUEI QUARTI DA FATTRICE NORMANNA O TI ABBASSO DI CATEGORIA! – lo riprende infatti lei con il suo cipiglio peggiore.
- Subito! –
Uh, un armadio a quattro ante che ha paura di Tisifone. Storia vecchia.
- Quand’è la scadenza per l’iscrizione? – chiede poi la ragazza a Cassios senza staccare gli occhi di dosso dal suo allievo.
-  Tra due martedì. – risponde lui con solerzia.
- No, dille di aspettare. Voglio vedere cosa combina quella fattrice – altra occhiata di biasimo verso Geki - Da qui ad una settimana. –
- Come vuoi, Shaina. –
- E Cassios, fammi il favore di stare dietro a lui e a quel caso umano di Aspides, sta battendo la fiacca. TI VEDO SAI?! –
- Va bene, ci penso io. Non preoccuparti. – la rassicura Cassios, avviandosi solerte per svolgere il compito assegnatogli.
Io, Lili ed Elle ci scambiamo un’occhiata d’intesa.
Ah! Cassios e Tisifone! Solo un cieco, o Shun, non si renderebbe conto che l’ammirazione del ragazzo per lei è un classico caso di Amore Matto e Disperatissimo, Destinato A Non Essere Ricambiato. Una storia d’amore unilaterale che va avanti dal liceo, quando non solo si allenavano insieme, ma lei era diventata anche l’assistente del suo allenatore dopo aver preso il brevetto richiesto, portandolo alle gare giovanili di lotta. Una carriera interrotta a causa di un brutto infortunio alla schiena e che lo ha visto approdare qui non appena ha avuto bisogno di un lavoro.  Shaina sapeva di poter contare sul suo aiuto, e forse un po’ le dispiaceva per come gli erano andate le cose, chissà.
Ovviamente in tutti questi anni Cassios ha sempre sofferto in silenzio, sia per la propria incapacità di farsi avanti, sia per le storie intraprese dalla sua amata, anche se solo per una notte. Non che Tisifone sia il tipo da piangersi addosso per una storia finita, sia chiaro. Alcune chiacchierate brevi ma significative con Marin ci hanno permesso di strapparle alcune informazioni sul passato della sua amica, ma la rossa non si è mai sbottonata troppo. L’unico fatto certo è che Shaina non ha mai subito traumi sentimentali.
È più probabile che li abbia causati, però.
È quello che abbiamo pensato noi tre, almeno, anche se l’espressione di Castalia nel NON divulgare determinati dettagli poteva essere interpretata come una conferma.
Sicuramente Cassios si può contare come la più resistente delle sue vittime, piena di e allo stesso tempo senza speranza. Un puro di cuore, si potrebbe dire. In tutti questi anni non ha battuto ciglio, ponendo il benessere di Shaina davanti a tutto, anche quando si è cacciata nei guai (e l’ha fatto spesso, nessun bisogno di Marin per saperlo).
Perfino quando lei e Seiya si sono messi insieme. Per quanto sapesse che Pegasus non fosse una buona opzione, Cassios non ha battuto ciglio. Tutto, purché Tisifone fosse felice.

Poveretto.
- Mi fa quasi tenerezza. – dico, sapendo che le altre due capiscono perfettamente a cosa mi riferisco.
- Appunto. Quasi. – fa Elle, mentre il commento di Lili è:
- Che sentimentale. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Musica a palla. Una consistente cortina di fumo di sigaretta, e sospetto non solo di quella. Birra spillata nei bicchieri di plastica. L’odore della carne alla griglia. E del sudore della gente, che canta e urla.
In pratica, un gran casino.
Welcome to the jungle.
- Non mi aspettavo così tante persone! – esclamo, rivolgendomi alla ragazza alla mia destra.
- COSA? – urla Elle, tentando di sovrastare il frastuono che ci circonda.
- HO DETTO CHE QUI È UN GRAN BORDELLO! – riprovo, alzando la voce per quanto mi è possibile.
- SÌ CERTO CHE HO PORTATO IL COLTELLO! –

