Recensioni per
Tu vaux mieux que ça
di Blue Eich

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
30/10/19, ore 21:58

Ciao! Mi rendo conto di recensire questa storia con 3 anni di ritardo ma ho visto la storia solo oggi casualmente.
Voglio solo dirti... Brava! Brava! Brava!❤️❤️❤️
Trama alquanto interessante, e il tuo scopo è nobile!
Domanda: Mai pensato di trasformarla da one shot a romanzo vero e proprio?🤔

Recensore Master
28/09/16, ore 12:08

Non ho ancora giocato a Unity, e ti dirò di più, mi hanno anche regalato il libro e non l'ho ancora letto... (forse perché non volevo farmi troppi spoiler del gioco?)
Però, lo stesso, guardando i trailer (in particolare proprio quello con Élise è proprio bello) e scuriosando qua e là su internet, mi sono affezionata anch'io a questa coppia. Che, ovviamente, in perfetto stile assassin's creed, si conclude tragicamente.

Inizialmente non avevo capito che la tua storia fosse ambientata post-morte di Élise. Effettivamente, se fosse stata contestualizzata prima della morte di Élise, l'idea sarebbe stata forse un po' forzata. Invece così credo che sia semplicemente perfetta. Hai avuto un'idea perfetta, molto significativa per la coppia e parecchio densa di significati e analogie. In un altro contesto sarebbe parsa forse un'idea troppo artificiosa, un po' implausibile e favolistica: un assassino che decide di adottare una bambina (anche solo i problemi logistici sono parecchi).
MA, in questo contesto, tutt'altro! Certo, i problemi logistici rimangono (anche se non so se Arno abbandoni un po' la sua vita di assassino, alla fine, perciò parlo senza cognizione di causa), ma tutto il resto è perfettamente congeniale.
Arno che si rispecchia in quella bambina, disperata e spaesata di fronte all'inspiegabilità della morte. Arno che rivede in lei il sé stesso del passato. Arno che, con la voce di Élise che gli echeggia nelle orecchie come fosse una mantra, si ricorda di un debito. Un debito d'amore.
Decide di adottare la bimba così come lui è stato adottato dalla famiglia di Élise. Una sorta di risarcimento a posteriori, un'azione di bene che ritorna, che si ripete.
Ma non solo, è anche un omaggio alla loro storia d'amore. Come se questa bimba fosse una sintesi tra Arno ed Élise, come fosse la figlia che non hanno avuto. Il nome di lei, il cognome di lui. I capelli rossi come quelli di lei, un passato simile a quello di lui.
E poi in ultimo, ma solo in ultimo, Arno che adotta una bimba e che ritrova un motivo per vivere è LA Dolcezza con la D maiuscola. Però ripeto, non è questo il motivo per cui questa idea è così perfetta. I motivi sono tutti quei parallelismi e analogie che ti ho citato, che rendono molto bene l'idea della storia che si ripete (un espediente narrativo che adoro, a dir poco).
La frase finale dalla doppia valenza (si può riferire sia alla compianta Élise, sia può tradursi come una promessa di prendersi per sempre cura della "nuova" Élise) è il top per chiudere questa storia. E, poche righe prima della fine, "l'ultimo eco" di Élise, le parole di commiato con le quali si congeda da questa storia: Questo è l'Arno che conosco.
Quasi mi piacerebbe sapere cosa ne sarà della bambina, ma forse è meglio che resti sottinteso. Hai scritto un perfetto epilogo per questo personaggio. Un epilogo dolceamaro che sa di speranza, ed è bello soltanto immaginare cosa verrà dopo, senza bisogno di saperlo per davvero.

Bene, prima di chiudere mi scuso per il ritardo, e spero di trovare il tempo di passare anche dall'altra storia che hai scritto su loro due, mi ispira davvero tantissimo, soprattutto perché mi sembra ambientata nella loro infanzia. Tuttavia ho deciso di leggere prima questa, banalmente perché avevi meno recensioni :)
Bien, ci sentiamo presto, appena riesco a districarmi un po' dagli impegni dei contest ♥

Silvar

Recensore Veterano
08/07/16, ore 14:06

Ehilà! Finalmente eccomi a recensire questa storia con un ritardo assurdo.
Alors, partiamo da eventuali errori e quant'altro: il testo è scritto bene - non mi pare di aver trovato nulla di scorretto - quindi ottimo. Mi piace anche come hai curato l'html, è semplice, senza troppi ghirigori ma senz'altro adattissimo.
Riguardo alla trama: ho tentato di leggerla come una storia originale, ma essendo estranea a tutto questo(?) sai che la recensione non potrà essere poi tanto abnorme (ma cos io non ne sono capace-).
Innanzitutto, mi sono piaciute tanto le descrizioni dello stato d'animo del protagonista - oltre che quelle della morte della signora e dello spazio circostante(?).
La scena che però mi è piaciuta di più è stata quella in cui Arno vede la bimba che tenta di 'chiamare' la madre ormai deceduta. Ti prego capiscimi non per la bambina ormai orfana povero biscottino AHAHA, ma mi piace proprio perché il protagonista si risveglia dalla specie di trance in cui è caduto a causa dell'alcool. Molto tenero anche quando la prende in braccio, deciso a occuparsene, vista la tragica fine che è toccata alla sua mamma. E' sbalorditivo il suo voler 'ritornare a vivere' nonostante l'amata non ci sia più per il semplice motivo che la piccola sia simile a lei e che abbia passato le stesse cose di Arno. Beh, posso proprio dire che questo Arno è un gran bel personaggio!
Anyway, è una storia carina, scritta bene e senza errori, brava!
Alla prossima!
-Chià

