Piccolo momento romantico tra due amici con la speranza di qualcosa di più. Questa storia racconta Harry e Hermione in un’età matura, alla fine dei loro matrimoni naufragati, pronti, finalmente a rimettersi in gioco e partire. Insieme.
Purtroppo, per quanto riguarda la forma, la storia è mancante in diversi punti. Innanzitutto, la punteggiatura: in alcuni casi, una punteggiatura alternativa potrebbe aiutare la lettura, come nella prima frase, ad esempio, “Santo cielo sembro una ragazzina al primo appuntamento” potrebbe diventare “Santo cielo! Sembrò una ragazzina al primo appuntamento!”, in altri casi, non si tratta di offrire una lettura più scorrevole ma di regole vere e proprie: frasi concluse necessitano un punto, non ci sono se e non ci sono ma su questo; mancano anche alcune virgole (negli incisi, nel separare i nomi al vocativo, ecc.). Altro errore costantemente ripetuto nel testo è l’a capo nei dialoghi: che senso ha andare a capo con la descrizione della battuta? È la stessa frase. Attenzione poi agli accenti sé, quando è da solo, lo prende sempre, mentre Touché ha l’accento acuto, non grave.
Lo stile è molto semplice, piacevole nei dialoghi, un po’ troppo ripetitivo nei passaggi descrittivi: sarebbe bene evitare l’abuso dei gerundi – quando possibile perché non esplicitare la subordinata? – e limitare l’uso degli avverbi in -mente, soprattutto in uno stesso periodo come nel caso: “Harry sorrise tristemente mentre osservava distrattamente i capelli blu del giovane.” Altra formula da evitare sono gli epiteti tipo “il moro”, “la donna”: nessuno pensa ai suoi amici o a se stesso in questi termini.
I piccoli errori di forma e stile tolgono solo in parte il piacere della lettura: il cuore della storia c’è tutto, e questo cuore è formato dall’appuntamento tra Harry e Hermione. È uno slice of life semplice, senza troppo pretese, che racconta un momento d’incontro. L’interazione tra Harry e Hermione in questa one-shot è molto dolce nella sua semplicità, la presenza dell’adorabile Elizabeth, durante questa passeggiata innevata, rende il momento ancora più familiare e quotidiano. I dettagli dedicati al Giappone (il ciondolo su tutti) e al cagnolino Elizabeth (punti bonus per il nome) regalano i momenti di ancoraggio a una realtà viva.
La trama non è sviluppata al massimo delle sue potenzialità, sembra lasciare un po’ insoddisfatti alla fine, ma va bene così. Si chiude con una promessa, un ulteriore incontro, un viaggio, un nuovo inizio. |