Recensioni per
seduto in quel caffé, io non pensavo a te
di theuncommonreader

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
24/02/16, ore 15:00

Questa One shot la trovo molto bella quanto triste. Tutta la storia che gira intorno alla ricerca della "persona giusta". 
Il tuo modo di scrivere, lineare e piacevole, accentua ancora di più l'introspezione di questa storia che parte dal'"io" dell'infanzia al ragazzo ormai giovane adulto che riflette sulla sua sessualità e sulla persona che lui pensa sia la sua metà. 
L'ho trovata molto molto gradevole, così come anche perfetta nella forma e nell'esposizione. 
Complimenti! 

Alla prossima :)
Emilia P.

Recensore Veterano
29/01/16, ore 16:29

Ciao! Sono qui per lo scambio recensioni. Parto col dire che questa storia mi è piaciuta un sacco.
Ultimamente ho incominciato ad interessarmi di storie originali, perché sono fermamente convinta che siano più difficili da scrivere che le fanfiction. Perché? Per la delineazione dei personaggi, del loro carattere. Proprio per questo ho apprezzato questa storia, perché sono riuscita a entrare nella psicologia del personaggio principale, pur non "conoscendolo" precedentemente. Sono riuscita a sentire la sua insicurezza, le bugie dette a se stesso, sono riuscita a sentire la malinconia, il "non aspettare" e l'aspettare sempre.
Ho prticolarmente apprezzato, poi, il parallelismo tra le fantasie "vecchie", di quando era più giovane, dove tutto era poco razionale equelle invece "adulte", dove sa perfettamente ciò che vuole e "non" aspetta. L'ha anche capito, da una parte. Anche io mi sono sempre fatta viaggi mentali che di veritiero avevano ben poco, ma non importa perché mi piacevano così, mentre adesso incomincio a vedere fin dove mi posso spingere con la mente per non perdere il contatto con la rrealtà. Quindi nella tua storia presente anche uno sviluppo formativo del personaggio, che è una cosa sicuramente apprezzabile (soprattutto per essere una oneshot).
Insomma, brava. E' una storia molto valida, secondo me.
COmplimenti, un abbraccio,
Alex :-)

Recensore Junior
29/01/16, ore 11:13

Salve! Sono qui per lo scambio, e come spesso ultimamente, vengo a recensire te.
Appena ho letto il prompt che avevi per scrivere questa storia ci sono rimasta piuttosto male, riuscire a scrivere qualcosa di presentabile con una traccia del genere indica già un immenso talento, e tu hai scritto una one shot ben più che presentabile. Il tuo stile è, come al solito, perfetto, grammatica impeccabile, impaginazione perfetta. Usi, come al tuo solito, splendide metafore, che tengono il lettore incollato allo schermo (anche questo, come al tuo solito). Non so se si può dedurre che ormai ti adoro, dalle mie recensioni XD.
L'idea di una slash del genere è geniale. Molte persone omosessuali tendono a mentire a se stesse, come il protagonista, facendo l'errore di fingere di essere chi non sono. Lui in realtà non aspetta nessuno, né principe, né principessa che sia, o almeno, cerca di convincersi di non attendere, al contrario di me, che sono perennemente all'attesa di qualcuno. Dopotutto, l'anima gemella non deve per forza essere un partner.
Bravissima, come sempre.
Baci baci
- Natalie

Recensore Veterano
18/12/15, ore 14:18

Questo pezzo l'avevo già letto quando lo scrivesti per l'event, ricordo che il prompt mi aveva incuriosita tantissimo, e mi ero detta che - se fosse toccato a me - non avrei saputo da dove cominciare.
Tu, invece, l'hai risolto e sviluppato in un modo talmente brillante e originale che mi lasciò per qualche attimo a bocca aperta, ammirata dalla tua maestria e dal tuo ingegno narrativo.
Sarebbe stato fin troppo facile scivolare in una storia trasudante dolore e malinconia, mentre tu hai scompigliato le carte, presentando invece un pezzo pieno di ironia, di spirito, di introspezione profonda e al contempo leggera come un soffio di vento fresco - pur mantenendo un tono dolceamaro che in finale lascia a sospirare su quello che non è stato - e a sperare in quello che potrà ancora succedere.

La voce narrante è così vivida e 'presente' che suona come la confidenza di un amico (ebbene si, ormai tutti i tuoi personaggi sono AMICI MIEI, sappilo^^), è come essere presenti a quel tavolo, a sentirlo racontare questo excursus su ciò che ha sognato fin da... sempre, senza averlo mai veramente ammesso.
Persino nel finale non riesce ad ammettere di essere ancora in attesa, eppure non manca di darsi del bugiardo, e questo suo oscillare tra alibi e sincerità me lo rende tenero, me lo rende reale - perché chi è che non ha provato questo mix di pudore e speranza, di aspettativa e di disillusione?

