Recensioni per
Il giorno in cui sparì il Cavaliere Nero
di VeronicaFranco

Questa storia ha ottenuto 198 recensioni.
Positive : 198
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
11/05/16, ore 14:33

Cara Veronica, questa storia sugli albori dell'amore tra Berard e Rosalie l'ho seguita passo passo, anche se l'ho poco recensita ..e devo dire che mi è piaciuta, e tanto anche...Abbiamo assistito alla lenta maturazione di Bernard, abbiamo potuto constatare quanto possa essere coraggiosa e decisa Rosalie, abbiamo anche assistito all'entrata , breve, in scena di Andrè, che al solito ha fatto la parte del salvatore ( quando li ha aiutati ad uscire dal fiume).. e poi finalmente abbiamo visto lo sbocciare del loro amore, di Bernard e Rosalie...Fanno tanta tenerezza, in effetti..Il loro amore non è travolgente alla maniera di altri ( tipo Oscar e Andrè, per intenderci..), non è una passione la loro che si manifesta tanto nella fisicità, non è una di quelle storie che, a leggerne, ti fa "aggrovigliare le interiora", per l'emozione, però..è molto sentita come dolcezza di sentimento, come complicità..E adesso che si sono dichiarati e hanno deciso di sposarsi, puoi lasciarli andare..e dedicarti a Rivoluzione,ahahah!! Ti aspetto, bedduzza,baci baci da Giovannuzza!
P.S. Un plauso per averci levato per sempre di torno il Duca De Guise! Oh, ci voleva proprio!

Recensore Veterano
11/05/16, ore 12:41

Quando nasce un amore...non è mai troppo tardi....quando nasce un amore!
Wow, il mio animo romantico ha esultato con questo capitolo!
E finalmente si sono dichiarati, con la consapevolezza che Rosalie è finalmente libera di vivere come desidera.
Molto dolce questa parte della storia, brava!
Bacioni, Roberta

Recensore Master
10/05/16, ore 16:39

Uno dei capitoli più belli di questo racconto: molto intimo, incentrato sui sentimenti e i percorsi interiori dei nostri, e con un narratore un po' "manzoniano", che guarda cioè a questi due ragazzi con affetto e partecipazione emotiva, così come noi.
Magistrale e profondo il modo in cui fai del silenzio il vero motore del capitolo: un silenzio pregno di intesa quello tra Bernard e Alain, un silenzio invece quello tra Bernard e Rosalie che prima li divide nell'imbarazzo, poi, grazie alla condivisione di piccoli gesti quotidiani, diventa "significato". Un significato chiaro a Bernard, forse perché lui è già riuscito a comprendere il suo cuore, e forse ora anche quello di Rosalie, apprendendo la difficile arte della pazienza; un significato invece fatto di ansiosa incertezza nella dolce e acerba ( sentimentalmente parlando)Rosalie, che ha scoperto di amare Bernard ma si sente insicura nonostante la sua appassionata dichiarazione di pochi giorni prima.
In tutto ciò l''incontro con Saint Just e Robespierre diventa solo una parentesi funzionale all' avvicinamento tra i nostri innamorati e alle future trame della tua opera maggiore, mostrandoci i primi segni di quella che sarà la profonda spaccatura tra Bernard e Saint Just (emblematico qui come del discorso di Bernard, ciascuno prenda il pezzo che senta più congeniale al proprio sentire). Per il momento comunque ci basta sapere che i metodi del futuro Leon abbiano funzionato con la Polignac (chissà cosa le avrà detto, ahah!!). Siamo alle battute finali, e come negli happy end di rito torna anche il figlio di Lucille...ma è solo un pretesto per accendere l'entusiasmo di Rosalie, e infondere ulteriore coraggio a Bernard, che osa di nuovo, ma stavolta senza farsi fuoco e irruenza...solo con la dolcezza delle parole. E sono le parole a sostituirsi al silenzio, nella loro tenera conversazione, sono le parole a strapparci un sorriso e a farci palpitare con loro.
Cito pedissequamente la chiusa, non me ne volere, perché mi ha incantato... troppo bello quel "Quando lui posò le labbra sulle sue, Rosalie chiuse gli occhi. E mentre imparava il miele e il sale della passione, si accorse che non c’era più un passato da rimpiangere, né un futuro da temere. C’era solo la Primavera, infinita e radiosa, che le scorreva nel sangue con l’ardore di quei baci."
Una conclusione alla Veronica Franco, lirica e profonda, come solo tu sai fare.
Un saluto
Silvia      