Recensore Master
16/05/16, ore 00:40

Buonasera!
Posso parlare per evento storico, la Rivoluzione Francese è un periodo di storia che ha suscitato sempre interesse e particolari emozioni nel mio animo, anche per via del modo in cui si è svolto tutto e ha portato ad un finale piuttosto sanguinolento ma inevitabile.
Quello che hai rappresentato in questa fanfiction è un uomo che ha perso quel luccichio di bellezza e speranza che riservava in una persona, più precisamente l'anima che amava e per la quale si batteva e cercava di sopravvivere nella miseria della zona parigina.
L'alcool dà l'illusione di far dimenticare, di dare uno scudo diverso da quello che possono costruire i fatti e le parole e molti, molti uomini (in senso generale) prendono questa strada quando un evento li arriva a sconvolgere e a rendere più vulnerabili, consapevoli che la vita mette dei limiti per poter esprimere la propria persona e le proprie abilità che possono fare la differenza.
Fortunatamente la situazione di Arno non è tragica anche se preoccupante: certo, le serpi del paese lo considerano già un fallito per il circolo nel quale ha messo giusto un piede più in profondità (anche perché più si esagera e più si è cotti) ma il fatto che senta la voce della sua adorata Élise è una cosa che va aldilà della morte effettiva della sua persona e del suo ardore, del suo spirito comunitario e premuroso verso il prossimo.
Per essere coinciso, non ho visto Arno schiavo imperante di quello che è un tunnel che lo porterà verso una dipendenza dal quale sarà sempre afflitto ma iniziare è già qualcosa di tremendo...
In ogni caso, quella che ho respirato è esattamente l'aria e l'atmosfera di un borgo ristretto e intriso di delinquenza e nonchalance che porta le persone ad essere più animali e spietate di quanto non possano essere durante un periodo di pace, di prosperità e di serenità effettiva.
Colori molto tristi, freddi ed opachi che non vogliono assolutamente farsi irradiare da qualcosa di esterno e neanche da qualcuno che possa arrivare a dettare speranza e determinazione nelle orecchie e nei cuori dei cittadini adirati e ribelli, quasi sull'orlo di un nuovo conflitto sanguinoso e fuori da ogni schema.
Penso che quell'urlo di donna che hai descritto sia esattamente il campanello d'allarme che dimostri quanta crudeltà e cattiveria siano insidiate nello spirito egoista dell'uomo che vuole prevalere sul più debole e quella pozza di sangue ne è la conferma peccatrice, le lacrime della piccolina la conseguenza di quanto questo circolo che va avanti nel corso della storia sia dannoso e più pericoloso del dovuto.
La considerazione che ho avuto di Arno è di avere una profonda conversazione con i suoi ricordi, la sua vita e il suo passato, vedendo quella bambina così sporcata e inerme - figlia di un momento sterile e grigio - come il suo riscatto per poter vivere ancora, trovare una sorta di obiettivo (credo che usare la parola sogno per uno come lui sia un po' inappropriato) per poter salvare un qualcosa di vicino a quel concetto di bellezza e di amore che solo con Élise stessa ha vissuto a pieno.
Sente la sua voce e il suo spirito girargli intorno al cuore e sa che chiamarla così per darle subito un nome per il quale battersi sia il modo più giusto per fare sì che la vita in sè sia la dipendenza più forte nel quale vivere, sacrificarsi ed esprimersi al meglio, aldilà di quello che gli altri possono dire, pensare e capire nella loro posizione d'alloro e poco comprensiva nei confronti di chicchessia.
Lo stile è molto accessibile all'introspezione, al mistero e tutte le azioni presenti all'interno della one-shot sono unite da un collant che rende tutto così misterioso e carico di un'emozione che può variare a seconda della lettura e della visione, a seconda anche delle simpatie che si hanno per i due personaggi e del periodo storico in sè.
Essendo da parte tua un tributo ed un omaggio alla volontà di non abbattersi totalmente, all'andare avanti e a voler sempre proteggere un bene che ha colpito profondamente il cuore, devo dire che tutto si respira e si plasma in maniera coerente, energica e viva, come se fosse vissuto amaramente in prima persona o - al limite - compreso emotivamente con il sangue, le lacrime, l'annebbiamento che rappresenta un dolore momentaneo e la forza che ad uno come Arno non muore veramente mai per diverse ragioni, riassumibili forse nel nome della sua adorata Élise.
Un insegnamento che dovrebbe valere per molte persone sempre, da sempre e comunque sempre, per sempre.

Un abbraccio,

Watashiwa

P.S: A me il titolo piace e come espressione nella lingua funziona ed esprime bene la volontà della donna di Arno nel vegliarlo e fargli capire quanto ha ancora da fare nella sua vita.
Chapeau! ;)