Da come la Collins aveva descritto il personaggio di Haymitch, pensavo non ci fosse speranza per lui. Ridotto ad uno straccio sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista psicologico, caduto nell'oblio dell'alcool, una debolezza come tante quando l'unica cosa che si vuol fare è dimenticare.
La maestria con cui hai descritto i pensieri di Haymitch, i brandelli di paura e compassione per quella era stata - e si spera sarà ancora - un'allegra e spumeggiante donna dalle lunghe gambe, sciocca e priva di preoccupazioni all'apparenza ma, sotto la superficie, vi era una persona e non un creatura con sentimenti umani e paure, sensi di colpa, incubi mi ha lasciata piacevolmente stupita.
È tutto ciò che avrei voluto leggere su Haymitch, per non rischiare di metterlo in una luce sbagliata, quello dell'ubriacone irrecuperabile del Distretto 12, quello che si era fatto un volo di testa alla Mietitura. Non mi sono fatta condizionare dall'idea, o almeno penso che non accettassi il fatto che un vincitore degli Hunger Games potesse essere solo un buono a nulla. Le sue paure e i suoi ricordi sono palpabili e reali, i dettagli vividi nella sua mente. Apprezzo così tanto il tuo modo di scrivere senza lasciare al caso neanche un particolare, e leggere una one-shot di questo genere di venerdì sera è sempre piacevole.
"Fissa lo sguardo sulle sue ciglia lunghe, belle anche senza tutto il mascara e i brillantini che le ricoprivano fino a poco tempo prima. Vederla così fragile, i capelli biondi e sciolti sul cuscino, il viso struccato, giovane gli dà una strana sensazione, come se fosse precipitato all’improvviso in una dimensione intima che mette a confronto le loro parti più nascoste, quelle che nessuno dei due ha mai avuto interesse a mostrare. Eppure ora sono lì, lei è priva di conoscenza e dorme come una bambina, lui continua a sfiorarle una mano come se non riuscisse a fermarsi e formula pensieri che mai avrebbe potuto credere possibili, che scappano si rincorrono e finiscono negli angoli della stanza, sperando di sopraffarlo."
Ho amato questa parte dalla prima all'ultima lettera. L'affetto che Haymitch prova verso quella graziosa donna che, per i ragazzi del 12, è soltanto l'accompagnatrice di Capitol City è evidente, trapela da ogni fibra dell'essere di Abernathy, anche se (credo) lui cerca di negarlo a sé stesso, o almeno ci mette qualche tempo ad assimilarne l'idea. La osserva nel suo essere bambina, così fragile e secca eppure ancora così splendente... tutti questi dettagli sono stati scritti da te, sono fuoriusciti copiosi dalla tua testolina geniale e, quasi quasi, speravano di sopraffarmi desideravano di non fermarsi.
La cura che hai messo in questa one-shot è evidente a tutti, anche al più stolto uomo sulla terra, i particolari ci sono e sono ben scritti, ben articolati e mai banali.
Volevo solo scusarmi per il papiro che ho appena scritto, ma tutto ciò che avevo in mente risultava scontato e troppo banale per un capolavoro come questo.
Spero ardentemente di approdare presto su altre tue piccole opere in questo fandom, ma nel frattempo ti mando un enorme abbraccio e ti faccio i miei più vivi e sentiti complimenti,
sfiorarsi
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