Recensioni per
Before and After You
di Blablia87

Questa storia ha ottenuto 54 recensioni.
Positive : 54
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 3 4 [Prossimo]
Recensore Veterano
21/04/20, ore 21:46
Cap. 14:

Bene, dopo averla divorata dal principio alla fine, trascinata inesorabilmente fino in fondo da questa trama che si snoda senza un attimo di cedimento dall'inizio imprevedibile fino alla deliziosa fine, posso solo ringraziarti per aver scritto una storia che mi ha conquistata come mi è capitato poche volte per mano di una scrittrice italiana  ❤ 

Recensore Veterano
21/04/20, ore 20:20
Cap. 1:

Un'amica mi ha consigliato questa storia, ha detto che mi avrebbe sopreso... Sorpresa è dir poco, era da un sacco che non divoravo le parole una dopo l'altra con tanta curiosità.
Ti dico solo questo: mentre risuonavano i passi di John sulle scale ed io ero lì che mi mordevo una nocca dall'emozione, mi è squillato il telefono. Era una persona a me cara che vive lontano, con problemi cronici di salute, in questi tempi calamitosi di coronavirus praticamente una vittima designata.
Ecco, per togliermelo dai piedi e tornare a finire il capitolo stavo per consigliargli di andare a fare la spesa, vedi tu XDDD

Recensore Junior
20/06/17, ore 22:16
Cap. 14:

Una delle più belle in assoluto che io abbia mai letto! Bravissima 

Recensore Master
02/02/17, ore 00:03
Cap. 14:

Ed anche questo viaggio meraviglioso si è concluso. Viaggio verso il futuro, verso l’espressione di un amore che, finalmente ha trovato la strada per poter vivere senza più maschere o specchi deformanti dovuti alla disistima di sé, all’incapacità di credere che qualcosa di unico ed irraggiungibile possa essere reale. “…linguaggio di occhi e di silenzio…”: per Sh e John è stato questo e sarà ancora così, perché il cuore può parlare anche in questo modo, se si ama davvero tanto, le parole, a volte, possono essere fuorvianti o inadatte. Ultime osservazioni che non voglio dimenticare di lasciarti: tutto è IC, dal muoversi dei personaggi al loro comportamento, ai loro possibili modi di affrontare situazioni diverse. Persino a come si dichiarano la reciproca necessità di passare il resto della vita l’uno a completamento dell’altro, cosa, quest’ultima, che non hai potuto trovare nelle Serie BBC e, dunque, riprodurre nella tua storia (tutta “farina del tuo sacco”…). La tua prima ff….Avendo letto anche le altre, comunque mi riprometto di cercare, , da svampita quale sono, se mi sono persa qualcos’altro, affermo che sono belle, dalla prima all’ultima. Ed uso un aggettivo (bello) che può sembrare banale ma che, nella sua semplicità, sintetizza ciò che voglio lasciarti qui, un messaggio di ringraziamento per quello che hai scritto e una speranza che tu non perda la strada di questo fandom o che lasci una traccia, come Pollicino, affinchè noi ti possiamo trovare anche fuori di qui, a raccontarci d’altro.

Recensore Master
01/02/17, ore 23:32
Cap. 13:

Ancora una prosa veloce, costituita da frasi spezzate che rendono perfettamente il ticchettio incessante della mente di Sh ma anche il convulso evolversi degli eventi. “…Luce…John… John….”: tre semplici parole che racchiudono tutto ciò che lega i due protagonisti. Perfino il cambio dal corsivo allo stampato normale di quel nome è finalizzato ad un cambio d’espressione: dalla sorpresa alla certezza che, ora, lui è qui e sarà tutto diverso. Luce, sicurezza, protezione, appunto. “…È in guerra.
Il mio capitano…”: scusa se ti cito ancora, ma le tue frasi sono una più significativa ed evocativa di quella che la precede, in un crescendo magnifico di emozione, di magnifico pathos. Gli occhi di John diventano la vera “casa” per Sh, con la loro espressione che varia dalla dolorosa sorpresa di vederlo in quello stato, all’affettuosa constatazione dei danni inflittigli, alla decisione dell’estremo sacrificio. Merita più di una lacrima di commozione quel momento in cui Sh si preoccupa che rimanga almeno un proiettile, dopo che John è stato colpito, per poter essere ucciso a sua volta. Quello che segue, sarò anche ripetitiva ma te lo meriti, è da antologia: mi riferisco al variare dei comportamenti di Watson che si trasfigurano in una catena d’immagini indimenticabili, passando per il filtro dei suoi saldi principi morali (“…Lascia cadere la pistola…”) per arrivare alla piena naturalità dell’amore-dolce possesso, dell’amore-protezione, dell’amore-vendetta che si esprimono senza bisogno di strumenti mortali (“…Un pugno…Un altro… Un colpo…”). E ci ritroviamo ad annuire, soddisfatti. A chiudere la scena ci pensa il buon Lestrade, immancabile angelo custode. Non c’è che da passare al capitolo conclusivo…

