Recensioni per
between lions and men
di theuncommonreader

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/10/15, ore 16:39
Cap. 2:

Il mio amore per Achille è almeno pari a quello per Ettore: sono due personaggi contrapposti e diversi tra loro, ma sono entrambi bellissimi e ancora una volta vedere che hai fillato uno dei miei prompt mi ha riempita di gioia. Soprattutto perché questa volta il personaggio principale è appunto Ettore, solitamente lasciato un po' in disparte (o almeno così a me sembra, però devo ammettere di non essere molto attiva nel fandom). Bellissimo anche questo secondo capitolo; ho apprezzato l'headcanon di Andromaca che affronta più gravodanze ma ne porta a termine solo una (e la trsistezza se poi penso al destino di quell'unico figlio).
Grazie ancora e complimenti.
ps: ottima scelta per titolo della raccolta, è davvero evocativo

Recensore Veterano
24/10/15, ore 01:44
Cap. 2:

Rieccomi, e del resto come potevo mancare, quando mi parli degli eroi omerici, da me adorati?
Davvero bello questo dittico, in cui affronti un momento ben preciso - e decisivo - nella vita di due personaggi che più diversi non potrebbero essere.
Ed è proprio questo che mi ha colpita: il modo in cui sei riuscita a esprimere la profonda diversità - di natura, di intenti, di spirito - che contraddistingue queste due figure; Omero parla di lupi e agnelli, ma forse sarebbe più esatto parlare di Dei e uomini. Non c'è nulla di umano, in Achille (se non, forse, il suo amore per Patroclo, l'unica cosa che lo fa vacillare): divina è la sua ira, divino il suo disprezzo per il nemico - per la sua fragilità di mortale privo di icore - divina la sete di gloria e la sete di vendetta, che non trova pace se non con l'annientamento di Ettore. Achille non è facile da scrivere proprio per questo: è *altro* da umano, i suoi pensieri non sono legati alla sfera quotidiana, alle piccole e grandi paure degli uomini; Achille è sempre un passo più in là, oltre l'orizzonte imperscrutabile, oltre la ragione e la prudenza- persino quando avanzare significa segnare il proprio fato, come lui fa quando uccide il suo nemico.
Nel tuo Ettore, invece, è presente tutta la grandezza e la fragilità della sua umanità - è nudo davanti alla morte, inerme davanti al giovane Dio-carnefice, eppure è capace di accettare il suo fato, appare quieto di fronte alla morte, non rassegnato ma forse sereno, conscio di avere vissuto tenendo fede a ogni suo principio. Si concede solo un ultimo sguardo all'amata, le fa visita per imprimersela nel ricordo, in un altro tempo e in un altro spazio - per poi lasciarsi scivolare via, verso le ombre.
Umana accettazione, in Ettore. Divina ostinazione, in Achille. Legati dal fato, che in entrambi si compie nello stesso istante
Davvero ben fatto.
(Recensione modificata il 24/10/2015 - 01:47 am)

Recensore Junior
23/10/15, ore 11:11
Cap. 2:

Eccomi di nuovo, pronta a commentare la seconda, nonché ultima, parte di questa bella coppia di flash.
Tu risvegli quel mio sopito interesse, sempre provato, per i tragici protagonisti – non solo quelli da da te sino ad ora trattati: perciò aspetto ansiosa il pezzo su Andromaca! ùù – del poema omerico.
Dopo Achille, rosso sin nel midollo, ecco quasi la sua antitesi, Ettore, parco, nel senso di moderato, persino nella morte più ingiusta.
Sarebbe stato facile, dopo aver presentato un personaggio tanto carismatico quale è Achille, far risultare, a confronto, Ettore un uomo scialbo, piccolo. Ma tu – non che ne sia sorpresa! XD – invece lo rendi comunque affascinante, umanissimo.
L'idea che la sua anima – o coscienza, se preferisci – sorvoli il tempo e lo spazio, appena prima di recidere ogni legame col corpo che l'aveva ospitata, non colpisce per originalità, certo, ma comunque ti pungola abbastanza bene da farti venire il magone.
Ben fatto, perciò.