Faccio finta di aver detto qualcosa in merito e spero internamente che nessuno l’abbia sentita, prima di tornare a concentrarmi sulla mia occupazione principale: tentare di non venire uccisa dalla folla presente al festival.
Inutile dirlo, non ci aspettavamo così tanta calca. Infatti Lili, che non ama stare in mezzo alla folla, sta già imprecando come un camionista turco, più per il nervosismo che per altro.
Non che sia l’unica, anche Camus ha la faccia di uno che vorrebbe essere fucilato qui ed ora, piuttosto che sottoporsi a questa tortura fino a notte fonda. Mi aspetto di vederlo sparire per le undici e mezza, se riesce a resistere così tanto.
Davvero, Milo non si rende conto di quanto il francese deve volergli bene, per sopportarlo e accompagnarlo ad iniziative del genere. O quello o deve essersi reso conto di come il greco sia il suo unico fattore di aggregazione sociale, direbbe Elle.
A proposito.
- Ehi Milo! – esclamo, attirando l’attenzione del ragazzo, intento a scuotere la testa a ritmo di musica, ovviamente finendo con il colpire in faccia Ioria con i propri capelli. L’altro sbuffa infastidito, prima di fare un passo indietro per mettersi al sicuro.
- Cosa? – mi chiede il greco, voltandosi e rimanendo con metà chioma di traverso, così che gli vedo solo metà viso.
- Novità dal fronte giuridico? – chiedo.
- Non ancora! –
- Ah. – faccio – E come va? –
- Bene! –
Noto Aiolia scuotere la testa, prima di urlargli nelle orecchie:
- Vado a prendere le birre! – e allontanarsi, seguito a ruota dall’amico, ovviamente sempre a ritmo di musica.
Mentre cercano di farsi strada nella calca, Castalia si volta verso di noi. Ci avviciniamo per sentire meglio cos’ha da dirci:
- Si sa qualcosa sul Cinque Picchi? – è la domanda.
- Ho incrociato Shion per sbaglio a casa di Mur, un paio di giorni fa. – annuncia Lili – Stavano confabulando. Non sono riuscita a sentire tutto,e poi non sarebbe stato educato…-
- Kiki ha fatto rumore e avete rischiato di farvi beccare mentre origliavate. – traduce Elle.
-…COMUNQUE ho sentito menzionare le parole “apertura” e “Ottobre”. Forse, tra poco, potremo tornare a prosciugare le loro scorte. – conclude l’altra.

- In tutto questo, siamo sicuri che Dohko sia ancora vivo? – azzardo – Insomma, non lo vediamo da un po’…Non è che nella ristrutturazione, Shion ha deciso di farlo fuori definitivamente? Gli incidenti sono facilmente simulabili, nei cantieri. –
- Ecco. Avremmo dovuto portarci Aiolos, quando ne abbiamo avuto l’occasione! – sbuffa Elle.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Una volta Ioria e Milo tornati con i beveraggi, alziamo i bicchieri, DM e Aphrodite che a momenti si scolano i loro quasi in un sorso.
- Ricordami di lanciare una sfida di chi beve più birra in meno tempo ad minchiam – dice Elle a Lili – E di scommettere su Aphrodite. –
Scuoto la testa, gettando delle occhiate alla folla riunita davanti al palco ed intenta a ballare. O meglio, a muoversi in modo strano nel vano tentativo di seguire la musica.

C’è troppa gente, per i miei gusti. Di cui una buona quantità ben poco lucida e decisamente espansiva.
Un attimo. Quello non è…?
- SAGA?! – esclama Lili con enorme sorpresa nel riconoscere il ragazzo che ci sta venendo incontro.
- Che c’è?! Pensavi forse che sarei venuto ad un concerto in camicia?! – è la replica infastidita del gemello maggiore mentre si avvicina.
- Saresti stato capace! – ribatte Elle per difesa, beccandosi un’occhiata rassegnata da parte del ragazzo.
- Non stai mica male. – osservo, scrutando i jeans, la maglia nera a maniche corte e il chiodo, che ha l’aria piuttosto vissuta – Ti do’ almeno cinque anni in meno! –
- Mi stai dicendo che sono vecchio? –

- Ma io veramente non intendevo…-
- Da seppellire, come minimo.- lancia Kanon, sopraggiunto alle sue spalle, aggiungendo poi con una nota di risentimento non celata: -  Pensare che un tempo ti vestivi sempre così. –
- Hai ancora gli anfibi. – aggiunge Milo, notando le scarpe del fratello dell’amico, palesemente molto usate ma comunque ancora in buono stato.
- Merito mio. Li ho salvati due anni fa quando ha cercato di sbarazzarsene. – rivendica Kanon sbuffando -  Maledetto Aiolos. –
- Proprio non lo concepisci che potrei aver usato la mia testa, eh, per una volta?! –
- Fidati Saga, in certe situazioni, a dire che sei stato manipolato ci fai più bella figura. -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Ancora in giro, Death Mask? Eppure questo non è un posto per signorine. –
L’osservazione, espressa da una voce ben nota, ci fa voltare in direzione della sua proprietaria, in arrivo nella miglior versione di se stessa.
- Shaina. – fa il tatuatore, senza trattenere uno sguardo fin troppo eloquente che percorre la ragazza per intero.
- Ah no eh! – esclama Lili – Ci sono prima io! –
- Dopo Phoenix. – le ricorda Elle.
- Forse. – la corregge l’altra.
- Se questo posto è troppo umile per te, cosa ti ha spinto a portare la tua testa di vipera qui? – prosegue Death Mask intanto.
- Oh, non farti complimenti, non sono di certo qui per te. Avevamo bisogno di distrarci dal lavoro, e di certo non con delle signorine come te e Dite. –
- La classe non è acqua, cara. – ribatte lo svedese con una smorfia.
- Continua a ripetertelo. – fa lei – Tu che ne dici? –
La seconda parte della frase è rivolta alla sua compagnia, concentrata nella figura che avevo intravisto alle sue spalle mentre si avvicinava. Così si spiega quel “noi”, riferito a se stessa e alla ragazza che l’accompagna, che in questo istante sta salutando Marin e Ioria, appena tornato da un secondo giro al bancone delle birre e dietro a cui vedo sopraggiungere la figura del suo degno compare:
-  Oh, ragazzi….!! Ho appena visto… -
Tuttavia, nello scorgere l’interlocutrice dell’amico e della sua fidanzata, l’espressione di Milo cambia di colpo, diventando seria e tirata.
- Ciao, Milo. – lo saluta la ragazza senza battere ciglio, voltando appena il capo verso di lui.

