Recensioni per
Termini - Flaminio
di Feynman

Questa storia ha ottenuto 19 recensioni.
Positive : 19
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
06/11/15, ore 14:51
Cap. 1:

Ciao! Sono passata per lo scambio recensioni, approdando alla tua storia attirata dal titolo. Essendo una frequentatrice assidua della Capitale, mi ha subito incuriosito; e non mi sono pentita di essermi fermata in questi lidi.
Iniziamo col dire che la tua descrizione di Roma, così accurata e precisa, mi ha incantata: ho vissuto quelle scene, sono stata su quella metro, sono scesa a quelle fermate e, per me, è stato come viaggiare con Erica per tutto il tempo. A parte la precisione della ricostruzione, la personificazione iniziale di Roma mi ha davvero conquistata. Perché è vera.
Continuando a leggere, il focus si è spostato dalla città a una sua abitante, Erica. Il modo in cui hai gestito lo zoom su di lei mi è piaciuto parecchio, e anche il fatto che tu ti sia riallacciata immediatamente al titolo della storia. In sé, la trama si sviluppa in modo abbastanza semplice, ma riesci a complicarla sia nella prima che nella seconda parte, con un complicato incastro di flashback, perché Erica, Roma, la conosce da sempre; e la ama, per lo stesso motivo per cui Michela – la quale in ritorno ama la città perché simile a lei.
Questi parallelismi li hai ben specificati, ma in modo delicato tanto da non risultare opprimente; sei riuscita a spiegare bene le premesse tra Erica e Michela, nella prima parte, e a dare informazioni sulle due protagoniste caratterizzandole, mostrandoci le loro vite nelle loro differenze e similitudini.
La tua narrazione a incastro, indietro nel tempo fino ad arrivare al primo incontro, è ben gestita; hai dato una personalità forte persino a quelli che saranno di certo personaggi secondari, rendendoli vividi per noi perché sono vivi in Erica.

Tutto è estremamente realistico, dalla fascinazione per i nuovi vicini che vengono dalla metropoli lontana, nello spazio e nelle abitudini, da Roma; la citazione di piccoli elementi della cultura di massa, gli slogan e le pubblicità. Contribuiscono a dare veridicità, specificità al tutto; umanizzano la protagonista e la sua famiglia, rendendola un personaggio potente.
La narrazione è tanto “matter of factly” da risultare ironica, e fa sorridere come fa fare una smorfia la materia trattata. Tutto è agrodolce, tutto ha sapore, aiutato anche dalle immagini efficaci che hai scelto di usare. La mia preferita in assoluto, della seconda parte, è il paragone tra Michela e un personaggio dei fratelli Grimm; nella prima, parallelismi e accumulazioni aiutano a dare le giuste sensazioni.
A volte, però, scivoli in qualche ripetizione di troppo, dunque attenzione a termini ed espressioni usate in modo troppo ravvicinato, per esempio:
"ha alzato la testa"; "alza lo sguardo" --> ripetizione

"famiglia"; "famiglia" ---> ripetizione

Sempre a livello grammaticale, ho da segnalare quelle che, secondo me, sono un paio di sviste:
Le pozzanghere, a terra, si accumulano ai lati delle strade trafficate, sopra i marciapiedi, sulle soglie dei negozi, alle uscite della metropolitana. --> personalmente, avrei posizionato due punti tra "accumulano" e "ai”, per snellire una frase già bella pregna per l’elencazione;

"Roma, quando piove è" --> "quando piove" è inciso, dunque occorre una virgola. Solo un inciso può separare un soggetto dal verbo.

"prima di affermare con sicurezza di stare tornando a casa." --> Qui, la frase stona un poco col resto. Toglierei quel “affermare con sicurezza”, cercando di sostituire con qualcosa che mantenga il senso del tuo messaggio (che, se non ho capito bene, è che, nel tragitto, Erica possa sempre cambiare idea / possa succederle un imprevisto).
Il tasto più dolente, forse, si trova nella prima parte: la consecutio temporum, a partire dalla frase che inizia con “La banchina della stazione Termini” risulta piuttosto confusa. Passi continuamente tra presente e passato, utilizzando, sì, il presente per indicare qualcosa che avviene con regolarità, ma poi portando tutto al tempo passato (“Michela aveva gli stessi…”) e passando in modo poco fluido tra presente e un passato troppo lontano perché venga rispettata la consecutio temporum. Ti consiglierei, quindi, di riguardare quel pezzo, in modo da farlo risultare meno confuso e altalenante, e di scegliere un tempo di narrazione (presente o passato) e attenerti a quello perché tutto rimanga più chiaro agli occhi del lettore.

A parte questi piccoli appunti, ho poco altro da dire: il concept della storia mi piace moltissimo, e si vede che sai il fatto tuo. La seguirò sicuramente per conoscere il seguito, e, intanto, ti faccio tanti complimenti!