Recensore Master
01/02/17, ore 22:57
Cap. 12:

Dall’atmosfera convulsa e dolorosa del precedente capitolo, si passa all’inizio di questo, in un mondo, il 221b, in cui John rimette in ordine gli oggetti che definiscono, con la loro storia, quello spazio che è diventato quasi “un luogo senza tempo” in cui vivere un amore senza definizione alcuna, tanto potente è il suo nucleo di energia che è insita anche in un solo sguardo o in frasi apparentemente banali (“…-Cosa c’è, Sherlock?- che è la parafrasi di un sempre…”). Dalla pacata e rassicurante figura di John che cerca di ricostruire un dialogo che sembra interrotto per motivi d’incomprensione, torniamo all’incubo di quello Sh sanguinante ed in balia del pazzo che ritrai, attraverso le sue parole, in maniera davvero coinvolgente da farci sentire a disagio. Ma con i “cammei vaticani” ci ridai speranza… Un’osservazione: sai costruire in maniera puntuale le atmosfere più disparate, usando le parole come colori. Sei incredibile.

Recensore Master
31/01/17, ore 22:49
Cap. 11:

Con questo capitolo ci fai scendere nel dolore fisico di Sh, nella tensione e in quello che può diventare il buio della folle cattiveria . Sh non ha paura, la sua mente continua a pulsare e noi ci aggiriamo angosciati tra le parole che fotografano una terribile realtà e i flashback che ci fanno comprendere la sua cieca volontà di vendicare John. Dall’atmosfera ovattata e “morbida” del capitolo precedente che, come ho già detto, è la voce pacata del medico, qui ci ritroviamo nel caos di una situazione disperata. Ma, torna, stavolta nella mente di Sh, la presenza rassicurante di John che costituisce, come sempre, la voce della ragione ed il motivo per non perdere la speranza. A quella roccia ci aggrappiamo anche noi, Sh sta troppo male…

Recensore Master
31/01/17, ore 22:34
Cap. 10:

Anche qui ritorna la parola tanto evocativa, “casa”, e stavolta rappresenta un luogo in cui può entrare un vento che scompiglia e rende tutto confuso. Persino la vera “casa”, il 221b, può diventare un posto in cui non ci si riconosce più e in cui tutto appare straniero. Anche in questo capitolo ci accoglie la morbidezza della “voce” di John che cerca di dipanare l’imbrogliata matassa di emozioni in cui si è perso Sh. “…Perché io ti conosco…”: ritorna spesso questa frase che tu fai pensare anche a Sh, se non erro, durante la storia, solo che dalla mente di John scivola fuori come un bacio, una dolce carezza. Le stesse parole che sbattono confuse nella testa del suo coinquilino, invece, sembrano catapultarsi con violenza all’esterno, quasi a cercare un conforto ed una spiegazione a tutto che non appare a Sh nella sua evidenza abbagliante. “…rivedo quegli occhi che ho amato per anni…”: mi piace questa consistenza affettiva che hai dato a John, non negandogli un passato vissuto intensamente. E ciò non fa che aumentare, ai nostri occhi, la forza del legame con Sh, che anche di fronte ad esperienze passate che hanno lasciato più di una traccia, non cede, non si sfilaccia. John ne è il custode paziente, Sh è la furia della tempesta che cancella tutto al suo passaggio.

