Credo che mai, come nel caso specifico di questa storia, io mi sia sentita tanto interdetta e a corto di parole davanti alla bellezza che scaturisce dalla tua penna. Molto spesso, è vero, ti ho detto di non essere in grado di commentare adeguatamente i tuoi capolavori, ma "Scire nefas" trascende anche questa categoria e mi rende del tutto incapace di renderle l'onore che le spetta. Ci proverò, comunque, perché l'Ophelia che ha scritto di sentimenti tanto universali in maniera così intimistica e delicata merita un - se pur goffo - tentativo.
Quello che ho provato, leggendo il capitolo conclusivo, ma anche tutta la storia, è inclassificabile in un'unica etichetta; mi è sembrato di spiare dodici frammenti del tuo cuore, con cui ho tentato di approcciarmi nella maniera meno invasiva possibile. Hai guidato il lettore in una storia costantemente in bilico tra la tenerezza più soffusa (e taciuta, il più delle volte) e la sofferenza più acuta (anche questa, molto spesso, taciuta). I sentimenti di Hinata e Naruto sono stati presi in esame con tanta accortezza da farli quasi sembrare impalpabili, delle volte; ti confesso che solo dopo qualche lettura mi avvicinavo a comprendere cosa realmente i due provassero e pensassero a contatto l'uno con l'altra, e ancora non mi sembra di esserci pienamente riuscita. Questo perché il loro gioco di silenzi e di sguardi è stato sempre tanto intenso e condensato in poche righe da calare il lettore in un limbo di emozioni troppo grandi per poter essere afferrate subito. Hai caricato ogni parola di talmente tanti significati e sottintesi che ancora temo di non aver colto a pieno e di questo mi scuso davvero. "Scire nefas" ha significato per me un viaggio interiore struggente e appassionato, di cui ora sentirò sinceramente la mancanza (e, credimi, non so come tu ci sia riuscita, trattando una coppia che non mi va propriamente a genio).
Nello specifico di questo capitolo, ho adorato la sua natura "a due voci" e il contrasto tra le due flash è stato, ancora una volta, azzeccatissimo; i colori sgargianti dell'Aula Magna contrastano così splendidamente con il bianco puro della scena all'aperto, così come le voci di Naruto e Hinata. Mi è parso ci sia stato quasi un ribaltamento di prospettive, tra i due; se prima era Naruto a irradiare luminosità e spensieratezza, adesso è Hinata a prendere con coraggio in mano la sua vita e a sugellare ciò che prova con un atto d'amore tanto sentito da farmi venire la pelle d'oca. Naruto, al contrario, qui è interdetto, abbagliato dalla luce bianca di Hinata e lascia che sia lei a guidarlo verso la felicità che entrambi meritano. Ho adorato come tutto il simbolismo dei colori e dei suoni, anche (le risate della prima flash e il silenzio della seconda), si sia poi rispecchiato nei tuoi personaggi e nelle loro azioni. Li hai gestiti entrambi benissimo (e non era facile, viste le dolorose premesse di questa storia), così come hai saputo dare qualcosa di nuovo alla loro relazione, qualcosa di cui non ho mai letto nella sezione narutiana. La conclusione appare quasi sospesa tra le loro labbra intrecciate e, credimi, è giusta così. Che finisca nel lieto fine preannunciato nel sottotitolo o che duri solo per la durata di quel bacio non m'importa; mi piace pensare che quell'istante sia durato un'eternità e forse è davvero così.
Si legge perfettamente quanto ci sia di tuo in questa storia e apprendo con rammarico che il tuo epilogo sia stato diverso da quello di Naruto e Hinata; ma, dopotutto, ogni sofferenza è necessaria per l'anima di uno scrittore per crescere sempre di più, non è vero?
Questa storia per me è stata catartica, e posso solo immaginare quanto lo sia stata per te: quindi, grazie di averla scritta, davvero.
E voglio concludere così, con un augurio da Hinata a te (e a me anche, perché no):
«Coraggio ha la stessa radice di cuore: finché sei in possesso dei battiti del tuo, puoi fare ciò che vuoi»
Ché il tuo cuore è immenso e so che sa somministrarti tutto il coraggio necessario.
Credo che la categoria delle preferite sia un po' poco per quest'opera d'arte; ci vorrebbe di più, sempre di più, per dirti quanto tu abbia talento, ma faccio quello che posso.
Ti mando un abbraccio grande come il tuo cuore,
Ayu |