Recensore Master
09/05/16, ore 21:43

Beh, siamo sempre noi a doverti ringraziare per averci condotto fin qui, con due protagonisti del tutto inaspettati che hai saputo narrare e descrivere con una minuzia di sensazioni, mutamenti ed atteggiamenti tali da restare davvero incantati.
Ed è questa la sensazione dilagante che respiro leggendo dall'inizio alla fine questo capitolo: una sorta di incantesimo, di tempo sospeso che vivono i nostri personaggi. Questa settimana che idealmente ferma il tempo e cambia definitivamente la loro vita. Anzi, che segna davvero il principio del termine "loro". La metamorfosi di Bernard si è già manifestata ed addirittura dichiarata, nell'approccio alla vita, alle persone, ma soprattutto nel modo di perseguire gli ideali. All'appello manca lei, il bocciolo che diventa rosa.
Bello e tenero assieme il tentativo di confidare le sue aspettative e sensazioni di donna ad un altra donna, che per età ed esperienza potrebbe esserne la madre, ma che in realtà la consiglia da buona amica, con genuinità. Ed il muto conferire dei loro silenzi, inizialmente carico di parole aspettate e non dette, di coraggio mancato, di timore di infrangere il vetro di quella boccia ove hanno rinchiuso il loro spazio segreto. Che diventa solo loro, dopo, nella delicata intimità di ogni piccolo gesto cercato e condiviso.
Ebbene, Robespierre ed il suo entourage fanno il resto. Non si comprende, dal detto e non detto di Maximilien, quanto egli sappia dei metodi più o meno persuasivi, più o meno coercitivi di Saint Just ( cosa che, rimanendo tu fedele all'anime, lasci volutamente sospesa immagino, per lasciarne la figura velata di cinico mistero che volendo si aggancia da spin off alla sua mefitica presenza in Rivoluzione..). Ma, facendo appello a machiavellici ricordi, "il fine giustifica i mezzi", dunque soffermiamoci sulla cosa fondamentale: Rosalie è adesso libera.
Libera di seguire il suo destino, di compiere le sue scelte, di decidere chi e cosa essere. Alla luce di questo comprendo le tue parole della scorsa volta: Bernard desidera averla in moglie da donna libera di avere delle possibilità, da donna innamorata. Non perché costretta, non perché braccata e nemmeno perché grata. Ma perché definitivamente libera: dalle costrizioni degli altri ed anche un po' dalla sua parte di fanciulla.
Dunque, immersa in quest'aurora del cuore rossa di tramonto, mi faccio un po' da parte anch'io ed resto in attesa per il lieto epilogo che ci stai preparando. E che immagino sarà un gioiello finemente cesellato, com'è nel tuo stile...
Un bacio.
Tamara Alessandra.