I tratti del viso del ragazzo paiono essere diventati di pietra, da tanto sono rigidi. Per un attimo, mi chiedo se non rischi di rompersi la mascella. Poi, inaspettatamente, si decide a rilasciare un po’ la morsa e, non senza difficoltà, articola un semplice e piatto:
- Morgana. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Morgana.
È la socia di Tisifone e si occupa della gestione economica della palestra. La famosa amministrazione a cui vi accennavo prima.
Come? Perché non vi ho parlato di lei, quando ne ho avuto l’occasione? Sorry, credevo che la struggente storia d’amore non ricambiato di Cassios fosse più importante. Immagino che ora non lo sia più.
Pettegoli!
Dunque. Tisifone e Morgana.
Da quello che so, si conoscono dal liceo. Ci hanno messo un po’ a diventare amiche, a dire il vero. La leggenda narra che Shaina fosse il public enemy numero uno, all’epoca. Una specie di Death Mask al femminile, testimonianza certa di Aldebaran e Ikki che, seppur in anni diversi, hanno frequentato lo stesso istituto. Una ribelle di prima categoria.
Quanto a Morgana, era la regina dark del liceo scientifico, nonché la prima della classe. Questo non le impediva di trasgredire alle regole se necessario e con una certa furbizia. Girava sempre da sola, se non con le ragazze e i ragazzi della squadra di scherma. Tuttavia, questa attività sociale risultava esser piuttosto impegnativa e le piccole dosi le erano sempre più congeniali. Per il resto, la compagnia di un libro, delle sue cuffie e del suo motorino erano più che abbastanza.
La leggenda narra, o meglio, riferisce Aldebaran, che l’incontro decisivo tra le due si sia verificato ad una festa di Natale dell’omnicomprensivo, quando Shaina, nonostante fosse di un anno più piccola, se l’era presa con la dark per chissà quale motivo. Morgana, dopo aver ostentato la tattica dell’indifferenza, si era vista costretta a reagire quando la bulletta le aveva scaraventato il libro di racconti gotici nella bacinella del punch. Arrivate alle mani, Tisifone si era beccata un gancio destro di tutto rispetto che l’aveva messa KO.
Quale inizio migliore di un pugno, per sigillare un sodalizio che dura da quel momento a questa parte? La dark si era guadagnata l’ammirazione della piccola serpe, che nel tempo le aveva ripagato il libro, e Morgana aveva trovato una compagnia più interattiva dei cicli mitici nordici.
Ma tornando ad ora…
Per dei lunghi istanti, cala il silenzio. Noto Camus e Aiolia scambiarsi un paio di occhiate, che corrono quasi contemporaneamente su Milo, poi sulla ragazza, infine tentano vanamente di fare le vaghe. Intanto, Shaina si accende una sigaretta ed offre un tiro all’amica, chiedendo:
- A quanto stanno le birre? –
- Praticamente regalate. – le risponde Aphrodite.
- Ottimo. – commenta Shaina, prima di rivolgersi all’altra - Tre a testa? –
- Come vuoi, ma ti ricordo che sei fuori allenamento, cara. – le risponde Morgana, avviandosi verso lo stand del bar.
- È quello che vedremo, tesoro. – rilancia Tisifone con un ghigno divertito.
- Ehi donna, portamene una! – le urla dietro DM, commento che viene semplicemente ignorato.

