Questo pezzo l'avevo già letto quando lo scrivesti per l'event, ricordo che il prompt mi aveva incuriosita tantissimo, e mi ero detta che - se fosse toccato a me - non avrei saputo da dove cominciare.
Tu, invece, l'hai risolto e sviluppato in un modo talmente brillante e originale che mi lasciò per qualche attimo a bocca aperta, ammirata dalla tua maestria e dal tuo ingegno narrativo.
Sarebbe stato fin troppo facile scivolare in una storia trasudante dolore e malinconia, mentre tu hai scompigliato le carte, presentando invece un pezzo pieno di ironia, di spirito, di introspezione profonda e al contempo leggera come un soffio di vento fresco - pur mantenendo un tono dolceamaro che in finale lascia a sospirare su quello che non è stato - e a sperare in quello che potrà ancora succedere.
La voce narrante è così vivida e 'presente' che suona come la confidenza di un amico (ebbene si, ormai tutti i tuoi personaggi sono AMICI MIEI, sappilo^^), è come essere presenti a quel tavolo, a sentirlo racontare questo excursus su ciò che ha sognato fin da... sempre, senza averlo mai veramente ammesso.
Persino nel finale non riesce ad ammettere di essere ancora in attesa, eppure non manca di darsi del bugiardo, e questo suo oscillare tra alibi e sincerità me lo rende tenero, me lo rende reale - perché chi è che non ha provato questo mix di pudore e speranza, di aspettativa e di disillusione?
Sei riuscita a tratteggiare un'esistenza (e un carattere) in poche righe, e a dargli mille sfaccettature: sense of humor, profondità, confusione, dolcezza, senso pratico, tristezza, desiderio di vivere, sensibilità, un pizzico di codardia, ben più di un pizzico di coraggio, consapevolezza, e molto altro - e l'hai fatto col linguaggio un po' scanzonato della commedia romantica, che non si prende troppo sul serio pur parlando di cose serissime - strappando un sorriso e qualche sospiro intenerito.
E niente, immagino sarebbe troppo chiederti di tornare in quel caffè, e far entrare quel 'lui' finora mai incontrato - la scena me la vedo già, come fosse un film con Ben Stiller, o Owen Wilson^^ - ma se anche non lo farai ti perdono, perché mi hai dato tutti gli elementi per portare avanti la storia nella mia testa, e creare lo scenario giusto.*-*
Certo, se poi lo vuoi proprio fare, io sono disposta ad accantonare la mia versione, e seguire la regia principale, contentandomi anche solo di portare l'acqua al regista, e godermi la scena, perché so che, in ogni caso, con te al timone sarà un gran viaggio. :)
Noticine, as usual:
Quello fondamentale, mi sfuggiva e non mi sfuggiva (la virgola la toglierei, frammenta troppo)
Non era che un mezzo per partire con te all’avventura: e che avventure vivevamo, noi e il nostro scudiero (la ripetizione mi stona un po', anche se capisco perché l'hai messa. Propongo: "e quante ne vivevamo, noi e il nostro scudiero")
Non mi atterrivano particolarmente. (Forse intendevi "attraevano"?)
Nel mentire a me stesso, non avevo eguali.
Fossi ancora nella prima adolescenza – ma che dico. Nella seconda adolescenza, nei primi vent’anni, saresti potuto essere quella ragazza. Avere un aspetto del genere. (Il punto dopo "dico" interrompe un flusso di pensiero che dovrebbe invece restare tutto nello stesso periodo; una virgola?)
Non troppe alla volta, perché il troppo storpia. (Si dice: 'il troppo stroppia')
Col mio primo ragazzo, mi pareva di essere Eva nell’Eden, e la mela aveva il sapore della libertà (la virgola dopo 'ragazzo' è inutile, a mio parere)
in questo caffè dove me ne siedo a sudare, ('me ne siedo' è un po' bruttino; 'me ne sto seduto'?) |