Recensioni per
Sepolto nel Palazzo Mentale
di Lory221B
Non solo mi commuovi con le storie rischiando pianti ogni volta che le leggo ma anche i ringraziamenti... È sempre un piacere leggere e rileggere le tue storie :3 |
Prima di commentare ho dovuto rileggerla perché non avevo la forza di andare avanti... Ora ho la certezza che storie del genere sono pericolosissime per il mio cuore... Il che dimostra quanto sei brava! |
Finale degno di questa storia. |
“…Era stato più facile non vedere..”: con questa semplice frase hai espresso tutto il groviglio di ostacoli, voluti o comunque accettati, che John ha di fronte a sé e che gli impedisce di liberare tutto quello che ha sempre provato per Sh, fin dal primo sguardo al Barts. Ora la scusante, se così vogliamo definirla, è la sua situazione con Mary e la figlia, dietro alla quale si trincera soffocato da tutto quello che poteva essere e non è stato nei suoi rapporti con il consulting. |
Che bello! Alla fine John ha preso la decisione giusta!! Ha scelto di seguire il suo cuore.. a Boston!! |
“…Così, se ne stava seduto sul divano, con il tablet a testimonianza delle loro avventure, sua moglie accanto a lui e la figlia nella culla…”: di nuovo quella quotidianità, ora più che mai opprimente, che John ha costruito più che altro per dovere nei confronti di Mary che gli è stata accanto nel periodo buio dopo la “morte” di Sh. Bene rappresenti l’angosciante solitudine di Holmes che cerca rifugio nel suo Palazzo Mentale, ma vi trova sempre degli echi e delle immagini che lo riportano al suo vitale bisogno di John. “…Alzò lo sguardo, in tempo per costatare che non era più il 1895…”: quel rifugio temporale per il consulting è, ormai, un’altra realtà che s’interseca in modo deviante con la vita quotidiana fatta di momenti che lui non riesce più a sopportare, come quell’immagine del John contemporaneo che, alla fine del capitolo, si congeda con una delle frasi più banali che potesse trovare. Brava. |
“…John era seduto sul divano, intento a risolvere…”: l’inizio del capitolo ci porta dentro una scena di tranquilla routine domestica, solo che, vedendo lì Watson, che viveva per inseguire a perdifiato, ma felice, Sh nelle strade di Londra, capiamo che tutto non è roseo così come potrebbe sembrare. Infatti (“… terribilmente annoiato…”) non è certamente lì dove vorrebbe essere…”…si limitò ad alzare le sopracciglia…”: IC questo Sh che, persino sul letto d’ospedale, non tralascia i suoi sentimenti per Mycroft e la sua originale eleganza che si scopre anche in un singolo gesto. Andando avanti nella lettura, raccolgo (“…Davvero ti basta?...”) i vari pezzi del puzzle con cui ci fornisci un’immagine a tutto tondo di Holmes senior, apparentemente freddo e scostante ma, in realtà, legato al fratello più di quanto dimostri. Hai rappresentato bene ciò. Interessante il collegamento che hai costruito con lo Special di Natale. |
Ciao! è molto che non recensisco tuoi lavori (anche perché mi sono immersa nel fandom anglo-americano), ma davvero devo dirti che sei migliorata tanto. Non so se sei betata, ma sembra proprio che tu lo sia. Adesso le descrizioni non sono più scarne, e si vede il lavoro fatto nell'introspezione del personaggio di Sherlock. Il lavoro è chiaramente difficilissimo, e cimentarsi nell'impresa di rendere l'ambientazione del Mind Palace di TAB ancora di più, quindi complimenti doppi per la scelta coraggiosa e per la buona riuscita! :) |
Adoro le parti nel Mind Palace. |
Riprendiamo a commentare storie tranquille ed allegre... o forse no :D |
L'idea è geniale. |
Povero Sherlock! John a volte è proprio ottuso... |
Oh, mi rincuori!! |