Intanto, per darvi più soddisfazione (come sono magnanima!) potrei raccontarvi che, col tempo, il legame tra Shaina e l’amica si è rinsaldato sempre di più. A tal punto che Morgana ha aiutato l’altra con la maturità e ha accettato di darle una mano con il mettere in piedi l’attività della palestra. Nel frattempo, si è laureata in Lettere, curriculum Culture Letterarie Europee, e poi in Letterature Nordiche. Quindi non solo fa da spalla “economica” all’amica, ma porta avanti un lavoro di ricerca nel proprio campo non indifferente, o così ho sentito dire.
Il mio lato intellettuale. Ecco come la chiama Tisifone, che, troppo orgogliosa per ammetterlo, tiene a lei più che alla propria pelle.
Non escludiamo delle influenze lesbo in tutto questo, a dire il vero.
E non a caso, secondo me. Oltre alla ben nota personalità di Shaina, c’è da dire che Morgana è davvero molto bella. Ha i capelli lunghi, neri come la pece, e gli occhi dello stesso colore, che contrastano un po’ con la sua pelle chiara e i suoi tratti fini. Vestita sempre di nero, nemmeno troppo truccata (è rimasta un po’ dark, ma non troppo), non parla molto, ma ha una voce sorprendentemente delicata.
- Quanto è figa. – commenta in questo istante Lili nel guardarla allontanarsi con l’amica.
- Più o meno di Tisifone? – la provoca Elle.
- Come dico sempre: perché scegliere?! –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Scuoto la testa divertita di fronte al dibattito aperto dalle mie coinquiline, poi lo sguardo mi cade sulla figura di Milo. Noto la piega della bocca e la sua espressione contrariata mentre stringe il bicchiere di birra. 
- Pss…Ioria. – bisbiglio, attirando l’attenzione del ragazzo su di me. Aiolia si sporge appena per sentire meglio ciò che ho da dirgli.
- Non per farmi i fatti suoi, ma…- inizio.
- Cos’è successo tra Milo e Morgana? – mi interrompe Elle bruscamente, usando una delicatezza pari a un difensore che entri a gamba tesa sull’avversario, decidendo che farsi i cazzi del greco è più interessante che discutere lesbicamente di Shaina e Morgana. Aiolia scruta l’amico per un attimo, come studiando la situazione per capire se può rispondere alle nostre domande o meno, prima di lasciarsi sfuggire un:
- Stavano insieme al liceo. –

- Aspetta. – faccio – Ma lei…-
- È più grande di lui? Sì, di un anno e mezzo. – conferma il ragazzo.
- Ed è finita male. – deduce Elle dalla sua espressione.
- Sì.-
- Quanto male? – azzardo.
- Malissimo. – ribadisce il biondo, guardandosi attorno sempre per verificare di non rischiare un pugno. Anche perché, mentre l’interessato sembra essere in pieno attacco di furia repressa, io, le ragazze, Kanon, DM e Aphrodite siamo tutt’orecchi. Non che i tre ragazzi non conoscano la storia, chiaro. Ma perché perdersi l’occasione di dissotterrare i cazzi altrui, dopotutto?

Comari.
Almeno Saga, Camus e Castalia hanno la decenza di far finta di portare avanti una conversazione!
Aiolia decide di proseguire con i dettagli:
- Si sono messi insieme in…- fa una pausa, aggrottando la fronte, poi chiede sottovoce un aiuto: -Cos’era Camus? La seconda superiore? –
- Sì. – conferma il francese, rendendosi conto che è impossibile far finta di non sentire e decidendosi a darci retta. – In seconda lui, in quarta lei. -
- Ed è durata fino…fino a metà della nostra quarta. – riflette velocemente Ioria, ottenendo un cenno di conferma da parte del coinquilino di Milo.

- E…? – chiede Elle – Insomma, che è successo per lasciargli quella faccia scura quando la vede?–
- Hai detto la parola giusta. – interviene Aphrodite – Lasciato. –
- Di sana pianta. – aggiunge DM.
- E senza nessuna ragione. – fa eco Kanon.
Tuttavia, Camus scuote la testa e Ioria specifica:
- Una ragione c’era. Non lo amava più. Insomma, era anche più grande, sono stati insieme un anno e mezzo, lei era già all’università…quanto pensate potesse durare? –
- Uhm. Mi puzza di farina del sacco di Castalia, questa. – commento.
- Un po’. – ammette lui - Ma a guardare indietro…-
- A guardare indietro, poteva almeno darmi dei segnali, invece che piantarmi da un giorno all’altro! – sbotta Milo in questo istante con un movimento violento del braccio che gli fa versare un po’ di birra, causando uno spostamento brusco di Aphrodite.
Vichingo sì, ma i jeans di Armani non si sporcano!
- Oh porca puttana! – salta su Kanon, sbuffando – Sta’ zitto, muovi il culo e andiamo a pogare, vulvetta lamentosa![3] – detto questo, lo afferra per un braccio e lo trascina verso la folla, ben deciso e farsi strada con la violenza per arrivare davanti. DM e Aphrodite decidono di seguirli.

- Non dev’essere stato divertente. – osservo in mezzo al silenzio creatosi.

