Recensioni per
Il tuo nome?
di emmevic

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
17/10/18, ore 01:22
Cap. 1:

Bellissima anche questa mini storia su Finn, anche io adoro il suo personaggio. Drabble perfetta, brava!

Recensore Junior
17/05/16, ore 15:14
Cap. 1:

Nella sua brevità, mi è piaciuta davvero tanto questa drabble. Finn è un personaggio molto interessante sia per la persona che è, sia per ciò che rappresenta - in un mare di stormtroopers, lui si vergogna a presentarsi col suo nome identificativo. Ho trovato l'uso specifico del verbo perfetto in questo contesto: riesco proprio a vederlo Finn che, dentro di sé, prova un senso di vergogna. E' così fuori posto nel Primo Ordine e dalla tua breve storia si percepisce, eccome se si percepisce. Il suo entusiasmo finale è contagioso, quando finalmente gli viene dato un nome e ride, felice e libero!
Spero scriverai altro con Finn, se già da una drabble lo esprimi così bene, sarei proprio curiosa di leggere storie più lunghe!

Recensore Master
24/04/16, ore 20:39
Cap. 1:

Ah, adoro le drabble, davvero. Questa poi è davvero deliziosa: in poche parole sei riuscita a esprimere bene l'ambiente in cui Finn è cresciuto e il modo in cui i suoi pensieri si sono sviluppati.
Ho adorato la frase "Quando il pilota della Resistenza ti chiede il nome, quasi ti vergogni a presentarti così, come FN-2187.", perché per me è assolutamente credibile che Finn si vergogni della sua vita nel Primo Ordine, nonostante non sia certo stata una sua scelta. Insomma, trovo giusto che tu l'abbia rappresentato a questo modo. Poi ho amato che tu abbia usato il verbo "battezzare", riferendoti al fatto che Poe ha dato a Finn quello che poi è diventato effettivamente il suo nome: l'ha reso un gesto sacro. Non so se mi sono spiegata, spero di sì.
Potrei mettermi ad analizzare ogni singola frase e parola, ma credo che mi limiterò a quello che ho già detto.
Complimenti!
Hope

Nuovo recensore
02/01/16, ore 17:22
Cap. 1:

Per quanto il nome sia /la/ tematica cardine per il personaggio di Finn, raccontarla in questi termini, come affrancatura da una semplice sigla, ti è riuscito in maniera efficace. L'arrivo di Poe rappresenta una nascita, una rottura con la tradizione e l'abitudine che avevano privato il protagonista della sua speranza per il domani.
Non sei stata funzionale al testo: hai caricato il personaggio di riflessioni dettate da una vita trascorsa nell'anonimato, nella definizione perpetrata da altri ai suoi danni; un'esteriorità che lo stormtropper metabolizza e rende tristemente sua nella rassegnazione tipica di chi conosce l'abuso e deve adattarvisi.
Finn trova se stesso nel momento in cui gli viene attribuito un nome e riesce a creare una propria "coscienza sociale", un'identità modellata su chi intende essere fra gli altri suoi pari, non su cosa ha incarnato nel corso degli anni sotto la tirannia. Si sente per la prima volta parte di qualcosa – una sensazione che stordisce, quasi inopportuna in mezzo a un conflitto che avanza – eppure totalizzante, impossibile da spingere via, proprio per l'eccezionalità del momento, del risveglio. È una rivelazione che gli piomba addosso, quasi fosse stata destinata esclusivamente a lui.

Il nome acquisisce perciò la gravità e l'individuazione di una forma di riconoscimento: si qualifica quale caratteristica per essere distinti e tributati come persone con dei diritti, con un proprio io pensante e agente, accettato e condiviso in una collettività. Ne scaturisce una profonda e curiosa spaccatura con il passato, una breccia avvertita con stupore da Finn stesso, che lo spinge a (ri)pensare il suo sé in altri termini, con quello smarrimento che verrà fuori nel corso della pellicola.
È il primo passo verso l'autoconsapevolezza, un cammino di riscoperta psicologica e di edificazione del proprio ritratto mentale.

La narrazione è pulita, scarna e non lascia spazio ai dubbi. I periodi sono quasi incastrati tra loro, riempiono la bocca, si attaccano ai denti e fluiscono con un grande controllo sulla scorrevolezza. Il messaggio è autentico, veicolato “di getto”, senza il filtro della forma o della retorica e questo tratto riesce ad adattarsi al soggetto del narrato, dandogli verosimiglianza.

È curioso notare come tu abbia – non so se inavvertitamente o con intenzionalità – racchiuso all'interno della drabble l'eredità della sigla 2187, un rimando alla condizione di prigionia subita dalla Principessa Leia nella cella numero 2187. Questa sigla ha in fondo ingabbiato anche Finn per tutta un'esistenza, impedendogli di guardare oltre, di vivere altro tipo di aspirazioni, anestetizzate con le esercitazioni e la violenza quotidiana. È una condizione che calza al prototipo del soldato, a chi non si è arruolato volontariamente e che subisce la “causa” dei superiori e dei potenti, senza riflettersi in essa.

2187 è anche il simbolo dell'incomunicabilità umana, del rapportarsi all'altro come oggetto inanimato, a cui fa fronte la necessità d'interiorizzare e riversare i propri pensieri sul Sé segreto, contemplando l'ambiente circostante e l'alterità degli esseri viventi (un po' ciò che Lucas ha voluto condensare nel concetto di “Forza”, quel guizzo superiore indescrivibile e indefinito, paragonabile alla sensazione di trovarsi dinanzi al divino).

È stata una buona prova: mi ha ricordato un po' l'assetto narrativo ironico e sfacciato di Tsutomu Nihei, quel suo aprire in modo “desolante” la scena con frasi lineari e immagini limpide, prive d'ambiguità.

Nuovo recensore
01/01/16, ore 13:33
Cap. 1:

Oh, ho adorato Finn! E Poe, anche.
Sarebbe dispiaciuto anche a me non leggere qualcosina su di lui, e soprattutto sul momento in cui ha acquistato una propria identità. È davvero molto carina come flash, complimenti!

(E buon anno nuovo)

Nuovo recensore
31/12/15, ore 17:02
Cap. 1:

Ciao :)

Vedendo che finalmente qualcuno aveva scritto qualcosina su Finn non ho saputo resistere! Come personaggio mi ha catturata subito, è bello vedere qualcuno capace di scriverne in questo modo :) perché, come ho appena anticipato, mi piace molto il modo in cui hai descritto quello che può aver provato avendo avuto per anni una sigla, invece che un nome: ne hai parlato con semplicità, lo stile è essenziale e molto diretto ma piacevole, ti cala subito nei panni del personaggio anche se per un tempo relativamente breve, ed io personalmente ne ho anche percepito le emozioni dall'inizio alla fine. Scorrevole e breve ma intenso, il modo in cui hai presentato il punto di vista di Finn al riguardo; in realtà come storia non è affatto scontata, sebbene il tema del nome sia tanto importante da saltare subito alla mente di tutti. L'hai presentato in maniera molto carina, coglierei quindi l'occasione per ricordare che nessuna storia è banale, finché viene raccontata bene!
Mi ha fatto piacere leggere questa drabble!

A presto :)
>> Kell
(Recensione modificata il 31/12/2015 - 05:04 pm)