Ciao Chia!
Mi ha fatto veramente piacere rileggerti, e per di più col primo capitolo di una long con un avar come coprotagonista!!!!
E’ un periodo in cui sono particolarmente incuriosita dagli Avari, e trovare una storia su di loro mi ha fatto immensamente piacere!
Non mi ha nemmeno infastidita la presenza di Tauriel, (personaggio jacksoniano che io detesto con tutte le mie forze), perché apprezzo la tua decisione di ignorare le sue caratteristiche da Mary Sue e di descriverla e caratterizzarla invece come una normale elfa durante i suoi primi giorni da capitano delle guardie, e la cosa davvero mi piace, è un’idea nuova e interessante!
Mi piace molto come l’hai descritta, si vede che è pronta per quel ruolo nonostante la sua giovane età, ma che, come è normale che sia, è ancora un po’ insicura e sempre preoccupata di prendere la decisione giusta, di fare la scelta giusta e di condurre al meglio le missioni che le vengono affidate.
Il modo in cui conduce la cattura di Norue-Nolo è abbastanza brusco, e ho temuto durante tutta la scena che il timore di trovarsi difronte a una creatura di Sauron rendesse gli elfi ancora più spietati, ma c’è comunque quell’attenzione in più a evitare crudeltà gratuite o maltrattamenti non necessari, lo stesso atteggiamento che ho notato leggendo la cattura dei nani nel libro de Lo hobbit.
Il sospetto rimane ed è forte, ma Tauriel non esita a offrire all’elfo tutta l’acqua di cui ha bisogno e a dargli la possibilità di spiegare la sua presenza in quel territorio, e anche successivamente pare parli in suo favore davanti a Thranduil.
E’ evidente che il notare sempre più dettagli elfici nell’aspetto di Norue-Nolo l’ha colpita, e non poco.
Passa dall’iniziale perplessità, alla sorpresa, einfine, mi è sembrato, alla confusione, come se non riuscisse a districare e aspiegare le sensazioni che le da rendersi piano piano conto che ha difronte un elfo, per quanto diverso da tutti gli altri sindar e nandor di Bosco Atro, e immagino anche dai Penni che vivono nel regno di Thranduil.
Immagino che, dopo aver svolto il suo lavoro di capitano portando Norue nelle celle, Tauriel si sia trovata a rimuginare su quello strano elfo con sempre maggiore curiosità.
Quello che mi ha stupita più in negativo invece è stato Legolas… Santo cielo, ma quella mattina si era svegliato male? O cosa?
Non lo facevo così menefreghista e voglioso di uccidere una creatura prima ancora di capire chi o cosa sia!
Non mi è mai stato particolarmente simpatico, e qui è anche un po’ più giovane rispetto a com’è ne Il signore degli anelli, magari, però…..
Thranduil invece è comparso poco, e non sono ancora sicura di averlo inquadrato bene, ma quello che ho visto in questo primo capitolo mi è piaciuto.
Anche lui mi ha ricordato tantissimo il Thranduil del libro de Lo hobbit, e la cosa mi ha fatto davvero piacere! (Non sopporto il Thranduil filmico…)
Nemmeno lui è mai crudele o esagerato nel suo interrogatorio a Norue-Nolo, nemmeno, da quel che mi è parso, quando il Kinn-lai esagera nel suo negare di essere un orco.
Ma la cosa che ho apprezzato di più è stato il momento in cui Thranduil ricorre al dialetto dei Penni per provare a comunicare!
Davvero, questo dettaglio l’ho apprezzato tantissimo, sia perché accenna alla presenza dei Penni a Bosco Atro, dettaglio a cui si pensa troppo raramente, sia perché è un gesto da parte di Thranduil che mi ha fatto veramente piacere vedere, perché mostra che i Penni non solo erano presenti nel regno, ma ne erano anche parte attiva, tanto che la loro lingua era conosciuta e contemplata nella varietà di dialetti elfici, e non era scomparsa per l’eccessiva influenza del Sindarin, per esempio.
Speravo davvero che l’uso del dialetto Penni funzionasse, e quando non è successo è stato il momento che mi ha messo più ansia in assoluto….!
Passando ora a Norue-nolo… Lo adoro! Davvero, lo adoro!
Credo che tu abbia fatto una descrizione perfetta del suo comportamento: venendo dall’Est o dal Sud, molto probabilmente è abituato a foreste altrettanto grandi se non forse di più ancora, in cui l’unico modo per sopravvivere è essere attenti, prestare attenzione a ogni movimento e a ogni rumore ed essere pronti a difendersi, anche con i denti se necessario.
E Norue-nolo mette in pratica per istinto tutto questo anche quando si trova davanti sia al ragno gigante, (che forse non era nemmeno il primo che incontrava, povero), sia agli elfi di Bosco Atro.
E’ chiaro che lo stato in cui è la foresta lo spaventa e lo preoccupa, e avrà reso i suoi giorni di viaggio in quel bosco davvero difficili, (cosa che penso spieghi i lividi, i vestiti stracciati e l’aspetto esausto che nota Tauriel, anche se mi ha un po’ indispettita il fatto che lei li utilizzi per dimostrare che non è un elfo, invece di riflettere… Anche se, d’accordo, ancora non era sicura che fosse un elfo).