Recensore Master
29/01/17, ore 16:15
Cap. 9:

Lo stile è completamente cambiato: la prosa è più fluida, le strutture più articolate, c’è più tranquillità espositiva. Infatti è a John che dai la parola, ed è proprio la sua pacata maschera di uomo comprensivo e paziente che espone i fatti. “Maschera” perché sappiamo bene che, dentro di lui, non c’è pace, c’è il suo assoluto amore per Sh che gli ha fatto nascondere anche ciò che poteva oscurare il suo sole, come per esempio, un’intelligenza significativa, un passato non banale. Ti confesso che, all’inizio, il titolo mi ha suscitato molta curiosità perché non capivo a cosa tu volessi alludere, però poi, andando avanti nella lettura (anche del capitolo seguente…) ho avuto l’illuminazione. “Casa” non solo come spazio ben definito ma, soprattutto, come luogo interiore in cui ritrovare, senza inutili interferenze esterne, l’altra metà di te stesso che è la persona con cui si hanno affinità rare ed non ripetibili. “Casa” anche come memoria di tutto ciò che ha fatto parte della nostra vita (il Mind palace di Sh) e che costituisce il nostro punto di partenza per guardare oltre (“…Se posso vederti attraverso le sue finestre…”). Struggente. Se accetti un altro complimento è per lo “spessore” umano con cui ci hai restituito un’immagine di John veramente in 3D, grattando via l’opaco della banalità e dei sentimenti spiccioli, da soap opera.

Recensore Master
27/01/17, ore 22:35

Ancora in risalto il tuo stile adeguato a ciò che scrivi: qui si tratta di riportare quello che “racconta” un video e tu lo fai con un taglio cinematografico, assolutamente rispettoso delle immagini a cui, contemporaneamente, noi lettori e Sh, siamo chiamati a darne un’interpretazione. Ci sembra di sentire concretamente il trascolorare dei sentimenti del consulting di fronte a ciò che vede: da una tenera e quasi orgogliosa constatazione del fascino che John emana nel suo stato di comandante, severo ed equilibrato, ad una profonda commozione nel ricordare un’altra scena in cui Watson è di fronte alla morte di una persona a cui tiene, davanti al Barts. Ma, purtroppo, quello che ora domina la mente ed il cuore di Sh è l’irrefrenabile richiamo della vendetta (“…Per i giusti. Per John...”). Vendetta che egli considera alla stregua di un’espiazione necessaria per la sua incapacità di dare voce alla sua anima. Splendido.

Recensore Master
27/01/17, ore 22:20

“…Piccoli colpi, lievi. Cadenzati. Ritmici….”: forse non te l’ho ancora comunicato, ma trovo questo tuo stile di far “parlare” i pensieri di Sh veramente efficace. Sono parole che colpiscono quasi lo schermo, veloci ed isolate. Così rendi vero, per noi lettori, quell’addentrarci nella mente personalissima di Holmes e ci sembra di cogliere i lampi d’energia che si trasmettono rapidi tra i centri di scansione, critica ed archiviazione non casuale degli stimoli che provengono dall’esterno. O dal suo cuore e ciò provoca ancora più scompiglio. La macchina potente sta subendo un superlavoro di riordino ma John riesce, fluidamente, ad invadere con la sua carica umana i vari livelli mentali di Sh. Toccante quel loro “sentirsi” attraverso la porta ma, ad averla vinta, è la cocciuta disistima che il consulting ha di se stesso, che si proietta anche su chi gli sta comunicando qualcosa, che egli deve negare per non trovarsi in balìa di emozioni incontrollabili. Chiude il capitolo il ritrovamento del dvd che Mycroft ha lasciato intenzionalmente. Grande, indiretto ritratto dell’”iceman”, il cui sentimento per il fratello viene da te reso con misura ma intenso e coinvolgente.