- Infatti. Neppure per quelli che hanno raccolto i pezzi, credimi. – commenta Camus, lasciando trasparire un raro lampo di comprensione al ricordo della situazione.
- E da lì il cuore di Milo si è spezzato, ha smesso di credere nell’amore ed è passato alle scopate selvagge per non soffrire? – fa Elle.
- La ferita dell’eroe. – aggiunge Lili.
- Non proprio. – dice Castalia, e onestamente ringrazio che sia lei a darci un parere critico - Ci ha messo un po’ a riprendersi e alla fine ha intrapreso questa strada. Non è che non si fidi più…secondo me è perché non…-
- Non c’è più stata nessuna come Morgana? Ma ti prego, Marin! Guarda, quasi quasi chiedo a Saga qualche teoria psicologica inutile al riguardo! –
- Prima o poi la smetterai, Elle. – si lamenta il soggetto in questione.
- Mai! – rivendica lei con determinazione, prima di ammettere a mo’ di riflessione: - Milo innamorato è qualcosa che faccio fatica a concepire. –
- Se è per questo pure Death Mask. – le faccio notare.
- Quello non è neppure da prendere in considerazione. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- EHI! EHI! –

- EHI! –

-  PORCA MISERIA! CE L’HO CON VOI! –
- Eh? Oh ciao Lexi! – saluta Lili, facendoci voltare verso la ragazza che si sta avvicinando, facendosi strada tra gli sbronzi e i corpi sudati.
Che schifo.
- È mezz’ora che mi sbraccio! – fa lei a mo’ di saluto.
- Scusa, eravamo impegnati a farci non troppo velatamente i fatti degli altri. – ci giustifica Elle, prima di notare: - Che diavolo è successo ai tuoi jeans? –
- Ah, guarda, lasciamo perdere! Mentre venivo qui quasi non mi investivano! Un pazzo in bicicletta è sbucato da una curva e ho dovuto letteralmente lanciarmi contro il muro per non essere travolta! –
- Che stronzo. E si è fermato? –
- Macché! Aveva su delle cuffie più grosse del suo cervello e più assurde del suo taglio di capelli discutibile! Ah, ma gli ho lanciato tante maledizioni da causargli il malocchio, guarda! È in momenti come questo che vorrei avere la possibilità di poter urlare MANGIALUMACHE! [4] –
- Uh uh! – esclamo, divertita dalla citazione.
A dire il vero non è la prima che le sento fare. Dopo il primo incontro al T.A.R.D.I.S., abbiamo avuto modo di tornare un paio di volte alla fumetteria, anche solo per dare un’occhiata, il che ci ha portato a scambiare più che quattro chiacchiere con Lexi. Anzi, da quello che so lei e Lili si sono anche scambiate i numeri e si sentono regolarmente. Credo che si possa dire che sia praticamente dei nostri.
- Uh-WOW, vorrai dire! Vedo che vi trattate bene! – commenta in questo istante, riferendosi ai nostri  accompagnatori – Qui siamo su un tutt’altro livello del vostro appartamento! –
Oh giusto, ieri sera era a cena da noi e ha avuto modo di conoscere i nostri coinquilini.

D’accordo, a ripensarci bene direi che è DEFINITIVAMENTE dei nostri, se consideriamo che ha letteralmente asfaltato Hyoga all’X-Box, battuto Pegasus e Sirio a Monopoly stando in squadra con Lili (si sono contesi il Parco della Vittoria fino all’ultimo e con diverse minacce di morte reciproche) e immediatamente adottato Andromeda, dato che non faceva che fargli pat-pat sulla testa esclamando “Che carino!”.
- E non hai ancora visto gli altri. – commento.
- Ce ne sono altri?! –
- Li vedi quelli là davanti? I tre biondi…- le indico Phro, Milo e Kanon -…e quello con i capelli blu? Be’, li conosciamo. –
- Purtroppo. – aggiunge Lili.
- Alcuni molto da vicino, sembrerebbe. – si lascia scappare Elle, beccandosi un’occhiata incendiaria da Lili.
- Non abbiamo ancora chiarito cosa…- fa infatti per replicare quest’ultima, quando Lexi osserva perplessa, indicando la figura di Kanon:
- Ma quello non era qui vicino fino a due secondi…- sposta il dito alla sua destra, trovandosi davanti Saga: - Ah! Gemelli! -
- Sì – confermo con un cenno del capo.
- Due per uno! – fa lei divertita.
- Sì be’, dipende se preferisci il genere depresso o il male fatto persona. – le dice Elle, prima di esclamare nel fissare lo schermo del suo cellulare: - Uh! Shura ha ricevuto il mio “Villeggiatura di Settembre”!-