Recensore Master
09/05/16, ore 18:01

Stanotte avevo provato gia'la seconda volta a recensire,ma erano talmente tali e tante le cose che stavo scrivendo, che efp si è mangiata ogni parola! Tento caparbiamente ancora una volta, di riprendere i fili spezzati con concetti buttati giù a caso che non rendono giustizia a questa tua splendida opera ,ma spero almeno di essere il più possibile esaustiva nella mie riflessioni.
La parte iniziale e'molto intensa, meditata, vibrante,ricca di sottintesi e di metafore. ...mi è piaciuto molto quel particolare di Rosalie che si punge mentre sta lavorando pensando a lui ,alla sua silenziosa presenza e all'essenza maschia che lo avvolge e che lei ricerca nel letto vuoto che sa di lui, il rosso vivo della puntura é come la rappresentazione della sua virginea purezza di fanciulla ,una fanciulla che apprende dopo Oscar, un alteo modo di "amare" che da impossibile diventa reale.
Hai delineato egregiamente questi due personaggi, Rosalie già mi piaceva, tu l'hai perfezionata nel carattere e completato il suo percorso di maturazione, e ancora di più hai fatto con Bernard che finalmente mi è riuscito piacevole e non più avvolto da quella fama di cattivo e colpevole di tutti i "mali" in quanto rese cieco Andre'
Questa storia Long a mio parere è la più bella di tutto il Sito , fra quelle che ho letto e l'ho segnalata per la lettura.
Ci sono momenti di intenso sentimento senza scadere nella sdolcinatezza e nella melassa, come ti era successo altrove, inoltre i tuoi personaggi pur arricchiti e profondi conservano sempre i parametri del " cartone animato " originali e questo l'ho apprezzato particolarmente.
Due parole ancora per la contessa de Polignac e il suo rapporto con Rosalie:in questo caso tu non solo hai colmato i vuoti della storia ma anche le carenze, infatti ci fai capire il meschino stratagemma della contessa per ottenere il riconoscimento della figlia, non mi e'ancora chiaro il ruolo di S Justus in tutto questo e come riesce a ricattarla ma spero ce lo dirai la prossima volta.
E a proposito di S. Just! Che emozione mi hai dato quando quest'uomo
esprime il concetto dei nobili, ladri di felicità! Mi sono ricordata il celebre discorso alla Convenzione Nazionale quando, riguardo il dubbio di condannare il re alla pena capitale, da quell'estremista becero che e'sempre stato disse " Il solo fatto di regnare costituisce un attentato,un usurpazione che un popplo non puo'sopportare senza rendersi colpevole e contro cui ogni uomo ha diritto di lottare!non si può regnare innocentemente e il solo pensarlo è un'enorme follia"..parole che spaccano, che dividono ma alla fine applaudite dallo stesso Robespierre che non fu meno intransigente nell'affermare una condanna senza se e senza ma.
Altrettanto appassionante quel tuo accenno sulla religione, e mi ha fatto piacere che la memoria non mi ha ingannato in conformità con quanto ti dissi a suo tempo. Il popolo inizia una lenta inesorabile presa di coscienza che il Sovrano non è Dio e che la Francia non si salverà dalla povertà e dalle ingiustizie tramite le preghiere (questo concetto è citato pure nel film di Demy).
Che dire ancora? Niente tranne che farti le mie congratulazioni più sincere e sperare che la storia possa ottenere meritati riconoscimenti
(Recensione modificata il 09/05/2016 - 09:44 pm)

Recensore Master
09/05/16, ore 13:38

Ciao Veronica,
e così l'epiologo è alle porte,peccato.
Il silenzio ha molti significati,c'è quello complice,quello imbarazzato,quello teso,quello carico di promesse e quello di chi non ha più nulla da dirsi.
Credo che il silenzio che li accompagna nella prima parte sia più carico di emozioni di mille parole.
Saggia Lucille a suggerire Rosalie di interrogare il suo cuore e per fortuna lo fa.
Poi c'è il caro (😕)Saint Just che,per una volta,posso approvare. Citando Il padrino,immagino che abbia fatto alla Polignac "una proposta che non può rifiutare",non le avrà messo la testa del suo cavallo nel letto,vero?
Comunque ha raggiunto il suo scopo e Rosalie è libera. Ora non deve neanche più preoccuparsi di Lucille,ed è libera di amare Bernard.
Resta solo da vedere come concluderai la storia,perché ciò che li aspetta lo sappiamo.
A presto.
Anna

Recensore Junior
08/05/16, ore 23:54

Ciao Veronica. Ho letto tutto d'un fiato la storia di questo tuo Bernard, su cui hai saputo argomentare sapientemente e in maniera molto verosimile. Sono giunta a questo penultimo capitolo e devo dire che ne sono dispiaciuta. Gustosa questa storia e la tua scrittura curata e perfetta, soprattutto le scene d'azione mi
sono piaciute immensamente. Attendo l'epilogo! Bea

Recensore Master
08/05/16, ore 13:30

Capitolo costruito benissimo dal punto di vista della trama, la finestra, il discorso con Robespierre e Saint Just che rivela come la Polignac sia stata resa inoffensiva, l'arrivo di Jean proprio al momento giusto...
Per non parlare del linguaggio, l tua maestria nel descrivere i vari tipi di silenzio e come si modificano i loro silenzi è incredibile!
Che dire? Bravissima, peccato che stia per finire. ....

Recensore Master
07/05/16, ore 21:10

Per Rosalie è iniziata una nuova vita, ha anche trovato una nuova famiglia: i compagni di Bernard chi più chi meno sono tutti dalla sua parte!

Recensore Master
07/05/16, ore 20:33

Troppo troppo bello tutto, mi piace come hai gestito l uscita di scena di de guise e della polignac. Brava