Recensore Master
27/01/17, ore 00:18
Cap. 6:

“…Sa ancora di…Casa.Birra.Casa.Lui…”: in questa frase racchiudi l’essenza di ciò che John rappresenta, suo malgrado o no, per Sh e che costituisce un richiamo struggente per chi non ha mai veramente sentito un luogo come un rifugio sicuro, in cui trovare qualcuno disposto ad ascoltare. Sh è sicuramente traumatizzato dalla scena che ha visto al parco e sta combattendo con se stesso per chiudere le porte della sua sensibilità che gli sta trasmettendo un segnale di pericolo. Pericolo di capitolare di fronte alla consapevolezza che una persona possa costituire una ragione di vita, o che possa creare un vuoto assordante con la sua mancanza. È dura stare rinchiusi in una stanza pensando così di tenere fuori il mondo ed il proprio cuore. Ma c’è la gratificante e commovente pazienza di chi ha saputo rinunciare ad una parte di sé pur di non perdere l’occasione di vivere qualcosa di bello e gratificante. Questo tuo John è originale e ci svela tante nuove potenzialità insite nel suo apparente aspetto dimesso ed in certi suoi sorrisi così illuminanti.

Recensore Master
25/01/17, ore 22:29
Cap. 5:

Le tue parole sono scivolate sulla scena del confronto tra Sh e Mycroft, costruendo una sceneggiatura avvincente, dal ritmo serrato, quasi a rispecchiare l’effetto devastante che le immagini delle riprese di John con lo sconosciuto hanno su Sh. Quella che poi fai seguire e che ci lascia con il fiato sospeso per la credibilità delle terribili sensazioni che distruggono la razionalità del consulting, è una sequenza angosciante di lampi abbacinanti di sofferenza. IC, indubbiamente: uno Sh che soffre per John è, secondo me, proprio così, preda d’istinti distruttivi ed autodistruttivi che nascono dalla sua parte più oscura, dove la solitudine ha scavato solchi profondi che egli pensava di aver colmato con la presenza di John. Come prova d’esordio, questa tua ff è sorprendente. Diversa da quelle che seguiranno ma non per minore o maggiore qualità, bensì per ciò che io ritrovo sempre in te e cioè la scrittura perfettamente “al servizio” del contenuto.

Recensore Master
25/01/17, ore 22:00
Cap. 4:

Un capitolo particolare, questo, che ha necessitato una lettura più “ragionata” in quanto s’intersecano piani diversi. Con l’intervallarsi di frasi e, soprattutto di “voci” che colloquiano con Sh nel suo Mind Palace, la situazione si fa quasi convulsa, Sh è bersagliato da emozioni che non aveva mai provato prima e la consapevolezza che il suo punto fermo, ora, è diventato John, per lui diventa un momento in cui tutto si sovverte, Persino la voce di Mycroft porta scompiglio. Ora è Watson che diventa la sua coscienza ragionante, ma ciò che significa il suo “ingresso” nel Mind Palace, in un ruolo, poi, non certamente secondario, abbaglia Sh che non riesce ad orientarsi nella sua labirintica interiorità. Hai rappresentato efficacemenete l’intervento di Mycroft che dimostra, comunque, la sua costante attenzione per il fratello. Avanti, bella storia, di spessore.

Recensore Master
24/01/17, ore 15:20
Cap. 3:

Ci hai fatti entrare nella mente di Sh, simile ad un’eccezionale centro di controllo in cui tutte le rilevazioni vengono incamerate, catalogate ed archiviate per una possibile utilizzazione. Sembra di viaggiare su un aereo in cui riceviamo tutti i dati possibili relativi alla realtà sensibile in cui ci stiamo trovando. Ma non è certamente quest’ultima a preoccupare Sh: il suo meraviglioso sistema di scannerizzare ciò che lo circonda è stato attivato in modalità di emergenza perché gli sono arrivati degli stimoli, a lui sconosciuti, che hanno mandato in tilt l’intero pannello di controllo. Sh si rifugia, ovviamente, nel suo Mind Palace ma John riesce ad entrare anche lì: è una sensazione inusuale, però, quella che prova perché è legata al suono dolce del suo violino, ai gesti misurati del suo coinquilino, all’atmosfera complice di “Angelo’s”. Nulla di sgradevole, dolce e rassicurante. Ma ciò non corrisponde ad alcunchè di già catalogato: Sh è in pieno caos.

[Precedente] 1 2 3 4 [Prossimo]