Giudizio
Premio giuria
Grammatica e sintassi sono ottime, rivelano una grande attenzione per la lingua italiana e le sue strutture: i periodi si susseguono in maniera sciolta, scorrevole, e la storia trova la sua conclusione in un attimo, conducendo a braccetto il lettore sino all’ultima parola e lasciandolo costernato per la tragica verità appena narrata.
Il ritmo è frenetico e il linguaggio, per quanto semplice, risulta efficace e d’impatto, così racchiuso in frasi secche e concise che ricordano per forma e lingua i pensieri stessi.
Il tutto ha il sapore di una confessione, di un’amara constatazione che la protagonista, Sakura, deve fare innanzi alla dura realtà – qualcosa che per anni ha preferito non accettare e fuggire, crogiolandosi nell’idea di un domani migliore assieme a Sasuke e a sua figlia.
La scelta linguistica e lo stile adoperati riescono, a mio parere, a esaltare al meglio la rassegnazione di Sakura e a mostrare in maniera quasi crudele la situazione in cui si trova la protagonista. Ho apprezzato il modo in cui è stata dipinta, è un personaggio credibile, disilluso, che ormai si è reso conto di aver perso la giovinezza e di aver speso anni dietro a qualcosa che non esisterà mai.
Interessante il ruolo di spicco dedicato ai piatti e al lavello, che non sono più solo oggetti in quanto tali, qualcosa di ordinario e con un fine prettamente pratico, ma divengono simbolo e segno della solitudine di Sakura. Il lavello vuoto e i piatti puliti sono l’emblema delle sue scelte fallimentari e di tutti i suoi rimpianti.
La caratterizzazione del personaggio è quindi perfettamente riuscita dal mio punto di vista; hai presentato una donna dalle fattezze reali con altrettanto realistiche reazioni, una donna che è anche madre e moglie, prima di essere medico e casalinga.
Il prompt è stato usato in maniera eccellente, hai tratto da esso il senso ultimo e l’hai adattato al personaggio, ricamandoci attorno una situazione più che realistica (apprezzo questo finale forse anche più della soluzione proposta nel canonverse, mi sembra plausibile che in questa realtà da te proposta Sakura si renda conto di aver sbagliato, passando anni e anni di difficoltà solo per qualche attimo in presenza della persona che ama, e che proprio per questo si rammarichi delle occasioni perse).
Un buon lavoro, non c’è che dire: sebbene a una prima lettura possa sembrare semplice, raccoglie al suo interno molte emozioni e realtà difficili da rendere. |