Ah sì, mi sono dimenticata di dirvi che Elle ha deciso di tormentare Shura ogni volta in cui prende in prestito i suoi libri. Prima di uscire stasera gli ha mandato una foto del Simposio aperto e adagiato sulla propria scrivania, con una spiaggia tropicale come sfondo del desktop e un ombrellino da cocktail come segnalibro.
Vedo Lili scuotere la testa rassegnata, mentre Lexi si guarda attorno.
- Shura? – ripete – Il tizio con venticinque nomi? –
- Esatto. Chiamalo Esteban quando te lo presenteremo. O Alejandro. –
- Felipe, Elle, è quello che fa più ridere. – si intromette l’altra mia coinquilina.
- Sai chi non sembra aver voglia di ridere? – fa Lexi – Quel tizio laggiù che parla con uno dei gemelli. –
Seguo la direzione indicata dal suo cenno, scorgendo la figura inconfondibile di Camus tutto preso da una conversazione fitta fitta con Saga un po’ più in là, lontano dalla calca e con le espressioni piuttosto serie.
- Nah, lasciali perdere – fa Lili - Sono fatti così. –
- Anche l’altro è dei vostri? – domanda Lexi, sempre riferendosi a Camus.
- Purtroppo sì. Abbiamo provato ad abbandonarlo per strada quest’estate, nella speranza che si perdesse…- inizia Lili.
- E che si trascinasse dietro anche Milo, di conseguenza…- aggiunge Elle.
- Ma non ha funzionato. Sa ritrovare la strada di casa. – sospira l’altra.
- Qual è il suo problema? – domanda Lexi divertita.
- È francese. – butta lì Elle.
- Ah, ecco. Questo spiega tutto. –
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Bene bene bene. Guarda chi si rivede. –
Sul palco hanno momentaneamente smesso di suonare. È stata proclamata una pausa di dieci minuti, e le nostre voci possono tornare ad un volume normale, più o meno. Le orecchie hanno comunque risentito dell’esposizione ai decibel, quindi è difficile fare andare d’accordo queste due realtà. Tuttavia, riusciamo perfettamente a sentire la sopracitata osservazione, proveniente da poco distante da noi, sulla destra.

Ho già sentito questa voce.
- To’ guarda – fa Lili – Sono ricomparse le sirenette –
Ebbene sì, sta parlando del gruppo di Julian Solo, schierato al gran completo sul prato in attesa che ricominci la musica. Avevo ragione: era la voce di Sorrento quella che si è rivolta a noi, attirando al nostra attenzione.
Sento una morsa allo stomaco nel rendermi conto che dovrebbe esserci anche…oh, eccolo. Sta in piedi tra Baian e Kira, l’espressione indecifrabile mentre i suoi amici si rivolgono a noi. Per un attimo lo vedo scrutare il nostro gruppo, come in cerca di qualcuno.

Credo cerchi Hyoga, ma non ne ho la certezza. Inoltre, il cenno di saluto che Isaac rivolge alla sua destra mi fa notare che Camus si sta riavvicinando in compagnia di Saga, DM, lo svedese, Milo e il gemello minore, ritornati dal pogo selvaggio.
- Ma tu guarda. I pesciolini rossi sono di nuovo fuggiti dall’acquario. – lancia la voce di Kanon in direzione del gruppo. – Ehi, lo sapete che non dovete avventurarvi fuori  da soli? Potreste finire mangiati. Soprattutto senza il vostro signore. –
Ora che me lo fa notare…
Julian non c’è.
- Solo non è con loro. – dico alle ragazze, invitandole a fare caso all’assenza del ragazzo.
- Julian era impegnato. – taglia corto Baian.
- Né con il pifferaio né con la quella carpa bionda, si direbbe. – sghignazza Kanon, alludendo palesemente a Sorrento e all’unica presenza femminile nel gruppo – Tra l’altro Tetis, che ci fai con questi molluschi? Non lo vedi che il pesce di punta non è con loro? O hai deciso di nuotare in acque più scadenti? –
- Mai scadenti quanto le tue, Dragone. – lancia la bionda, fissando il nostro gruppo con palese disprezzo.
- Come dice quella? Ma le faccio lo shampoo con la birra e le faccio ingoiare il bicchiere! –
esclama Lili.
- E sprecheresti la tua birra? – le faccio notare, accigliata.
- E chi ha detto che avrei usato la mia?! –

- Sapete ragazze…credo che mi occorra un riassunto. – fa Lexi, fissando a turno il gruppo di Solo e i nostri amici, intenti a guardarsi con sospetto.
- Dunque. – fa Lili, prendendo fiato e riassumendo la situazione, senza dimenticare i trascorsi di Crystal e di Saori - A dire il vero credo che loro stiano cercando di attaccare briga per fare in modo che ci scappi il morto…  che per ovvi motivi sarebbe quella specie di mollusco là. –
- Credo si chiami Kaysa, Lili. – noto, facendo mente locale sul viso dell’unico ragazzo che non conosco.
- Non dare nomi che poi ti affezioni. –
- Ma quello non è Krishna? –
- No, Elle, Krishna è l’altro. – la correggo, indicando il ragazzo giusto.
- Come si chiama, scusa? – si intromette Lexi. – È uno scherzo, vero? –
- Purtroppo per lui, no. – sospiro, mentre le mie coinquiline si guardano e quasi in simultanea si mettono a canticchiare “Hare Krishna, viva Krishna, il mio Krishna!” [5], facendomi sbottare dopo un po’:  – Oh, per la miseria! –