Eppure Norue è ancora intenzionato a proseguire e ancora in grado di far fronte a ciò che lo aspetta, qualsiasi cosa sia.
Anche il modo in cui si muove, in cui cerca di trattenersi dal fare resistenza alle corde o alle guardie per non innervosire nessuno, e in cui presta attenzione al proprio tono e a quello degli altri conferma questa mia idea sul suo modo di fare: non potendo capire la lingua e non sapendo cosa lo aspetta, fa di tutto per farsi capire e soprattutto per dimostrare che non è ostile, che non è un nemico.
E’ evidente che, giustamente, il comportamento così ostile dei Silvani lo scoraggia tantissimo, e fa male vederlo così spaesato mentre cerca di sopportare il fastidio delle mani legate, col timore che gli accada qualcos’altro…
Per quanto le guardie di Thranduil non siano state eccessive, comunque agli occhi di Norue, che si aspettava tutt’altro, il loro trattamento rasenta la crudeltà.
Ed è interessantissimo questo cambio di prospettiva che mostri: da una parte le precauzioni prese da un regno sempre immerso nel pericolo e in cui girano creature malvage d’ogni genere, dall’altra la sorpresa e la confusione di un elfo che credeva di essere accolto come un loro simile e invece si trova ad essere trattato come un orco… Davvero un cambio di prospettiva interessantissimo, mi è davvero piaciuto!
Riguardo all’aspetto fisico di Norue-nolo, mi ha fatta riflettere parecchio. Mi sono chiesta se questa sua pelle più scura non possa derivare veramente dal sole, dato che non sappiamo come potrebbe reagire la pelle degli elfi esposta al sole più intenso delle terre del Sud.. Magari finisce per diventare comunque più scura del normale?
E poi, c’è sempre da tenere conto del fatto che lo vediamo dagli occhi degli elfi di Occidente, che sono abituati alla loro pelle chiara e a quella dei Noldor esiliati, che avendo “assorbito” la luce degli alberi sarà ancora più chiara e… Luminosa, in qualche modo particolare.
Ci starebbe quindi che agli occhi di questi elfi un elfo con la pelle che a noi uomini, abituati a pelli ancora più scure, sembra magari olivastra, a loro sembra scurissima, così come a Norue la pelle degli elfi di Occidente sembra enormemente chiara.
Un particolare che invece ho fatto inizialmente fatica a figurarmi sono le orecchie di Norue. Non riesco a immaginarmele così mobili e così lunghe, è un dettaglio che mi fa tornare in mente altre strane razze che ho trovato nei vari fantasy che ho letto, ma forse sono semplicemente io che non riesco a immaginarmele, e col passare dei capitoli le inquadrerò meglio e ogni cosa tornerà al suo posto. Già rileggendo una seconda volta il capitolo ho iniziato a vederle un po’ meglio.
In ogni caso, sono una caratteristica solo sua o di tutta la sua gente?
Mi incuriosisce poi il motivo per cui Norue-nolo ha intrapreso questo viaggio: mi è parso di capire, anche da certi suoi gesti più impulsivi e dalla sua infinita curiosità, che sia un elfo abbastanza giovane: è partito per viaggiare e conoscere paesi nuovi?
Oppure era solo alla ricerca di questo regno degli elfi di Occidente?
La sua gioia nel sapere che ha finalmente trovato gli elfi che cercava, e l’attenzione con cui li guarda e con cui osserva le loro grotte, il loro modo di fare e tutti gli altri dettagli che li riguardano mi fa propendere più per la seconda, però forse la motivazione è un miscuglio di tutte e due….
Di sicuro l’aspetto dei Silvani colpisce e incuriosisce Norue-nolo: la loro pelle chiarissima, le loro vesti, il loro modo di vivere.
Ma lo incuriosiscono in un modo sicuramente diverso da quello di Thranduil e dei suoi sudditi: Norue non li teme, anzi, sembra non vedere l’ora di conoscerli e avere la possibilità di porre le innumerevoli domande che, ho la sensazione, gli si sono formate in testa mentre li cercava, e anche mentre lo interrogavano, nonostante la situazione spinosissimerrima in cui si trovava.
La sua tristezza nel ritrovarsi solo e chiuso in una cella mi ha fatta stare davvero male… Per quanto dica di aver già visto delle caverne sotterranee, esserci rinchiuso a tempo per ora indeterminato come prigioniero è tutt’altra cosa…
Sono veramente curiosissima di sapere cosa succederà nel prossimo capitolo!
Tantissimi complimenti davvero, Chia!
Unastoria scritta bene, interessantissima e piena di dettagli che mi hanno colpita davvero tanto.
Il personaggio di Norue-nolo è caratterizzato alla perfezione, e non vedo l’ora di conoscerlo ancora meglio!
Complimenti veramente!
A prestissimo!
Tyelemmaiwe
P. S. Non mi ricordo se te l’ho già chiesto… Tu immagini i Kinn-lai Nelyar o Tatyar? Temo che durante questa storia ti tempesterò letteralmente di domande sui tuoi Avari, ti chiedo scusa già da ora…. |