Recensore Junior
06/11/15, ore 12:58
Cap. 1:

Eccomi qui, per lo scambio di recensioni.
Come iniziare? Magari mettendo sottolineando il mio esser sorprendentemente  e sinceramente contenta della scelta di commentare proprio il tuo pezzo, fra i tanti. Perché, bisogna che lo specifichi, di norma amo davvero poco leggere le originali... e per nulla quelle di genere romantico, per di più; eppure, stavolta, è stato un piacere.
Perciò il fatto che abbia apprezzato tanto il tuo scritto è un sicuro, ottimo segno.
La prima parte, bella corposa, rasenta quasi la perfezione: è intensa, interessante, vagamente divertente e drammatica insieme. Erica è un personaggio quotidiano, che non ha nulla delle incredibili particolarità tipiche delle protagoniste più classiche delle fanfiction – e per fortuna, grazie a Dio! 
Mi piace perché è credibile e perché, pur correndo il pericolo
– in teoria, si badi bene! – di rischiare proprio per questo di risultare noiosa, in realtà ti entra nel cuore –quello sputo di Michela mi ha fatto soffrire tanto, è come se l'avessi ricevuto io, sul viso.
E mi piace moltissimo anche la tua Roma, perfettamente descritta, tanto reale da fare sentire anche me su quell'autobus di linea, insieme ad Erica. 
Appena meno – ma giusto un pelino meno, davvero! – ho apprezzato l'ultima parte, invece. Non che reputi poco interessante il passato della protagonista, o che non mi incuriosisse conoscere come lei e Michela si fossero incontrate, ma tutto quel blocco, pieno di scambi "banali" – attenzione: metto fra virgolette perché banali, nella loro estrema normalità sono i personaggi presentati, borghesi della porta accanto che, almeno ad una prima occhiata, non meritano oltre la più superficiale delle considerazioni; tu, invece, sei stata molto brava nel dipengerli, nel renderli così veri, così, per l'appunto, insipidi, soprattutto se confrontati con l'alienante particolarità della famiglia Morente, che quasi fa a pugni, troppo perfetta, con tutto quel grigio... –, dopo le primissime righe mi ha preso in misura minore rispetto al resto. Forse avrei preferito, ecco, una panoramica più veloce sul monotono e medio mondo di Erica giovane, concentrando maggiormente l'attenzione sulle sue sensazioni o sulle considerazioni più intime piuttosto che indagare troppo a fondo nei ricordi – in un certo senso – oggettivi, che alla fine mutano in una vera e propria cronaca di eventi lontani.
Non è una vera critica, comunque. Piuttosto, si tratta di una mera preferenza personale e come tale, quindi, va presa!

Lo stile di scrittura, poi, mi ha entusiasmato. Usi un lessico semplice, ma efficace. E la punteggiatura – tu sia benedetta! – è eccellente. Mi piace anche come gestisci la lunghezza delle frasi: brevi e lunghe si alternano bene, a seconda del concetto o dell'azione che vuoi raccontare; è un testo dinamico, insomma, mai ripetitivo.
Prima di lasciarti, giusto per puntigliosità, ti segnalo però un paio di bazzecole che ti son sfuggite.
Una ripetizione, per esempio, verso la fine: "Il dottor Greschi, assieme alla sua famiglia, era sulla soglia del palazzo ad attendere la nuova famiglia"; e credo che volessi mettere "ha" al posto di "ho", qui: "Li ho ancora, gli occhi verdi".
Infine, anche se non è propriamente un errore, vorrei consigliarti di cambiare quel "gli occhi color castagna", perché a mio avviso non è proprio l'ideale.
E così, cara – permettimi questa libertà! – Feynman, ti saluto, assegnandoti una bella e meritata bandierina verde.
Spero non sia risultata troppo petulante, perché in realtà non ne avevo l'intenzione! Chissà, anzi, magari ripasserò per dare una lettura al prossimo capitolo, non appena lo pubblicherai...
A presto!

Recensore Master
03/11/15, ore 23:33
Cap. 1:

Ok, per il momento sulla storia c'è poco da dire, sono stati lasciati piccoli indizi qui e là, tipo una colossale cotta (o forse meglio parlare proprio d'amore? non saprei, troppo presto) di Erica per quella che, presumo, fosse la sua migliore amica, Michela e che, da come sono state descritte, più diverse di così non potevano essere! XD Sono curiosa di sapere come sono riuscite a legare, cos'è la cosa che le ha tanto unite...che poi non è stata abbastanza dato che, a detta di Erica, Michela le ha letteralmente sputato in faccia, quando l'ha baciata, un anno prima. Alla faccia dell'amicizia! XD Cmq da come si presenta, ho come l'impressione che per Erica ci sarà solo taaaaaaaaaaanta sofferenza! Perlomeno fin che continuerà a provare queste cose per Michela. Che poi vorrei sapere se Erica è lesbica, lo è sempre stata, o la sua è una cotta solo per Michela. Che ci può stare eh, però sono curiosa di capire che le passa per mente e cuore. Spero di leggere presto un nuovo capitolo. Non so se hai un giorno prestabilito in cui posti. Cmq alla prossima, sono davvero curiosa! ^^

Recensore Veterano
31/10/15, ore 22:38
Cap. 1:

Uuuuuuh io lo sapevo che sarebbe uscito fuori qualcosa di strabiliante. Insomma, è solo il primo capitolo e già sto annegando nei feels. Adoro Erica e Michela (sono già follemente innamorata di Erica, calcola) e non vedo l'ora di sapere cosa è davvero successo fra loro e soprattutto come andrà a finire... Devo ammettere che mi sono emozionata a mille quando hai descritto le due famiglie. Mi ha fatto pensare alla parte iniziale di Acciaio di Silvia Avallone (e, credo, è il miglior complimento a cui riesco a pensare). Insomma, adoro già questa storia, adoro queste due e non vedo l'ora di conoscere il seguito *-* un bacio gigaenorme, spero a presto (e scusa per il delirium tremens, ahhah).