- Sai Lili, hai dimenticato un dettaglio essenziale per la faida tra gang, però.  – osserva Elle, interrompendosi e decidendo di passare ad altro.
- Cioè? -
- Che Micky ha una cotta per Polifemo. –
- Elle! – protesto.
- Neghi? –
-No! Cioè, sì! –
- Troppo tardi, vale la prima. – fa Lexi ridendo. – In tua difesa posso dire che è l’unico un pochino decente, lì in mezzo. -
- Uhm…grazie. – mormoro, sperando che nessuno delle sirenett…ah-ehm, della banda di Julian abbia sentito.
Per fortuna, la musica sta riprendendo, e le persone hanno ricominciato ad assemblarsi in modo fitto davanti al palco.
A proposito…
- Guarda guarda…altre signorine. – fa la voce di Tisifone, di ritorno dalle prime file con la sua amica, mentre si fa strada fino a noi urtando “accidentalmente” Tetis.
- Dov’è Solo? – chiede Morgana senza particolare enfasi.
- Non lo so, chiedetelo a Sorrento. – fa Kanon con espressione malevola, fissando la vittima della battuta dritto negli occhi, per poi lanciare: - Hey Kaysa, perché non ti butti nel mezzo, è il posto migliore per godersi lo spettacolo! –
- Crepa. – gli ringhia conto l’interpellato, gettandosi un’occhiata attorno per assicurarsi che nessuno dei nostri lo afferri per gettarlo nella mischia, giusto per compiacere il ragazzo. Soprattutto perché la maggior parte dei presenti al festival vanta una presenza fisica poco minore se non pari ad Aldebaran. Lemuri, ovviamente, non se la caverebbe bene.
- Julian stasera usciva con Saori. – dice a questo punto Sorrento con espressione chiaramente contrariata, mentre lo sguardo di Eris tradisce l’odio più puro nei confronti della rivale.
- Sai quanto me ne frega. – ribatte Kanon.
- Saori? – fa invece Marin, sorpresa dal cambio di atteggiamento della ragazza.
Elle e Lili mi lanciano un’occhiata, avendo bene in mente la conversazione svoltasi tra me e Isabel qualche giorno fa. Scrollo le spalle, non sapendo cosa aggiungere.
Io do’ consigli, se richiesti. Ma per quello che riguarda le azioni…è un’altra storia.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Allarme rientrato, per fortuna. Il gruppo di Solo è tornato al proprio posto e…
Ommioddio. Isaac sta tornando dal bar.
Calma. Calma.
Sono momentaneamente da sola perché le ragazze sono al bagno e i ragazzi un po’ più avanti ma…
Ohperlamiseriasièfermatodavantiameemistaguardando!
Di’ qualcosa. Qualsiasi cosa. No, aspetta. Nessun suono inarticolato. Fai almeno lo sforzo di mettere assieme due vocali!
- Ciao – faccio.
Oh, bene. Molto bene.
- Ciao. – ricambia.
Okay. Prossimo passo.
- Come va? –
Per la miseria, non sono mica tanto male quando voglio.
- Bene, tu? –
- Bene, grazie. – rispondo, cercando disperatamente un  argomento per avviare la conversazione.

- Ti sei laureato di recente, giusto? – chiedo infine.
- Sì, esatto.  A Luglio. – conferma – Come lo sai? –
- Me l’ha detto Hyoga. –
- Ah. –
Silenzio.
Forza, Micky. Forza!
- E…cosa hai deciso di fare? – butto lì, cercando di sviare l’attenzione da Crystal ed i loro precedenti.
- Ho intenzione di proseguire. Inizio la magistrale a fine mese. – noto un lampo di fierezza nel suo sguardo mentre lo dice.
- In cosa? – indago.
- Sicuramente ancora in Fisica. Al 90% su quella del sistema terra. –
- Figo.- commento, cercando di non sembrare stupida.

- Ci capisci qualcosa di Fisica? – domanda, studiandomi con attenzione.
Ecco. Appunto.
- Non proprio. Faccio piuttosto fatica a capirla. Hai tutta la mia ammirazione. – ammetto mestamente.

Eh? Cosa?
Ma sei deficiente, vero? Che commenti sono?!
Forza. Inventa una scusa, batti in ritirata e sbatti ripetutamente la testa contro un muro. Anzi no. Vai da Shaka e fatti insultare come il rifiuto umano che sei.
Avanti, marsch!

 - Tu cosa studi? –

Oh. Questa non me l’aspettavo. Meglio rispondere.
- Teatro. –
- Figo. – asserisce, con un’occhiata che non riesco ad interpretare.
- Be’, dipende, insomma…- comincio, prima di rendermi conto di aver involontariamente centrato la questione. Lo guardo, notando che sembra divertito.
- Okay, ho capito. – dico, sorridendo. – E…-
- ISAAC! LE BIRRE! –

E CHE TU SIA MALEDETTO, KRISAORE!

