Ciao :)
Ho letto l'OS prima, di sfuggita, e per quanto mi fosse decisamente piaciuta, è stato ad una seconda rilettura, più approfondita, che ho compreso quanto forte fosse.
Allora, l'argomento che hai trattato non è dei più semplici, e sono contenta che tu l'abbia trattato con questa delicatezza: apprezzo sinceramente chi usa tatto, la tristezza e la violenza risultano anche senza abusare di sangue o altro.
Mi sono lasciata prendere per mano da questo ragazzo, questo giovane uomo che potremmo essere tutti noi - ed è inutile dire di no, chi può sapere ciò che ci sta attendendo? -, e l'ho seguito nel suo viaggio verso l'Inferno e verso la parte più buia di sé.
L'ho seguito nel suo approcciarsi al mondo e nel non trovarvi una risposta che lo soddisfasse, ho provato insieme a lui la sensazione di essere così diverso che nessuno potrebbe capire, nessuno potrebbe porgere un aiuto: questo ragazzo ce la mette tutta per trovare la sua pace, ma il mondo sembra allontanarlo, neanche curarsi di lui.
L'arrivo di Samael potrebbe essere la ventata d'aria fresca che preannuncia la primavera, ma è un ben diverso vento, che promette un mondo di felicità... ma, come si legge nel bellissimo finale, a discapito della felicità e della pace di altri.
E tuttavia, per quanto il gesto, terribilmente attuale, sia riprovevole... come posso dire con certezza che io non avrei fatto lo stesso? Come posso essere certa che in quella situazione, vivendo le stesse cose e provando lo stesso dolore non farei come il protagonista di questa storia?
L'ho trovata una storia non strana, ma perfetta per questo tempo: pone dei forte interrogativi, e tutti dovremmo rispondervi.
Per quanto riguarda la forma, lo stile l'ho trovato molto intimo e particolare, come è giusto che sia quando si tratta di ricordi e di pensieri, anche se io avrei messo qualche virgola in più. C'è qualche svista, errori di battitura, ma niente di così grave, in fondo.
Brava, mi è piaciuta tanto :)
Alla prossima,
Manto |