Sei riuscita a tratteggiare un'esistenza (e un carattere) in poche righe, e a dargli mille sfaccettature: sense of humor, profondità, confusione, dolcezza, senso pratico, tristezza, desiderio di vivere, sensibilità, un pizzico di codardia, ben più di un pizzico di coraggio, consapevolezza, e molto altro - e l'hai fatto col linguaggio un po' scanzonato della commedia romantica, che non si prende troppo sul serio pur parlando di cose serissime - strappando un sorriso e qualche sospiro intenerito.

E niente, immagino sarebbe troppo chiederti di tornare in quel caffè, e far entrare quel 'lui' finora mai incontrato - la scena me la vedo già, come fosse un film con Ben Stiller, o Owen Wilson^^ - ma se anche non lo farai ti perdono, perché mi hai dato tutti gli elementi per portare avanti la storia nella mia testa, e creare lo scenario giusto.*-*
Certo, se poi lo vuoi proprio fare, io sono disposta ad accantonare la mia versione, e seguire la regia principale, contentandomi anche solo di portare l'acqua al regista, e godermi la scena, perché so che, in ogni caso, con te al timone sarà un gran viaggio. :)

Noticine, as usual:

Quello fondamentale, mi sfuggiva e non mi sfuggiva (la virgola la toglierei, frammenta troppo)

Non era che un mezzo per partire con te all’avventura: e che avventure vivevamo, noi e il nostro scudiero (la ripetizione mi stona un po', anche se capisco perché l'hai messa. Propongo: "e quante ne vivevamo, noi e il nostro scudiero")

Non mi atterrivano particolarmente. (Forse intendevi "attraevano"?)

Nel mentire a me stesso, non avevo eguali. 
Fossi ancora nella prima adolescenza – ma che dico. Nella seconda adolescenza, nei primi vent’anni, saresti potuto essere quella ragazza. Avere un aspetto del genere. (Il punto dopo "dico" interrompe un flusso di pensiero che dovrebbe invece restare tutto nello stesso periodo; una virgola?)

Non troppe alla volta, perché il troppo storpia. (Si dice: 'il troppo stroppia')

Col mio primo ragazzo, mi pareva di essere Eva nell’Eden, e la mela aveva il sapore della libertà (la virgola dopo 'ragazzo' è inutile, a mio parere)

in questo caffè dove me ne siedo a sudare, ('me ne siedo' è un po' bruttino; 'me ne sto seduto'?)

Recensore Veterano
05/11/15, ore 20:03

Quanta dolcezza e quanta tristezza!
Dello stile e della grammatica non parlo affatto, è tutto perfetto e quindi non potrei dire proprio nulla.
Leggo poco di coppie omosessuali perché non mi piace come se ne parla, pare che abbiano tutte vite da pornostar e ritengo la cosa inquietante, quindi sono stata davvero felice di leggere finalmente un testo così... completo! L'ho trovato posato ma dettagliato, delicato eppure introspettivo al massimo, sofferente e ironico allo stesso tempo. 
Ho provato dispiacere e anche un po' di tenerezza quando il narratore parlava dei suoi tentativi di "normalizzarsi" e poi del suo primo vero appuntamento...

Mi dispiace di non trovare altro da dire, le tue recensioni sono così accurate! Ripeto che mi ha lasciato addosso una sensazione di malinconia e dolcezza... spero che, prima o poi, il narratore si dedica a dirsi la verità sempre.

Complimenti e a presto!

Recensore Junior
31/10/15, ore 20:39

Mi chiedo come tu riesca a tirare fuori, magicamente, come un coniglio dal cappello, dei veri e propri capolavori, da prompt nient'affatto banali (io non sarei riuscita a scrivere nemmeno un rigo, anche se a volte mi piacerebbe mettermi alla prova in questo senso).
E non solo riesci a creare capolavori, sia attraverso la trama sia con lo stile elegante e raffinato ma, al tempo stesso, scorrevole e diretto, senza fronzoli, ma soprattutto riesci a immedesimarti (e lasci immedesimare il lettore) nei panni dei personaggi, immergendoti nella loro vita, nel loro trascorso e nelle loro difficoltà. Come sostengo spesso, non è affatto semplice per una donna affrontare il punto di vista narrativo di un uomo (e spesso e volentieri i risultati sono a dir poco pessimi), ma tu ci riesci perfettamente.
È stato veramente un piacere leggere questa drabble che, come le altre che ho letto, sono come dei dipinti che prendono vita.
Complimenti, come sempre.