Abadir sbuffa, dopodiché si rivolge a me, accennando al suo gruppo:
- Scusa.- fa una breve pausa - Devo andare ad abbeverare le bestie. –
- Ma certo, ci mancherebbe! – dico, cercando di non pensare a come le nostre brevi conversazioni vadano sempre a finire in questo modo. Gli rivolgo un cenno del capo, e lui si allontana in direzione dei suoi amici.
In realtà non va molto lontano. Abbastanza per stare con gli altri, ma non così tanto distante da me.


Studio il suo profilo in silenzio, sperando che nessuno mi colga sul fatto.
Lo faccio spesso. Studiare le persone, intendo. Cerco di cogliere i dettagli, mi pongo delle domande. Passando per spostata, probabilmente.

La superficie irregolare della cicatrice è visibile solo a tratti nella luce proveniente dal palco, anche se risulta per lo più coperta dal ciuffo di capelli che gli ricade sulla parte sinistra del viso, non so se per la scelta di un taglio tattico o se per puro caso. Il dettaglio dell’occhio però non è disturbante come si potrebbe pensare. E non gli occupa tutta la faccia, come sostiene Elle.
Il resto del volto è piuttosto regolare, con la mascella definita e ben rasata. Jeans, Adidas nere, maglia dello stesso colore e giubbotto di pelle. Anche se ha l’età di Hyoga, ha l’aria più matura, grazie anche alle spalle larghe e alla postura ben dritta.
Mi chiedo quale ruolo occupi nella cricca di Solo, soprattutto se consideriamo che pare essersi conquistato il rispetto di Kanon, e non è poco. Inoltre, mi incuriosisce il suo atteggiamento verso Crystal. Gli altri dicono che tra i due non scorra buon sangue, ma Abadir non mi sembra affatto un attaccabrighe come Kira.
A proposito, quest’ultimo dice qualcosa ad Isaac che lo fa sorridere leggermente, per  poi scrollare le spalle e tornare a fissare con attenzione lo spettacolo sul palco. Non senza aver prima girato lievemente il capo verso sinistra.
Sposto immediatamente gli occhi, temendo di essere colta in fallo. Ho la vaga sensazione che si sia accorto di essere osservato.
Tuttavia, nel far finta di niente incrocio lo sguardo di qualcun altro.
Mi sento arrossire nel notare che Camus ha visto tutto. Devo avere l’aria proprio patetica. Lo vedo distogliere l’attenzione quasi subito, probabilmente per non risultare indiscreto, e riprendere la conversazione con Saga, che invece sta perlustrando la folla con aria annoiata.
Con discrezione, torno a concentrarmi su Abadir, ripensando a quelle poche conversazioni che abbiamo avuto.

Quella sensazione. Di nuovo. Quella di cui parlavo con il francese. La vaga impressione di aver attirato l’attenzione di questo ragazzo, per un motivo a me sconosciuto. Tuttavia, è solo una mia percezione.
Forse.
Potrei scoprirlo.
Ecco un pensiero decisamente folle.

Eppure…

Insomma, l’ho già fatto, no? Certo, le altre volte non è andata come speravo, tutt’altro… ma almeno ha sbloccato la situazione, anche se non nel senso in cui avrei preferito.
Qualcuno potrebbe dirmi che non dovrei; che non sta a me; che potrebbe creare una situazione ambigua, e chissà cos’altro.

C’è solo un modo per scoprirlo: rischiare.

Avanti. Non è difficile come sembra.
Devo fare due respiri ben profondi, prima di agire. Buttarmi, ecco. Una vera e propria missione suicida, che si avvia mentre mi avvicino a lui, alzando la voce quel che basta per farmi sentire e cercando di non passare per pazza.
- Isaac –
Il ragazzo volta il capo nella mia direzione, chinandosi appena per sentire cos’ho da dirgli.

Forse è l’euforia causata dalla musica. O la conversazione. Forse, quella punta di coraggio che ogni tanto spunta fuori. Non è successo molte volte, però è accaduto.
Magari è il pensiero che non ho nulla da perdere.
Qualsiasi cosa sia, razionale o non, è abbastanza da prendere ancora una volta fiato e, senza pensarci, lasciarmi sfuggire un:
- Usciresti con me? –
 
N.B:
[1] Shura : termine giapponese con cui ci si riferisce alla entità religiosa buddhista ed induista 
Asura; sciura: termine dialettale lombardo;
[2] Sergente Maggiore Hartmannoto personaggio del film Full Metal Jacket (Stanley Kubrick, 1987);
[3] cit. Loki in The Avengers (Joss Whedon, 2012);
[4] Incantesimo nell’universo di Harry Potter;
[5] cit. Scrubs, 5x17, Il mio fegato a pezzetti
   
 
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